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Autore: Hacker11    03/07/2014    2 recensioni
Evans, un abitante di Londra, si ritrova in un mondo parallelo a quello normale dove scopre nuove cose, fa nuove esperienze e nuove conoscenze. Intraprende un viaggio nel covo del più grande e diabolico mai esistito sulla faccia dell'universo, nel covo di un Basilisco, all'inizio normale, ma poi diventato un mostro terribile, a causa degli spiriti diabolici da cui fu impossessato. Il compito di Evans è di liberare Basilisco dalla furia degli spiriti e farlo ritornare al suo stato originale. Ce la farà il nostro eroe a portare a termine la missione affidatagli?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio nome è Evans. Prima di iniziare vi do un consiglio: non esplorate mai le soffitte. Allora, comincerei descrivendo quel che sono, un incredibile “bigfoot”. No, in realtà sono un po’ sovrappeso, sono alto 146cm e peso 47 kg. Ho 11 anni, occhi castani e capelli neri come il carbone. La mia casa è un appartamento in Surrey Street  a Londra. È molto grande, ha un bagno, un grande soggiorno, una cucina spaziosa, sei camere da letto e un’ altra camera per gli ospiti. I terrazzi danno sul parco e a volte scendo a giocare con i miei fratelli. Il mio sport preferito è il calcio e tifo Arsenal nella Premier League. Il mio cantante preferito è Eminem, di origini statunitensi. La sua canzone più famosa è The  . Mi piace vestirmi alla moda e a volte mi faccio accompagnare da mamma o papà in centro perché c’ è un bel negozio di vestiti che si chiama Blue Style sul corso. Più avanti c’ è un negozio di scarpe, quindi compro anche quelle. La mia marca preferita è la Nike che ha fatto un modello bellissimo, le Blazer. Di Blazer ne avrò sei paia a casa, di solito rosse, blu o nere, i miei colori preferiti. Vado bene a scuola, e sono abbastanza furbo da non farmi beccare con l’ I Phone 5S se lo tengo acceso. Non sono chiacchierone, mi impegno, ma riesco ugualmente a farmi degli amici, gente perbene se me li scelgo perché mi piacciono come persona oppure gente di strada se me li voglio fare amici per essere difeso se dovesse capitarmi qualcosa. Ho l’abitudine di uscire di  sera con i miei amici Ferdinand e Jeanne. La mia ragazza si chiama Fiamma, ha occhi verdi e capelli neri: è molto affascinante. Non negherò che mi ha lasciato un paio di cicatrici sulla schiena, perché l’ ho fatta arrabbiare. Talvolta è irascibile, però ci sa fare. A scuola è brava, anche se certe volte pretende un po’ troppo da sé stessa. Alcuni professori non la sopportano perché vuole sempre il massimo e si arrabbia se non riesce. È forte caratterialmente, non si fa mettere sotto dagli altri. È alta come me, ma sfortunatamente la sua famiglia è in crisi economica. Io cerco di aiutarla per quel che posso, ma certe volte le rifiuta. I suoi genitori sono brave persone, ma sono entrambi disoccupati. Il pomeriggio lei va ai semafori e lava i vetri alle auto per guadagnarsi qualche centesimo. La famiglia di Fiamma non accetta elemosine. Fiamma, però, quando viene a scuola cammina sempre a testa alta, orgogliosa, o forse per rincuorarsi e sperando che Dio le faccia la grazia di far trovare lavoro ai suoi genitori. Anch’ io in cuor mio spero che la sua famiglia abbia fortuna, perché se lo merita davvero. Fiamma non desidera nulla, né I Phone, né il computer, né vestiti alla moda e roba varia. Fiamma mi colpì per questo. Anch’ io le piacevo e quindi ci siamo messi insieme. Ogni tanto la guardo e vedo che ha gli occhi lucidi e rossi di pianto. Spero che un giorno quel rossore le sparisca e non le rovini più quei begli occhi suoi. A volte viene da me per farsi consolare e mi abbraccia. Alcune persone la prendono in giro perché è in crisi economica e io la difendo rispondendo per le rime ai derisori. Una giorno, una nostra compagna di classe che ha i genitori manager, l’ I Phone 6 appena uscito, il Mac e tutti i vestiti e le scarpe firmate, la prese in giro e io le risposi davvero per le rime, tanto che si mise a piangere e scappò, mentre Fiamma mi ringraziava per aver preso le sue difese e mi abbracciava con le lacrime agli occhi. Le voglio davvero bene. Spero che un giorno diventi la regina del mondo, perché è davvero la persona che più se lo merita.
Dunque, quel giorno come sempre mi svegliai, andai nella stanza da pranzo e feci colazione, mi lavai, mi vestii e mi avviai a scuola. Avevo la maglia nera con un teschio bianco al centro, jeans stretti neri e Blazer nere. Il giorno prima avevo tagliato i capelli a spazzolino e me li ero laccati di rosso. Mi aspettavo già che tutti i miei compagni mi facessero un cuzzetto bello forte e così andò. Tornai a casa con la nuca rossa per gli schiaffi. Quel giorno venni interrogato in storia e presi 9. Ero preoccupato, perché mi avrebbero dovuto interrogare in geografia, ma la prof.  non venne. Quando tornai a casa pranzai e poi studiai. Avevo molto da studiare per il giorno successivo, così mi misi di buona lena e riuscii a finire presto, intorno alle 5 e così chiamai Ferdinand per farlo venire a casa. Quando arrivò scendemmo giù alla villetta a giocare. Se ne andò intorno alle 7. Era ancora molto presto per cenare e non avevo voglia di uscire, così decisi d esplorare un po’ la soffitta e salii su con l’ ascensore (infatti la casa è a 4 piani senza contare il garage e la soffitta)e andai all’ ultimo piano. Sul soffitto c’era una botola con una cordicella. La tirai e la botola rivelò una scaletta nascosta con cui giunsi in soffitta dove trovai bauli di diversa lunghezza e cominciai con uno. Qui dentro trovai dei costumi di Carnevale, Kalashnikov ,granate fuori uso e altri e una macchina fotografica dell’Ottocento. Mi chiesi da dove i miei antenati avessero raccattato tutto quel bendidio, ma non seppi trovare una risposta a questo interrogativo.  In un altro baule trovai vecchie foto della comunione della mia bisnonna. Andai avanti e nell’ultimo baule un ciondolo molto strano che emanava luce viola, attirò la mia attenzione. Lo presi e notai che aveva una cornice rotonda d’oro che circondava una spirale viola. Decisi di tenerlo. Proprio in quel momento mi arrivò la voce della mamma che mi cercava per la cena, così scesi di sotto. Una parola su mia madre prima che la conosciate, ha un negozio in centro, l’ Incredibile Oro e ha poco tempo per me, purtroppo. Presi nuovamente l’ ascensore e andai al secondo piano, dove c’erano la stanze da letto, a posare il ciondolo, quindi scesi al Piano Terra. Salutai papà che stava rincasando. Poi andai a lavare le mani e quindi andai in cucina. I piatti erano già in tavola ed emanavano un profumino delizioso, così mi affrettai a sedere. Che posso farci se sono molto goloso. Mi buttai sul piatto di spaghetti che la mamma aveva preparato e lo finii in quattro e quattr’ otto. La cena era a base di pesce, infatti, mia madre, aveva cucinato spaghetti a vongole, l’ orata e il pesce azzurro. Durante la cena papà mi chiese:
- Com’ è andata oggi, Evans?.  
- Tutto a posto, pa’. A te invece?”, risposi.
-Tutto normale. Il cast del nuovo film, oggi, era un po’ stanco, ma questo a parte, tutto normale come sempre.
Ora dovete sapere che papà fa il regista e non resta a casa sempre, con il lavoro stressante che fa. Papà è grassottello, merito di tutti i dolci che ingurgita e che gli hanno fatto una specie di salsicciotto al livello della vita, ha occhi marroni e capelli stranamente biondi. Non adora lo sport, le sue passioni sono il modellismo e la musica. Quando ha uno strappo di tempo si mette nel suo studio, accende lo stereo e inserisce i suoi dischi di musica classica preferita e nel giro di un’ ora o due è capace di costruire un veliero da battaglia perfetto. Invece la mamma, stranamente, non aprì bocca durante tutta la cena. Quando finii, diedi la buonanotte e andai in camera per controllare il ciondolo. Lo trovai sul comodino così come l’ avevo lasciato. Mi spogliai e mi misi il pigiama per dormire. Mi rotolai un po’ nel letto, prima di prendere sonno. Mi svegliai che era più o meno mezzanotte, perché non riuscivo a dormire. Di punto in bianco, il ciondolo, si alzò e si posizionò in mezzo alla stanza, sotto i miei occhi sgranati. Poi  cominciò ad emanare luce abbagliante viola. In men che non si dica mi ritrovai a dover resistere perché non venissi risucchiato da un “vento” fortissimo che cercava di portarmi via. Ad un certo punto cominciai a gridare aiuto, ma a quanto pare nessuno mi sentì. Persi l’ appiglio e il vento mi risucchiò all’ interno del ciondolo, che poi ricadde a terra con un tonfo terrificante.  Mi ritrovai in un altro mondo, un mondo parallelo a quello reale. Mi sentii stanchissimo e caddi subito in un sonno profondissimo.
   
 
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