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Autore: HermioneCH    03/07/2014    8 recensioni
La storia si svolge dopo la fine della guerra, Hermione si reca a Hogwarts per l'ultimo anno di scuola, dove Piton è tornato a insegnare pozioni. La ragazza si sente sola, senza i suoi amici, ma trova ottimi confidenti in Ginny e nel nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure.
Dopo un susseguirsi di problemi personali, si trova davanti a un nuovo percorso.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Remus Lupin, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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39. La casa sul lago


Hermione aprì gli occhi e si ritrovò a guardare il soffitto di legno, si strofinò gli occhi e sbadigliò. Si voltò e per la quarta mattina trovò il posto accanto a lei vuoto.
Sospirò e si alzò, portava solo un intimo di color nero, si mise una maglietta e si appoggiò alla balaustra, guardando di sotto.
Il rustico era fresco e accogliente, il piano di sotto era composto da un singolo locale, dove in fondo c’era un cucinino, un tavolo, un divano di fronte a un camino spento, vicino al quale c’era la porta che conduceva a un piccolo bagno. Infine, gran parte del piano era stata trasformata da Severus nel suo laboratorio personale. La camera da letto al secondo piano era aperta, con la vista sul pian terreno.
“Buongiorno” disse Hermione, sorridendo.
“Era ora” rispose Severus, alzando lo sguardo dal calderone. “Lo sai che sono le dieci?”
“Lo sai che tecnicamente sono in vacanza?” rispose Hermione, facendogli la linguaccia.
Lui scosse la testa e tornò a mescolare la pozione.
Hermione scese le scale a chiocciola, si avvicinò a Severus, gli mise una mano sulla spalla e lo baciò sulla guancia. “Hai dormito almeno un po’ questa notte?”
“Qualche ora, sono troppo vicino a una svolta per sprecare tempo a dormire” rispose Severus, alzò lo sguardo e le sfiorò le labbra con un bacio.
“Sono quattro giorni che lo dici e sono quattro giorni che dormi a malapena. Sono sicura al cento per cento che riuscirai a completare quella pozione, ma Sev, hai bisogno di dormire” gli disse Hermione, assumendo un’aria preoccupata.
“Non devi preoccuparti per me” rispose Severus, sfiorandole la guancia.
Hermione sorrise. “Come faccio a non preoccuparmi per te?”
Lui le diede un buffetto e la baciò sulla fronte. “Il caffè è ancora caldo e ci sono delle brioche sul tavolo”.
“Fantastico! Iniziavo a stufarmi di uova e pancetta” rispose Hermione, avvicinandosi al tavolo, estrasse una brioche dal sacchetto e l’addentò assaporando la crema.
“Questa mattina sono andato al villaggio e quindi ho pensato di cambiare il menù della colazione” spiegò Severus, aggiungendo delle erbe alla pozione.
“E queste?” domandò Hermione, mostrando a Severus due lettere che erano sul tavolo.
“Sono arrivate questa mattina”.
“Perché non me l’hai detto?”
“Sono forse il tuo segretario?”
Hermione alzò le spalle e si sedette aprendo le buste. “Sono di Harry e Remus” annunciò iniziando a leggere la lettera del Prescelto.


Cara Hermione,
Spero che la tua vacanza stia andando bene e che Piton faccia il bravo.
Volevo solo confermarti che la mia festa di compleanno si terrà il 31 alla Tana alle otto.
Molly e Ginny, che ti mandano i loro saluti, stanno organizzando una cena per un esercito.
Ho detto loro che non c’era bisogno, ma sai… Tale madre, tale figlia…
Ci sarai vero? Hai detto che tornerai in giornata, no?
Comunque, se acconsente a venire, porta anche Piton, una bocca in più ci farà comodo vista la mole di cibo che hanno intenzione di preparare quelle due. Ho parlato con Ron, ha detto che farà il bravo e non giudicherà, anche perché se lo fa lo strozzo!

A presto 

Harry


“Harry dice che si farà una cena alla Tana per il suo compleanno” comunicò la ragazza, rimettendo la lettera nella busta. “Ha invitato anche te”.
“Mpfh! Certo e magari gli porto anche un regalo” rispose Severus, alzando appena lo sguardo.
“Non c’è bisogno di essere sarcastico, per una volta tanto potresti accettare senza lamentele”.
“Ah-ah”.


Hermione scosse la testa rassegnata e si apprestò a leggere la lettera di Remus.

Cara Hermione,
Come stai? Spero che la vacanza vada bene.
Volevo chiederti se il 31 vorresti con me a Diagon Alley. Harry mi ha appena scritto che per il suo compleanno farà una cena alla Tana e mi farebbe immensamente comodo il tuo aiuto per scegliere il suo regalo.
Che ne dici di trovarci al Paiolo Magico verso le 16?

Con affetto

Remus


“Remus mi chiede se vado con lui a comprare il regalo di compleanno per Harry a Diagon Alley il trentuno” disse Hermione, mettendo anche la seconda lettera nella busta.
“Credevo che l’avessi comprato l’altro ieri al villaggio” disse Severus.
“Sì, vuole il mio aiuto per scegliere il suo” spiegò Hermione, versandosi una generosa dose di caffè.
“Perché?”
“Non fare il geloso”.
Severus sbuffò. “Non sto facendo il geloso, sono solo curioso”.
“Non sa cosa regalare a Harry e vuole il mio aiuto perché sono la sua migliore amica, che male c’è?”
“Niente” borbottò Severus, riprendendo a mescolare la pozione. Hermione bevve il caffè e mangiò due brioche, dopo di che prese penna e pergamena e rispose a Remus.

Caro Remus,
Sto bene, grazie.
Spero che tu e Teddy stiate bene.
Qui è davvero bello, Severus è molto impegnato con le sue pozioni, ma cerco comunque di tenermi occupata.
Sarei felice di aiutarti a scegliere il regalo per Harry, ci vediamo al Paiolo Magico il 31!

Con affetto 

Hermione


Dopo aver riletto la lettera in cerca di errori, la legò alla zampa di Arnold, il vecchio gufo appartenuto alla madre di Severus, aprì la finestra e l’animale volò via. Rimase per un attimo a fissarlo mentre diventava sempre più piccolo e alla fine spariva tra le nuvole.
“Vado a cambiarmi e poi scendo giù al molo” disse Hermione, avvicinandosi a Severus. “A meno che tu non abbia bisogno del mio aiuto”.
“No, grazie. Sono a posto”.
“Lo sai che oggi non mi hai ancora baciato come si deve?” lo informò Hermione, sorridendo maliziosamente.
Severus sghignazzò, si avvicinò alla ragazza e la baciò con passione. Hermione si gustò le labbra del suo ex professore con trasporto. “Ti amo, Sev”.
“Anche io”.
Gli regalò un sorriso e salì al piano di sopra, dove si infilò un bikini, prese un asciugamano azzurro e un libro e tornò di sotto.
“Quel bikini è decisamente troppo provocante” mormorò Severus, mentre lei scendeva dalla scala a chiocciola.
“È solo un costume” rispose Hermione, sorridendo. Entrò nel piccolo bagno, dove si spazzolò i capelli e si lavò i denti. Sorrise, la sera prima aveva provato a convincere Severus a entrare con lei nella piccola vasca da bagno, ma lui le aveva risposto che era impossibile starci entrambi e quindi aveva declinato l’offerta, nonostante l’insistenza della ragazza.
Uscì dal bagno e si stiracchiò. Raggiunse Severus, che stava sempre controllando la pozione e lo baciò sulla guancia. “Vado, a dopo”.
“Va bene, cerca di non scottarti al sole”.
“È successo solo una volta, perché continui a ripeterlo come se fossi imbranata?” mormorò Hermione, mettendo il broncio.
Severus sghignazzò. “Perché avevi la schiena abbrustolita e ho dovuto preparare e spalmarti una pozione sulla schiena per ben trenta minuti per far passare la scottatura”.
“Era il primo giorno, ora ho imparato a non addormentarmi al sole”.
“Non ne sono così convinto” rispose Severus, ghignando.
Hermione lo colpì al braccio e gli fece la linguaccia. “Antipatico”.
Severus rise più forte, si avvicinò a Hermione e la baciò a fior di labbra.
Hermione gli sorrise e uscì di casa.
Il sole era alto e scaldava l’aria, Hermione inspirò profondamente l’odore dell’estate. Il rustico era immerso in un paesaggio verde di una bellezza ineguagliabile. Di fronte alla casa c’era una discesa che portava a un grande lago, dove c’era il molo che tanto piaceva a Hermione.
Scese di corsa e raggiunse il molo, vi posò sopra l’asciugamano, si sdraiò, prese il suo libro e iniziò a leggere.
Diverso tempo dopo un’ombra oscurò la sua visuale, alzò lo sguardo e vide Severus che la guardava portando con sé un vassoio carico di panini e succo di zucca.
“È ora di pranzo, hai fame?”
“Un po’” rispose Hermione, chiudendo il libro e mettendosi a sedere.
Severus posò il vassoio sull’asciugamano e si sedette di fronte a lei.
“Pensavo che stessi andando, non dovevi cercare altre erbe?” domandò Hermione, incuriosita.
“Tra un po’, pensavo di mangiare qualcosa con te prima” rispose Severus, prendendo un panino.
“Benissimo” disse Hermione, sorridendo.
“Senti, lo so che forse la vacanza non è stata come ti aspettavi, che sono sempre occupato con le mie ricerche ma…”
“Le tue ricerche sono importanti, Sev” lo interruppe Hermione. “Quello che mi importa è stare con te e poi abbiamo ancora tre giorni”.
“Lo so, ma pensavo comunque di farmi perdonare portandoti a cena al villaggio stasera”.
Hermione inghiottì e gli sorrise. “A cena, davvero?”
“Bè non abbiamo ancora fatto niente da quando siamo arrivati qui e so che ti pesa, anche se non lo ammetti”.
“Davvero, non fa niente, sono già felice che tu mi abbia chiesto di venire con te, non devi sentirti obbligato a fare qualcosa per me” rispose Hermione.
“Cena, questa sera al villaggio alle otto” disse Severus, con un tono che non ammetteva repliche.
Hermione gli sorrise e prese un altro panino. “Sei sicuro che non vuoi che venga con te oggi pomeriggio?”
“L’ultima volta ti sei annoiata”.
“Non è vero, lo sai che mi piace aiutarti nelle tue ricerche, è sempre stato così. Anzi, se non fosse stato così ora non saremmo nemmeno qui”.
“Che vuoi dire?” domandò Severus, servendo a entrambi un po’ di succo di zucca.
Hermione sorrise. “Andiamo, non ci vuole molto, prima che iniziassimo a lavorare assieme ai tuoi articoli per il Pozionista Pratico ero solo un insopportabile So-Tutto-Io per te”.
“Sei ancora un insopportabile So-Tutto-Io” convenne Severus, ghignando.
Hermione sbuffò. “Hai capito cosa intendo”.
“Certo che ho capito, adesso sei la mia insopportabile So-Tutto-Io”.
Hermione sorrise, si mise a carponi, si avvicinò a lui e lo baciò. “Ti amo”.
“Anche io”.
Finirono di mangiare e Severus partì alla ricerca delle erbe speciali per le sue pozioni. Durante il pomeriggio Hermione continuò a leggere il libro e fece il bagno due volte. Verso le sedici il sole venne coperto da una nuvola e sentendo freddo la ragazza tornò al cottage. Nella casa c’era un profumo dolciastro provocato dai fumi della pozione di Severus, che sobbolliva lentamente. Si mise sul divano decisa a finire il libro di Difesa Avanzata che stava leggendo per l’imminente viaggio in America.
Quando Severus rientrò, era quasi buio e la trovò appisolata sul divano che russava, sorrise davanti alla tenerezza del suo volto.
“Hermione svegliati”.
“Mmm?”
“Sveglia”.
La ragazza aprì gli occhi e sbadigliò. “Che ore sono?”
“Le sette”.
“Dannazione, mi sono addormentata” borbottò Hermione, mettendosi a sedere. 

“La solita dormigliona” commentò Severus, posando diverse qualità di erba sul suo banco di lavoro.
“È colpa del sole, ti fa venire sonno. Ora mi faccio un bagno e mi preparo per la cena, mi fai compagnia?”
Severus la fissò e sorrise, vendendo il suo sguardo malizioso. “Lo sai che non ci stiamo in quella vasca”.
“Non fa niente”.
“Devo controllare la pozione”.
“Va bene” mormorò Hermione e partì rassegnata verso il bagno.
Si fece un lungo bagno con tanta schiuma, si rilassò nella vasca, cercando di non addormentarsi di nuovo.
Quando l’acqua era ormai fredda, uscì e si avvolse con un asciugamano.
“Sei stata dentro una vita, pensavo quasi che fossi affogata” commentò Severus, quando la ragazza uscì dal bagno.
“Niente di meglio di un lungo bagno per togliersi di dosso la stanchezza” rispose Hermione, salendo al piano di sopra.
Si asciugò i capelli e dal piccolo armadio che condividevano prese il vestito che aveva indossato alla commemorazione, che tanto era piaciuto a Severus.
Scese di nuovo di sotto. “Sei bellissima” le disse Severus.
“Grazie” mormorò Hermione, sentendosi le gote arrossare leggermente.
“Ora salgo anche io a cambiarmi” disse il professore, Hermione annuì e si infilò nel piccolo bagno.
Sì truccò con cura. Un trucco leggero, ma efficace e riuscì a domare i suoi boccoli. Finalmente, uscì dal bagno, doveva solo infilare le ballerine ed era pronta. Salì di nuovo di sopra, Severus stava finendo di abbottonarsi la camicia.
Hermione lo fissò, indossava pantaloni e camicia nera. “A questo non avevo pensato”.
“A cosa?”
“Mi cambio” rispose Hermione, ridacchiando.
“Perché? Stai benissimo” disse Severus, confuso.
Hermione gli sorrise e si diresse all’armadio. “Non possiamo vestirci tutte e due di nero, Sev”.
“E chi lo dice? Andiamo, non essere assurda”.
“Metterò il vestito che ho comprato l’altro giorno al villaggio” rispose Hermione, prese il vestito nuovo dall’armadio, lo posò sul letto e si sfilò il vestito nero.
Sentì Severus, abbracciarla da dietro e posare le labbra sulla sua spalla. “Se ti fai vedere mezza nuda rischi che non usciamo più da qui” sussurrò Severus, baciandole il collo mentre le accarezzava i fianchi.
Hermione si voltò sorridendo e gli mise una mano sul petto, spingendolo via. “Mi hai promesso una cena”.
Severus la prese per i fianchi, avvicinandola di nuovo a sé e iniziò a baciarle il collo. “Saltiamo la cena e passiamo subito al sodo”.
Hermione rabbrividì eccitata, sentì l’erezione dell’uomo premere contro di lei. Fece un respiro profondo e lo allontanò. “Chi è schiavo dei propri ormoni adesso?”
“È colpa tua, sei troppo invitante”.
“Parli come se fossi una coscia di pollo”.
Severus ridacchiò. “Intendevo dire che sei irresistibile”.
“Ok, ma non ho passato l’ultima ora a prepararmi per niente” rispose Hermione.
“Hai ragione, scusa. Ti aspetto di sotto” rispose Severus, le accarezzò una guancia e scese al piano di sotto.
Hermione sorrise, scuotendo la testa. Prese il vestito e se lo infilò. Aprì l’anta dell’armadio che nascondeva uno specchio e si fissò. Appena aveva visto quel vestito in un negozio del villaggio due giorni prima se n’era innamorata, non capiva perché non aveva pensato prima di metterlo. Aveva lo scollo a cuore e la gonna a palloncino che arrivava sopra le ginocchia, era blu con una fascia nera sotto il seno che la sosteneva. Il tessuto in taffettà lo rendeva leggero e svolazzante. I decori di cristalli sul corpetto e la fascia lo rendevano quasi regale. Sapeva che i cristalli erano finti, ma non potevano fare a meno di brillare.
Sorrise e chiuse l’armadio, si mise le scarpe e scese di sotto dove Severus stava controllando un’ultima volta la pozione.
“Sei bellissima” disse Severus, alzando lo sguardo.
Hermione fece un giro su sé stessa. “Ti piace il mio nuovo vestito?”
“Ti dona molto” rispose il professore, avvicinandosi. “Andiamo?”
“Andiamo”.
Il villaggio di Kentburry sorgeva sulla sponda del lago a circa un chilometro dal cottage. Hermione e Severus si materializzarono poco fuori dal villaggio e si incamminarono. Hermione sentiva il forte desiderio di prendere l’uomo per mano, ma sapeva che nonostante non conoscessero nessuno al villaggio lui non gliel’avrebbe permesso, così tentò un altro approccio e lo prese a braccetto. Severus la guardò un attimo confuso e forse stizzito, ma continuò a camminare come niente fosse, mentre Hermione sorrideva radiosa. Raggiunsero il ristorante e si accomodarono a un tavolo in terrazza che dava proprio sul lago.
Hermione si guardò attorno, l’atmosfera era molto romantica, la terrazza era piena di lanterne e la vista sul lago era spettacolare.
“È davvero bello qui” mormorò Hermione, sorridendo.
“Se ti piace il genere”.
“Buona sera” salutò il cameriere avvicinandosi al loro tavolo. “Mi chiamo Maxime e questa sera sarò al vostro servizio” aggiunse, porgendo a Severus la carta dei vini. “Posso consigliarvi per cominciare un antipasto di lago? È la nostra specialità”.
“Certo” disse Hermione, sorridendo.
“Va bene anche per me”.
Il cameriere posò due menù sul tavolo. “Vi porto un po’ di acqua mentre scegliete?”
Entrambi annuirono ed Hermione lo ringraziò prendendo il suo menù.
Su consiglio del cameriere comandarono entrambi un secondo a base di pesce di lago e Severus scelse un vino italiano che a dir suo era molto pregiato e delizioso.
L’antipasto fu delizioso, così come il vino, infatti finirono la prima bottiglia già dopo l’antipasto.
“Mi piace davvero qui, sono felice che tu mia abbia chiesto di seguirti questa settimana” disse Hermione, sorridendo.
“Sono contento che tu abbia acconsentito a venire” rispose Severus, prendendo un pezzo di pane.
“Avevi dubbi?”
Il professore inghiottì il pezzo di pane e sghignazzò. “No, per niente”.
“Lo immaginavo”.
“Brindiamo” propose Severus, alzando il suo bicchiere ancora mezzo pieno di vino.
“A cosa?”
“A te, direi. Non è da tutti prendere Eccezionale a tutti i M.A.G.O”.
Hermione sorrise. “Anche tu hai preso Eccezionale a tutti i tuoi M.A.G.O”.
“Vero” constatò Severus, incontrando il bicchiere di Hermione con il suo. “Allora brindiamo a entrambi”.
Maxime portò loro il secondo di pesce e un’altra bottiglia di vino.
Arrivati al dolce, torta al cioccolato che solo Hermione mangiò, la ragazza si sentiva già decisamente brilla.
“Non capisco davvero cosa ci trovi di così buono nel cioccolato” commentò Severus, guardando la ragazza mangiare la torta con gusto.
“È buono… Insomma, è cioccolato, cosa può esserci di meglio?”.
“Diverse cose”.
“Forse sto diventando ciocco dipendente come Remus” rispose Hermione, ridacchiando.
“A furia di frequentare quel lupastro”.
“Severus… Non iniziare” mormorò Hermione, quasi affranta.
“Era solo una costatazione” rispose il professore, alzando le spalle. Bevve un altro sorso di vino, assumendo un’aria indifferente.
“Vuoi davvero rovinare questa bella serata con la tua assurda gelosia verso Remus?”
“Prima di tutto, io non sono geloso e anche se lo fossi, non ci sarebbe niente di assurdo, visti i vostri trascorsi” rispose Severus, amareggiato.
Hermione alzò gli occhi al cielo. “Sev, ti prego, basta”.
“Sei tu che l’hai tirato fuori, non incolpare a me”.
La ragazza sbuffò, posò la forchetta sul piattino contente ancora metà fetta di torta e l’allontanò. “Mi hai fatto passare la voglia di cioccolato”.
“Andiamocene allora, visto che hai finito” rispose Severus, alzandosi.
“Sì è meglio, torniamo a casa” mormorò Hermione, imitandolo.
Severus pagò e uscirono dal ristorante, Hermione non poté fare a meno di notare quanto l’aria tra loro fosse cambiata e diventata più tesa.
Raggiunsero il cottage in silenzio, appena entrarono Severus si diresse verso il suo laboratorio improvvisato per controllare la pozione.
“Vado a letto” disse Hermione, togliendosi le scarpe.
“Ti raggiungo tra un po’”.
Lei annuì e salì al piano di sopra, si tolse il vestito gettandolo a terra e s’infilò sotto le coperte, si mise su un fianco stringendosi a uovo e chiuse gli occhi.
Quando Severus finalmente la raggiunse era quasi addormentata. Il professore si infilò nel letto premendo il petto contro la sua schiena e cingendola con un braccio.
“Sei arrabbiata?” sussurrò Severus.
“No, perché?”
“Lo sai perché” rispose, baciandole la schiena.
Hermione si voltò e gli accarezzò la guancia. “Non sono arrabbiata”.
“Lo sai che ti amo vero?”
“Lo so”.
“Anche quando faccio il bastardo”.
“Tu non fai il bastardo, Sev, tu sei un bastardo” rispose Hermione, sorridendo.
Severus sghignazzò. “Non posso darti torto” e la baciò. “Comunque sia” disse, interrompendosi per darle un altro bacio. “Ti amo” aggiunse, mettendosi sopra di lei. “Anche quando faccio il bastardo”.
“Anche io, ti amo” rispose Hermione, aprendo le gambe per far combaciare i loro bacini.
Severus iniziò a baciarla con foga, mentre le accarezzava i seni. Hermione gli mise una mano dietro la schiena stringendolo a sé, mentre sentiva la sua erezione spingere contro i boxer. Gli accarezzò la schiena, fino ad arrivare all’elastico dei suoi boxer, sposò la mano davanti e la infilò dentro, toccando la sua erezione.
Severus gemette e iniziò a baciare il collo alla ragazza, sentendo sempre più piacere, mentre la mano di Hermione si muoveva avanti e indietro.
Hermione si fermò e riportò la mano dietro al collo del professore, Severus le sorrise e la baciò con passione, dalla sua bocca si spostò ai suoi capezzoli induriti, Severus li prese tra le labbra, mentre la ragazza si lasciava sfuggire un gemito.
Severus si mise in ginocchio sbarazzandosi delle lenzuola e le tolse le mutandine.
“Pronta”.
“Non aspetto altro” mormorò Hermione, mordendosi il labbro inferiore.
Severus ridacchiò e appoggiò le labbra sulla sua femminilità iniziando a leccare e baciare. Hermione iniziò a gemere sempre più forte, persa nell’eccitazione di quel momento, Molti gemiti dopo Severus tornò a guardarla sorridendo e si lasciò cadere accanto a lei. “Vedo che non ho perso l’allenamento?”
“Decisamente no” rispose Hermione, sorridendo maliziosamente. “Ora tocca a me” aggiunse, sfilandogli i boxer.
Prima che riuscisse a mettersi sopra di lui, Severus le era già sopra. “Basta giocare, ti voglio adesso”.
Hermione sentì l’erezione sfiorarle le parti intime, ma lo spinse comunque indietro. “Aspetta, ho detto che ora tocca a me”.
“Serviti pure, se proprio insisti” mormorò Severus, ridacchiando.
Si sdraiò, mentre Hermione sorridendo iniziò a baciargli il ventre, scendendo sempre più giù. Severus iniziò a gemere, terribilmente compiaciuto dall’irruenza della ragazza. Strinse il cuscino, provando sempre più piacere, cercava di controllarsi ma non ci riusciva, Hermione lo stava portando sulla strada del piacere infinito, sempre più in là, sempre più a fondo.
“Aspetta!” esclamò Severus, mettendosi a sedere di colpo.
Hermione alzò lo sguardo su di lui, iniziando a ridacchiare. “Che c’è? Troppo?”
“No, ma stavo per… Insomma, ero quasi a limite” rispose Severus, cercando di regolare il respiro.
“Non sia mai che precorriamo i tempi” disse Hermione, mettendosi a cavalcioni sopra di lui. Lo spinse indietro e Severus la baciò con foga. “Sei fantastica, ragazzina”.
“Non chiamarmi così e dovrò chiamarti vecchietto” rispose Hermione.
“Meglio di no, allora” disse Severus, capovolgendo le posizioni. “Ti faccio vedere io chi è il vecchietto”.
Si insinuò dentro di lei con la solita delicatezza, ma subito iniziò a muoversi più veloce ed Hermione si sentì travolta, nessuna tranne Severus poteva farle provare qualcosa del genere. Severus la baciò con smania, mentre continuava ad accelerare i suoi movimenti. Hermione aprì le gambe il più possibile, chiuse gli occhi e iniziò a gemere sempre più forte, non riuscendo a trattenersi.
Severus iniziò a rallentare sentendo che la ragazza aveva raggiunto l’apice dell’estasi. “Che ne dici allora del vecchietto”.
“Non fermarti” gemette Hermione, tenendo gli occhi chiusi. “Ti supplico, non fermarti”.
Severus rise, aumentando di nuovo la velocità. Le prese la gamba destra e la alzò a mezz’aria, continuando a muoversi sempre più veloce. Hermione ansimava, soffocata da tutto quel piacere infinito, che continuò per un tempo interminabile. Infine, il professore emise un gemito più forte e prolungato e si lasciò cadere sul corpo della ragazza. Hermione aprì gli occhi, ansimante, non riusciva a regolare il respiro. Accarezzò i capelli di Piton, tentando riprendersi. 
“È stato fantastico, ne avevo bisogno” disse Hermione.
Severus si spostò a lato la cinse con un braccio. “Anche io, decisamente, anche io”.


Quando il mattino dopo si svegliò, con suo grande stupore e felicità sentì il corpo di Severus, preme contro il suo. Si girò immediatamente, lui era lì, ancora addormentato. Era la prima mattina che si svegliava e lo trovava ancora accanto a sé. Lo baciò a fior di labbra, lui si mosse e aprì di occhi. 

“Buongiorno” salutò Hermione, raggiante.
“Ciao”.
“Non credevo di trovarti qui, di solito ti alzi presto per controllare la pozione”.
“Mi sono alzato due volte stanotte per mescolarla e controllare che fosse tutto a posto e poi mi sono rimesso a letto” spiegò Severus, accarezzandole la guancia.
“Non posso credere che manchino solo due giorni alla fine di questa vacanza” mormorò Hermione, stringendosi a lui.
“Devo ammettere che è stato piacevole stare con te senza nessuno che ci interrompesse o disturbasse”.
“Solo piacevole?”
“Bellissimo” replicò Severus, sghignazzando.
Hermione sorrise di nuovo. “Sai, ho pensato a una cosa”.
“Racconta”.
“Quando tornerò da Salem, finito lo stage, voglio dire ai miei genitori di noi” rivelò Hermione, scrutando Severus in cerca della sua reazione.
“Vuoi sfruttare la loro felicità di riaverti a casa per farli surclassare sulla nostra differenza di età?”
“All’incirca, che ne dici?”
“Dico, che sei furba”.
“E?”
“Intelligente”.
Hermione lasciò cadere il discorso, capendo che non poteva avere da lui la risposta che desiderava, non ancora almeno. “Colazione?”
“Sì, inizio ad aver fame” rispose Severus, la baciò e saltò fuori dal letto.
Hermione si infilò un paio di shorts e una maglietta verde, mentre Severus i soliti pantaloni neri, con una maglietta dello stesso colore.
“Uova e pancetta?” propose Severus, scendendo dalla scala a chiocciola.
“Direi di sì”.
Nel camino apparvero delle fiamme verdi e sbucò una lettera.
“Una lettera di Johnson! Fortuna che nell’ultima lettera gli ho scritto che poteva trovarmi qui” esclamò Hermione, raccogliendo la lettera.
“Non sapevo che questo cottage fosse collegato alla metropolvere, siamo in una zona Babbana dopo tutto” disse Severus, iniziando a preparare la colazione.
“Ho chiesto a Kingsley un favore, sai, è solo per questa settimana” mormorò Hermione, sorridendo. “Fortuna che c’è la metropolvere, sennò poveri gufi a dover attraversare l’atlantico per una lettera. Peccato però che non si possa parlare direttamente con l’America via camino, sarebbe molto più comodo”.
“Il tuo collo non resisterebbe a tutta quella pressione e a tutti quei chilometri, la magia arriva solo fino a un certo punto, ha i suoi limiti” spiegò Severus, sbattendo le uova. “Per quello bisogna ricorrere alle passaporte che ti portano direttamente dal tuo interlocutore”.
“Già, ma credo che sarebbe comunque più comodo” rispose Hermione, sedendosi al tavolo. “Sai, ho sempre pensato che anche in America usassero i gufi, ma a quanto pare usano più che altro la metropolvere, i gufi vengono usati al massimo solo per le consegne locali. Mi chiedo perché non adottino questo sistema anche in Inghilterra, dopo tutto quasi tutte le case dei maghi sono collegate alla metropolvere.
“Noi inglese siamo vecchio stampo, lo sai. Preferiamo la posta via gufo”.
“Immagino di sì e penso che consegnare una lettera via metropolvere a Hogwarts sia alquanto complicato, temo che sarebbero più le lettere che andrebbero perse che quelle recapitate” commentò Hermione.
“Quindi hai fatto collegare anche casa tua alla metropolvere, per ricevere le lettere di Johnson?” domandò Severus, facendo finire il bacon in padella con un gesto della bacchetta.
“No, non volevo turbare eccessivamente i miei genitori con tutta quella magia, me le facevo spedire alla Tana e poi loro mi mandavano le lettere di Johnson tramite Errol, quando ho chiesto a Molly se fosse possibile, mi ha risposto che dopotutto anche quella era casa mia”.
“Tipico di Molly Weasley” commentò Severus.
“È una donna fantastica” rispose Hermione, aprendo la busta.
Mentre Hermione leggeva la lettera, Severus servì su due piatti le uova e il bacon.
“Oh no!” esclamò Hermione.
“Cosa c’è?” chiese Severus, allarmato dal suo tono.
Hermione si alzò e abbracciò Severus, lui ricambiò l’abbraccio, poi le mise un dito sotto il mento e la fissò “Cosa c’era scritto?”
“Johnson vuole che parta prima, devo essere a Salem il quindici di Agosto invece che il ventotto” spiegò Hermione, affranta.
“Non preoccuparti” la consolò Severus, accarezzandole la guancia.
“Ma questo significa passare meno tempo con te” rispose la ragazza, triste.
“Lo so, ma questo stage è importante e tu devi essere professionale e fare quello che ti dice il tuo capo” disse Severus.
“Lo so, hai ragione” mormorò Hermione, tornando al tavolo.
“Non preoccuparti adesso, abbiamo ancora molti giorni prima della tua partenza, anche se è stata anticipata, ora mangiamo qualcosa, dopo devo rimettermi al lavoro” disse il professore, mettendo in tavola la colazione.
“Va bene”.
“Vuoi aiutarmi?”
Il volto di Hermione si illuminò di nuovo. “Con la pozione? Certo!” e con rinata felicità iniziò a mangiare con gusto.


“Sei sicuro di non volere venire alla festa di compleanno di Harry questa sera?” chiese Hermione, mettendo in valigia il vestito appena comprato.
“Sicurissimo” rispose Severus, che al piano di sotto stava sgomberando il suo laboratorio.

“Diamoci una possa allora, tra meno di un’ora devo incontrarmi con Remus” rispose Hermione, continuando a svuotare l’armadio.
“E non vogliamo far aspettare di certo il caro Lupin” borbottò Severus.
Hermione si sporse oltre la balaustra. “Ti ho sentito”.
Severus guardò su e sghignazzò. “Certo, lo so”.
“Comunque mi dispiace che non vieni alla festa e sono sicura che dispiacerà anche ad Harry” continuò Hermione, posando il borsone sul letto.
“Certo, sono sicuro che non riuscirà a festeggiare senza la mia presenza” borbottò Severus, Hermione scosse la testa e si accucciò cercando di recuperare le sue ballerine disperse sotto il letto. “E poi lo sai benissimo che devo andare a Hogwarts per testare la pozione! Ho bisogno un laboratorio serio” continuò Severus.
Hermione si alzò mise, le ballerine in borsa e scese al piano di sotto. “E scommetto che i tuoi test non possano aspettare fino a domani”.
“Lo sai che è importante, Hermione” rispose il professore, accarezzandole la guancia. “La pozione è appena fatta, o meglio appena finita, deve essere testata il prima possibile. Vado a casa, passo un salto in farmacia a Diagon Alley e poi corro a Hogwarts”.
“Non mi hai detto che avevi intenzione di venire anche tu a Diagon Alley” disse Hermione, sorpresa.
“Starò lì sì e no dieci minuti, me ne sarò già andato per quando arriverete tu e Lupin”.
“Non vuoi incontrare Remus?”
“No, Hermione, non è per quello, solo perché ho da fare” rispose Severus e con un gesto della bacchetta chiuse il baule contenente i suoi strumenti per le pozioni. Si girò e abbracciò Hermione. “Mi dispiace, ma temo che il nostro tempo qui sia concluso”.
“Già, davvero un peccato, mi piaceva qui” rispose Hermione, sciogliendosi dall’abbraccio.
Sferzò l’aria con la bacchetta e i suoi bagagli sparirono, spediti a casa. Severus la imitò, spedendo le sue cose a Spinner’s End.
“Grazie di avermi portato qui” mormorò Hermione.
“È stato un piacere”.
“Allora che ne dici di passare a casa mia quando avrai finito di testare la tua pozione, così mi dai i risultati” disse Hermione, uscendo dal cottage.
Severus rise e chiuse la porta. “Solo per quello?”
“No, certo che no. Lo sai che i miei genitori sono in Italia fino a dopodomani” rispose Hermione, sorridendo maliziosamente.
Severus le posò le mani sulla schiena e la attirò a sei. “Sei davvero troppo maliziosa a volte”.
“Troppo non basta mai con te” rispose Hermione e lo baciò. Severus rispose al bacio con passione, sollevandola appena da terra.
“Vedrò cosa posso fare, potrebbe volerci molto molto tempo per testare la pozione”.
“Bugiardo” mormorò Hermione, allontanandosi e incrociando le braccia.
Severus scoppiò a ridere, la afferrò per un braccio e la trascinò di nuovo contro il suo corpo. “D’accordo, passerò da te prima che tornino i tuoi genitori”.
Hermione gli sorrise raggiante. “Aspetterò con ansia quel momento”.
“Ti amo, piccola pesta” le sussurrò Severus all’orecchio.
“Anche io ti amo”.
Si baciarono con passione un’ultima volta e poi si smaterializzarono ognuno diretto alla propria casa.


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HOLA!
Finalmente, rieccomi con un nuovo capitolo!
Lo so che probabilmente adesso mi odiate tutti perchè non aggiorno da una vita e mi dispiace tantissimo, ma certe volte la vita si frappone alla scrittura e di tempi si allungano a dismisura!
In ogni caso spero che questo capitolo, solo Severus e Hermione, vi sia piaciuto ;) 
Come sempre, desidero ringraziare di cuore tutti coloro che hanno commentato i capitoli precedenti!
Aspetto con ansia di sapere cosa pensate del nuovo capitolo, dunque lasciatemi un commento! ;)
A presto
Baci
HermCH 

  
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