Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Tovie95    03/07/2014    4 recensioni
Dal testo:
« Caporale… io voglio baciarti! »
Avverto il cuore battere impazzito nel petto, ho come l’impressione che voglia fuggire dalla gabbia toracica e librarsi libero come un uccellino; le pulsazioni sono così rumorose che sicuramente giungeranno anche al suo udito.
« Anche solo sfiorale le tue labbra sarebbe più che sufficiente! »
Non posso credere di averlo detto!
Tutto questo tuttavia mi espone ad un rischio enorme: sto per essere rifiutato dalla persona più importante della mia vita!
Vorrei potermi preparare alla sua risposta, eppure credo che al dolore dell’anima, così come a quello fisico, sia impossibile porre rimedio preventivamente, ma se le ferite possono essere sanate con garze e speciali trattamenti, come guarire una piaga del cuore?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Can I touch your lips? 
 


« Oi cosa stai facendo? » domanda scontroso osservandomi come se la mia presenza in quel corridoio la sera del suo ritorno dopo un periodo trascorso al Quartier Generale sia qualcosa di immondo e, in un qualche modo, compromettente.
Lo osservo immoto e completamente muto cosa che non si confà al mio carattere normalmente estroverso ed attivo, spesse volte la mia incapacità di tenere a freno la lingua e di celare quanto pensato mi ha creato non pochi problemi, ma tutto ciò riguarda il passato: in questo momento ho come l’impressione che quella parte di me stesso non sia mai esistita.
Il suo atteggiamento distaccato ha avuto su di me l’effetto di frenare le parole in gola; avverto quasi un vento gelido ed avverso soffiare contro di me per impedirmi di raggiungerlo.
« Muoviti, Eren! » la sua voce, come al solito, non tradisce alcun segno di emozione, tuttavia posso avvertire nell’inclinazione un leggero senso di fastidio… possibile che i miei sentimenti gli siano così indifferenti?
Eppure dovresti aver compreso cosa provo nei tuoi confronti!
Timidamente sollevo lo sguardo e lo punto su di lui osservandolo come numerose altre volte ho fatto nel corso del breve periodo trascorso insieme: è imponente nonostante la bassa statura, l’armonia delle forme è esaltata dalla presenza di muscoli tonici senza contare il fatto che sia anche, deglutisco tremante, bellissimo.
Non riesco a trovare un aggettivo a lui più adeguato, in effetti credo non sia stato ancora coniato un termine adatto a rappresentare una simile bellezza costruita sulla base di durissimi esercizi e coniata come conseguenza delle molte difficoltà affrontate.
I lutti, le sofferenze, i mille volti dei compagni periti in battaglia nonostante un intervento tempestivo si riflettono nei sottili occhi grigi.
Il suo sguardo mi sembra impenetrabile come il Wall Maria: preposto a difendere la sua anima tormentata dagli assalti esterni… forse dovrei limitarmi a lasciarmi respingere: che senso ha continuare a scagliarsi contro una muraglia impenetrabile?
Stranamente il ricordo della breccia mi riscuote dal torpore, stringo il pugno mentre realizzo che non esiste una difesa inespugnabile!
Come il Wall Maria è collassato sotto l’assalto dei giganti non vedo perché il cuore del caporale dovrebbe resistere agli attacchi delle mie emozioni!
« Le ho già rivelato i miei sentimenti! » esordisco ostentando sicurezza, ma l’immagine riflessa dal suo sguardo argenteo è quella di un giovane dal volto paonazzo e le spalle contratte… non sembro affatto sicuro di me!
Tuttavia se c’è qualcosa che costituisce per me la massima certezza questo è l’amore provato nei suoi confronti, devo solo trovare il modo di comunicarglielo!
I nostri sguardi si incontrano ed accarezzano lentamente vorrei poter scorgere nel suo qualcosa che mi comunichi quanto provato, che abbia il potere di rassicurarmi e placare le mie peggiori paure, ma i suoi occhi mi comunicano solo indifferenza.
« Non ho tempo da perdere con te! » nell’avanzare lungo il corridoio scontra la mia spalla e mi spinge con forza e malagrazia di lato.
Dovrei interpretarlo come un segno di disinteresse?
Dovrei rinunciare prima di essere compromesso ulteriormente da ciò che provo per lui?
Credo che la cosa migliore sarebbe andarsene: fingere che questa scarna conversazione non sia mai avvenuta e rifugiarmi nella speranza di essere un giorno ricambiato da lui con altrettanta esigenza, o forse farei meglio ad arrendermi?
Il mio corpo agisce per me, anche nell’atto di affrontare i titani è l’istinto a muovere le fibre del mio essere: credo che se dovessi lasciare alla ragione la possibilità di controllarle probabilmente sarei già morto da un pezzo.
Sono grato al mio istinto per le volte in cui mi ha cavato dai pericoli… anche se altrettante volte è stata proprio la mia irruenza a cacciarmi in situazioni pericolosi, allora la presenza di Milkasa al mio fianco era bastata a rassicurarmi, ma adesso sono completamente da solo: quello che riuscirò ad ottenere sarà proporzionato alla mia forza di volontà ed in questo momento ho la sensazione di poter affrontare un esercito da solo.
Sento le gote ardere per l’imbarazzo mentre osservo le mie stesse mani posarsi con forza ai lati del capo del caporale ed il corpo avvicinarsi al suo opprimendolo contro al muro freddo.
Nell’osservarmi i suoi occhi non dimostrano il minimo segno di stupore: si limitano a fissare immoti i miei e ciò non fa altro se non aumentare ulteriormente il mio imbarazzo.
Non posso credere di averlo fatto: ho veramente bloccato Levi contro al muro?
Chiudo gli occhi nonostante la mia ragione mi consigli caldamente di non farlo: quello è certamente il modo migliore per ricevere un pugno nello stomaco, o un calcio negli stinchi, eppure ancora non ha reagito… tutto questo cosa significa?
Il mio sguardo incontra nuovamente i suoi occhi grigi ed immobili, come se la situazione presente non lo stesse riguardando direttamente e fosse solo uno spettatore esterno; vorrei dirgli qualcosa, ma nuovamente non riesco a trovare le espressioni corrette… sempre che ne esistano in una situazione simile!
« Quindi… » contrariamente a quanto mi sarei aspettato è lui il primo a rompere il silenzio « Cosa stai cercando di dirmi? » domanda con lo stesso tono con cui solitamente si rivolge ai soldati, un’inflessione che pretende una risposta minacciando una punizione qualora questa non fosse soddisfacente.
Il suo atteggiamento mi spiazza: tutto nella sua postura, dalle braccia conserte allo sguardo gelido, è indice di come la situazione non lo sfiori minimamente o, perlopiù, lo infastidisca, ma se tutto questo lo disgusta perché interessarsi alle mie intenzioni?
Qualcosa in quello che sta avvenendo tra noi deve interessargli, in caso contrario si sarebbe limitato a colpirmi… tutto questo suscita in me delle tenui speranze: è solo una piccola fiamma, però voglio alimentarla per quanto è possibile.
« Caporale… io voglio baciarti! »
Avverto il cuore battere impazzito nel petto, ho come l’impressione che voglia fuggire dalla gabbia toracica e librarsi libero come un uccellino; le pulsazioni sono così rumorose che sicuramente giungeranno anche al suo udito.
« Anche solo sfiorale le tue labbra sarebbe più che sufficiente! »
Non posso credere di averlo detto!
Tutto questo tuttavia mi espone ad un rischio enorme: sto per essere rifiutato dalla persona più importante della mia vita!
Vorrei potermi preparare alla sua risposta, eppure credo che al dolore dell’anima, così come a quello fisico, sia impossibile porre rimedio preventivamente, ma se le ferite possono essere sanate con garze e speciali trattamenti, come guarire una piaga del cuore?
« Va bene »
La risposta mi lascia completamente spiazzato: tutto mi sarei aspettato da lui fuorché questo, dunque non gli sono così indifferente come credevo!
« Se è quello che vuoi fallo! » continua: devo avere un’espressione veramente incredula, o comunque così sconcertante da indurlo a ribadire quanto espresso già precedentemente.
« Eh! » non riesco a trattenere oltre il mio sconcerto e lo manifesto apertamente con un’espressione che lui non tollera, come tutti i segni di dubbio del resto.
« Non guardarmi come se fossi uscito di senno! » mi redarguisce con tono di comando « Domandati solo questo: lo vuoi o non lo vuoi fare?! Solo decidi in fretta! » continua guardandomi negli occhi: il suo sguardo non denuncia segni di cedimento o tentennamento, lui è convinto di volermi concedere le sue labbra, io però non sono certo di volerle accettare senza prima avere chiarito quali siano i suoi sentimenti per me.
« Certo che lo voglio! » esclamo, forse un po’ troppo forte perché mi rivolge uno sguardo rassegnato: allora mi rendo conto di non essere da soli in quel castello, dunque è meglio che io freni le mie manifestazioni d’entusiasmo se non vogliamo rischiare di essere scoperti.
« Quindi… per favore » mi avvicino a lui lasciando che i nostri bacini aderiscano, sentire la forma del suo corpo ed il suo calore contro al mio quasi mi stordiscono e mandano in estasi: solamente adesso mi rendo conto di volerlo abbracciare e stringere con dolcezza a me, come se fossi il solo in grado di proteggerlo.
« Consentimi di farlo! » sussurro ad un soffio dalla sua bocca.
Tra le nostre labbra si è quasi generato un contatto, siamo così vicini che posso sentire il suo respiro solleticarmi lievemente la pelle delle guance, chiudo gli occhi e poso le labbra contro le sue; la loro morbidezza sublime mi avvolge e scalda, le sento consistenti contro di me e finalmente so di aver realizzato uno dei miei sogni più segreti.
Come sei bello, Levi!
Non posso trattenermi dal pensarlo e di sentirlo piacevolmente rimbalzare sulle pareti della mia mente producendo un dolcissimo eco; anche se nulla potrebbe essere più gradevole del contatto con la sua bocca.
La consistenza della sua pelle lattea è sorprendentemente morbida al tatto, il suo profumo mi inebria e minaccia seriamente di farmi perdere il controllo: la sua pelle mi trasmette un gran numero di fragranze diverse che vanno dall’acre del cuoio delle selle, al dolce profumo delle foglie del tè. Attaccato al suo corpo permane l’acre olezzo del sangue e della carne putrefatta a cui si mesce dolcemente il sapore della libertà e dell’erba morbida e lussureggiante.
A malincuore allontano i nostri visi, non prima di aver assaporato per un’ultima volta la sua pelle dalla consistenza sublime, separo i nostri volti prima per la distanza di un foglio di carta, quasi confidando in un suo tentativo di riavvicinarci, quindi pongo una distanza maggiore arretrando intimorito e solo adesso pienamente consapevole del gesto appena concluso.
« Grazie! » dico le gote ardenti per l’imbarazzo ed il piacere provato con il solo contatto, nella mia mente un nuovo pensiero si diffonde in un’eco incessante.
Finalmente l’ho baciato!
Solo questo piccolo gesto ha il potere di conferirmi una volontà immane, ho come l’impressione di poter sconfiggere un esercito con la sola forza della determinazione; tutta la mia sicurezza, tuttavia, si dissolve nel momento in cui guardo il suo viso.
Cazzo! Perché ha un’espressione così insoddisfatta?!
Levi mi sta rivolgendo uno sguardo con il quale sarebbe persino in grado di uccidere un uomo, lo scontento provato è quasi palpabile.
« Hai insistito solo per quello?! »
Questa affermazione mi lascia completamente sconvolto, così come il suo sguardo immoto e severo ha il potere di stravolgermi; è necessario che trovi un modo per risolvere questa situazione a dir poco compromettente, dovrei elaborare un sistema per allontanarlo, ma non riesco a formulare nemmeno un pensiero di senso compiuto… sono davvero così indifeso quando si tratta di lui?
« Come temevo non può essere evitato! » continua enigmatico, io ho appena raggiunto la conclusione che l’unico modo per salvarmi da lui e da tutte le sensazioni che questo comporta è la fuga, però non sono abbastanza veloce.
Con scatto repentino, o forse con desiderio bruciante, afferra saldamente tra le dita la pelle della mia giacca e mi induce, con malagrazia, ad abbassare il capo in modo da porre le mie labbra alla sua mercé.
Il nuovo contatto tra le nostre bocche mi coglie del tutto impreparato, però è una sorpresa più che gradita ed apprezzata. Tutto, dal modo in cui mi sfiora la pelle ora delicato ora aggressivo, al modo con cui la presa delle sue mani si è spostata dal mio petto al retro del mio collo punto in cui le falangi si sono serrate in una morsa che mi costringe a permanere in quella posizione, finanche al modo con cui tra i nostri corpi si è generato un contatto concreto… tutto questo denuncia una sicurezza ed un’esperienza che io so di non possedere.
Le gote mi si infiammano al ricordo del mio bacio impacciato, non oso immaginare cosa Levi abbia pensato di me in quel momento: sicuramente gli sarò apparso come un ragazzino in piena crisi ormonale e con una passione alquanto compromettente per un uomo di grado superiore al suo.
Nell’esercito è espediente diffuso il cercare di sedurre i propri superiori per riuscire ad ottenere promozioni e maggiori agi; solo adesso mi raggiunge, anche se tardiva, la consapevolezza che anche la mia attrazione ed i miei goffi gesti per attirare la sua attenzione potrebbero essere interpretati in questo modo, ma io so che non è così…
Nelle battaglie, così come nel vivere quotidiano, l’unica persona in grado di trasmettermi fiducia, pace e sicurezza è il caporale: basta un suo sguardo per placare la mia indole e farmi apprezzare il bello del mondo che mi circonda, probabilmente se non l’avessi incontrato non sarei come sono adesso.
« Oi, Eren! » le sue mani si sono intrecciate con i miei capelli, li stringono ed accarezzano ora dolcemente ora con possesso, qualcosa nel suo sguardo è cambiato: non è più distaccato ed indifferente, ma pare ardere di una fiamma nuova e mai sperimentata prima « Mi è dato conoscere cosa c’è di così interessante nella parete alle mie spalle? » domanda con tono leggermente irritato.
Lo osservo quasi timidamente e non posso evitare di notare un vago rossore comparire con timidezza sulle sue gote, le sue labbra adesso appaiono più arrossate ed umide dopo i nostri baci e qualcosa nell’espressione rilassata mi trasmette un senso di benessere: ho come la vaga impressione che anche lui stesse attendendo questo momento con ansia.
« E-ecco… io… »
« Tu? » domanda osservandomi con sguardo penetrante, solamente la vista dei suoi occhi basta per farmi sciogliere il cuore nel petto.
« I-io davvero non so cosa mi abbia preso, caporale! » rispondo cercando di non fargli capire lo straordinario potere che esercita su di me.
« Levi! Dimenticati dei gradi! » la presa delle sue dita si assesta sui capelli dietro la mia nuca, li sfiora con dolcezza e lascia che essi penetrino tra di essi stringendoli ancora « Voglio sentire il mio nome pronunciato dalla tua voce! » sussurra guardandomi con malizia.
In questo momento ho davvero l’impressione di essere diventato leggero come una piuma: ho la percezione che solo allungando una mano potrei giungere a toccare il cielo con un dito, non voglio smettere di provare questa sensazione.
« L-levi… » mormoro esitante, lui mi trascina nuovamente verso di sé e posa un bacio lieve sulla striscia di carne che separa la curva del naso dalla piega morbida delle labbra, in questo modo posso sentire maggiormente il suo profumo dolce, la sua presenza mi inebria e spinge ad osare.
« Levi! » affermo, un po’ come un bambino che si diverta a ripetere un nome più e più volte finché non lo padroneggia completamente, il mio sguardo deve sembrargli luminoso e lieto allo stesso modo.
« Bravo! » afferma con un lieve sorriso, quindi mi tira nuovamente verso di sé e sussurra il mio nome a contatto con le mie labbra prima di posarvi nuovamente le proprie.
Le mie braccia si posano sulla sua vita sottile e la cingono con dolcezza avvicinandolo maggiormente al mio corpo: voglio bearmi del suo profumo e del suo calore, perché in questo modo potrò portare una parte di lui sempre con me.
I primi contatti che la sua bocca mi regala sono lievi, come se ancora una volta stesse studiando la consistenza delle mie labbra per impossessarsene, come se fosse sua precisa intenzione quella di avere una precisa immagine di me ben impressa nella memoria.
Improvvisamente avverto una punta di dolore al labbro inferiore, il sapore metallico del sangue invade la mia bocca repentino e solo allora realizzo di essere stato appena morso dal caporale, dischiudo gli occhi e constato che anche lui mi sta osservando furbescamente, come a chiedermi di interpretare il motivo del suo gesto avventato.
Tuttavia non ho bisogno di tempo per comprenderlo: senza esitare dischiudo le labbra e consento alla sua lingua di affondarvi con abbandono.
Se i contatti umidi tra le nostre bocche avevano avuto il potere di stordirmi, la consistenza della sua lingua mi inebria e conduce sull’orlo della follia.
Assecondo le sue movenze cercando di adeguarmi al suo ritmo ed alle sue esigenze, per non deluderlo dimostrando nuovamente la mia inesperienza; è lui a venirmi, inaspettatamente, in contro adeguando la velocità e la frequenza delle movenze alla mia per lasciarmi il tempo di adeguarmi a lui.
I nostri sapori si mescolano unificandosi in modo indissolubile: posso avvertire sulle labbra il sapore dolce del thé nero, unito al profumo acre del suolo quando ha appena cessato di piovere.
Il gusto di Levi mi ricorda la libertà: nel contatto tra i nostri corpi avverto la mia stessa esigenza di fuga, il desiderio di poter esplorare un mondo in cui la vista dell’orizzonte non sia limitato da mura ed in cui poter vivere in sicurezza senza temere assalti da parte di mostri colossali o rappresaglie da parte dell’esercito.
Il caporale non mi ha mai considerato un mostro: se inizialmente mi stimava per i giganti uccisi a Trost, poi mi ha visto come una risorsa da sfruttare ha sostenuto i miei tentativi ed assistito ad ogni mio progresso… chissà come mi vede in questo momento?
Le sue mani dal mio capo scivolano sulla schiena sfiorando soavi il mio corpo, cercando di farsi un’idea della sua forma nonostante gli strati dei vestiti a dividere le nostre epidermidi, anche io avverto il desiderio di sfiorare la sua essenza, ma ancora il timore di vedermi respinto mi frena.
Con tocchi morbidi e sicuri esplora tutta la parte posteriore del mio fisico, per stazionare infine sulle spalle a cui si aggrappa con la forza di un naufrago.
Quando le nostre labbra si separano è per l’impellenza di aria, ci dividiamo con rammarico e restiamo ad osservarci in silenzio, ancora una volta vorrei parlare, ma non trovo le espressioni giuste con cui rivolgermi a lui.
Ancora una volta è Levi ad agire per entrambi: stringe maggiormente la presa sulle mie spalle e si accoccola contro di me posando il volto contro al mio petto.
« Non montarti la testa, moccioso! » dice severo mentre si rilassa in un qualche modo misterioso cullato dal ritmo del mio respiro.
Il caporale mi sta mostrando la parte umana del suo carattere, mai prima di questo momento ho realizzato pienamente come tutta questa situazione debba essere difficile per lui: godere della fiducia dei soldati significa essere sottoposti a responsabilità ed una pressione psicologica notevole ed anche lui, come ogni essere umano, ha bisogno di qualcuno su cui fare affidamento.
Poso la guancia contro i suoi capelli morbidi riempiendomi i polmoni con la loro indescrivibile fragranza.
« Voglio diventare più forte perché solo acquisendo una maggiore padronanza dei miei poteri potrò essere in grado di diventare uno scudo! »
« Forse non hai capito bene, moccioso, ma non ti sto chiedendo né di essere protetto, né di condividere le mie responsabilità! » replica lui con orgoglio.
Poso una mano contro la sua nuca e accarezzo i suoi capelli, un gesto dolce che mi aspettavo venisse respinto, invece viene accettato in silenzio « So bene che non hai bisogno di essere protetto: sei il soldato più forte di tutta l’umanità e di sicuro non ti serve l’aiuto di altri per sopravvivere, ma collaborando diventeremo più forti e questo ci consentirà di lasciare la prigionia delle mura molto più velocemente! »
« Con questo infondato ottimismo non fai che confermare la mia opinione su di te! »
« Ti chiedo solo di promettermi una cosa Levi: una volta che avremo liberato il mondo dalla minaccia dei giganti ci saranno infiniti spazi da esplorare e… mi piacerebbe farlo insieme a te! » l’ultima parte del discorso la sussurro nel suo orecchio.
« Per ora concentriamoci sul presente e pensiamo a sopravvivere! » replica lui, però ho l’impressione che stia sorridendo.
« Insieme riusciremo a fare tutto! » continuo io lasciando ai miei pensieri la possibilità di fluire liberamente, in questo momento non ho timore nemmeno del suo parere.
« Ne sono convinto! » replica posando nuovamente le sue labbra sulle mie, quindi scioglie l’abbraccio e pone le sue mani a tenermi a distanza « Devo fare il punto della situazione con Elwin e se tardo ancora potrebbe pensare che stia evitando i miei doveri! » dice come per giustificare il suo desiderio di porre distanza tra di noi, eppure il suo sguardo non mente: in quegli occhi prima così freddi ed immoti posso scorgere la luce di un sentimento condiviso.
Annuisco automaticamente e mi scosto per lasciarlo passare, lo osservo allontanarsi nel corridoio e nuovamente l’eco dei suoi passi sicuri accompagna le pulsazioni del mio cuore, eppure ancora non sono soddisfatto: in tutto questo manca qualcosa.
Nuovamente è l’istinto a guidare i miei gesti: senza rendermene conto vedo sfilare velocemente le fiaccole davanti ai miei occhi mentre la sua schiena si ingigantisce nel mio campo visivo, lo afferro per il polso e lo induco a voltarsi per guardarmi con fare interrogativo.
« Non le ho riferito un dato importante! »
Dopo questa mia frase il suo sguardo da sorpreso si riempie di disapprovazione, è sconcertante come il suo carattere muti rapidamente.
Assumo una postura marziale come a voler annunciare un comando dei superiori « Caporal maggiore Levi io… » il suo sguardo nuovamente manda il mio cuore a pezzi, sento il rossore invadermi le gote mentre il cuore pompa rumorosamente nuovo sangue in tutte le zone del mio corpo.
« Io ti amo! » lo dico tutto d’un fiato e senza tentennamenti.
La mia dichiarazione lo deve cogliere del tutto di sorpresa, poi a questa si sostituisce una vena di rancore, lo vedo alzare una mano come per colpirmi e la certezza di essere ferito aumenta dato il suo tono di voce « Tu, stupido moccioso! ».
Istintivamente serro le palpebre, come se il chiudere gli occhi fosse sufficiente ad allontanare il dolore per le percosse.
La sua mano si posa sulla mia guancia in una carezza morbida, le sue labbra si chiudono sulle mie come a suggellare un patto; dopo avermi accarezzato un’ultima volta i capelli si allontana nel corridoio ed io non sento più il bisogno impellente di seguirlo ovunque si recherà, perché finalmente ho avuto conferma dei suoi sentimenti e questo, per ora, è più che sufficiente!
 
 
Angolo dell’autrice
 
Salve a tutti carissimi lettori<3
Allora questa fic è stata un mezzo parto perché tornare a scrivere dopo mesi di assenza si è rivelato piuttosto complesso, questo è il risultato del mio lavoro/sofferenza e spero che vi abbia soddisfatto.
Nella prima parte mi sono ispirata alla doujinshi “ Is it all right to touch your lips ” ma, dato che nelle ereri solitamente ci sono ben pochi “ Ti amo ” ed io sono una romantica nata, ho ben pensato di stravolgere la trama… ho la brutta sensazione che Levi sia leggermente OCC, però insomma: l’amore cambia le persone, no??
Spero di ricevere i vostri pareri, saranno apprezzate anche le critiche, giuro solennemente di evitare di trasformarmi in un mostro orrendo e rabbiosoXD
 
Giuly Keehl
  
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