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Autore: Elisaherm    03/07/2014    7 recensioni
Clary non sapeva cosa fare. Era il ragazzo che disegnava da giorni, certo, ma non poteva dire di conoscerlo di persona. Non lo conosceva, e Jonathan le aveva insegnato a non fidarsi di nessuno.
«Mi spiace, ma io non ti conosco»
«Che cosa? No, Clary, ti prego, sono io! Sono Jace! Non ti ricordi? Io ti a–» Jonathan gli sbattè la porta in faccia prima che potesse finire la frase. Ma il ragazzo non sembrò darsi per vinto: continuò a tempestare la porta di calci e pugni, a chiamare Clary, a pregarla di aprigli e di ricordare.
“Ma ricordare cosa?” Continuava a chiedersi Clarissa.
Jace. Jace. Momenti di una vita passata, ricordi di una relazione che non c'era mai stata le passavano veloci davanti agli occhi, ma appena cercava di afferrarne uno ecco che spariva, nascosto chissà dove nei meandri della sua mente. Era come se fossero esistiti ma in un altro tempo.
«Lo sai che ti voglio bene, vero?» Le chiese Jonathan riscuotendola dai suoi pensieri. Le si avvicinò e la guardò profondamente negli occhi, accarezzandole una guancia.
«Ma certo, sei mio fratello. Anch'io ti voglio bene»
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Triangolo
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Eveʀyoɴe ʜeʀe

ωαѕ ѕ σ м є σ η є є ℓ ѕ є

- B E F O R E -



Quando Isabelle arrivò all'appartamento di Magnus era notte fonda e pioveva a dirotto. Oltrepassò la porta di casa che era stata lasciata aperta ed attraversò velocemente il corridoio, fermandosi solo per appendere la giacca completamente bagnata a uno degli appendiabiti dorati. Dopodiché entrò nella sala, che quel giorno era ammobiliata in stile barocco.

«Nessuna novità, e voi?»

Da quando, cinque mesi prima, Clary era sparita, Isabelle, Alec, Jace e Simon non si erano dati pace per ritrovarla, neanche quando il Conclave aveva deciso di abbandonare momentaneamente le ricerche perché, per loro, al momento la questione di primaria importanza era trovare Jonathan.
Quando fratello Zaccaria glielo aveva comunicato, persino Alec aveva espresso il suo disappunto nei confronti del Conclave in maniera piuttosto colorita.
Nonostante lui e Alec avessero rotto, Magnus si era offerto di aiutarli, dopotutto aveva visto Clary crescere e sapeva che senza l'aiuto di uno stregone probabilmente non l'avrebbero trovata mai.
Dato che nell'Istituto potevano entrare solo gli Shadowhunters, era nel suo appartamento che si riunivano ogni sera per le ricerche, dividendosi in gruppi e seguendo varie tracce, una più improbabile dell'altra. E tornando sempre a mani vuote.
Isabelle si guardò intorno. Dalle facce dei suoi amici era chiaro che stessero aspettando solo lei. Jace era seduto su una poltrona in un angolo della stanza, vicino al fuoco, il volto più cupo e disperato del solito. Isabelle gli si avvicinò e gli mise una mano sulle spalle, cercando di confortarlo. «Jace, vedrai che la prossima volta—»

«L'ho trovata.»

Isabelle dovette aggrapparsi allo schienale della poltrona. 

«Hai... hai appena detto che l'hai trovata?»

«Già.»

La ragazza si guardò intorno: gli altri erano sconvolti quanto lei. Evidentemente Jace aveva aspettato che arrivasse anche lei prima di raccontare l'accaduto.

«E allora perché non è qui? Oh no... Non mi dire che... che è—»

«È viva, Isabelle.»

«Sebastian le ha fatto qualcosa? È intrappolata? Legata? Ferita?»

«No, sta... sta bene. Sta benissimo» sospirò Jace. Sembrava esausto.

«E allora perché non sei riuscito a salvarla? Perché non è qui ora?»

«Lei non ha voluto essere salvata.»





Jocelyn era appena tornata da Idris con Luke quando ricevette una chiamata di Jace. Per quella che le sembrava la centesima volta da quando quell'incubo era cominciato, era andata a discutere con il Consiglio, o più precisamente con il Console, Jia Penhallow, per far ripartire le ricerche. Ma anche questa volta non c'era stato niente da fare: la priorità era e restava Sebastian.
La notte in cui le avevano detto che Clary era sparita era stata la più lunga e angosciante della sua vita. Era riuscita a superarla e ad arrivare al giorno dopo solo grazie a Luke, che non l'aveva lasciata sola neanche per un attimo.
Jocelyn lo sapeva. Sapeva che un giorno avrebbe dovuto saldare i debiti con il suo passato. Che avrebbe dovuto affrontare tutti i suoi errori. Il matrimonio con Valentine a soli diciannove anni, il Circolo, Jonathan, tutto... tutto le sarebbe crollato addosso. E quel giorno adesso era arrivato. Era un fallimento come madre. Aveva perso un figlio quando era appena nato. Allora non era stata colpa sua, ma solo e unicamente di Valentine. Ma stavolta... Per tutti quegli anni aveva cercato di proteggerla ed era stato tutto inutile. Una volta Madame Dorothea le aveva detto che non si può sfuggire al proprio destino di Shadowhunter. Quella notte, la notte in cui Jocelyn aveva perso anche sua figlia, comprese che aveva ragione.

«Jace, è qualcosa di importante? Sono appena tornata da Idris e—»

«Abbiamo scoperto dov'è. Vediamoci a casa di Magnus tra mezz'ora.»





«Jace, vuoi smetterla di fare il criptico e spiegarci cos'è successo? Che diavolo significa che non ha voluto venire?» Isabelle era estremamente irritata. Odiava quando Jace faceva così, quando spegneva le sue emozioni e si chiudeva in un mondo tutto suo, inaccessibile a chiunque altro.

«Significa, Isabelle» disse Jace alzando finalmente lo sguardo distrutto su di lei «che Clary non ricorda più chi sono e che vive felicemente con suo fratello ora.»

A quel punto Jace raccontò per filo e per segno quello che era accaduto, senza che nessuno lo interrompesse.
Solo quando ebbe finito Alec, rompendo il silenzio che si era creato, azzardò:«Forse stava fingendo. Forse stava cercando di ingannare Sebastian...»

«Che senso avrebbe far credere a Sebastian di non ricordarsi di me?»

«Non... non saprei...»

«O magari è il contrario,» esclamò Isabelle. «Può darsi che Sebastian la stesse minacciando e lei ha dovuto fingere di non ricordarsi di te, per demoralizzarti o qualcosa del genere. E mi sembra anche che stia funzionando.»

Jace aprì la bocca per rispondere ma fu anticipato da Simon. 

«Clary non riuscirebbe mai a mentire così bene. Lei non sa recitare, specialmente se sotto pressione.» Lui e Jace si scambiarono un'occhiata. In quella stanza erano quelli che conoscevano Clary meglio di tutti.

«Quindi presumo che l'unica opzione rimasta sia che Clary abbia davvero dimenticato tutto,» disse infine Magnus, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

Jace si rivolse direttamente a lui. 

«Speravo potessi aiutarmi a capire cosa abbia usato Sebastian per farle perdere la memoria.»

«Mi spiace, ma non ne ho idea. Se non si ricordasse solo di te potrebbe essere l'incantesimo di una fata, mentre se avesse dimenticato tutto ciò che riguarda il mondo dei Nephilim non sarebbe diverso da quello che Jocelyn mi faceva fare fino a pochi anni fa, a Sebastian sarebbe bastato trovare uno stregone abbastanza potente. Ma tu hai detto che ha dimenticato persino sua madre, quindi in pratica... tutta la sua vita precedente. Non conosco nessun potere terreno che possa fare una cosa simile»

«Terreno? Vuoi dire...»

«Voglio dire che potrebbe essere stato qualcosa di demoniaco. Ma potrei anche sbagliarmi, ho intenzione di controllare sui miei libri e di chiedere a Catarina, magari lei sa qualcosa.»

«A proposito, ma Jocelyn?» chiese improvvisamente Simon.

«L'ho chiamata prima. Dovrebbe essere qui a momenti» rispose stancamente Jace. Evidentemente non era pronto a dover affrontare la madre di Clary e raccontare tutto da capo.

«Come mai non hai aspettato anche lei per raccontarlo?» chiese Isabelle con curiosità.

Jace fece un lieve sorriso. «Volevo farlo prima sapere a tutti voi, e sentire che ne pensavate. Siete i miei amici, dopotutto.» 

«Ok, ora non diventare troppo sdolcinato. Per tornare al discorso di prima, comunque, credo che al momento la cosa più importante sia portare via Clary di lì. A farle tornare la memoria penseremo dopo.» Isabelle guardò ammirata Simon che, determinato, prendeva in mano la situazione. Era cambiato moltissimo da quando l'aveva conosciuto. Non solo perché era stato trasformato in un vampiro, ma perché era diventato più maturo, più deciso, pronto ad affrontare quel nuovo mondo di cui era ormai entrato a far parte.
Tutti si mostrarono d'accordo, tranne Jace, che tornò a guardare per terra senza dire una parola. Isabelle conosceva quell'espressione.

«Jace, cosa c'è?»

«Non so se dovremmo farlo. Non so se dovremmo salvarla.»

«Sei completamente impazzito? Vorresti lasciarla con quel... con lui?» Simon era sconvolto.

«Ascoltate, io... l'ho vista. Stava bene, Sebastian non le ha fatto del male, sembrava... felice. Perché dovrei farle ricordare il suo passato, che non è affatto rose e fiori, e toglierle quella felicità?»

Isabelle, che nel frattempo si era seduta, si rialzò e raggiunse Jace. Si inginocchiò di fronte a lui e gli diede uno schiaffo più forte che poté. 

«Smettila di fare l'idiota. Clary in questo momento vive con un assassino senza scrupoli senza neanche saperlo. Con il mostro che... che ha ucciso Max» La voce le si spezzò per un istante, ma riprese subito dopo, determinata. «Se non sarai tu a salvarla, lo farò io. E ucciderò Sebastian.»

Jace mantenne lo sguardo basso, ma annuì lievemente.

«Dobbiamo chiamare immediatamente il Conclave e farci mandare qualcuno» disse a quel punto Alec.

«Ci vorrebbe troppo tempo» si agitò Jace «Dobbiamo muoverci in fretta, ora che Sebastian sa che abbiamo scoperto dove si nasconde. Per fare arrivare altri Nephilim dovremo aspettare almeno 24 ore.» 

«Hai paura che scappi chissà dove? Dovrebbe rivelare la verità a Clary per farlo.» 

«Già, e comunque noi cinque non riusciremmo mai a batterlo da soli» aggiunse Isabelle.

«Scusate, non abbiamo il Fuoco Celeste? Con quello...»

«Jace non ha ancora capito come utilizzarlo, Seth» disse Magnus.

«Per l'ennesima volta, mi chiamo Simon» L'interessato alzò gli occhi al cielo.

«Va bene, allora appena arrivano Jocelyn e Luke ci metteremo in contatto con il Conclave» chiuse la questione Isabelle.





«Clarissa, sei sicura che vada tutto bene? È da prima che mi sembri un po' strana.» Jonathan si sedette sul divano accanto a sua sorella e le mise una mano sulla sua.

Clary alzò lo sguardo pensieroso su di lui e sorrise. «Stavo ripensando al ragazzo di prima.»

«Quello svitato che tempestava la porta di calci, dici? Sì, mi sembra di ricordarlo» ironizzò.

Clary rise, per poi tornare subito seria. «Sbaglio o ti ha chiamato Sebastian?»

«Già. O mi ha confuso con qualcuno, o era uno dei tanti pazzi accattoni che popolano New York. Gente pericolosa, meglio non averci a che fare.»
Ma gli accattoni di New York non girano con una spada angelica, pensò, ma annuì al fratello. Lui si girò come colto da un pensiero improvviso e la guardò profondamente negli occhi. «Sei assolutamente sicura di non conoscerlo? Di non averlo mai visto?» Sembrava che temesse qualsiasi risposta diversa da quella che si aspettava. Continuava a scrutarla come se stesse cercando di leggere la verità nel suo sguardo.

Ancora una volta, a Clary sembrò di vedere degli occhi scuri come la pece sovrapporsi a quelli verdi di suo fratello. Durò solo un attimo, quando batté un paio di volte le palpebre era tornato tutto come prima.

«Certo, non l'ho mai visto in vita mia,» rispose con sicurezza. Non sapeva perché, ma non voleva dire a Jonathan che quel ragazzo era lo stesso che aveva sognato e che continuava a disegnare.

«Ottimo.» Jonathan si alzò mettendo fine a quello strano momento che si era creato. «Che ne diresti di andare in vacanza da qualche parte per un po' di tempo?»

«Davvero? Come mai?»

«Beh, mi sono stufato di uccidere demoni tutti i giorni e poi...» si abbassò a scostarle una ciocca di capelli che le era finita sugli occhi «ho voglia di passare un po' di tempo con la mia sorellina. Perciò che ne diresti... di andare a vivere per un po' di tempo nella tenuta di nostro padre a Idris?» 

Gli occhi di Clary si illuminarono. «Dici sul serio? Credevo che non mi ci avresti portato mai!»

«Penso sia arrivato il momento di farti vedere quello che è nostro, Clarissa.» Jonathan si avvicinò a Clary, che si era alzata, e la abbracciò. Clary si lasciò andare fra le braccia di suo fratello, appoggiando la testa sul suo petto, finché non furono interrotti dallo squillo di un cellulare.

«Scusa, devo rispondere.» Jonathan si staccò da lei e prese il cellulare, per poi andare in camera sua. Clary si sedette di nuovo sul divano, sospirando. Quel giorno erano successe un sacco di cose.
Da lì poteva sentire la voce attutita di suo fratello al telefono. Sembrava irritato. «Sì. È tutto pronto? Bene. Domattina. Mi raccomando. Ok, devo andare, fammi sapere.»

Quando tornò in sala Clary gli chiese se fosse tutto a posto.

«Sì, era solo un mio amico. Allora, che ne dici di partire domani?» 

«Domani? Come mai tutta questa fretta?»

«Perchè non vedo l'ora di rilassarmi un po' con te, ovviamente. D'altronde me lo merito un po' di relax, non credi? Sono il miglior Shadowhunter della mia età!»

«Oh sì, e anche il più modesto!» lo prese in giro Clary.

Jonathan sorrise. «Inizia a preparare le valigie e stasera a letto presto, domattina si parte per Idris»





NdA:
1. Voglio innanzitutto ringraziare Clary F, Maryonn May, Kara Slayer, Zaffiro Argentato, gaia pallareti e Lilly_bella_92 per aver recensito il primo capitolo e avermi convinto a continuare questa storia. Grazie a tutte! <3
2. Non so ogni quanto posterò, penso una o due volte a settimana, perché tanto di tempo ne ho a volontà (scrivo a notte fonda, anche alle 4 del mattino, perché è il momento in cui mi viene l'ispirazione). Ma tanto appena uscirà CoHF (il 5 se non sbaglio) sarete tutte concentrate a leggere quello, già si sa! ;)
3. Ho cercato di descrivere anche i pensieri di Jocelyn anche se sono almost sure che sia venuta una schifezza. Jace, dopo aver superato il primo momento di depressione, è pronto ad andare a casa di Sebastian con gli altri e ad affrontarlo, anche se Jonathan non è da meno e ha già fatto la sua mossa...
Continuate a recensire, è molto importante per me! 

Ora chiudo questo angolo autore che sta diventando più lungo della storia, ciao a tutti e grazie per aver letto fino a qui! 

Elisaherm
  
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