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Autore: mughetto nella neve    03/07/2014    4 recensioni
"Kageyama se ne rese conto quel giorno.
C'era qualcosa in Hinata che aveva visto altrove.
Non faceva riferimento ad un ricordo che rimaneva impresso nella sua mente o ad una frase pronunciata; ma più ad un morso che prendeva le sue viscere non appena sentiva quella voce squillante chiamarlo.
"
[ KageHina | Reincarnation!AU ]
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: mughetto nella neve [ AO3 ]
Fandom: Haikyuu!!
Personaggi: Shoyo Hinata, Tobio Kageyama
Coppia: Hinata/Kageyama
Generi: Generale, Sentimentale
Avvertimenti: Reincarnation!AU
Note: //



Kageyama se ne rese conto quel giorno.
C'era qualcosa in Hinata che aveva visto altrove.
Non faceva riferimento ad un ricordo che rimaneva impresso nella sua mente o ad una frase pronunciata; ma più ad un morso che prendeva le sue viscere non appena sentiva quella voce squillante chiamarlo.
Certamente, sapeva di averlo incontrato per la prima volta l'ultimo anno delle medie e di aver sostenuto contro di lui una partita di pallavolo; ma c'era qualcosa, di recente, che gli faceva supporre di averlo visto anche in precedenti luoghi e tempi. Probabilmente, una simile sensazione faceva riferimento ad un tic precedentemente visto. Magari a quel suo sguardo speranzoso e il sorriso brillante. O forse a quel modo di zampettargli vicino quasi fosse un bambino - o qualche strano cucciolo animale.
Kageyama non sapeva spiegarsi cosa agitasse il suo animo.
O almeno non fino a quel giorno.
Quel giorno.
Era pomeriggio. E faceva caldo. Non un soffio di vento aveva preso a soffiare e loro, esausti per il duro allenamento, erano andati a rintanarsi sotto un albero vicino alla palestra. Hinata gli era seduto vicino e continuava a stringere fra le sue mani il pallone di pallavolo, quasi fosse il suo tesoro più prezioso. Si guardava attorno alla ricerca di qualcosa di particolarmente interessante o insolito, ma alla fine aveva finito col perdersi nell'osservazione di Kageyama.
« Tu suoni il piano? » gli aveva chiesto dopo un'attenta analisi, prendendo a giocare con le dita della sua mano quasi fosse un bambino alla ricerca di qualche nuovo gioco. L’alzatore aveva subito negato e poi, con sdegno, si era voltato da un'altra parte quasi fosse scocciato da tutta quella vivacità che trasudava dal corpo del compagno. Non sapeva trovare origine ad un simile sentimento di imbarazzo che subito aveva affollato le sue guance, ma cercò di nasconderlo quanto possibile dallo sguardo interessato di Hinata; questi, infatti, era ancora perso nell’osservazione di quelle dita. « Le tue mani sembrano adatte per suonare. Hai le dita lunghe, le unghie ben curate ... »
Involontariamente era arrossito e, digrignando i denti, aveva dato dello sciocco all'altro ragazzo dicendogli di smettere con quell’assurda conversazione.
« Dico sul serio! Saresti perfetto come un pianista! » aveva allora insistito Hinata, mostrando uno strano sorriso che mai gli aveva visto in volto. Sembrava davvero felice di trattare un simile argomento; quella purezza che popolava il suo sguardo sembrava non comprendere il perché Kageyama fosse così reticente a parlarne; con gli altri della squadra era più facile fare conversazione e divertirsi, ne venivano fuori strane discussioni che lo facevano ridere come poche volte nella sua vita o far restare confuso per intere serate. Con Kageyama, invece … A volte non comprendeva il perché di una simile freddezza. Si sforzò di sorridere ancora e riprese a giocare con le dita dell’altro. « Già ti vedo agghindato come un pinguino che srotoli sotto gli occhi di un pubblico in visibilio una serie di note che – »
« Se io ti ricordo un pianista, tu a me ricordi ... »
Ed ecco, l'illuminazione.
Kageyama vide quel volto - quello stesso volto che in quel momento veniva illuminato dal sole ed aveva assunto un’espressione confusa e interessata - su un altro corpo.
Sentì chiaramente delle mani accarezzargli dolcemente il volto, sussurrando parole in una lingua che mai aveva conosciuto. Avvertì il respiro di un uomo sulla sua pelle, accarezzandogli dolcemente il collo come se fosse un gatto o qualche strano felino. E quasi vide un volto. Occhi color ossidiana, capelli color dell’arance e quel sorriso … quel sorriso che avrebbe potuto arrestare qualsiasi guerra o tragedia. Quel volto era diverso da quello di Hinata, più maturo e tranquillo; i capelli erano più lunghi e perfino il calore che sprigionavano quelle mani era diverso. Era illuminato da una luce diversa ed aveva un charme e un'eleganza che mai avrebbe potuto associare al suo compagno di squadra. Eppure c'era qualcosa, in quelle ossidiane che gli ricordavano Hinata ... ma cosa? Cosa?
« Sì? Chi ti ricordo? »
Era di nuovo Hinata.
Di quel bel volto e di quel calore non rimaneva più nulla.
Kageyama girò di nuovo il volto. Più imbarazzato che mai. Dando dello stupido a sé, a Hinata e a quella strana visione. L’altro ragazzo scoppiò a ridere e buttò la testa all'indietro, profondamente divertito da una simile reazione. Com'era assurdo, a volte, quel giovane. Chi lo capiva era veramente bravo.
Tanto era preso da quelle risate che non notò nemmeno il rossore che, più intenso che mai, aveva reso il volto di Kageyama più confuso e spaventato di quanto lo fosse mai stato prima d’ora.


“Se l’universo intero, ci ha fatto rincontrare
qualcosa di sicuro vorrà dire”


 
 
 
~Il Mughetto dice~
Ebbene, questo è il mio primo lavoro su Haikyuu!!. Ammetto di essere veramente scettica al riguardo e di non credere davvero di aver scritto una simile shot. Sfortunatamente il caldo stimola la mia creatività portandomi a partorire simili lavori che, nel bene e nel male, sono esiti di strane elucubrazioni mentali.
In questo caso, avevo appena finito di leggere “L’Atlante delle Nuvole” di David Mitchell che, appunto, parla di reincarnazione e di anime che viaggiano nel tempo e nello spazio protendendosi verso l’infinito.
Non so – e non voglio nemmeno sapere – come sia arrivata a collegare una simile trama alla KageHina. Ammetto che avrebbe davvero molto fascino una simile ipotesi ma … chissà!, magari giungerà qui un autore che saprà trattare meglio l’argomento. Francamente avrei voluto trattarlo meglio, ma poco importa ormai!
La strofa finale è ripreso da “Tu sei Lei”, una delle recenti produzioni musicali di Ligabue. Ho pensato che, in questo caso, fosse veramente perfetto. E perciò … zan zan zaaan!
Grazie per aver letto.
E lasciate, per favore, una recensione!
  
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