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Autore: laurapalmer_    03/07/2014    13 recensioni
Olivia ha sempre le collant strappate.
Luke continua a giocare con quel maledetto piercing al labbro.
Leah ha un paio di Dr Martens verdi che sono ormai da buttare.
Calum scrive canzoni per il gruppo nel quale è bassista.
Freya continua a tingere i capelli di verde, nonostante sua mamma non voglia.
Michael dovrebbe essere la mente dei 5 Seconds of Summer. Dovrebbe.
Agatha è perfetta, non ci sono altri aggettivi che possano descriverla.
Ashton ha l'aria da bravo ragazzo e le apparenze non potrebbero ingannare più di così.
Bec vive sola con il padre, ma la sua vita le piace.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Things have gotten closer to the sun'
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diciotto

dopo








Calum fa scattare la serratura della porta e la invita a entrare.
Sono le due di notte, ma casa Hood è deserta, dal momento che i suoi genitori sono in Scozia dai parenti e Mali Koa ne ha approfittato per andare a dormire dal suo ragazzo.
Olivia sorride, infila le mani nelle tasche della felpa nera che sta indossando e mormora un flebile "Permesso", prima di fare il suo ingresso nell'anticamera del salotto.
- Siamo soli - ridacchia Calum, richiudendo l'uscio.
E' buio, Olivia non riesce a distinguere molto bene i contorni degli arredamenti della casa di quello che è il suo ragazzo, ma nota qualche coperta appoggiata sul divano, una pianta nell'angolo e delle locandine di cinema e concerti incorniciate alle pareti.
- Vieni.
Calum sale le scale per andare al piano di sopra, dove presumibilmente ci sono le camere, e lei lo segue, senza farselo ripetere due volte.
Ha precedentemente avvisato suo fratello, con un messaggio, che avrebbe dormito fuori casa, quindi spegne senza tante cerimonie il cellulare e lo infila nella borsa a tracolla.
La camera del moro è quella dietro l'ultima porta a destra.
- Siete stati bravissimi - ammette lei, lasciandosi trascinare sul letto dalle braccia forti di Calum.
Sente le sue labbra morbide premere contro le proprie e, di riflesso, abbassa le palpebre, beandosi del contatto e del sapore di tabacco dell'alito di Calum, non appena le loro lingue si scontrano.
- Qual è la tua canzone preferita? - chiede lui, la voce bassa e le mani impegnate nello sfilare con dolcezza la felpa ad Olivia.
- Unpredictable.
- Mh, sì?
Olivia deglutisce e, no, Calum non otterrà quello che vuole: non gli confesserà mai di amare con tutta se stessa la canzone che lui ha scritto per lei.
Lui sorride, comunque, perché ha imparato ad apprezzare anche l'orgoglio smisurato di Olivia, e continua ad accarezzarle le braccia ormai nude, mentre le bacia piano il collo.
Le mani di lei sono posate sulla nuca e, anche se non può vederla, se la immagina con gli occhi chiusi e la bocca rossa leggermente aperta.
Ha ancora la canottiera addosso, ma non ha fretta di spogliarsi: vuole sentire le mani di Olivia aiutarlo a sfilarsela e vuole sentire la sua bocca sul petto, sull'addome, sulle clavicole, vuole stringerla senza doversi accontentare di avere l'impedimento della stoffa degli shorts e vuole tantissime altre cose, ma non c'è fretta.
Olivia si stende, appoggiando la schiena sul materasso, tirando dietro di sè anche un incredulo Calum, che si sente come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.
Passano pochi istanti e si sente addosso le mani di Olivia, mentre tentano di alzare la sua canottiera verso l'alto.
Calum alza le braccia, lascia che sia lei a sfilargli l'indumento e, poi, rimasto a petto nudo, torna a baciarla come non crede di avere mai fatto.
La sovrasta, puntellandosi con i gomiti sul materasso, per evitare di pesarle e si lascia sfuggire un gemito un po' roco, quando si accorge che il bottone dei suoi jeans è già stato slacciato con abilità dalle dita sottili della sua ragazza.
Sorride sornione, Olivia lo guarda con gli occhi ancora socchiusi, e si abbassa in fretta i jeans, rimanendo coperto soltanto dai boxer.
Torna a baciarla, slacciandole nel frattempo il gancetto del reggiseno, ancora prima di toglierle la maglietta.
Olivia ride, contro le sue labbra, e fa scivolare l'indice dalla clavicola destra fino all'elastico dei boxer.
Calum le abbassa in un colpo solo i pantaloncini di jeans e gli slip, lasciandola così nuda.
Lei tende le dita dei piedi fino a sentire male.


- Ti siamo piaciuti?
Lily annuisce subito, sorridendo contenta: - Anche meglio dell'altra volta!
- L'altra volta Luke si è cagato addosso per tutto il tempo - ridacchia Michael, passandosi una mano tra i capelli verdi - E Calum aveva la vivacità di una megattera.
- Esagerato.
- Sul serio - insiste lui, con le mani in tasca e un sorriso accattivante che Lily gli ha visto addosso rare volte - Era un periodo tremendo per Cal.
- Sì?
Michael annuisce e: - Non dovrei dirtelo, ma stava malissimo per Olivia Simmons. La conosci?
- Abbiamo parlato stasera per la prima volta - gli racconta Lily, l'espressione sempre e comunque gioviale - Non stanno insieme?
- Sì, ora sì, almeno credo, perché Calum non è mai chiaro fino in fondo, quando racconta qualcosa.
- Credo di sì, eh, perché lei mi ha detto che avrebbe dormito da lui, stasera.
Michael scrolla le spalle e: - Ma dobbiamo parlare proprio di altri?
Sono ormai sotto casa di Lily, fa ancora abbastanza caldo e Michael continua a spostare il peso da una gamba all'altra, incapace di fare quello che Luke gli ha suggerito e Ashton gli ha praticamente imposto.
Vorrebbe baciarla, è ovvio, perché, insomma, chi non vorrebbe baciare Lily McGillan?
Michael non crede che possa esistere una sola persona in grado di resistere al fascino genuino della ragazza che gli sta davanti e per questo si sente come perso, come un puntino in mezzo ad altri migliaia di puntini. E, ok, lui è un puntino verde, è facile da vedere, ma con Lily ha le stesse possibilità di chiunque altro.
- Dovrei salire - mormora lei, giocherellando ancora con una ciocca dei suoi lunghissimi capelli.
- Certo.
- Allora, buonanotte, Mike! Grazie mille per la serata.
E grazie mille anche per tutto il resto, comunque.


- Hai lasciato le tue cartine a casa mia - esclama Leah, senza sorridere - Quelle lunghe.
- Oh.
La rossa rotea gli occhi e si lascia sfuggire uno sbuffo, tesa come una corda di violino.
Non vuole tornare a casa, per nessun motivo vuole tornare a incrociare gli occhi traboccanti di delusione di sua madre.
E, ok, a lei non è mai fregato veramente un cazzo della sua famiglia, quini non dovrebbe importarle, ma la verità è che si sente dannatamente male, avvolta nella consapevolezza di essere una delusione.
Perché Leah lo sa, di esserlo, costantemente, per tutti, ma non le piace aprire gli occhi e guardarsi allo specchio.
E' troppo difficile, guardarsi (dentro e fuori).
- Tienile - sbotta poi, dopo qualche istante, tirandole con stizza contro il petto di Ashton.
- Leah? Che cazzo hai?
- Mia madre le ha viste! Deficiente!
Ashton si passa una mano tra i capelli ricci e, no, non ce la fa più, sente un peso enorme sulle sue spalle, un peso che lui (da solo) non è certo in grado di sopportare.
- Non è colpa mia - cerca di guardare Leah negli occhi, mentre lei sta facendo di tutto per evitare accuratamente qualsiasi contatto.
E' stanco e nemmeno se ne rende conto, ma già la sta abbracciando.
Lei si lascia andare in un pianto liberatorio e: - Lo so - mormora, dopo l'ennesimo singhiozzo.
Non passa molto, poi, che le loro labbra si incontrano ancora una volta.
Ad Ashton piace da morire, baciare Leah, ma lo stomaco non gli si contrae e le gambe non minacciano di cedere da un momento all'altro.
Può ignorare tutto, se vuole, ma lui, semplicemente, è uno di quelli che non riescono a far finta di nulla.


Bec lascia un altro bacio sulle labbra di Luke, prima di alzarsi dal divano per prendere qualcosa da bere.
Torna in salotto cinque minuti più tardi, stringendo tra le mani due tazze di quella che Luke intuisce sia tisana.
- Sei seria?
La mora ridacchia e annuisce sedendosi il più vicino possibile a Luke.
- Guarda che è buona.
- Non ne dubito - replica lui, osservando concentrato il liquido violaceo all'interno della tazza verde che Bec gli ha appena passato - Non avresti una birra?
Lei sgrana gli occhi e: - Cosa? - trilla - Hai già bevuto troppo, stasera!
- Hai la febbre?
- Non potremmo semplicemente stare un po' tranquilli, per stasera?
- Come vuoi - sorride lui, prima di sporgersi per darle un altro bacio a fior di labbra.
A Luke, Bec non potrebbe piacere più di così.
Sente di adorare con ogni sua singola cellulare tutto ciò che la riguarda, anche solo lontanamente.
- A cosa pensi, Luke?
- Penso che sei perfetta.
Bec storce il naso e lui si trova a ridere, innamorato della sua espressione e dei nei sul suo viso, innamorato del suo ostinato ostentarsi fredda e avversa al romanticismo, innamorato delle sue unghie mangiucchiate e innamorato anche delle sue labbra perennemente screpolate, anche se spesso gli danno fastidio.
- Devi smetterla con questo romanticismo di merda, Hemmings, o giuro che io...
Le tazze sono posate entrambe sul tavolino di fronte al divano e la tisana si sta inevitabilmente raffreddando, ma nemmeno Bec sembra farci caso, avendola dimenticata dopo il secondo sorso.
E, ovviamente, Luke non saprà mai come avrebbe dovuto concludersi la minaccia.


Olivia è ancora sveglia, e sono quasi le quattro.
Calum in questo momento è appoggiata al davanzale della finestra, completamente nudo, mentre fuma la prima sigaretta da quando sono tornati a casa e lei vorrebbe tanto distrarsi, ma se lui si ostina a girare per la camera senza nemmeno un paio di mutande addosso, risulta impossibile.
Ha negli occhi il volto sudato del suo ragazzo e non riesce a capacitarsi di quello che è successo.
Olivia tende a dimenticarsi sempre dei dettagli, ma sente che ricorderà ogni singola cosa, stavolta: le spinte sempre più forti, il ritmo sempre più sconnesso e il sapore metallico del sangue all'ennesimo morso sul labbro, le braccia muscolose di Calum bagnate di sudore, le vene del suo collo, la sua schiena liscia.
Sente il materasso piegarsi sotto al peso di qualcuno e, voltando il viso a sinistra, lo vede.
Calum si stende sul materasso, facendo scontrare il pube con la coscia di Olivia (e quindi provocandole una scarica di brividi e contrazioni).
Mugugna qualcosa di incomprensibile e lei aggrotta la fronte: - Cosa?
Lui sorride e deglutisce, agitato (Olivia non si fa certo sfuggire questo gesto, perché, lei, i dettagli, non li ricorda, ma li nota sempre).
- Ti amo, ho detto.














NdA: Ahahahahah, mi sentite che mi dispero??? Calum ha detto a Olivia che la ama e hanno pucciato il biscottinoooooo! Amori, come crescono veloci i miei bambini! Ma a parte questo, com'è questo post-concerto? Ashton e Leah sono la mia croce e delizia, non posso non amarli, ma dall'altra parte, perché cazzo devono essere così complicati? (E Ceci, non insultarmeli ancora per favooooore) Ok, ho poco tempo perché mi si sta scaricando il pc, quindi vi ringrazio tutte ancora una volta, perché siamo tra le popolari e io ancora non ci credo, a tutto il successo che sto avendo con questa ff che era nata un po' per scherzo :') Vi lascio con una manip che ho fatto io, quindi sareste pregate di non ciularmela ahah
Ci sentiamo presto :*

Eleonora






  
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