Tuchanka.
Un inferno fatto di sabbia e radioattività, la vita qui è una costante lotta. Soltanto riuscire ad arrivare al giorno dopo può essere una vittoria, ma qui solo i più forti meritano di vivere.
Jarrod, signore della guerra Krogan, aveva appreso quest’insegnamento prima ancora di saper leggere e scrivere. A quattro anni era già in grado di uccidere un Varren adulto con la sola forza delle sue braccia e a dieci poteva massacrare un suo simile senza provare nessuna esitazione.
Ogni battaglia, incursione, incarico, fino anche alla più banale rissa cui aveva preso parte lo aveva plasmato. In pochi non tremavano quando udivano il suo nome e in tanti ricercavano le sue abilità per quello che lui ironicamente chiamava “lavoretti facili”.
Combattere era l’unico stimolo che la sua anima richiedeva per potersi sentire vivo.
Ma come ogni condottiero che lo aveva preceduto, non poteva vincere senza dei sottoposti che gli guardassero le spalle. Nel suo mondo natale di soldati non ne mancavano.
Quel giorno soffiava un vento di morte e ruggine tra le rovine di quella che era stata una città, i pochi abitanti presenti cercarono riparo nella baraccopoli fabbricate con i pochi materiali che il pianeta offriva. Jarrod si stava dirigendo in una tenda ai margini del rudere urbano incurante del clima avverso e dei Krogan che lo osservavano.
La presenza del signore della guerra non era frutto del caso, il clan Urdnot lo aveva informato della nascita del suo erede e come imponeva la tradizione, il padre doveva esaminare il neonato e assegnargli un nome, solo allora sarebbe stato riconosciuto come membro della tribù.
Jarrod entrò nel tendone scavalcando le due guardie all’entrata e subito fu accolto da una guaritrice. << Ben arrivato Jarrod, la tua venuta era attesa da… >>.
<< Risparmia i cerimoniali femmina, sono qui per mio figlio non per ascoltare i sermoni dei sacerdoti. Quelli li lascio a quei Pyjak che gestiscono questo clan. >>.
<< Come desiderate, mi segua loro sono proprio qua. >>.
<< Come loro. Mi era stato detto che solo uno era sopravvissuto al parto. >>.
<< Infatti è cosi, ma la madre ha avuto una seconda gravidanza e solo il primogenito ha visto la sua prima alba. >>.
Jarrod non sembrava molto turbato, anzi la notizia lo aveva rincuorato.
Meglio del previsto, quattro braccia anziché due.
Intorno ad un letto erano riuniti diversi Krogan che a bassa voce intonavano un canto funebre. La guaritrice fece segno a Jarrod di avvicinarsi.
<< Lei non c’è la fatta. >>.
<< Poco male, i bambini dove sono? >>.
Un sacerdote sbucò da un angolo con in braccio i due piccoli, il primo aveva la cresta rossa come quella del padre mentre il secondo presentava un colore simile al marrone con forti tonalità scure.
<< Questo è vostro figlio mentre lui ha solo in comune con suo fratello la madre biologica. >>.
<< Per me ha poca importanza, adesso fatemeli esaminare. >>.
Tenendoli ognuno per mano il Krogan si mise a scrutare i due minuscoli corpicini in ogni angolo. Intanto echeggiavano i gemiti dei nuovi arrivati che si dibattevano sferrando pugni e calci in ogni direzione.
<< Sono già dei combattenti e tutti e due in perfetta salute. Sarete degli Urdnot forti e valorosi; tu ti chiamerai Wrex e tu Wreav. >>.