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Autore: Elisewin Ci    03/07/2014    2 recensioni
Elena ha perso i genitori in un incidente. Sono morti cadendo dal ponte di Wickey con la macchina e lei si è salvata per miracolo.
Elena ha una migliore amica, Bonnie, che pensa di essere una strega. Un'amica d'infanzia, Caroline, che è al quanto superficiale. Poi c'è Matt, il compagno di giochi che diventa qualcosa di più. Una storia d'amore che Elena sa, non essere amore. Ad Elena manca passione. Cerca passione. E dopo la morte dei suoi genitori, dopo mesi d'infelicità, vuole tornare ad essere normale.
Elena ha dei lunghi capelli neri e lisci, gli occhi da cerbiatta, e un diario senza cui non sa stare. Adesso vive con sua zia Jenna e suo fratello minore Jeremy. Lui, divide il suo dolore, tra droghe e videogiochi. Vivono a Mystic Falls, vanno al liceo, Elena era una cheerleader.
Un rewatch che parte dalla 1x01 fino alla 5x22 lungo tutta l'estate in attesa della sesta stagione. Ma questa volta la protagonista è lei, suoi sono i pensieri, sue le parole scritte.
Per provare ad andare oltre lo stereotipo delle ship che dividono un fandom. Stelena, Delena. No. Solo Elena alla ricerca di sè stessa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL DIARIO DI ELENA
episodio 3
(fino all'episodio 1x12 a metà. Damon cancella la sofferenza della morte di Vicky dalla mente di Jeremy, Elena scopre di essere uguale a Katherine, fa un incidente in macchina e si ritrova ad Atlanta con Damon. La sera Stefan le racconta tutta la verità sulla sua famiglia)



Caroline mi ha fatto notare senza tante smancerie che mi sono presentata al ballo con due uomini.
Il mio fidanzato vampiro e suo fratello.

Ho annuito, sorriso storcendo il naso, creato un alone di semplicità intorno a me che non esiste.

L'evidenza è pressante. Preme tra lo stomaco e il cervello, annebbia le intenzioni, non mi fa pensare con lucidità.

Ma cosa me ne faccio della lucidità se il mondo che credevo esistere è stato spazzato via da una serie d'illusioni infinite che sanno solo di verità lunghe secoli e secoli.
Lunghe la storia di Mystic Falls.
Attraverso una guerra di civili e mercenari che è stata solo un inno alla volontà d'esistere.

Vampiri.
Streghe.
Io che non so più chi sono.
Non più Elena Gilbert, ma forse Elena Pierce, un qualcuno che è esistito per decenni e decenni segnando la vita di due uomini fin nel profondo.

Ho i suoi stessi occhi, la sua stessa bocca, la stessa linea degli zigomi, gli stessi capelli scuri.
Forse sorrido come lei.
Gioisco come lei.
Amo nello stesso modo assurdo e cattivo.

Non so più chi sono.
Mi metto in dubbio.
Brucia la gola, ferisce la pancia, scoppia la testa di un dolore che non ha nome.

Io non ho nome.

Sono Elena ma sono stata Katherine e Stefan mi ha incontrata e salvata, vissuta e scoperta nell'illusione silenziosa che potessi essere la donna che ha amato per anni.
L'immagine cattiva di una signora che gli ha distrutto la vita.
Lo stesso amore spasmodico ossessivo e folle che trovo ancora negli occhi di Damon.

Non so più chi sono.
Chi devo pensare di essere quando mi guardo allo specchio.
La mia famiglia che non è la mia famiglia, io che sono stata adottata e nessuno che me l'avrebbe mai detto.

Mia madre non si chiama Miranda e non mi ha mai regalato diari.
Mia madre si chiama Isobel ed è solo una bambina spaventata che mi abbandona nello studio di un dottore che le ha salvato la vita.

Sono una superstite.
Potrei tatuarmela addosso questa sensazione cattiva: una sopravvissuta per volere del destino, un sorriso che è già esistito e che ha già ammaliato fin nel profondo dell'anima, uno scatto sbiadito di un ritratto vecchio secoli.

Quante mani hanno toccato quella foto che Stefan custodisce tra i ricordi degni di essere trattenuti, quanti fiati diversi ci hanno respirato sopra, quanti sguardi curiosi si sono chiesti il perché di una bellezza così superba.

Katherine.
Morta, assetata di sangue in una cripta, grigia, raggrinzita, un masso di pietra dura come il corpo morto di Vicky Donovan.

L'ho vista la morte, l'ho sentita addosso così bene in queste settimane, tanto, a tal punto che l'incidente dei miei genitori è sbiadito tra le morti normali, casuali, indegne di essere ricordate.

Sono immersa in un mondo sovrannaturale, tra l'amore di un vampiro e una strega che fa volare piume come migliore amica.

Bonnie è quasi morta. 
Damon l'ha assalita, aggredita. Morsa.
E io ero lì, ad urlare come non avevo mai urlato in tutta la mia vita.
Come non credevo che si potesse urlare.

E ho pregato, ho pregato con le lacrime addosso che il fidanzato di Lexi non uccidesse Damon ad Atlanta.
Ho pregato con una convinzione folle con cui non ho mai pregato neanche Dio.

Respiro morte.
Io profumo di morte nell'alone del ricordo di una donna superba ed egoista che ha il mio stesso corpo.
Io ho accettato queste condizioni senza remore, senza la forza di oppormi.

Come se il mio destino fosse stato segnato il giorno della morte dei miei genitori e firmato con arroganza quando ho pregato Damon di cancellare la sofferenza a Jeremy.
Sono scesa a compromessi.
Sono io l'artefice del mondo irruente in cui vivo, e mi sembra di non aver vissuto mai davvero prima di adesso.

Lo chiedo a te, Damon, a te che sei cinico fin dentro le ossa, a te che entri in casa mia e mi lasci la paura delle tue reazioni.
A te che senza timore alzi un sopracciglio e mi garantisci che non vuoi uccidermi solo perché non ce n'è motivo. Come se non servissi abbastanza. Perché, Damon, se un domani la mia morte ti servisse mi uccideresti davanti agli occhi di Stefan come gli hai ucciso il cuore massacrando Lexi senza ripensamenti?

Dov'è Damon, l'uomo che mi ha fatta ridere mentre asciugava i piatti di casa mia, quello che con semplicità mi ha fatto capire che nella vita se si è fatalisti si soffre di meno? Cosa sei?
Quale mostro vive dentro di te?
Quella dolcezza lieve mentre mi hai salvato la vita facendomi uscire dalla mia macchina distrutta.

Il vero te qual è?
L'uomo che bacia una strega ad Atlanta togliendole il respiro o quello che sa sorridermi regalandomi una pausa dalla mia vita malsana?

Penso a te, in questa sera strana, mentre la paura mi attanaglia la gola, perché tu sei sincero di quella sincerità sarcastica che ferisce nel profondo.

Non posso fare le stesse domande a Stefan perché lui soffre come me, ha conosciuto la mia tristezza, ha negli occhi la stessa paura.
Stefan mi ama, Damon.
E io lo amo perché non so farne a meno.

Penso a te perché mi hai lanciato addosso una verità cattiva senza che te lo chiedessi: non sono un tipo da cheerleader. Non lo sono mai stata.
Sono una ragazzina ferita che soffre come un cane abbandonato ma che infondo ama la vita così tanto da amare un vampiro e tutte le sue contraddizioni.

Cosa pensi di me?
Non sono davvero la peggior compagnia del mondo?

Ad Atlanta con te ho lasciato che la vecchia me tornasse a galla.
Non chiedermi il motivo.
È successo e basta.

Forse è capitato perché sono spaventata ferita dolorante, e di quello che pensi tu non m'interessa.
Assassino, massacratore senza cuore. Tu che urli e ti disperi per una donna che non è mai stata tua.

Sei forse migliore di me?
Io che accetto queste contraddizioni e questo mondo impossibile.

Te n'eri andato.
Mi hanno fatto credere che fosse così. Ma poi sei riapparso dal nulla, sul portico di casa mia, scoprendo me e Stefan in lacrime e il tuo tono sarcastico mi brucia ancora sulla pelle.

Hai salvato mio fratello.
E io ho salvato te.
Potevi morire.
Ti avrei visto bruciare.
Ma ti ho salvato solo perché c'è troppa morte intorno a me, io non posso dimenticare cosa sei e come vivi. Non avrei mai potuto dire a Stefan che eri morto come uno stupido disattento.
Lui non se lo merita.

E io mi sento in colpa con lui perché lo amo davvero, come non ho mai amato prima, ma sviluppo l'esigenza malsana di sapere cosa ne pensi di me. Cosa vedi quando mi guardi. A chi pensi quando organizzi un piano per salvarmi la vita dall'ennesimo vampiro a Mystic Falls.

Credi che salvando me salverai la tua Katherine?
Io non sono lei.
Lo penso e lo sussurro, ma le mie labbra fremono.
Tu e Stefan riempite le mie giornate come avete riempito le sue.
Cosa c'è di me che è uguale a lei?
La nostra voce è la stessa?
Valgo così poco?
Esisto solo nel ricordo di un amore sbagliato che vi ha distrutti entrambi?

Stefan mi ha chiesto di fidarmi di lui e io non so fare altrimenti perché amo e quando si ama con onore e delicatezza si conoscono solo due braccia a cui fare ritorno.
Tuo fratello non mi ferirebbe mai.

Ma tu si.
Tu, i tuoi giubbotti di pelle e i cetriolini del mio hamburger, la nostra birra condivisa.
Tu che mi hai portata con te e non hai chiesto niente in cambio, se non la mia compagnia migliore. Io, che stavo quasi per mettermi a ballare su un tavolo.

Dovrei ringraziarti per tutto questo.
Per mio fratello.
Per essere rimasto ed esserti chiesto chi fosse il fattorino che ha portato la pizza a casa mia.
Per aver avuto cura di me.

Io che sono così sola, così incompresa, così ferita e dolorosa.
Tu che mi hai fatta ridere.

Saresti un buon amico, Damon. Sincero fino alla paura e al terrore, incurante delle mie ferite.
Sei l'unico che non asciuga le mie lacrime, l'unico che non mi guarda con tenerezza come se il mio dolore non fosse niente rispetto al tuo.

Ma la tua è solo follia di un pazzo malato di un'ossessione.
Devi smetterla di sorridermi e ammiccare mentre passi gli occhi sul mio corpo. Io non voglio sentirmi lei. Io voglio essere solo me.
E parlo a te, ancora, in questa notte piena di stelle perché le parole di tuo fratello mi rimbombano dentro e fanno un chiasso assordante.

"Eri così triste Elena..."

Si, lo ero.
E lo sono tutt'ora.
Ma provo a vivere e ho bisogno di qualcuno che sappia essere sincero con me. Stefan ha troppo rispetto delle nostre ferite per essere crudele con me e scrollarmi dalle insicurezze che sento.

Stefan mi ama mentre tu mi usi.
Lo so, lo so bene. Lo percepisco.
E per questo voglio usarti.
La tua sfacciataggine.
I tuoi non rimorsi e i tuoi cattivi rimpianti. Sei un poveraccio che dell'amore educato non sa niente, ma sai molto della vita che cerco io.

Tu vivi per te con infinita crudeltà.
Io voglio imparare ad essere egoista senza perdere la mia capacità d'amare. Voglio prendermi cura di tuo fratello come merita e per questo devi smetterla di dargli il tormento.

Abbiamo un valore Damon, siamo persone che devono imparare di nuovo a camminare con la schiena eretta. Tu non puoi permetterti di portarci affondo con te.
Ti odiano tutti, io per prima.
Ma io ti devo la consapevolezza della tua sincerità crudele.
Ti devo un viaggio in macchina e i tuoi sorrisi. Ti ho salvato la vita e questo mi ha fatto sentire importante.

Vorrei che mi parlassi del tuo amore, di questa Katherine che era me, vorrei sapere perché l'avete amata così tanto, perché la desideri ancora.

Vivo di domande inespresse e di paure enormi che tolgono l'aria.
Tu sai chi sei.
Io non lo so.
Ero una cheerleader che voleva diventare una scrittrice, ora sono la sosia di una vampira perduta che ama un uomo che beve sangue animale e lotta con se stesso.

Tu chi sei Damon?
Chi sei nel profondo.
Raccontamelo.
Sono convinta di poter trovare qualcosa della vecchia me nei tuoi desideri inespressi.

Vorrei imparare a ballare il rock&roll, vorrei che Stefan sorridesse sempre. Mi piacerebbe davvero trovare un mio posto nel mondo, e lo chiedo a te, a te che vivi in funzione di qualcuno che sembra non averti amato mai. Vivi di morte Damon e questo mi gela il sangue, ma sai sorridermi e questo mi fa sentire viva.

Sei un mostro ma sei la cosa più vicina alla consapevolezza che abbia intorno.
Stefan ha troppa paura per dirmi tutto, lui sa prendermi tra le braccia e asciugarmi le lacrime.
Tu sai solo farmi ridere per poi spaventarmi a morte.

E sono venuta al ballo con voi due. Caroline ha ragione.

Dovrei vergognarmi.

Vado in giro con una bussola che indica vampiri come se foste animali al macello, cancello la memoria a mio fratello, spingo Caroline verso Matt, cerco di essere presente per Bonnie anche se lei non accetta le mie scelte.

Sono una donna a metà.
Una bambina morta per sempre.
Sto qui. In bilico.
Col cuore pieno d'amore per Stefan.
Con l'odio verso di te che sgorga in tutto il mio corpo.
La voglia di essere normale che mi spinge a parlarti.
In questa sera strana.
Stellata.
Con la paura nuova che qualcuno faccia irruzione in casa mia e mi uccida come se fossi solo la sosia senza importanza di una donna superba e cattiva.

Tocco la mia collana e mi affido alla verbena. I miei pensieri sono solo miei, non mi assoggetterai mai a te.

Sono stata adottata, il calore dell'abbraccio di Stefan ancora intorno a me. Il dolore. La paure. Le bugie. Le lacrime attaccate alle ciglia. Tu che stavi per morire.
Te lo saresti meritato.
Ma io non avrei saputo sopportarlo.

Non sono la peggior compagnia del mondo.
Eppure non mi basta.
Io voglio di più.
Sei un mostro.
Ho paura e vergogna di te.
Non ti meriti neanche i miei pensieri.
Grazie.
Per avere come fratello un uomo come Stefan.

Elena

  
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