Una notte d'estate.
Estate.
Afosa e calda, finalmente
era arrivata ; mare, piscina, abbronzature, picnic, surf,
grigliate... l'estate era quel periodo dell'anno in cui potevi
divertirti seriamente, senza il bisogno di ricorrere a droghe o
alcool.
La fresca acqua del mare che ricopre la pelle, il sole che
la asciuga mentre ci si rilassa comodamente sdraiati su un
asciugamano o sullo sdraio, gustosi gelati come merenda di ogni
singolo giorno.
Una pacchia assurda, c'era addirittura l'imbarazzo
della scelta su quale attività svolgere, talmente erano
tante.
L'estate era calda e bella, piace a tutti.
-Se scopro
quel minchione che ha inventato l'estate gli faccio diventare il culo
nero!-
A tutti meno che a Eustass Kidd, logico.
Ignorò
la sua ignoranza, Law, preferendo non precisare che nessuno aveva
inventato l'estate se non madre natura stessa ; si limitò a
sospirare, abituato a quella lagna che si ripeteva ogni fottuto
anno.
L'estate era meravigliosa, ma lo sarebbe stata di più
se Kidd evitasse di sbuffare, gridare, incazzarsi e prendersela anche
con una coccinella ogni santissimo anno.
-Eustass-ya, abituatici,
l'estate c'è e sempre ci sarà e adesso dammi una mano
con l'ombrellone.-
-Abituarmici?! Col cazzo! Io me ne torno in
albergo, almeno li c'è il condizionatore.-
-No Eustass-ya,
sei stato li dentro per tutta la mattina, ora sono le 11.00 e siamo
in spiaggia da neanche 10 minuti.-
-Troppi, cazzo! Sto facendo la
sauna, non si respira e fa un fottuto caldo schifoso! Odio
l'estate!-
Sbuffò per la... millesima volta? Aveva perso il
conto.
Ogni volta che l'estate arrivava, Kidd diventata tre volte
più intrattabile del solito ; di norma, fa fatica a tollerare
la primavera in quanto ha sempre caldo, ma quando arriva l'estate...
avete presente le donne mestruate al primo giorno di ciclo? Ecco, in
confronto loro sono dei teneri cuccioli indifesi che ogni tanto
mostrano le unghiette.
Kidd, in estate, era il demonio in
persona.
Era sempre irritato, nervoso e incazzato, in ogni cosa
vedeva solo negatività : insetti fastidiosi, specie le zanzare
che sono fra le prime nella sua lista nera, poi l'abbronzatura che
non può proprio vederla, poi il sudore che gli fa altamente
schifo, motivo per cui ogni mezz'ora si fa una doccia fredda.
Per
non parlare dell'afa ; oh, quella era la sua più acerrima
nemica.
Quella mattina aveva lottato un'intera ora per far uscire
di casa Kidd, in quanto non voleva sentire il sole picchiare sulla
sua testa, ne l'afa che lo faceva sudare come un maiale e soprattutto
non voleva per niente al mondo separarsi dal condizionatore, a cui
stava incollato peggio di una sanguisuga.
Dopo qualche minuto in
cui temette di incazzarsi davvero, Law riuscì ad aprire
l'ombrellone ; a opera terminata, poggiò le mani sui fianchi,
soddisfatto del risultato. Ora non restava che convincere Kidd a
sdraiarsi su uno sdraio e... come non detto.
Kidd era
sparito.
Corse il più velocemente possibile, Law, sapendo
già a quale meta ambiva il rosso ; quel fottuto condizionatore
che stava nella loro stanza d'albergo.
Lo raggiunse, i nervi a
fior di pelle e già stufo di quella giornata ; godersi una
vacanza con Eustass Kidd era impossibile.
-Eustass-ya, se ti dico
di non tornare in albergo, tu non ci devi tornare!-
-Faccio quello
che mi pare e piace, ok?!-
-No, ok sto cazzo! Sono medico, so quel
che faccio e se ti dico di non rientrare così di colpo in
albergo è perché la differenza di temperatura può
farti avere un crollo di pressione.-
-Forse non ti è chiaro
che io qui al caldo non ci voglio stare e non ci starò.-
-Ma
non puoi nemmeno passare tutto il giorno nel letto con il
condizionatore che ti punta sulla testa.-
-Ah, non posso? Peccato,
perché è quello che sto per fare.-
Respirò a
fondo, Law, un paio di volte per non mollare un pugno sulla guancia
di Kidd e perdere l'autocontrollo.
Non era facile mantenere la
calma quando il rosso era così irritabile, testardo e
incazzato ; come glielo spiegava che facendo di testa sua, la sua
salute ne avrebbe risentito? Si, lui era medico e nel caso non
riuscisse a impedire quelle azioni stupide da parte di Kidd, poteva
tranquillamente curarlo.
Ma cazzo, quella doveva essere una
vacanza, di tirare fuori i suoi strumenti da medico anche li al mare
proprio non gli andava, voleva solo stendersi sotto al sole e
rilassarsi, magari concedersi anche un paio di nuotate.
-...Oi,
Trafalgar, cos'è quello, un gelataio?-
-Hm? Beh, non
proprio, vende di tutto : frullati, granite, gelati...-
-Vado a
prendermi qualcosa.-
-Sta mattina hai mangiato quattro gelati,
Eustass-ya, vuoi farti venire il mal di pancia?!-
-Ho caldo, non è
difficile da capire, Trafalgar!-
-Ci tieni tanto a star male in
vacanza?!-
-Sto sudando e facendo la sauna con addosso un solo
fottuto costume. Cazzo, che bella vacanza!-
-Dio mio... -
Eustass
Kidd lo avrebbe portato all'esaurimento nervoso.
Non ebbe nemmeno
il tempo di pensare a una soluzione che potesse andare bene a
entrambi, che il rosso era già partito in quarta, di nuovo
diretto all'albergo ; un gelato da piacere per pochi minuti, il
condizionatore te ne da finché lo lasci acceso.
-Ehi,
Eustass-ya!-
-Cosa?! Che altro c'è adesso?!-
-...In
frigo dovrebbe esserci della birra.-
-Ok. Me ne torno in albergo,
tu fa come ti pare.-
Aveva sentito vagamente quella sua frase,
tanto sapeva che avrebbe detto qualcosa di simile ; era meglio
lasciarlo stare per un po, magari al fresco si sarebbe rilassato. Più
tardi il moro sarebbe rientrato, due coccole, qualche bacio e tutto
sarebbe tornato alla solita vecchia routine.
...Ma a chi voleva
darla a bere?
Non ci era rimasto male per il brusco tono e
l'atteggiamento del rosso, no, a quello era abituato ; era proprio
quell'abitudine ad averlo stancato. Ogni anno l'estate arriva e Law
si ritrova sempre un ragazzo scontroso, irritato e incazzato che lo
fa sentire come una merda ogni volta che circa di impedirgli
qualcosa, come di mangiare il quinto gelato in una sola mattina.
O
il rosso risolveva quel problema, oppure l'incubo che inquieta
l'animo del moro ogni fottuta estate sarebbe diventato realtà
: la separazione.
Sembra esagerata come conseguenza ad un occhio
esterno, ma essere trattato dal proprio ragazzo come un nemico da
schiacciare, non è facile ne bello e se la cosa si protrae per
anni è ancora peggio ; i sospiri di Law ormai erano stanchi,
lui era stanco, tanto che non aveva nemmeno la forza di pensare a
piangere, però ci stava male.
Quanti tentativi aveva fatto,
in quegli anni? Passeggiate lungo il bagnasciuga di sera, dove c'è
quiete e una leggera aria fresca, con i piedi che venivano
accarezzati dalle onde, oppure le nuotate mattutine e pomeridiane...
cosa doveva fare per riuscire a passare un po di tempo con Kidd come
la coppia che sono? Se lo sono ancora, logico.
Mille erano le
domande che occupavano la sua testa e Law poteva dire di aver paura,
per la prima volta ; non sapeva più che dire e che fare, non
sapeva cosa sarebbe successo domani o cosa Kidd avrebbe potuto dirgli
al suo rientro... non vedeva più il loro futuro, ne in
negativo ne in positivo. Non lo vedeva e basta.
°°°
Alla fine, l'unica cosa che
aveva fatto, era stata camminare lento fino al suo sdraio e stendersi
; guardò inespressivo il secondo sdraio, coperto da un
asciugamano rosso, desolato e vuoto. Nella borsa ai suoi piedi
c'erano i libri che immaginava di leggere mentre Kidd schiacciava un
pisolino e il cibo che lui stesso aveva fatto, esperto sui gusti del
rosso e conscio che non avrebbe avanzato nemmeno le briciole,
talmente avrebbe apprezzato.
Si mise seduto, Law, a gambe
incrociate e l'asciugamano azzurro scivolò dallo schienale ;
il caldo persisteva e ormai sarà stato mezzogiorno, ma non
aveva nemmeno un po di fame. Da quando ha conosciuto quel testone del
suo ragazzo, il moro aveva sempre avuto compagnia nei suoi pasti :
colazione in un bar con lui e gli amici, il pranzo a casa di uno dei
due o in un ristorante e lo stesso per la cena.
Ordinavano pizze,
a volte cucinava lui e con molta difficoltà aveva persino
provato a insegnare qualche ricetta al rosso... lezione che si è
conclusa in una battaglia di panna e farina in faccia.
E Kidd
sorrideva nei suoi ghigni, riempendo il cuore di Law di
soddisfazione, felicità... ma questo accadeva per lo più
in inverno e in autunno.
Ora il pensiero di mangiare da solo era
strano, ma tanto lo stomaco era chiuso, non avrebbe mangiato in ogni
caso.
Fece su la sua roba e quella del rosso, preparandosi a
tornare in albergo ; le ore più calde erano arrivate e non
aveva altra scelta che rientrare. La sua unica e magra speranza, era
che Kidd si fosse addormentato o che fosse andato in giro per
l'albergo come, sapeva, avrebbe fatto di solito per ammazzare la
noia.
Aveva voglia di riflettere un po da solo e riflettere con
quella testa di marmo attorno era impossibile.
Aprì la
porta dell'albergo, diretto subito all'ascensore ma non ebbe il tempo
di pensare a raggiungerlo che Kidd era proprio li, nell'atrio.
-Dio,
Trafalgar! Perché ci hai messo tanto a rientrare?! Lo sai
meglio di me che stare al sole nelle ore più calde non fa
bene!-
-Oh, scusa tanto se avevo due borsoni in spalla! Prima di
rientrare avresti almeno potuto far su la tua roba!-
-Da qua,
porto io le borse di sopra.-
-Lascia stare, ce la faccio da
solo.-
Scansò la mano bianca di Kidd e deciso a prendere
l'ascensore ; il primo tentativo di evitare il rosso era fallito
miseramente, dopo appena due passi nell'atrio dell'albergo. Che
schifo.
Come se non bastasse, mentre aspettava l'arrivo
dell'ascensore, quella testa dura lo aveva raggiunto con un aria che
odiava già : incazzata e da duro.
Batté un piede a
terra, pronto a mordersi pure l'interno guancia per non sfogarsi su
Kidd ; tanto non avrebbe capito, ci rimetteva solo lui che faceva la
figura del coglione o peggio quella della fidanzatina isterica.
-Ok,
ora mi spieghi che t'è preso.-
-Altrimenti cosa fai, mi
prendi per il collo?-
-Datti una calmata, Trafalgar.-
-Sono
calmissimo, al contrario tuo che diventi un cane con la rabbia appena
ti mettono due minuti al sole.-
-Non venirmi a dire che te la sei
presa solo perché me ne sono andato!-
-Io che me la prendo
per le tue bambinate? Rifletti prima di aprir bocca, Eustass.-
Grazie
al cielo, l'ascensore era arrivato.
Entrò senza neanche
ascoltare le parole di Kidd e l'ascensore si richiuse senza che il
rosso potesse infilarsi nel trabiccolo. Ma non era salvo.
Testardo
com'è, Eustass sarebbe corso a perdifiato su per le scale per
anticipare Law davanti alla loro stanza ; nessun problema, il moro
non sarebbe scappato mai, in nessun caso.
Quando le porte
dell'ascensore si riaprirono e il moro imboccò il corridoio
che lo avrebbe condotto davanti alla sua porta, sorrise sghembo :
anche da lontano, la zazzera rossa di Eustass si distingueva da
qualunque cosa.
-Quanto sei prevedibile, Eustass.-
-Devo
cavarti le parole di bocca o parli da solo, Trafalgar?-
-Non hai
bisogno che ti risponda, vero?-
-Forse non hai capito che non ti
lascio entrare finché non parli.-
-Posso sempre tornare in
spiaggia.-
-Saresti così idiota da stare sotto al sole
nelle ore più calde solo per evitarmi?-
Accentuò il
suo sorriso, Law, ma dentro di lui c'era la tempesta.
Era un
litigio quello? Era davvero il loro primo, serio litigio? Non era
preparato. Poteva controbattere, ma alla cieca, non sapeva che
conseguenze sarebbero giunte e questo lo inquietava ; respirò
a fondo, mascherandolo abilmente come un sospiro stanco e lasciò
cadere le borse a terra.
Fece per incamminarsi e tornare indietro,
ma la mano bianca che lo afferrò e che lo fece sbattere contro
il muro mise fine alle sue intenzioni.
Entrambi i polsi vennero
bloccati sopra la sua testa, lo stomaco si era spaventosamente
annodato e ora era tutto un confronto di occhi ; i suoi li tenne
bassi.
-Trafalgar, guardami.-
-Non darmi ordini.-
-E allora
dimmi che ti prende.-
-Il tuo è fiato sprecato,
Eustass.-
-Ah si? Staremo a vedere se lo sarà ancora dopo
che avrai passato l'intera giornata bloccato qui.-
-Hm, poco male,
non ho nessun impegno.-
Vide quello sguardo dorato, Law, sebbene
mantenne il suo viso inclinato verso il basso ; era pretenzioso,
determinato e sapeva che Kidd aveva davvero il coraggio di
trattenerlo li finché non gli avrebbe detto ciò che
voleva. Ma ne era obbligato?
Fino a prova contraria, una persona è
liberissima di dire ciò che vuole e se qualcosa vuole tenerlo
per se può farlo senza problemi ; ragazzo o meno, Eustass non
era nessuno per imporgli di parlare e tirare fuori quell'argomento
scomodo, nuovo e che, lo dovette ammettere, non aveva previsto.
Se
ne avessero parlato ora, così, su due piedi la conclusione
sarebbe stata tutto meno che piacevole, se lo sentiva.
Fu
improvviso : passò la lingua sul labbro superiore per poi
sbuffare, voltando il capo abbassato a destra. Il nervoso gli stava
salendo, si sentiva stanco, stressato... come una pentola a pressione
e l'ultima cosa che voleva era proprio quella di scoppiare.
-Sai
Trafalgar, ti risparmieresti di sbuffare così se solo ti
decidessi a parlare.-
-Sono solo stanco e non ho nessuna voglia di
parlarti, voglio solo stare per i fatti miei.-
-Ok, va benissimo,
dimmi cosa non va e poi potrai stare solo quanto ti pare.-
-Ti ho
già detto che non ho voglia di parlarti.-
-Allora rimarrai
qui, stanco o meno, finché non ti deciderai ad aprir
bocca.-
Law era davvero una pentola a pressione, in quel momento,
e come tutte le pentole a pressioni, anche questa prima o poi
scoppia.
-Sai Eustass, credo che tu abbia scordato un dettaglio
importante.-
-Ma dai, e quale?-
-Che tu non sei mio padre e non
ho l'obbligo di dirti tutto. Cos'è, non posso essere stanco e
stressato anche io?!-
-Calmati.-
-Io mi dovrei calmare?! E tu
allora che per tutto il giorno non hai fatto altro che lagnarti e
fare l'isterico?!-
-Dio, non ci sto capendo un cazzo, mi dici
dov'è il problema?!-
-Il problema sei tu, Eustass.-
Lasciò
la presa sui suoi polsi, Kidd, serio quanto frastornato.
Alzò
il viso, Law, che appariva davvero troppo stanco e stravolto ; gli
occhi non davano nessuna emozione, inespressivi come sempre, ma il
rosso lo sapeva che quello non era il suo solito ragazzo.
Non un
sorriso piegava le sue labbra, era freddo e ora aveva la certezza che
quella conversazione non prometteva nulla di buono per loro.
-Quanti
anni sono che stiamo assieme?-
-...Quasi cinque.-
-Wow,
trattato come una merda per tutte queste estati, mica male.-
-Io
non ti ho-
-Non provare a negare! Non mi voglio lagnare per come
ho passato queste estati, anzi, perché non ci rifletti un po?
Magari è la volta buona che in metti in moto il tuo
cervellino.-
-Trafalgar..-
-Trafalgar, un cazzo. Voglio stare
da solo, quindi se non te ne vai tu, me ne vado io.-
-Almeno abbi
il fegato di parlarmene in faccia!-
-Non servirebbe a niente. Ti
conosco troppo bene, Eustass... troppo bene.-
E lo lasciò
andare Kidd.
Un vuoto a cui non poteva dare nome, cominciò
a prendere possesso di lui ; non sapeva cosa voleva dire e di certo
non voleva saperlo però una cosa l'aveva intuita e l'aveva
parecchio scombussolato.
Law, se ne era andato con quell'amaro
sorriso che sciolse subito e chiudendo per qualche istante le
palpebre ; prima di vedere le pozze argentee rompere il contatto
visivo, Kidd aveva potuto vedere chiaramente l'immenso sforzo del
moro di non sfogarsi.
Lui voleva corrergli dietro, prima che la
figura magra e slanciata del suo ragazzo scomparisse dietro l'angolo
del corridoio, ma rimase fermo ; la sua andatura lenta e le mani che
avrebbero dovuto confortarlo in quell'abbraccio auto-protettivo,
avevano inchiodato il rosso li.
Ti conosco troppo bene.
Perché
improvvisamente le parole gli rimbombavano in testa con tanta
violenza da fargli male persino al cuore? Era solo una sua
impressione ciò che sentiva, o era vero? Ma soprattutto, cosa
aveva fatto?
Mai aveva visto Law così, ne lo aveva mai
piantato andandosene in quel modo, sembrava ferito.
Aveva
solo paura, Kidd, nel cuore.
Temeva che quella fosse la fine e
pregò di star pensando a cose stupide e insensate... insomma,
Law non poteva davvero lasciarlo così su due piedi, no? Senza
neanche un spiegazione, così... no, impossibile, non lo era
anche se sembrava stesse per succedere.
Perché
non ci rifletti un po?
°°°
Stava
bene.
Nella sala di svago c'era un bel fresco, i divani erano
morbidi e il clima piacevole ; sarebbe tutto più perfetto se
anche lui stesso si sentisse bene, ma non era così.
Ora non
aveva ben chiaro che doveva fare : se chiedere una stanza separata,
se farsi un giro fino a sera o lasciare del tempo sia a Kidd che a se
stesso per calmarsi e andare a parlare con il suo ragazzo. Era la
prima volta che incappava in una situazione simile e quello era stato
il loro primo vero litigio che aveva faticato a non trasformarlo in
uno di quelli furiosi.
Avrebbe voluto lasciarsi andare, gridare in
faccia la realtà al rosso e sbattergli li come si sentiva,
come erano le cose in ogni dannata estate, ma non l'ha fatto ; Kidd
era già pronto a negare di averlo trattato come una merda, non
riflette, non capisce e non vede ciò che gli sta sotto al
naso.
È stato cieco per quasi cinque anni.
All'inizio
gli andava bene, magari con il tempo che avrebbero passato assieme lo
avrebbe potuto calmare, sciogliere da quei suoi nervi, ma erano solo
illusioni che anno dopo anno si erano smontate ; quanti erano i mesi
dell'estate? Tre, quattro o qualunque cifra fossero, erano pur sempre
mesi, giorni in cui lui vedeva sempre la stessa scena e si sentiva
schiacciato dal suo ragazzo.
Prese una rivista a caso dal tavolino
vicino alla sua poltrona, Law, e a gambe incrociate cominciò a
sfogliarla cercando di interessarsi realmente a quelle pagine.
Ma
pensare a come gli starebbe quel cappello o se fosse buono il profumo
raffigurato su quella pagina, non funzionava, era solo sciocco lui ad
averci creduto ; e Kidd? Stava riflettendo? O forse soffriva? E se
invece era furioso?
Ironia della sorte, come un fulmine a ciel
sereno il moro ricordò un dettaglio che lo mise sull'attenti :
lui e il rosso si erano conosciuti il cinque luglio, per caso in un
bar e tra due giorni esatti loro fanno cinque anni. Due giorni.
Un
vero, pessimo scherzo del destino ; la data in cui tutto era iniziato
era anche quella che forse avrebbe segnato la loro fine.
Non gli
restava che aspettare e vedere cosa sarebbe successo.
°°°
-Pronto?-
-Killer,
ho un problema.-
-Buon giorno anche a te, Kidd. Di che si
tratta?-
-Io e Law abbiamo litigato.-
Ridicolo.
Si era
scervellato per mezz'ora cercando di capire quale fosse il punto di
quella storia incasinata e non aveva ricavato un ragno dal buco,
distratto anche dalle parole rimbombanti del moro nella sua testa e
l'immagine di lui ferito che se ne andava.
L'unica soluzione?
Chiamare Killer e chiedere consiglio.
-Spiegami com'è
andata.-
Dal tono di Killer, Kidd capì che il biondo si era
appena messo comodo ; sarebbe stata una cosa lunga e che richiedeva
attenzione.
Cercò di rilassarsi ma il risultato fu
disastroso, per cui i limitò a spiegare con ordine e calma
tutto quello che era successo da quando lo aveva trascinato fuori a
forza dall'albergo, sino ad ora.
-Cazzo, Kidd!-
-Cosa?! Che
c'è?!-
-E me lo chiedi?! Mi sorprende che Trafalgar non sia
scoppiato anni fa.-
-Ecco, ora sono più confuso di
prima!-
-Calmati. Il problema non è che sei proprio tu, ma
come ti comporti con Trafalgar.-
-E che dovevo fare scusa?! Stavo
crepando di caldo e sudando da far schifo, volevo solo rientrare,
farmi una doccia e stare al fresco!-
-Pensaci un attimo : stai
sotto al sole proprio quando le ore più calde si avvicinano e
di colpo vuoi rientrare in una stanza in cui il condizionatore è
acceso da ore. Hai idea di cosa sarebbe potuto succedere?-
-Avrei
potuto avere... un crollo di pressione.-
-E Trafalgar è
medico, oltre che il tuo ragazzo : voleva solo che stessi bene,
Kidd.-
-Cazzo, sono un'idiota!-
-Puoi dirlo forte. E ora fila a
sistemare il casino, ti ricordo che tra due giorni è il cinque
luglio.-
-Che?! No, impossibile, non pigliarmi per il culo!-
-Dio
mio, Kidd! Guarda il calendario per una volta, mica ti mangia!-
3
luglio.
È scritto li, nero su bianco su quel fottuto
calendario che Law aveva il vizio di portarsi sempre dietro insieme
al kit personale e non proprio di base del pronto soccorso ; li aveva
sempre snobbati, ritenendo stupido appendere al muro dei fogli con su
scritto ogni singolo giorno del mese.
La gente avrà di
meglio da fare che pensare “oh, ma quanti giorni ha febbraio?”,
o no?
-Ok, ok, si è il tre luglio... cazzo! Ho solo due
giorni!-
-Si Kidd, due giorni, quindi muovi il culo e pensa in
fretta. Ciao.-
Neanche il tempo di sentire il classico tu tu, che
Kidd aveva già riattaccato.
Ora aveva capito ed era in
ansia ; il danno era gigante, lui era incerto su come potesse finire
la situazione, il tempo ristretto e non aveva idea di dove cominciare
per risolvere il casino.
Si poteva essere più nella merda
di così?
Girò in tondo nella stanza con gran fretta,
affondò più volte le mani nei capelli disastrandoli
sempre più e tutto quello che ottenne fu solo più
nervoso.
Le pensò tutte, persino un giro in mongolfiera e
lo aveva bocciato subito trovandolo incredibilmente stupido, senza
contare che a Law non va molto a genio volare e ciò che doveva
fare doveva piacere prima di tutto al moro, doveva essere sincero
e... beh si, spontaneo.
Non doveva certo essere melenso come tutte
quelle insulse coppiette di fidanzatini che limonano tutto il giorno
su una panchina e che si scambiano cioccolatini e fiori, però
se alzava l'ennesimo muro con il suo orgoglio avrebbe davvero visto
la rottura della loro relazione.
Si, così doveva essere :
sincero, spontaneo e a modo suo ; un sorriso, meglio definibile come
ghigno, stirò le sue labbra.
°°°
Sera.
Elegante
e fresca, dominava con il suo cielo scuro e stellato, un incanto per
gli occhi ; la luna si rifletteva sulle acque calme del mare e tutto
era silenzioso. C'era solo lui a passeggiare lungo la riva e
onestamente non era molto allegro ; non sapeva più come
passare il tempo, ne come smaltire il vuoto che sentiva. Avrebbe
voluto andare da Kidd ma non aveva idea di cosa avrebbe detto, forse
giunto davanti alla porta della loro stanza avrebbe girato i tacchi e
se ne sarebbe andato.
Voleva riflettere ma non ci riusciva come
avrebbe voluto.
-...Ehi, Trafalgar.-
Gelò sul posto, Law
; dopo qualche attimo di esitazione, si voltò di scatto e si,
lui era li, per davvero. Eustass Kidd, con solo il costume addosso
proprio come lui, lo guardava serio ma non duro ; cosa doveva
aspettarsi? Un mazzo di fiori e un “perdonami” in
ginocchio? Pregò con tutto il cuore che non fosse così
o gli avrebbe piantato un ceffone.
Law odiava le coppiette melense
tutte rose e cioccolato.
-Facciamo due passi?-
-Ok.-
Si
strinse appena nelle spalle incamminandosi, subito affiancato dal
rosso.
Strano. Non immaginava di ritrovarselo di fianco a
passeggiare assieme a lui di sera lungo la riva della spiaggia ; era
nuovo e se solo avesse avuto le parole giuste per descrivere come si
sentiva, lo avrebbe fatto. O forse no.
-Ok, sai che odio girare
attorno alle cose, per cui... sono un'idiota.-
-Hm, che novità,
avrei potuto dirtelo anche io Eustass.-
-Già... però
ho capito e di chiederti scusa non ne sono capace, ne servirebbe a
qualcosa perché io ogni estate sarei sempre lo stesso. Non
servirebbe a niente dirti che non capiterà più.-
-Si,
lo so.-
-Quello che volevo quando abbiamo iniziato questa
storia... beh, si, volevo te in sostanza. Non mi aspettavo di certo
questo casino...-
-Nemmeno io, ma è andata così.-
Di
colpo di Kidd si fermò e, per un misero nanosecondo, anche il
cuore di Law lo fece ; era stato improvviso e sapeva che quella
brusca fermata significava qualcosa.
La mano bianca del rosso
artigliò di nuovo un suo polso, a stavolta si scontrò
con il petto caldo e imponente di Eustass ; subito la presa venne a
meno per poi sentire entrambe le mani bianche stringere i suoi
fianchi.
Lasciò le sue mani aperte sul petto di Kidd,
mentre il respiro caldo sul suo orecchio del rosso lo fece fremere,
neanche sapeva bene di cosa.
-Non posso cambiare da un giorno
all'altro, ma posso provarci e... beh... siamo stati assieme per
quasi cinque anni, ma non mi basta più. Voglio che tu sia mio
per sempre, Law.-
Sgranò gli occhi, senza fiato.
Kidd lo
aveva chiamato per nome per la prima volta e quella proposta... lo
voleva suo per sempre, ogni giorno, ogni istante fianco a fianco ; il
cuore ora martellava furioso, di parole non ne aveva.
-Cos'è,
una proposta di matrimonio forse?-
Ironizzò e sorrise di
quel suo sorriso sghembo, per poter smorzare quella tensione ; però
Kidd lo allontanò leggermente dal proprio petto incatenando
così i loro sguardi. Quello dorato era serio e il rosso era
silenzioso ; i visi si avvicinarono, gli occhi si chiusero e le
labbra si incontrarono in quella solita danza di cui non si sarebbero
mai saziate.
Dopotutto, chi tace acconsente.
Angolino Eustassiano_
e
fu così che Kidd chiese a Law di sposarlo <3
buona sera
pupattoli, sta sera vi propongo questa shot in cui ho cercato di
attenermi con tutte le mie forse ai due personaggi ed è stata
davvero dura. Spero che il risultato vi sia piaciuto e purtroppo
scappo nel letto prima di collassare sulla tastiera dal sonno xD
ma
prima... HO FINITO GLI ESAMI! *^* hip hip urrààààààà!
:3 finalmente ho il tanto agognato tempo per scrivere, enjoy alle
stelle!!<3 <3
noi ci becchiamo nell'angolo recensioni e oh
: siete felici della novità? Niente bugie, lo vedo che state
sorridendo ed esultando internamente. Sono certa che qualcuno di voi
avrà alzato le braccia all'aria e avrà esclamato
“finalmente avrò il seguito del talk show!” o
qualcosa di simile. Si, anche tu che stai leggendo ora. U.U
E io
vi adoro tutte, quindi notte, sogni d'oro, andate dal dentista a
farvi togliere le certe carie dovute a questa shot che non so come mi
sia uscita ma che amo alla follia e nada, aspetto i vostri pareri
;)
Kiss and Bye
Eustass_Sara