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Autore: SimonQuestor    25/08/2008    1 recensioni
Era ormai più di mezz’ora che stava lì buttato sul letto con la testa affondata tra i cuscini. O forse un’ora. Forse due. La verità era che aveva perso il conto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai più di mezz’ora che stava lì buttato sul letto con la testa affondata tra i cuscini. O forse un’ora. Forse due. La verità era che aveva perso il conto.
Ma era tutto uno schifo. La scuola, gli amici, la famiglia…Non sapeva più a cosa aggrapparsi. Tutto andava sempre più a rotoli. Non ne poteva più di essere sempre il bersaglio di prese in giro e offese da parte non solo dei suoi coetanei, ma anche dai professori…Da Piton. Oh come lo odiava quel maledetto pipistrello nero. Da cinque lunghi anni non faceva che terrorizzarlo sottolineando e rimarcando quanto fosse un incompetente. E più gli altri ridevano più era soddisfatto. Ma non era l’unico docente a farlo sentire così male. La McGranitt sembrava sempre così delusa dai suoi scarsi risultati in Trasfigurazione…Forse solo la Sprite era l’unica che l’apprezzava per le sue doti. Avrebbe preferito diecimila volte andare nella sua casa. Ma quello stramaledetto cappello lo aveva sbattuto tra i Grifondoro. Anche se lui di coraggio e valore non ne aveva per nulla.
Grifondoro. Gli stessi compagni di casata non facevano che ridere di lui. E anche Hermione, Dean, Seamus, Harry, Ron e gli altri…Sì, magari non lo prendevano in giro come gli altri. Ma comunque lo consideravano un buono a nulla, di sicuro.
Per non parlare dei Serpeverde…Non ne poteva più. Ogni santo giorno bersagliato dalle loro burle…E non riusciva a reagire. Ma come poteva? Da solo non poteva fare nulla…Non poteva. Non poteva.
Era un idiota come dicevano tutti. Lo sapeva perfettamente. Al Quinto Anno senza nemmeno riuscire a trasformare una teiera in una salamandra come si deve, tanto per citarne una. All’ultima lezione aveva anche trasfigurato la pila di libri sulla quale era arrampicato Vitious in un enorme gomitolo, facendolo rovinare a terra sotto le risa di tutti. Al solo pensiero affondò la testa con maggior forza sui cuscini imbottiti.
Ma tutto ciò forse l’avrebbe anche potuto sopportare se…I suoi genitori non fossero ricoverati al San Mungo. E non avessero irrimediabilmente perso il senno…Se solo avesse potuto avere suo padre tutto sarebbe stato diverso. L’avrebbe aiutato. Avrebbe saputo dirgli come risolvere i suoi problemi. Frank Paciock era un Auror come pochi…Ma in fondo, se i suoi sarebbero stati in condizioni da svolgere il loro ruolo di genitori anche Neville Paciock sarebbe stato totalmente differente. Più sicuro di sé, più…Normale. Come tutti gli altri. E invece non faceva che rodersi dentro senza dir nulla, perché anche volendo non avrebbe saputo con chi farlo. Hermione forse, ma avrebbe soltanto fatto finta di interessarsi. Magari Luna…Ma d’altronde non la conosceva quasi, almeno per ora.
Luna. Provava una certa gioia nel pensare che agli incontri dell’ES ci sarebbe stata anche lei. E anche nell’incrociarla per i corridoi…Era strana. Ma così simile a lui…Non aveva i suoi stessi problemi? Si, lei aveva un padre, ma era il mago più strambo sulla faccia della terra. E tutti si prendevano gioco di lei per le loro buffe convinzioni. Ma lei era sempre così felice, così piena di vita…Lui avrebbe voluto avere la sua stessa forza d’animo e andare in giro saltellando. Avere la sua stessa filosofia.
Ultimamente in effetti, l’ES era l’unica cosa che gli desse la forza per andare avanti. Dei piccoli progressi li stava facendo in fondo. E tutto grazie ad Harry Potter. Potter già, il Bambino che è Sopravvissuto. Lo sfortunato povero bambino a cui il più grande Mago Oscuro ha assassinato i genitori ma non è riuscito ad ucciderlo, coprendolo di gloria eterna. Il povero ragazzino che è stato costretto a crescere con i Babbani ed ha sofferto, per poi giungere ad Hogwarts ed essere ricoperto di lodi da Silente e gli altri per tutto quello che faceva. Poverino, certo. Una vita infame.
A lui la vita non ha sorriso come a Neville Paciock, sono vivi, si, ma a quale prezzo? Lui era dovuto crescere con sua nonna, che non ha fatto altro che paragonarlo a suo padre e ricordargli come gli assomigliasse poco. Nessuno gli ha mai fatto un complimento perché in fondo lui è soltanto lo stupido Paciock. Quello che fa fondere i calderoni ed esplodere le piume. Lui si che ha una vita baciata dalla fortuna.

Ma stare lì a piangersi addosso non serviva a nulla. Si levò quindi in piedi, andando alla porta. L’istinto però fu più forte di lui. Sbattè con violenza i pugni sul battente di legno, per poi uscirne diretto chissà dove.
Bisogna andare avanti.
In fondo, l’ora prima dell’alba è sempre la più scura.
  
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