Scritta per lo Shingeki no Kyojin – Drabble Contest! indetto da Mokochan.
Non sono sicura di aver reso bene quello che volevo dire. Ammetto che non era così che doveva uscire, eppure sento che è giusto che sia uscita questa cosetta.
Spero che non vi appaia solo un'accozzaglia di parole a caso, perché per me non lo sono e specifico che sono una fan del personaggio in questione – e che non sopporto il bashing contro di lui, quindi esimersi dal farmi la predica, perché la mia visione di Erwin è quella di un uomo che ha sacrificato ogni cosa per una causa che, a conti fatti, è persa in partenza. Ma lo ha fatto lo stesso e questo, a mio avviso, è da ammirare. Il fatto che sembri non sentirsi minimamente colpevole, non indica necessariamente che, invece, non si senta responsabile per i suoi uomini, quelli che muoiono ogni singolo giorno fuori dalle Mura.
Erwin non mi appartiene, lo utilizzo solo per puro scopo di divertimento (?). ù.ù
Bon, vi auguro buona lettura ><
By athenachan

Autore: athenachan (mikki~ sul forum)
Titolo: Espiazione
Personaggi e Pairing: Erwin Smith, no paring.
Genere: Malinconico.
Rating: Verde.
Avvertimenti: What If?
Introduzione: Era la sua vita. Ed allo stesso tempo, la sua condanna.
Note dell'Autore: E niente, spero di non essere risultata banale, perché mi è piaciuto parecchio scrivere questa piccola cosina. Per il resto ho preferito metterci come avvertimento “What If?” piuttosto che “AU”, perché trovo che renda meglio la situazione.



Espiazione

Colpevole. Un tempo si sentiva così.
In un'altra vita.
Terrore. Forza. Rassegnazione. Ostinazione. Speranza.
Sentimenti nati e morti su un campo di battaglia, in un mondo senza alternativa. Non per chi desiderava la salvezza di tutti – ma era mai stato davvero possibile?
I ricordi erano rimasti nella sua anima sanguinante, senza cancellarsi mai.
Un'altra possibilità, una soltanto.
L'aveva chiesto in quell'ultimo respiro, schiacciato da una montagna troppo alta per essere sconfitta.
Era diventato qualcun altro, ma era sempre lo stesso: voleva ancora salvare i dannati.
L'uomo delle cause perse, ma non aveva scelta. Era la sua forza.
Era la sua vita. E, allo stesso tempo, la sua condanna.

Fine