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Autore: Tom Kaulitz    04/07/2014    2 recensioni
"Gwendolyn... Hai sentito?" Mi chiese Gideon con voce stranamente tremolante. Annuii, in attesa. I passi erano frettolosi, le scarpe pesanti. Cessarono. Lanciai un urlo non appena un oggetto venne lanciato sulla strada, unica cosa illuminata nei paraggi. Guardai meglio: era un coltello.
~
Bill scattò e riuscì a malapena a bloccarlo prima che la sua lama gli trafiggesse la mano. Le spalle al muro, probabilmente di lì a poco sarebbe morto.
D'improvviso Beatrice puntò la pistola contro il ragazzo. Era fottuto. Sembrò accorgersene, perché dallo spavento lasciò cadere il coltello che la mora calciò via, sulla strada. Premette il grilletto, un grido coprì lo sparo.
~
Una vita frantumata da un'altra, due cuori spezzati destinati a ricomporsi con le anime più improbabili, in una missione persa in partenza.
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Fanfiction con elementi della Trilogia Delle Gemme di Kerstin Gier (i romanzi Red, Blue e Green) - Contiene Spoiler per chi non ha letto i romanzi.
Genere: Azione, Fluff, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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3.

Aiuto.
 

Wild and running for one reason
They can't stop us from our freedom
Wild and running for one reason
They can't stop us from our freedom

-Black Veil Brides, Rebel Love Song


 

Dopo aver imprecato, Bill si girò verso i compagni con aria lugubre. «Tirate fuori le pistole.» disse. Tutti obbedirono, in attesa di altre indicazioni. «Si vede soltanto una ragazza, ma da quanto ho visto non ha intenzione di parlare un granchè.» iniziò a parlare Bill riguardando fuori dalla finestra. «Comunque siamo d'accordo» un'altro sparo lo interruppe. «Meglio bloccare piuttosto che uccidere. Chiaro?» Il silenzio divenne assordante: Tutti si girarono verso Georg, che alzò gli occhi al cielo dicendo «Ciò che è successo è successo. Non posso farci niente ormai. E poi quello era un figlio di puttana, non meritava di vivere». «Questo non puoi deciderlo te» ribatté pungente Bill caricando la pistola, gli occhi fissi sulla ragazza che stava camminando verso il vagone. «Certo che è stupida a venire da sola. Sa benissimo che siamo in netta maggioranza, oltre al fatto che siamo noi.»

«Bill» disse una voce flebile. Lui si girò verso la fonte e il suo sguardo s'incupì. «Basta che resti qui dentro ben nascosta... Vedrai che non succederà niente.» disse alla sua ragazza che stava mordendo la manica della sua maglietta. Le sorrise debolmente passando un dito sulla pistola e soffiando via la polvere tenendo lo sguardo fisso su di lei. Lei alzò gli occhi al cielo sorridendo e gli diede un bacio a stampo che lui ricambiò dandole una leggera strizzata al sedere prima di girarsi e uscire dal vagone seguito da Tom e da tutti gli altri che le sorrisero a loro volta.

Lei trattenne il fiato guardando Bill avvicinarsi alla ragazza con passo lento e tranquillo.

 

*

 

Bill non aveva idea chi fosse quella ragazza, una cosa certa era che era veramente affascinante: Lunghi capelli rossi, sorriso misterioso e corpo perfetto, lineamenti sinuosi del viso. Ma non era questo il momento per ammirare una nemica, si riprese il moro.

«Kaulitz» iniziò a parlare la rossa, due armi in mano che teneva basse ma comunque cariche «Sai chi sono? Sono Charlotte Montrose. Sono venuta per proporvi un'offerta che, ovvio, non potete rifiutare.» Bill ghignò «Vediamo, cosa ci offriresti?» Lei alzò il mento e le sopracciglia e parlò.

«Dovreste aiutarmi a sbrigare una certa faccenda, in cambio otterrete la pace con gli Slipknot, ho degli amici nel "settore".» Bill fece una pausa. Voleva davvero la pace con loro? Si girò verso i suoi compagni che alzarono le spalle.

La rossa intuì la sua esitazione e continuò: «Dovresti soltanto tenere d'occhio una persona per me. Ti dò tempo fino a domani per decidere.» disse con voce decisa per poi voltarsi e camminare.
Bill restò a fissarla e poi reagì finalmente rendendosi conto che non poteva stare lì come un'allocco. Gridò: «Aspetta!»
Lei si voltò, al che Bill continuò. «Chi dovrei tenere d'occhio?» Lei fece una breve risatina e rispose schiettamente «Gwendolyn Shepherd» per poi voltarsi e continuare a camminare. Il moro si girò verso gli amici con uno sguardo confuso: E ora?

 

*

 

«Ma qualcuno l'ha mai vista?» urlò Tom sovrastando il gran casino che, come sempre, si era creato nel vagone abbandonato. «Silenzio!» gridò Bill, che fu rispettato subito. Tirò un sospiro di sollievo.

«Facciamo una votazione direi. Chi vota a favore?» Molte mani si alzarono. Bill le contò a mente: Tom, Gustav, Lotte, Lise, Anna... «Credo che allora domani dovremmo accettare.» Bill abbassò gli occhi e si grattò il naso. Era la scelta giusta? "...che non potete rifiutare" aveva detto la rossa, Charlotte Montrose. Cosa voleva dire??? Quando rialzò gli occhi incontrò quelli di Bea, perfetti nel loro trucco nero, nel loro colore chiaro gli venne un tuffo al cuore perchè si era quasi scordato della loro bellezza; cosa che succedeva spesso. Non poteva credere che una creatura simile potesse essere sua, solo sua. Le sorrise e le fece cenno di avvicinarsi, cosa che lei fece per poi mettersi a sedere sulle sue ginocchia. Bill le sussurrò: «Tu cosa pensi di questa storia?» Bea scrollò le spalle, non sapeva cosa pensare, sapeva soltanto che il respiro del suo ragazzo era a meno di un centimetro dalla sua pelle. Lo abbracciò e iniziò a baciarlo con trasporto mentre lui ricambiava prendendola per la vita. Furono interrotti da alcuni fischi scherzosi da parte di tutta la gang. Sorrisero nel bacio per poi staccarsi e guardarli male uno per uno, Tom in particolare. Bea comunque pensava che anche lui era di una bellezza inaudita: simile al fratello per i lineamenti, aveva le labbra ornate da un labret che gli stava da Dio, le treccine scure non facevano che completare l'opera, e gli zigomi alti e le guance leggermente incavate erano rese vagamente reali soltanto da una piccola cicatrice probabilmente provocata da un'unghia distrattamente troppo lunga. Sorrise arrossendo per i suoi pensieri e guardò Bill pensando che avrebbe comunque amato lui per sempre (D'improvviso le venne voglia di buttarlo su un letto).
 

*

 

Gwendolyn ripensò ancora una volta a Gideon, ma oramai che era il suo ragazzo poteva permetterselo. Lui, perfetto coi suoi capelli disordinati, le appariva sempre in sogno: a volte si baciavano, a volte parlavano, oppure ridevano. Forse era questo il problema, ne era ossessionata. Ma, vedendo che lui le sorrideva innamorato, pensava che andasse bene così. Carpe diem.

 

*

 

Charlotte aveva bisogno di lavarsi la faccia. Uscì dal bagno. Pff, quei bagni della loggia avevano un profumo orrendo al limone, sembrava una caramella andata a male, lefaceva solo girare di più la testa. Urlò dalla rabbia e dall'esasperazione, dando con forza un colpo allo specchio. Stette immobile per un paio di secondi, poi alzò la testa e si guardò. Il trucco colato, i capelli spettinati, gli occhi lacrimanti e distrutti, la fronte tesa. "Ecco cosa è rimasto di me" pensò Charlotte. Scosse lenta la testa. Tutto ciò per chi? Per Gideon! Gideon, col quale aveva passato l'infanzia, che l'aveva fatta innamorare senza ricambiare per poi dedicarsi a sua cugina. "Senza cuore" l'aveva accusato. In realtà sapeva benissimo che lui non poteva farci niente, ma aveva deciso di ignorare tale possibilità e di chiudersi in un mondo di rabbia, risentimento, sofferenza e ossessione. Si chiedeva se la scelta di rivolgersi ai Tokio Hotel fosse stata saggia, ma convenne che avrebbero saputo come fare. Dopotutto, Gwenny non era armata di pistola 24 ore su 24, anzi neanche per una, era Gideon che rischiava sempre. Per lei, per di più, e lo faceva volentieri... Chiuse gli occhi per fare in modo che un'ultima lacrima cadesse silenziosamente sulla ceramica del lavandino.

Si lavò la faccia, li rifece la coda e si stese la maglietta per fare in modo che tornasse la Charlotte perfetta che tutti vedevano. Sospirò uscendo dal bagno e spengendo la luce.

 

*

 

Tom si stropicciò gli occhi per poi riguardare Bill. Erano soli nel vagone, perchè il resto della gang era a scuola (si, Bill e Tom erano i più grandi). «Secondo te come andrà, Bill?» chiese Tom al fratello, che guardava con la fronte aggrottata fuori da finestrino nel punto in cui era comparsa la rossa come incantato, cercando di ricordare ogni piccolo dettaglio, senza riuscirci. Si girò veros il fratello e scrollò le spalle irritato: ci voleva solo questa storia fra le palle. Tom sbuffò e formulò un'altra domanda.

«Tu l'hai mai vista questa Gwendolyn?»

Bill diede un tiro alla sigaretta e, sporgendosi verso il posacenere sul tavolo, alzò le sopracciglia e scosse la testa, per poi sospirare facendo uscire fumo dalla bocca e dal naso. Erano nella merda, pensò Tom. La terza domanda fece finalmente parlare il moro. «Quando aveva detto che tornava?»

«Aveva detto stasera..» Guardò l'orologio: le 19.12 ... sarebbe dovuta venire...

In quel momento si sentì la porta aprirsi e Bea fece capolino nel vagone. Oggi indossava una gonna scozzese verde sulle calze nere, i suoi adorati stivali e la giacca di pelle bianca sopra una canottiera nera semplice che mostrava un collo tonico e un petto... attraente.

Disse un timido «Ciao» prima di sedersi accanto a Bill e dargli un lieve bacio che lui voleva approfondire, ma rimase deluso perchè lei si stacco dandogli un buffetto sul naso. Il moro fece finta di essere imbronciato e i due presenti risero. Tom scherzò: «Se vuoi posso dartelo io un bacino hehe». Bill gli tirò una treccina mentre si alzava per sedersi vicino alla finestra che dava su uno spiazzo di cemento su cui c'erano alcuni sassolini da stazione.
Tom disse «Ahia» mentre Bill poggiò la fronte contro il vetro intento a scrutare nell'oscurità. Sussurrò «E' arrivata.», ma gli altri lo sentirono comunque.

Charlotte si avvicinava con un passo spedito verso illoro vagone, le zeppe alte, la gonna blu della divisa scolastica, una maglietta stile militare e i capelli raccolti in una coda portata di lato, su una spalla.
Era seria e pensierosa, gli occhi guardavano distrattamente la pistola che aveva in mano, nel dubbio per precauzione. "Pff" pensò Bill "non siamo mica serial killer"...

Il moro fece cenno al fratello di accompagnarlo fuori e rassicurò Bea che poteva seguirli senza pericolo.
«Kaulitz» iniziò la rossa raggiungendoli e fermandosi «Avete deciso?»
«Fammi capire: noi dovremmo... tenerla d'occhio? E poi?» chiese Bill.
Charlotte ghignò e rispose: «Tenetela d'occhio, non è necessario che le parlate.. Dovete aspettare solo il mio eventuale segnale per un eventuale omicidio, non so se mi spiego.. devo tenerla lontana da Gideon, Gideon de Villiers, quello è l'importante.»

I Tokio Hotel si guardarono di sottecchi, stupiti.
Tom sogghignò e chiese: «Perciò tutto sto gran casino è per un'amore non ricambiato?» «Non vi deve interessare.» sentenziò la rossa con voce perentoria, alzando la voce.

«E se fosse proprio il motivo da cui dipende un si o un no?» ribattè Bill. «In tal caso» ghignò Charlotte «Puoi dire addio a lei.» Indicò Bea, che si stava mordicchiando distrattamente l'unghia. Strabuzzò gli occhi: aveva sentito bene?
«E' una minaccia?» disse Bill intimidatorio reggendo lo sguardo della rossa. «Puoi vederla anche come una promessa.» rise lei. Il cuore, oramai, le era stato portato via. Bill fu costretto ad acconsentire, non si sarebbe mai perdonato la morte della sua ragazza.

«Va bene.» alzò lo sguardo da terra, dove aveva guardato per riflettere.

«Benissimo, vado a dire agli Slipknot di mutilarvi invece di uccidervi.» Fece l'occhiolino ai tre per poi andarsene via a passo svelto.
«Gentilissima» sussurrò fra sè e sè Bill, tenendo lo sguardo fisso sulla sua schiena.
 

*

SAALVE SALVE di nuovo ;)
Dico solo che spero vi piaccia la storia. Recensite se vi va, e, che altro dire, a presto!
Ringrazio come sempre tutti♥
Bye Bye♥♥

  
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