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Autore: Princess Kurenai    26/08/2008    2 recensioni
Era seduto all'ombra sotto il portico e osservava i due ragazzini ridere e scherzare nella loro cristallina innocenza infantile. Solo la loro allegra presenza era in grado di illuminare quel cortile e, Shikamaru Nara, non poteva far altro che sorridere di fronte a così tanta vitalità. Era felice che quei due ragazzini fossero cresciuti così bene nonostante le disgrazie che avevano costellato il loro passato, prima su tutte la perdita di entrambi i genitori. [Coppie Varie!] {SpinOff del capitolo 34 della mia raccolta OutList on Naruto's People ~ è possibile leggerla anche senza conoscere quel capitolo}
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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another story miki chan

Inizialmente questa sarebbe dovuta essere una longfic poi, pensando che il lavoro sarebbe stato fin troppo simile a tanti per la sua composizione (una nuova generazione di ninja eccetera eccetera) e quindi un simil-lavoro da bimbominkia, ho cambiato idea ed ho riassunto il tutto in tre capitoli - dicesi threeshot.
I personaggi OC che appariranno sono di mia proprietà e non li cedo a nessuno, a meno ché non si vogliano fare degli altri spinoff. In questo caso potrei pensarci. Per chiunque sia interessato mi può contattare nell'indirizzo che sta sull'account.
Spero che questo primo capitolo vi piaccia, non sarà lunghissimo ed è una sorta presentazione dei protagonisti questo per permettervi di leggere la fic senza che sia necessario leggere anche il capitolo della mia raccolta, ma se vi interessa il link è questo: The Same Story.
Buona lettura!

1. La Storia di Due Bambini

Era seduto all'ombra sotto il portico e osservava i due ragazzini ridere e scherzare nella loro cristallina innocenza infantile.
Solo la loro allegra presenza era in grado di illuminare quel cortile e, Shikamaru Nara, non poteva far altro che sorridere di fronte a così tanta vitalità.
Era felice che quei due ragazzini fossero cresciuti così bene nonostante le disgrazie che avevano costellato il loro passato, prima su tutte la perdita di entrambi i genitori.
I due erano morti ancor prima che potessero anche solo prendere in braccio uno dei loro figli.
Il primo a lasciarli era stato il padre - Asuma Sarutobi - ucciso in missione, durante uno scontro contro l'Akatsuki mentre la madre - Kurenai Yuhi - si era sacrificata per permettere ai gemelli di vivere in una Konoha migliore.
La loro nascita, avvenuta alla fine di una terribile e sanguinosa guerra, aveva segnato non solo la morte della madre ma anche quella di uno dei ninja che, a distanza di ormai sette anni, era considerato uno degli eroi del villaggio: Naruto Uzumaki.
A quel ricordo Shikamaru non poté far altro che rabbuiarsi, in quel periodo aveva visto molti compagni e amici morire e aveva rischiato più volte di fare la stessa fine riuscendo a cavarsela sempre in un certo qual modo, ma i ricordi e le sensazioni provare erano rimaste impresse in lui come se fossero state marchiate con il fuoco.
Ciò che però più l'aveva colpito era stato il coraggio di Naruto che, soccombendo lentamente sotto lo sharingan di Sasuke Uchiha, aveva trovato la forza - più d'animo che altro - di ucciderlo e liberare in quel modo l'amico del suo legame con un clan che non poteva rinascere senza eliminare il marcio che lo infestava.
Da quel punto tutto era successo in fretta, così velocemente che non era quasi riuscito ad assimilarlo inizialmente.
La notizia che il sigillo di Yondaime era quasi stato sciolto durante lo scontro con l'Uchiha - obiettivo principale dell'Akatsuki - era corsa con rapidità in lungo e in largo e per evitare un'altra disgrazia in quel villaggio ancora ferito, l'Uzumaki e Kurenai avevano fatto in modo che il nascituro di quest'ultima fosse il nuovo Jinchuuriki.
Il rito era stato compiuto e, inaspettatamente, erano nati due sanissimi gemelli: Minato e Kushina Yuhi, chiamati in quel modo su proposta del biondo.
Sin dall'inizio la femminuccia, Kushina, era stata tenuta sotto controllo da Tsunade, per via del nuovo sigillo che la segnava come nuova portatrice di Kyuubi, ma si era dimostrata un ottimo Jinchuuriki, rispondendo benissimo al sigillo appena formato.
Non mostrava segni di instabilità e tutte le sue funzioni fisiche mentali erano nella norma, anche se in futuro avrebbe dovuto continuare a fare delle regolari visite di controllo.
In ogni caso alla fine erano stati entrambi affidati a lui, a Shikamaru che, mantenendo la promessa fatta al suo sensei, li avrebbe protetti e cresciuti come se fossero figli suoi, anche grazie all'aiuto di Ino e di altri fidati amici ma soprattutto con quella donna che poi, qualche anno più tardi, sarebbe diventata sua moglie.
Il suo 'lavoro' di padre si era rivelato faticoso, ma non si lamentava - in modo pesante per lo meno - anche perché in entrambi vedeva un pizzico di Asuma, e questo era più che sufficiente per incoraggiarlo.
" Tra mezz'ora è pronta la cena.", a quella voce, dolce e calma, si voltò appena verso la casa dove vide attraverso uno specchio il riflesso della giovane donna, occupata con i fornelli.
I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda bassa e indossava un carinissimo grembiule bianco.
Era bella agli occhi del Nara e non avrebbe mai smesso di ringraziarla per la vita, calma e pacata - escludendo la presenza di quelle due adorabili pesti -, che gli aveva donato.
Shikamaru amava seriamente la sua Shiho in ogni sua sfaccettatura.
" Tousan! Ci alleni con gli shuriken?", la voce di Kushina lo riscosse e, voltandosi, donò un sorriso alla bambina.
Lo chiamava 'padre' nonostante sapesse tutta la verità, non gli era mai parso giusto che, a entrambi, fosse nascosta la loro identità e avevano appreso quei fatti abbastanza bene.
Avevano solo sette anni ma erano maturi, come ogni ninja che si rispetti.
Posò una mano sulla testa castana della femmina, scompigliandogliela.
" D'accordo.", concesse ma si affrettò a precisare: " Solo mezz'ora però, perché poi dovete lavarvi e cenare."
" Benissimo! Allora facciamo in fretta!", esultò Minato, correndo all'interno dell'abitazione per recuperare le armi.
Lo seguì con lo sguardo per poi lasciarsi sfuggire l'ennesimo sorriso.
Entrambi erano molto somiglianti a Kurenai. Avevano dei tratti dolci e delicati - forse un poco più marcati per il maschio, ma era ancora troppo piccolo per esserne sicuri -, occhi rossastri grandi e profondi e capelli castano scuro.
Dei piccoli angeli dei Asuma ne sarebbe stato sicuramente orgoglioso, soprattutto di fronte a quella ancor leggera somiglianza con lui, chiara sin dalla prima settimana dell'Accademia: i due erano molto portati nell'utilizzo dei Bagh Nakh, le lame di charka.
Al veloce ritorno di Minato iniziò ad allenarli, beandosi dei loro miglioramenti e della grinta che ci mettevano, a sua volta orgoglioso di aver cresciuto due bambini come loro.
Sperava solo di essere anche un buon maestro per loro in futuro.

Ed ecco qui il primo capitolo.
Tra qualche giorno posterò il secondo!
Bye!

   
 
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