Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Suika    05/07/2014    4 recensioni
[...]Si toccava le labbra, si sentiva in colpa, sia verso Armin che sia verso Marco. Verso Armin perché nonostante il suo amore non riusciva a dimenticarsi Marco, e verso Marco perché aveva appena baciato quel suo piccolo amico. [...]
[Jearmin]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Armin Arlart, Jean Kirshtein
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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//Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo qualcosa di Shingeki ed ho il coraggio di pubblicare lo scritto qui. La Jearmin è la mia coppia preferita e spero che il mio scritto vi piaccia. Lo so non sono brava a scrivere ma accetto consigli ^^
Buona Lettura


Jean era corso via in lacrime, ancora una volta i suoi sentimenti verso Marco erano magicamente apparsi. Temeva di averlo dimenticato, temeva di aver dimenticato le sue carezze, le sue attenzioni e quel magico sorriso che appariva sempre nel suo viso macchiato dalle lentiggini.

Jean corse nel primo luogo isolato che trovò e si rannicchiò come se si stesse nascondendo da un titano. Si toccava le labbra, si sentiva in colpa, sia verso Armin che sia verso Marco. Verso Armin perché nonostante il suo amore non riusciva a dimenticarsi Marco, e verso Marco perché aveva appena baciato quel suo piccolo amico.

Era stato un bacio intenso, ci aveva messo tutto se stesso ma poi quando quel momento surreale finì, si ricordò di Marco. Temeva di averlo dimenticato, e l'unica cosa da fare era fuggire.

Fuggire da quella persona che in quel periodo l'aveva fatto sentire amato e viziato. Voleva una storia con Armin, lo amava e lo faceva sorridere ogni volta che faceva qualcosa per lui. Ma mettersi con lui sarebbe come fare un torto alla sua vecchia dolce metà, era come se con quel bacio avesse tradito una delle persone che gli aveva fatto battere il cuore a mille.

Armin lo trovò dopo qualche minuto, aveva il fiatone e anche lui piangeva. Aveva capito perché era fuggito, aveva capito perché era scappato da lui. Armin non si era mai sentito all'altezza di Marco. Andava dietro a Jean da molto tempo e ogni volta che i due avevano qualche dimostrazione d'affetto Jean scappava in lacrime. Così Armin finiva in un baratro pieno di paranoie e delusioni. Si sentiva impotente e non alla sua altezza. Provava odio verso il fatto di non essere come Marco. Provava odio perché non riusciva a farlo felice. Ma Armin era intelligente. Così intelligente che riusciva a nascondere tutti quei sentimenti di disperazione con un sorriso falso. L'ultima cosa che voleva era far sentire in colpa Jean, l'ultima cosa che voleva era farlo soffrire o preoccupare a causa sua.

Quelle due menti complessate si trovarono una di fronte all'altra, Jean piangeva, Armin singhiozzava.

Era il momento di farla finita, di parlare seriamente di questa faccenda. Non avevano mai affrontato il problema di Marco tra di loro. Jean aveva paura di ricordare e Armin aveva paura di farlo ricordare.

“Marco non vorrebbe che tu soffrissi così”

Disse Armin dopo che si era asciugato il viso con il mantello del corpo di ricognizione

“Marco ti vorrebbe vedere felice”

Aggiunse il biondo stringendo le mani al petto, non voleva che si dimenticasse Marco ma voleva solamente vederlo felice tra le sue braccia.

“Marco non vorrebbe che lo dimenticassi”

Disse questa volta Jean con un tono spento e con un viso stravolto dai sentimenti

“Essere amanti non implica che devi dimenticarlo. Non è sbagliato provare a essere felici senza di lui. Non lo dimenticherai e se questo dovrebbe succedere te lo farò ricordare io. Ti ricorderò dei momenti che passavi con lui, delle vostre passeggiate serali sotto la luna e di tutte le vostre avventure. Ti amo Jean, vorrei solo che avessi il coraggio di farlo anche tu”

Le parole di Armin furono rivelatrici, essere felici senza Marco non era sinonimo di dimenticarlo. Trovarsi bene tra le braccia di Armin non era equivalente a dimenticare quelle emozioni che provava mentre teneva la mano di Marco. Appoggiare le labbra sulle pure e innocenti labbra di Armin non significava la dimenticanza del batticuore che aveva quando le sue e quelle di Marco si incontravano.

Jean sorrise, Armin corse da lui, Jean lo baciò e Armin ricambiò.

  
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