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Autore: OneWingedAngel    26/08/2008    3 recensioni
NB: Questo è uno Spin-Off della fan fiction "Il peggiorn Ninja del Villaggio della Foglia" di Aya-chan, e i personaggi di questa stroia sono Original Character di sua creazione. Trama: Baka Akeru e Haru Nara non sono mai andati d'accordo, fino al giorno in cui lei ha rischiato la vita per proteggere lui. Da allora nella mente e nel cuore di Akeru è nato qualcosa si nuovo...una nuova ragione per diventare forte.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stupido Amore

Stupido Amore


Baka Akeru era semplicemente al settimo cielo quel giorno. Entrò in testa al gruppo 3 nell'ufficio di smaltimento delle missioni con un sorriso tronfio stampato sulla faccia. Un sorriso che forse contrastava con il suo viso sporco, i vestiti strappati, e l'espressione decisamente stressata dei suoi due compagni di squadra.

Mentre gli altri due correvano a sedersi sulla panchina libera più vicina il giovane ninja si diresse con decisione verso il bancone dove un'annoiato chunin, stava dando una scorsa a una serie di documenti, senza troppo impegno.

Akeru, seccato per la distrazione del chunin, richiamò la sua attenzione battendo con forza sulla sua scrivania. Quello sobbalzò all'improvviso e quando si accorse chi era il suo interlocutore lo squadrò con un occhiata decisamente seccata.

Ancora quel ragazzino irritante” pensò, ma ciò nonostante ripose i fogli che stava leggendo prima, e decise di degnare il moccioso del suo interesse. Era il suo lavoro dopotutto...

Allora cosa c'è?” chiese in tono pratico.

Akeru non aspettava nessun'altra domanda. Estrasse di tasca una pergamena sporca, scritta con una fine calligrafia, fitta e difficilmente decifrabile, e la mise sotto il naso dell'indisponente chunin.

Abbiamo portato a termine le missione con successo!”disse sorridendo ancora più tronfio, e fissando il suo interlocutore con aria quasi di sfida.

Quello ne fu ancora più irritato. “Cosa diavolo aveva quello da essere tanto strafottente?” pensò, ma quando riconobbe, dopo un'analisi un po' più approfondita, la lercia pergamena che quello gli menava davanti, non potè trattenere un'espressione di sincero stupore.

Mi ricordo di quella missione” disse incredulo “Ma è di livello A!?”

L'espressione incredula del ninja fece gongolare ancora di più Akeru. Gli lasciò tra le mani il foglio e continuò ad osservarlo finché , sempre con un'aria stupefatta e un tantino idiota, il chunin archiviava la missione e gli consegnava la ricompensa.

Akeru fece tintinnare contento il sacchetto col denaro. Quello era stato sicuramente l'incarico più remunerativo che aveva mai avuto dall'inizio della sua breve carriera di genin, ma quello non era l'unico motivo della sua felicità.

Stava diventando forte. Lo sentiva!

Tornò dai suoi compagni, ancora ansimanti, per consegnare anche a loro le rispettive paghe.

Ecco a voi” disse “Sfaticati!” aggiunse in un tono decisamente provocatorio.

Ma sta zitto imbecille.” lo rimbeccò Testuhito, uno dei suoi compagni di squadra “ Non riesco a capire come fai a essere così bello pimpante. Forse sei veramente Stupido, dopo tutto!”

Akeru inarcò un sopracciglio.

Ha parlato la zavorra” rispose sprezzante “Se non fosse stato per la tua totale inettitudine, avremmo completato la missione molto prima, razza di frignone.”

Frignone?” rispose l'altro punto nel vivo.

Certo” continuò Akeru velenoso “Chi era quello che ha passato tutto il tempo a tremare come una foglia, e a lamentarsi a ogni piè sospinto....è un miracolo che non ci hai fatto scoprire tutti! Rika è stata molto più coraggiosa di te!”

Rika era l'unica femmina del gruppo, una ragazzina bionda, docile, con grandi occhioni blu mare, e la faccia da bambola. Quando sentì quel debole apprezzamento avvampò in viso e cercò di guardare altrove per nascondere il rossore. Aveva sempre avuto un debole per Akeru, fin dall'accademia. A quei tempi Akeru prendeva anche quello come una sfida con Hitoshi Uchiha, uno dei suoi eterni rivali, e cercava costantemente, e spesso inutilmente, di accattivarsi più ammiratrici di lui. Per questo si era sentito un po' sollevato quando aveva saputo che lei sarebbe stata in squadra con lui. Almeno non lo avrebbe assillato dicendogli quanto il primogenito degli Uchiha fosse figo, sopratutto ora che era nella squadra, speciale. E lui no.

Tuttavia ormai non gli importava più di essere al centro delle attenzioni di Rika ,e nemmeno di superare Hitoshi, almeno non così tanto come in passato. C'era una nuova ossessione nella sua testa calda. E quella occupava sempre e costantemente il primo posto in quel periodo, con sua grande irritazione.

Io non frignavo, ero solo giustamente preoccupato” si difese Tetsuhito “ Sei tu quello che si buttava in mezzo ai pericoli senza un briciolo di testa, deficiente!”

Non lo facevo senza riflettere. Avevo calcolato tutti i rischi e agito di conseguenza, ma un ninja mediocre come te queste cose non le capisce vero?” ribattè Akeru con ferocia. Sapeva di avere il coltello dalla parte del manico in quello scontro verbale. Quella volta era stato decisamente impeccabile nell'esecuzione della missione, ed aveva pure messo ko due chunin con estrema facilità.

Si sentiva al settimo cielo, e stuzzicare Tetsuhito non poteva che migliorare il suo umore.

Adesso basta rompere!” sbottò quest'ultimo “ Sono stanco.” disse come se questo sistemasse tutto.

Lo sei sempre” Ed era vero. Testuhito era un razzo, alto e allampanato con la fronte alta, capelli neri e appiccicosi schiacciati sul cranio, due occhiaie pesanti sotto gli occhi e una perpetua aria da chi ha la puzza molto molto vicina al naso.

Nonostante il suo carattere scorbutico e la sua passione nel rimbeccare e offendere costantemente gli altri, non era affatto un gran ninja. Era pigro, chiacchierone, distratto e asociale. Un pessimo elemento. E Akeru personalmente lo detestava, cosa che non rendeva facile la collaborazione tra i due. Ahahhh...quanto avrebbe dato per poter essere in un altro gruppo...pensò Akeru.

Magari nel gruppo di Naruto” si ritrovò a pensare....anzi a sperare. Ricacciò via con rabbia quei pensieri.

Insomma ragazzi smettetela”pigolò Rika vincendo l'imbarazzo “Akeru-kun oggi è stato molto bravo, non hai diritto di criticarlo Tetsuhito.”

Akeru si sentì vagamente lusingato..

Tanto tu stai sempre dalla parte di quello...” borbottò offeso Tetsuhito.

Su su, adesso basta” intervenne una voce alle loro spalle, calda e rassicurante.

Era stato il maestro Nomura a parlare. Era il jonin assegnato al gruppo di Akeru, il quale poteva asserire senza problemi di essere felice di averlo come maestro.

Nomura era uno dei maestri più giovani che c'erano in circolazione, era simpatico, li sapeva capire bene ed era sempre pieno di energie, spesso anche troppe. Li faceva sempre faticare molto negli allenamenti, e anche nelle missioni non si lasciva mai sfuggire l'occasione per insegnare loro qualcosa.

Stare al suo passo era faticoso, ma Akeru sentiva che così sarebbe diventato forte in breve. Se solo non ci fosse quell'idiota di Tetsuhito a trattenerlo. Non faceva altro che lamentarsi e frignare e per stare dietro anche a lui il maestro doveva sacrificare un po' gli altri due.

L'unico difetto, infatti, che Akeru poteva imputare al suo maestro era di essere troppo tenero e gentile, lui li voleva vedere tutti e tre uniti e amici, ma lui sapeva bene che ere impossibile.

Volevo farvi i complimenti per la missione di oggi, a tutti voi!”disse il maestro Nomura.

Tetsuhito scoccò un' occhiata di trionfo verso Baka.

Sopratutto tu Akeru, hai fatto passi da gigante in questo periodo.” stavolta fu lui a guardare dall'alto al basso l'altro “ Quando mi hai pregato di fare questa missione di livello A, ero un po' scettico – non soltanto un po', pensò Akeru – ma devo dire che avevi davvero le tue ragioni, ne sono felice!”

Akeru sogghignò gongolando complimentandosi con sé stesso.

In questi giorni sei davvero cambiato” notò arguto il maestro “Prima mi chiedi di insegnarti il chakhra elementare, (fra l'altro Akeru,con suo grande disappunto, aveva scoperto di avere il chackra del fulmine, lo stesso di Jin) e ora cerchi le missioni di livello A. Come mai tutte queste energie e voglie di fare?” chiese ammiccando.

Segreto” rispose Akeru sogghignando, ma in realtà lui era il primo che ci trovava poco da ridere.

Va bene, - riprese Nomura – avete due giorni liberi per riposarvi, anche perchè io sarò in missione, quindi non potremo vederci.” aggiunse.

Cosa? Quindi neanche allenamento?” chiese esterrefatto Akeru.

No, mi dispiace” fece il maestro con un'alzata di spalle.

Evvai” disse Tetsuhito.

Evvai un corno” esclamò lui mentalmente “ Dovrò allenarmi da solo anche domani, non che abbia problemi, ma con Nomura è meglio. Uffa!!”

Va Bene, allora io vado.” annunciò Akeru, e si voltò senza salutare.

Il maestro Nomura sapeva bene che con quel “io vado” intendeva “vado ad allenarmi”.

Ormai lo faceva ogni giorno, da quando aveva combattuto nel giardino di casa Uzumaki, non importa in che condizioni fosse ridotto.

Eh già Akeru era davvero cambiato, ma non sospettava nemmeno lontanamente quanto.


Nonostante il cognome Baka Akeru, non era uno stupido. Si era reso conto già da solo che da quando Haru era stata male qualcosa si era messo in moto in lui.

In passato era stato un bambino talentuoso ed estremamente orgoglioso. Era giunto all'accademia conscio che avrebbe dovuto farcela con le sue forze, senza avere dalla sua un cognome di spicco (anzi, più che un vantaggio il suo era un handicap) o genitori famosi. Si era allora armato di buona volontà e dedizione, richiudendosi dietro una maschera di orgoglio e di spavalderia, per non perdere mai coraggio, una maschera che ormai era diventata parte di lui, con tutto ciò che comportava.

Per questo aveva sempre odiato Hitoshi, Kotaro, Chiharu e, ovviamente , Jin.

Era vero che alla fine era sempre arrivato dietro di loro, ma non si era mai considerato inferiore, nemmeno per un'istante... fino a quel giorno.

Il giorno in cui, con sua grande stupidità, aveva seguito Chiharu nel giardino di casa Uzumaki ed aveva preso parte alla sua prima vera battaglia. Gli pesava dirlo, ma aveva avuto l'occasione di toccare con mano la genialità della piccola Nara. Era stato invidioso, quello era vero, ma l'invidia in poco tempo aveva lasciato il posto ad un altro sentimento....forse stima? O forse qualcosa di diverso. Vederla piazzare le trappole con tanta facilità e perfezione, vederla correre da una parte all'altra noncurante delle ferite, e sentirla strattonarlo e tirarlo a sé era stato......incredibile. Quando era vicino a lei si sentiva avvampare, e non era solo per la sua bravura. Era stato battuto e surclassato da lei, ma nonostante questo aveva lasciato perdere per un secondo l'orgoglio e si era beato, semplicemente, della visione di quella straordinaria creatura. Gli era sembrato,allora, che fosse così diversa dalla Chiharu che conosceva....

Gli era sembrata....meravigliosa.

E meraviglioso era stato l'istante in cui l'aveva vista coi capelli sciolti, così lunghi, scuri e belli. Si era dato mille volte dell'idiota, era in mezzo ad una battaglia, come poteva pensare a certe cose in un momento come quello?....ma non era riuscito a staccare gli occhi per un solo secondo da lei.

E poi era accaduto....ed era stato terribile. L'aveva sentita, cadere pesantemente sulle ginocchia, in un modo scomposto, innaturale, freddo....come se di colpo l'avessero privata di tutta quella vita che fino ad un attimo prima scorreva in lei con tanto impeto.

Fino ad un attimo prima lei era accanto a lui, appoggiata al muro, con la testa sulla sua spalla....non lo avrebbe mai confessato a nessuno, ma sperava che quell'attimo sarebbe stato eterno....

E invece no. In pochi istanti era stato strappato dal suo mondo dei sogni per tornare in quello reale, che però somigliava così tanto ad un incubo....un terribile incubo.

Si era sentito inutile...tutto quello che aveva potuto fare era stato gridare aiuto con una voce strozzata, e costringersi ad accettare che quello che i suoi occhi vedevano era vero....maledettamente vero.

Non sarebbe stato neppure in grado di alzarsi in piedi se non glielo avesse ordinato la madre di Haru.

E poi....corse. Corse con tutto quello che rimaneva in lui, animato solo dalla disperazione, e con il suo volto marchiato a fuoco nella mente, e nel cuore.

Corse più veloce di quanto avesse mai corso in vita sua e trovò i medici con velocità straordinaria....li trascinò a forza da lei, disperato e poi li vide portarla via.


Dopo fu tutto più calmo, forse peggiore. Coma. Non era morta....non ancora almeno. Ce l'avrebbe fatta? Si? O forse no?

Era diventata un'idea ossessionante per lui. La notte non dormì, e neppure quelle seguenti. Quella fu l'epoca dei sensi di colpa. La sua corazza di orgoglio e sfrontatezza era stata perforata, violata da quella ragazza la cui vita era appesa a un filo. E ora la sua anima era a nudo....e lo faceva sentire debole vulnerabile.

Doveva affrontare la verità, quella parte di lui che gli diceva che era tutta colpa sua, che era stato inutile, che tutto quello che aveva saputo fare era stato scappare, e dirle tutte quelle cose orribili....orribili e false.

Avrebbe dovuto accorgersi per primo della gravità della sua ferita. Lui era quello che le era stato più vicino in tutto quel tempo, l'aveva stretta, gli si era seduto accanto....e non aveva capito nulla. Maledizione!

Nei giorni seguenti decise che sarebbe andato a trovarla. Ne aveva bisogno lui per primo.

Purtroppo ci si mise di mezzo una stupida infermiera dicendo che l'orario delle visite era finito e mille altre palle che a lui non interessavano...

Non importava quanto lui si agitasse e protestasse ma quella non lo lasciava entrare.

Stava per dargliela vinta quando vide spuntare dalla sua stanza quei due idioti di Hitoshi e Kotaro.

Maledizione! Come osavano essere li prima di lui? Era stato lui ,dopotutto, a salvare Haru (o almeno così si diceva per non farsi vincere dal senso di colpa) mentre loro erano a giocare a fare gli eroi.

Hitoshi gli passò accanto e gli lanciò un sorriso di vittoria maledettamente irritante. Quel che restava del suo orgoglio lacerato si fece sentire nuovamente, gridando a gran voce che non poteva farsi vincere da quei due...che era una cosa personale.

Credette che fosse dovuto a questo la rinnovata forza di volontà con la quale si gettò all'assalto dell'irremovibile infermiera, ma si sbagliava....e nemmeno lo sapeva.

Metà ospedale ormai stava guardando quel teatrino quando intervenne a sorpresa Temari. La madre di Haru sembrò ad Akeru ancora più spaventosa di come l'aveva vista nel bosco. Occhiaie scavate, capelli in disordine e colorito terreo...pensava che fosse venuto per cacciarlo una buona volta. Invece contro ogni sua previsione fu lei ad aprirgli la porta della camera di sua figlia, mettendo a tacere l'irriducibile infermiera con appena uno sguardo.

Temari pensava fosse giusto, in fondo quel marmocchio aveva trovato davvero in fretta i medici, e li aveva trascinati di forza da sua figlia....prima che fosse troppo tardi. Glielo doveva.

Akeru quando entrò nella stanza d'ospedale in cui Haru era ricoverata, per un'istante rimpianse di averlo fatto. Non che ci fosse nulla di cruento da vedere, ma in qualche modo quella scena gli faceva senso...era così innaturale.

Già di perse gli ospedali lo mettevano a disagio con il loro bianco impersonale, quell'odore asettico che sempre li avvolge, lo sguardo così professionale che hanno i medici, che guardano alle persone come se fossero oggetti da studiare, semplici ammassi di sintomi da riconoscere...

Ma quella era di sicuro la scena peggiore che avesse mai visto in un ospedale. Lei era distesa, bianca come la morte, su quel lettino, con tubi e sensori dappertutto, circondata da mille macchinari, in mezzo ad un silenzio innaturale rotto solo dal ritmico beep beep dei marchingegni.

Tutto quello lo fece sentire terribilmente in colpa, ...di nuovo.

Quello scenario era così...sbagliato per lei. Per quanto lui conoscesse Chiharu, ovvero come ninja e come rivale, era sempre stata una ragazza vitale e piena di energie, di intelletto, sempre con la battuta giusta (e spesso irritante) in bocca...e ora sembrava una mummia.

Non disse nulla....rimase solo li a guardarla, e ha sentire qualcosa dentro di lui andare in pezzi. Si domandava se ce l'avesse davvero potuta fare, in quelle condizioni.

Si maledisse ancora. Non l'aveva affatto salvata...perchè lei non era viva ora. Certo biologicamente respirava, il cuore batteva ma quella non era vita.

Lei ora si trovava in un mondo che era in bilico tra la vita e la morte, e bastava in soffio per farla sprofondare in una delle due.

O peggio, poteva capitare che non uscisse mai da quello stato, che rimanesse prigioniera di quella non vita per sempre....

Quando uscì aveva il morale decisamente a terra.

Nei giorni seguenti Akeru sembrò accettare, almeno in piccola parte ciò che era accaduto, fino a che non gli arrivò l'ennesima notizia che gli fece fare un balzo al cuore.


Si ricordava ancora tremendamente bene l'istante in cui la copia di Kotaro era comparsa all'orizzonte, correndo come un disperato, per gridare poi a lui (anzi, a Jin che in quel momento era con lui) che le condizioni di Haru erano drasticamente precipitate.

Akeru li aveva seguiti all'ospedale, con il cuore in gola. I sensi di colpa in quell'istante erano riaffiorati più forti che mai....ora c'era davvero in gioco la vita di Chiharu. Questa poteva davvero essere l'ultima volta che la vedeva viva. E non potè fare a meno di addossarsi, nuovamente e ,forse, stupidamente, tutte le colpe.

Arrivati in sala d'attesa l'atmosfera era terribilmente angosciante. Lui si era tenuto distante dal gruppo di amici e parenti che presidiava la porta della sala operatoria. C'era gente che camminava su e giù, che sedeva con aria afflitta, che era ad un passo dalla disperazione, chi ancora non accettava l'accaduto. Tutti quanti erano lì, in quel momento a mettere in gioco i loro sentimenti per Haru.

Si sentì incredibilmente solo. Akeru non aveva mai avuto un amico in vita sua, non aveva mai considerato qualcuno tale, né ne aveva mai desiderato uno. Ma in quel momento avrebbe voluto disperatamente unirsi a quei perfetti sconosciuti. Aveva bisogno di qualcuno che gli stesse accanto, qualcuno con cui condividere la sofferenza e l'angoscia che lo stavano opprimendo.

Quando seppe che si era ripresa e che non rischiava la vita, gli sembrò di essersi tolto un macigno dalla coscienza.

Andò persino a trovarla, ma il loro colloquio non fu esattamente quello che si aspettava.

Cosa credi? Che poche ore di momentanea collaborazione cancellino anni di odio?”

Si, avrebbe voluto rispondere lui, ma invece non fece altro che andarsene via furente.

Maledizione! Dopo che Haru si era ripresa il vecchio strato di orgoglio che copriva la sua anima, era tornato più forte che mai, e quando aveva sentito le parole di quell'ingrata aveva perso il controllo.

Certo che le cose erano cambiate! Almeno per lui. Ma evidentemente per lei lui continuava ad essere il solito, odioso, Stupido.

Ma le avrebbe fatto capire subito che si sbagliava. Eccome.

Sarebbe diventato un ninja provetto, e allora anche lei sarebbe stata costretta ad ammirarlo.


Da quando Akeru aveva fatto quella promessa a se stesso, si allenava al limite tutti i giorni, senza risparmiarsi. Sapeva di essere un buon ninja, ma tendeva a evitare i pericoli se poteva, e nella sua ottica, quasi tutto era un pericolo.

Però da quel giorno si era impegnato a cambiare anche quella parte di sé, e doveva ammettere che in quella missione aveva davvero avuto il coraggio di un leone.

Akeru era pienamente soddisfatto del suo operato quel giorno, o almeno così pensava mentre si dirigeva a grandi falcate verso il campo d'allenamento numero quattro.

Aspetta solo un altro po' Haru, vengo a prenderti!” pensò convinto. E per enfatizzare ancora di più la sua esclamazione mentale agitò all'aria un pugno serrato. Avrebbe voluto subito fiondarsi ad allenarsi ma il suo fisico chiedeva pietà, e allora pensò che ,visto il brillante operato di quel giorno, poteva anche prendersela comoda a raggiungere il campo, e bearsi dell'aria primaverile che gli accarezzava il viso, facendosi una meritata e rilassante passeggiatina.

E proprio allora li vide. Anzi prima di vederli li sentì.

Uscivano da una strada laterale e ,a prima vista, il gruppo di Naruto non sembrava in condizioni molto diverse dalle sue: erano tutti e tre sporchi, sudati ed evidentemente provati.

Akeru ,che era corso istintivamente ai ripari non appena aveva intuito a chi appartenessero le voci indistinte che aveva sentito, si sporse dal suo nascondiglio tra le fronde degli alberi per seguire meglio la scena.

Sembrava che i maggiori responsabili di tutta quella confusione fossero Haru e Hitoshi che si rimbeccavano a vicenda con aria imbronciata.

Akeru sentì riaffiorare la rivalità che lo legava al rampollo degli Uchiha e pensò che in fondo, anche se ci era in squadra assieme, anche lui non faceva litigare con Haru.

Una magra soddisfazione. Almeno lui poteva vederla tutti i giorni.

In quel momento pensò con orrore che l'ultima volta che aveva visto Chiharu era stato in ospedale dove non erano decisamente volate parole gentili. Si sentì il cuore in gola e desiderò con tutto il cuore che quei tre se ne andassero.

Nel preciso istante in cui la sua mente formulava questo desiderio, vide in lontananza Naruto scomparire in una nuvoletta di fumo e lasciare i suoi alunni da soli con le loro questioni.

Dopo poco Haru e Hitoshi lasciarono cadere l'argomento della lite, qualunque fosse stato, e si avviarono, Akeru notò con sommo orrore nella sua direzione.

Pensò che forse era il caso di nascondersi un pochino meglio, ma il suo orgoglio riemerse dalle tenebre del suo ego e lo schiaffeggiò violentemente.

Ma ti sembra? Scappare così in questa maniera, davanti a quel Uchiha per giunta? E poi se proprio cerchi un'occasione per mostrare ad Haru quanto sei migliorato questo è il momento giusto! Chissà come reagirà sapendo che hai portato a termine una missione di livello A! Se, invece , resti qui rintanato come un coniglio, come pretendi che lei ammiri il tuo coraggio?” la vocina nella sua mente era stata molto convincente, pur nella sua brutalità, e Akeru, mandando giù un bel po' di saliva, si fece coraggio e uscì allo scoperto.

Dopotutto c'era la possibilità che incrociandosi, il gruppo di Hitoshi lo ignorasse, visto come un attimo fa erano impegnati in una così accesa discussione.

Ma guarda un po' chi si vede, lo Stupido” fece la voce strafottente di Hitoshi distruggendo le esili speranze del giovane genin “ Cosa fai di bello qui? Torni tutto sudato dalla tua missioncina di livello C?” chiese con sprezzante arroganza.

Veramente era di livello A.” disse di rimando quello.

Oh ma che bravo” gli fece eco l'altro “Quando è stato che noi abbiamo fatto la prima? Tre mesi fa?” aggiunse con un sorrisino di superiorità

Adesso gli spacco la faccia! Pensò Akeru

Si, però non è andata proprio benissimo, ti ricordo.” aggiunse Haru con un'impercettibile tremito nella voce e Hitoshi afferrò al volo che quella conversazione stava andando nella direzione sbagliata.

Quella era stata la missione in cui Haru aveva deciso di smettere di essere ninja, salvo poi cambiare idea all'ultimo istante dopo “l'incidente” di casa Uzumaki.

Akeru invece non colse il significato che giaceva sotto le parole di Haru, e le interpretò come un inaspettato aiuto.

Allora il sangue del tuo casato non è così infallibile come millanti?” annunciò lui tagliente.

Ma taci!- rispose l'altro- Sei migliaia di anni luci dal nostro livello, come pensi solo di poterti confrontare con noi”

E sopratutto con me! Aggiunse mentalmente.

Non vi ho mai considerati superiori a me!” rispose lui con rabbia.

Ma se ci tenevi così tanto disperatamente a entrare nel nostro gruppo! Chi era quello che voleva che gli fosse concessa un'occasione, ed era anche disposto a collaborare con il nemico?” fece Hitoshi ,sapendo di aver toccato un tasto dolente.

Ma chi vorrebbe essere con voi, spocchiosi imbecilli che non siete altro!” disse con rabbia e si mise in posa di combattimento.

Hey, hey, non avrai intenzione di metterti a lanciare shuriken come l'altra volta? O devo ricordarti come è finita?” intervenne Haru.

Akeru se lo ricordava bene, gli faceva ancora male la spalla. Rimase fermo senza saper come reagire. Era meglio non attaccar briga, ma non voleva darla vinta a Hitoshi.

Allora te ne vai o devo suonartele davvero?” fece ancora Haru vedendo che lui non ribatteva “Mi hai sentito, Stupido?”

Lo Stupido in questione era rimasto colpito. Non se l'aspettava, non dopo quello che era successo tra loro, ma poi gli tornò in mente la loro ultima conversazione.

Già, cosa diavolo credevo che fosse cambiato?” disse con un tono sorprendentemente amaro “...Anche dopo che ti ho salvato la vita rimani la solita cretina acida!” sbottò lui con più rancore nella voce di quanto avesse voluto.

Stavolta fu Haru a rimanere basita. Era convinta che i litigi e gli scambi di insulti rientrassero nella normalità del loro rapporto. Insomma, certo loro non si erano mai piaciuti, e il punzecchiarsi a vicenda era diventata da molto tempo una rutine....allora come mai quel tono improvvisamente rancoroso?

Corrugò la fronte e aprì leggermente la bocca in un'espressione di stupore e incomprensione.

Ma che...?” stava per domandare qualcosa, non sapeva nemmeno lei bene cosa, ma non ebbe tempo.

Akeru, le voltò improvvisamente le spalle e si diresse quasi di corse in un piccolo sentiero verso il bosco.

Ma, che?” Haru non riusciva a biascicare altro. Davvero non se lo spiegava quel comportamento da parte di Stupido. Di solito questo sarebbe stato nulla per lui...non è che forse, lui pensava che davvero fosse cambiato qualcosa in quella giornata? Possibile?

Haru partì in quarta seguendo lo stesso piccolo sentierino che Stupido aveva appena imboccato, quando venne fermata dalla voce di Hitoshi.

Ma dove diavolo vai? Segui quello!?” sbottò.

Tu stanne fuori intesi, è una cosa tra me e lui!”

Hitoshi rimase interdetto ma comunque, forse troppo stupito, intimorito, o arrabbiato per la strana reazione della compagna non ribattè lasciando a quella il tempo di allontanarsi.

Lui e Kotaro si guardarono preoccupati. Avevano già da qualche tempo il sospetto che Stupido si fosse preso una bella cotta per Haru, ma avrebbero scommesso qualunque cosa che lei se ne fregasse più che altamente di lui e dei suoi sentimenti. Eppure eccola li che corre dietro a quell'imbecille. Ah le donne! Che mistero!


Akeru Baka si sentiva improvvisamente un imbecille. E notò con rammarico che gli capitava sempre quando parlava con Haru. Ma come gli era saltato in mente di parlarle così? Forse era ancora il suo lato orgoglioso che parlava al posto suo? Forse? O forse semplicemente era lui che era davvero troppo Stupido per pensare di fare colpo su una ragazza. Accidenti questo non è nemmeno l' A B C del corteggiamento. Insultare la ragazza in questione e i sui amici, non era una buona mossa, e non bisognava essere un genio per capirlo.

Certo che anche lei avrebbe potuto essere...diversa. Quel suo tono così improvvisamente acido e tagliente l'aveva offeso...e avvilito.

Idiota, idiota, idiota!” disse, senza sapere se si riferiva a lui, che continuava a illudersi di essere qualcosa di più di un fastidio per lei, o ad Haru, che non si sforzava nemmeno di capire i suoi sentimenti.

Come darle torto però. In effetti loro fino ad un mese prima si detestavano. Entrambi corazzati di orgoglio e ambizione si erano sempre visti come i nemici...e solo ora lui capiva quanto erano simili.

Troppo tardi.


Ma Akeru non era l'unico a sentirsi un perfetto idiota quel giorno. Haru ancora non si capacitava di quello che stava facendo. Stava seguendo Stupido!

Non importa da quale parte la girasse, ma era evidente che si stava preoccupando per lui. Per LUI!

Ma che le prendeva? Era forse impazzita tutta d'un tratto?

Beh pazza o meno, era innegabile che lo stava inseguendo, le sue gambe correvano e incredibilmente quello stupido del suo cuore non la smetteva di martellare in petto.

Sbuffò sonoramente aprendosi un varco tra l'erba alta.

Il sentiero che Baka aveva scelto era stretto avvolto dalle sterpaglie. Non era nulla di più di una sottile strisciolina di terra battuta seminascosta nella boscaglia. Haru non ricordava di aver mai usato quel passaggio e si chiese dove portasse.

Forse era una scorciatoia per la casa dello stupido? No, non credeva per quel che sapeva lui abitava verso il centro del villaggio, non verso la foresta.

Haru si fermò un attimo a prendere fiato. L'allenamento speciale al quale Naruto l'aveva sottoposta quel giorno l'aveva davvero sfiancata.

Dopo aver ripreso fiato continuò l'inseguimento ma ad un'andatura meno sostenuta. Con sua grande sorpresa notò (con un certo piacere) che il sentiero finiva di colpo in una svolta, allargandosi in una piccola radura nel cuore del bosco.

E, in mezzo a quella bella radura c'era la sua preda. Lo stupido era lì, impalato, con una mano che gli accarezzava il mento e l'espressione concentrata, pensosa.

Altra cosa strana, notò Haru. Non aveva mi visto il ninja così meditabondo. Di solito era strafottente, sempre con un sorriso acido sulle labbra.

Invece vederlo così stranamente serio, la stupì. I suoi lineamenti, in quell'espressione meditabonda e quasi melanconica, sembravano diversi.

Più attraenti

Haru arrossì di colpo per quello stupido pensiero e lo scacciò quasi con rabbia.

Stupido non era attraente, e nemmeno uno di cui ci si debba preoccupare! Era solo uno stupido! E lei era stata ancora più stupida a seguirlo. Meglio andarsene, prima che nascessero in lei altri pensieri stupidi.

Detto fatto. Lei non era ancora uscita dalla penombra del sentierino e lui non dava segno di averla notata.

Ma la fretta, si sa, gioca brutti scherzi. Completamente dimentica dei suoi insegnamenti da ninja, Haru calpestò un ramo abbastanza sottile da spezzarsi, e abbastanza grosso da produrre un grosso schiocco.


Akeru era andato nel suo posto preferito, senza neanche volerlo, trascinato dai suoi piedi.

Quello era il luogo in cui si rifugiava quando la coscienza giocava brutti scherzi e aveva bisogno di riflettere.

Quel piccolo spiazzo in mezzo al bosco, circondato da alberi, in qualche modo lo calmava.

Stava giusto cercando di riordinare le idee in merito ai suoi sentimenti nei confronti della giovane Nara quando i suoi sensi, resi acuti dall'addestramento in accademia, capterono il suono di un ramo spezzato.

Si voltò di colpo e il cuore gli saltò in gola.

TU!” fu tutto quello che riuscì a dire, rosso come un peperone. Ma che bella uscita, pensò rassegnato.

Haru, sorpresa nella fuga, si voltò verso di lui e gli disse:

Cosa ci fai qui?”

Che domanda del cavolo è? Sei tu che mi hai seguito!”

Lei arrossì. Non aveva idea di che dire adesso.

Comunque questo è....il mio posto di riflessione” continuò lui con un leggero imbarazzo.

Haru sembrò colpita.

E su cosa stavi riflettendo?” chiese lei di colpo curiosa.

Non sono affari tuoi” Riabttè lui. Ecco, l'aveva fatto di nuovo. Non riusciva proprio a parlarle senza sputare veleno dalla bocca? Era così difficile, confessarle che stava pensando a lei? Che non faceva altro che pensare a lei da settimane. Che era la sua ossessione. Che l'amava!

Tossì nervoso.

Comunque tu perchè mi seguivi?”

Lei parve dubitare per un istante e non rispose.

Allora?”

Ecco...” cominciò lei “ sembravi strano.”

Io strano?” fece lui. Maledizione forse si era accorta di qualcosa! Anzi, altro che maledizione, era la sua occasione.

Si insomma, sembravi scosso,...eri strano. Pensavo ti fossi offeso o che so io!” disse lei in un tono non troppo dolce.

Ti stavi preoccupando per me?” fece lui speranzoso (ma si guardò da non far trapelare questa sua speranza dalla sua voce, che suonò più canzonatoria che altro)

Cero che no, Stupido!” si affrettò a dire lei “Figurati se mi preoccupo per un pappamolle come te!”

Hmpf...vedo che ti sei calate bene nel tuo personaggio, vero?”

Di che parli?” fece lei irritata ma sulla difensiva.

Adesso ti comporti come se non fosse mai successo nulla ma fino a qualche settimana fa chi era che non voleva più essere ninja- non sapeva perchè glielo stava rinfacciando, forse perchè si sentiva tradito – dimenticando i suoi compagni e la sua famiglia? Ti nascondi bene dietro la tua maschera di superiorità, però in realtà, sei solo....”

Una vigliacca.” completò lei, scura in volto. Evitava di guardarlo negli occhi,e il suo tono era stranamente grave. Non avrebbe mai pensato che una come Haru sarebbe mai riuscita a produrre una voce così...amara, triste, sconsolata.

Si, in fondo hai ragione.” convenne lei sempre in quel tono abbattuto. Questa volta era il turno di Akeru di essere sorpreso. Non si era mai aspettato nulla di questo tipo da lei...

Quando ho detto che volevo smettere di essere ninja in realtà stavo solo scappando. Non era quello che volevo veramente, mi stavo nascondendo dalla mia responsabilità....Sono stata così sciocca....”

Non sapeva come mai si stava confidando proprio con Stupido. Ma stranamente con lui riusciva ad aprirsi, e riusciva a confessargli cose che si vergognava troppo di dire ad Hitoshi o a Kotaro. Era una vigliacca anche da questo punto di vista...però con lui riusciva a essere stranamente più rilassata...e ora che le parole avevano iniziato a scorrere, non riusciva più a fermarle.

Non avevo neanche mi provato a fare gioco di squadra, neanche una volta. Non mi piaceva l'idea di avere bisogno degli altri. Insomma, ho sempre vissuto considerando gli altri alievi all'accademia come miei rivali, come il nemico da sconfiggere...Che sciocca, allora non sapevo nemmeno che cosa significasse nemico. Allora c'ero solo io nel mio mondo. Io ero la più brava. Io ero la più furba. Io ero la più forte....E quando mi resi conto che non era così, diedi la colpa agli altri.” Alzò le spalle e tentò di sorridere amaramente, ma Akeru non rispose al sorriso. La guardò, serio, sconcertato, con quei suoi occhi penetranti. Haru non riuscì a sopportare quello sguardo e riabbassò il proprio.

Mi ero convinta che nessuno mi amasse...che per tutti fossi solo un oggetto da trasformare in un'arma sempre migliore, o utilizzato al mero scopo di tenere alto il nome della famiglia, e completare i sogni spezzati di mia madre. Mi sentivo così sola, sapessi. E così infuriata con il mondo. O forse solo con me stessa.” La sua voce tremava debolmente. Era saltato via un tappo che si teneva chiuso da chissà quanto, pensò Akeru, e ora tutto il rancore e la tristezza di quei mesi stavano riemergendo inaspettati. Lui sapeva quanto era stata rischiosa la decisione di Haru di tornare a essere ninja, con quello che era successo al suo cuore.

Realizzava soltanto ora quanto quella decisione fosse dipesa dal senso di colpa che provava nei confronti dei compagni di squadra, di Naruto, e della famiglia. Si sentì vagamente partecipe al suo dolore. Infatti anche lui voleva cambiare perchè spinto dal senso di colpa...in parte almeno.

Sai...pensavo avessi ragione, quella volta che mi hai urlato che nessuno mi amava. Ma la verità è che io non volevo che nessuno mi amasse.”

Haru si era sfogata. Respirava profondamente. Ora si sentiva davvero idiota, ma parva che quel sentimento fosse ormai diventato parte integrante di quella giornata senza capo ne coda. Basta...aveva dato troppo spattacolo.

Si voltò di colpo, nascondendo il rossore, e marciò decisa verso dove era venuta.


Akeru quando la vide voltargli le spalle si sentì tremendamente colpevole.

Non aveva mai pensato che quello che gli aveva detto quel giorno l'avesse ferita così tanto, ma le sue parole non lasciavano alcun dubbio.

Sai...pensavo avessi ragione, quella volta che mi hai urlato che nessuno mi amava

Si sentì un verme. E adesso lei se ne andava, lasciandolo li come un idiota a meditare sulle sue colpe. No quello era il momento. Anche lui non sopportava più il peso della sua idiozia, e lo capiva solo ora.

Non lasciarla andare


Pensò soltanto quello. Quell'unico pensiero mosse il suo corpo. Senza rendersene conto la sua mano si strinse attorno alla sua.

Ad Haru sobbalzò il cuore. A lei....che credeva che una cosa così non le avrebbe sortito alcun effetto.

Akeru fu stupito da quanto la sua mano in quel momento, dentro la sua, sembrasse piccola e inerme. Le dita sottili, la pelle fresca appena scaldata dall'ira e dall'emozione, la sentiva pulsare timidamente nella sua.

Lei si girò un attimo verso di lui, con in volto il ritratto dello stupore. Gli sembrò nuovamente una persona diversa. Quanti lati c'erano che non conosceva di lei, riflettè. Aveva gli occhi sgranati e leggermente lucidi, la bocca semiaperta in una “O” si stupore e le gote appena arrossate. Pensò che era fantastica.

Era una delle poche volte che Haru mostrava la sua femminilità, la sua fragilità e Akeru provò uno strano slancio d'affetto. Voleva essere lui a sorreggerla in quel momento, farla sentire sicura, e invece stava solo facendo la figura dell'idiota.

Non voleva nemmeno pensare alla faccia che probabilmente aveva in quel momento. Si sentiva le guance in fiamme.

Mandò giù e parlò. Gli sembrava tanto difficile in quel momento.

Senti – incominciò insicuro – Per quanto riguarda quelle cose che ti ho detto quel giorno, quelle cose orribili...che nessuno ti ama eccetera. Beh io non le pensavo veramente. Non le ho mai pensate. Ne quel giorno ne quelli prima. La verità è che anche io sono come te. Ho sempre cercato di considerare tutti come miei rivali, ed ero convinto di odiarti perchè mi superavi...”

Era ufficiale. Il mondo era impazzito, a partire da lei e Akeru, pensò Haru. Stupido che si scusava, e addirittura sembrava dispiaciuto? Doveva essere uno scherzo di pessimo gusto.

Però non le dispiaceva. Per un po' avrebbe finto che fosse tutto vero.

In realtà io ti ammiravo.” disse lui tutto d'un fiato, e questa fu la prova definitiva per lei che era impazzito “Non lo volevo ammettere neanche a me stesso, per questo reagivo così. Mi puoi perdonare?” chiese lui. E lo chiese con un'espressione che Haru non gli aveva mai visto.

Era serio, quasi concentrato. La guardava in maniera intensa, ma non supplichevole, come se attendesse di essere giudicato, e fosse disposto ad assumersi tutte le responsabilità del caso.

Lo trovò stranamente maturo. Piacevolmente maturo.

Bello

Non c'erano più dubbi, non scherzava, glielo leggeva in faccia. Quella faccia che vedeva per la prima volta, e che era sicura, era la vera faccia di stupido. Era come se dopo tanto tempo la maschera che portava sulla faccia stesse cominciando a scivolare giù, e a mostrare un pochino dell'anima che stupido proteggeva così gelosamente dalla vista di tutti. Un'anima forse debole, ma allo stesso tempo incredibilmente forte.

Lei lo sapeva. Perchè era così anche per lei.

Aveva vissuto anni proteggendosi dietro una patina d'orgoglio e superiorità, e quando si era sentita sconfitta, era arrivata al punto di considerare tutti gli altri suoi nemici. Di pensare che nessuno l'amasse.

Però poco prima con lui, era riuscito a togliersela di dosso, e respirare finalmente a pieni polmoni, un'aria bellissima, e con le sua forze stavolta.

Aveva capito che invece c'erano molte persone che tenevano a lei, Hitoshi, Kotaro, la famiglia, Naruto....e anche Baka in fondo.

E lei, cosa provava per lui, si chiese.

Cercò la risposta nel profondo e quando la trovò, la fece arrossire.

Forse era lo stesso per lui.

Lo pensi davvero?” gli chiese semplicemente. Lui annuì, e lei sentì il cuore riempirsi di felicità, inspiegabilmente. O forse no.

L'intreccio delle loro dita si sciolse lentamente. Akeru cercò di sentire le sue dita fino all' ultimo.

Cadde il silenzio imbarazzato tra di loro.

Haru recuperò in fretta (forse troppa), il suo solito atteggiamento.

Allora ammetti la mia superiorità?” disse, ma senza convinzione, con un risolino.

Certo che no.” ribattè lui “Vedrai, diventerò un ninja straordinario, il migliore di tutti, e allora...”

Me la farai pagare?” completò lei con ironia.

....ti proteggerò”

Il sorriso scomparve dalla sua faccia e si sentì il cuore che batteva forte.

Ah...e un'altra cosa” fece lui avvicinandosi.

Non finì la frase e si avvicinò ancora di più a lei fino ad averla di fronte, a pochi centimetri l'uno dall'altra.

Lui le mise una mano tra i capelli e si abbassò leggermente di lei.

Un bacio? Pensò Haru. Sperò Haru.

Ma la mano di lui lasciò veloce i suoi capelli e lei se li sentì spargere sulla schiena e sulle spalle.

Così sei molto più carina.” sentenziò lui con in suo laccio tra le mani.

Akeru adorava vederla coi capelli sciolti. Era il loro rito, aveva deciso, il loro legame unico.

Stupido!” fece lei senza cattiveria e sorridendo leggermente “Ora ridammelo però!”

Non ci penso nemmeno!” disse lui sempre sorridendo e mettendoselo al polso “ Se lo vuoi vieni a prendertelo!” e così dicendo si mise a correre in direzione del bosco.

Idiota, torna qui!” Urlò lei correndogli dietro....ma entrambi sorridevano.

Già, Baka Akeru era davvero cambiato, e nemmeno sapeva quanto.

Ma sapeva grazie a chi.


  
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