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Autore: DalamarF16    05/07/2014    9 recensioni
Sono passate poche settimane dagli eventi di New York, e Clint deve fare i conti con la sua coscienza, con le azioni commesse sotto il controllo di Loki. Accanto a lui, a cercare di aiutarlo, ci sarà Natasha, ma una nuova recluta darà una svolta alla vita di Occhio di Falco...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
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PERSONAL SPACE: Eccomi qui! Prima di tutto grazie alle mie fedelissime, Ginge e la mia stalker AlexisSlyterin, che non mancano mai di farmi avere le loro recensioni sempre molto gradite!
Grazie anche a chi sta leggendo questa fiction senza recensirla, spero vi stia piacendo!

CAPITOLO 5: Missioni

Natasha era su un volo privato dello SHIELD da ormai 5 ore e mezza.
La notte precedente si era addormentata senza accorgersene sul divano insieme a Clint, o almeno questo era quello che gli aveva lasciato credere.
La verità era che quando l'aveva visto crollare per la decima volta, anziché rifilargli il decimo calcio aveva deciso di lasciarlo riposare. Sospettava che non dormisse un granchè bene di recente.
Alla fine del film aveva deciso, spinta da non sapeva nemmeno lei quale ragione, di restare lì. La posizione non era poi scomoda, e i suoi piedi erano tenuti al caldo da quelli dell'amico, che dormiva così bene che non aveva voluto svegliarlo per tornare a casa. Per cui aveva lasciato accesa la tv e si era addormentata, facendogli credere che la sua permanenza fosse stata un incidente.
Non era preoccupata che lui si facesse strane idee per il fatto che lei fosse volontariamente rimasta, i due erano già finiti a letto in passato e avevano convenuto che una relazione tra di loro non era cosa da fare, e non per i regolamenti dello SHIELD, semplicemente non funzionavano come coppia, semplicemente non voleva che lui pensasse che lei non lo ritenesse in grado di restare da solo.
E' vero, lui le aveva chiesto compagnia proprio per quel motivo, ma un conto era accettare di vedersi un film e mangiarsi una pizza, su invito, un conto dirgli: guarda sono rimasta perchè volevo assicurarmi che se ti fossi svegliato non saresti stato da solo.
Sarebbe stato troppo umiliante per lui, anche se magari, anzi quasi certamente, il suo subconscio l'avrebbe ringraziata.
Clint aveva passato una notte abbastanza tranquilla, si era solo agitato un paio di volte, ma niente che l'avesse indotta a svegliarlo.
Contava di chiamarlo più tardi, o meglio ancora mandargli un messaggio quando da lui sarebbe stata sera, se non altro per sentire come era andata con le reclute.
Sperava davvero che Fury lo rispedisse in azione al più presto, era disposta perfino a prendersene la responsabilità; la sedentarietà gli lasciava troppo tempo per pensare.
Quanto a lei, il suo programma prevedeva una missione di routine, più o meno.
Infiltrarsi in un albergo, sedurre il solito maiale sceicco riccone, estrapolargli qualche informazione su delle nuove armi che stava sviluppando da vendere agli occidentali dopo che un attentato avesse casualmente causato un'invasione in un paese mediorientale a caso (niente di difficile, bastava una scollatura, un bicchiere di vino e fingersi di fronte a un eroe per far partire l'ego, e la lingua, di questi uomini, specialmente se gli si permetteva di allungare un pochino le mani) e poi svignarsela, possibilmente senza fare troppi morti.
Easy.
Scese dall'aereo e subito si fece accompagnare in albergo.
Ovviamente, trattandosi di uno sceicco in viaggio d'affari, il prescelto era niente meno che il Burj Al Arab a Dubai, meglio conosciuto come le vele. Una cosina da nulla, solo circa 2000 dollari a notte, a persona.
L'arrivo di una ricca, giovane, affascinante, donna sola con abbastanza soldi da permettersi quel genere di sistemazione, una Suite Panoramic vista mare con tutti i confort, non era certo passato inosservato.
Il suo obbiettivo l'aveva inquadrata (o meglio, radiografata) quasi subito, e lei non aveva mancato di notare che lui era tanto attratto da lei quanto lei era disgustata da lui. Finse di ignorarlo e si registrò con il nome di Linda Bellini, italiana di Venezia, dopodichè si fece accompagnare in camera.
Se da fuori l'albergo era un sogno, con la famosa forma a vela che lo caratterizzava e la struttura che si reggeva su un isolotto artificiale praticamente sul bagnasciuga della spiaggia, dentro non era certo da meno, con i suoi 8 lussuosi ristoranti, arredati uno più elegantemente dell'altro, di cui uno affacciato su un imponente acquario da togliere il fiato.
Palestre, piscine, tavoli da biliardo, sale giochi: qui chiunque avrebbe trovato il divertimento a lui più congeniale.
La suite che le avevano assegnato era gigantesca, circa 200 metri quadri da quello che riusciva a calcolare. Al centro della camera, tutta ricoperta di un immacolata moquet, vi era un sontuoso letto matrimoniale, e ai lati ampio spazio per ricevere gli ospiti, incluso un tavolo da 6 per una cena intima. Il maggiordomo che le era stato assegnato 24h attendeva pazientemente le sue istruzioni, dopo averla aiutata a togliersi la costosissima giacca. Gli chiese, cortesemente, ma con decisione (l'atteggiamento di una persona abituata ad avere a che fare con il personale di una casa, a cui si doveva comandare, ma allo stesso tempo portare rispetto), che le venisse preparato un bagno ristoratore. Acqua tiepida, ma non fredda, e sali da bagno agli agrumi. Ovviamente accompagnò il tutto con una lauta mancia.
Mentre attendeva si lasciò il tempo di godersi la luce della luna riflettersi sul mare. Era piena e chiara, e il cielo era sereno. La spiaggia vicina riluceva di una luce bianca. Una vista mozzafiato.
Decisamente, lavorare per lo SHIELD aveva i suoi vantaggi.
-Signorina, il vostro bagno è pronto- il cameriere le si rivolse in italiano perfetto, seppur con un po' di accento
-La ringrazio. Può andare. Mi svegli però domattina non dopo le 9 per favore-
-Sarà fatto. Buona serata-
Natasha sorrise e finalmente sola si spogliò. Godendosi il piacere di spogliarsi di quegli eleganti quanto scomodi vestiti e di godersi la soffice moquet sotto i piedi nudi.
Il bagno non era meno lussuoso. Ovunque c'era marmo, colorato di verde acqua,e la vasca da bagno poteva comodamente ospitare due persone, e forse anche un bambino.
Il maggiordomo, decise, si meritava una lauta mancia il mattino dopo.
L'acqua era calda al punto giusto, e i sali da bagno talmente buoni da spargere un delicato profumo di agrumi per tutto il locale. Si infilò nella vasca con un sospiro di piacere.
Agente segreto o meno, il viaggio era stato massacrante, e quel bagno caldo era una manna dal cielo.
Fece quattro conti e decise che Clint doveva essere nei dintorni della pausa pranzo. Un ottimo momento per farlo arrabbiare un po'.
Prese il telefono e compose il numero dalle chiamate rapide.

Le lezioni del mattino erano finite da poco, e Clint si stava godendo un tristissimo panino con dentro qualcosa di cui preferiva non sapere con certezza l'origine, quando il suo cellulare iniziò a vibrare.
Natasha, naturalmente.
-Pronto-
-Buongiorno, agente Barton-
-Buongiorno a te-
-Io mi direi buonanotte, a dire il vero-
-Dove sei?-
-Dubai-
-Vaffanculo-
-Alle vele-
-Muori-
Risero entrambi, anche se Clint trovava decisamente crudele il fatto che lei gli spiattellasse in faccia che era in un posto del genere quando lui era relegato al quartier generale dello SHIELD
-Come vanno le cose?-
-Passabili. Nessuno si è ancora sparato su un piede, mi ritengo soddisfatto. Tu, piuttosto? Spero che il tizio che dovrai sedurre puzzi-
-Guarda, l'ho intravisto oggi nella hall, mentre arrivavo...se puzza soltanto mi riterrei già una donna fortunata-
Clint storse il naso. Bleah.
Di solito invidiava Natasha, con quel suo corpo mozzafiato faceva un quarto della fatica di chiunque a farsi dire quello che voleva, ma ammetteva che a volte ci voleva del coraggio a farsi toccare da certi individui.
Anche nel periodo in cui andavano a letto insieme, lui non era mai stato geloso, sapeva bene come andava nel loro lavoro, e anche a lui era capitato di dover sedurre qualche donna e, anche se non lo avrebbe mai confessato nemmeno sotto tortura, sì anche qualche uomo. Solo che certe volte, effettivamente ci voleva molto, molto sangue freddo.
-Be dopo potrai goderti comunque un bagno in una di quelle piscine che loro chiamano vasche da bagno-
-Come sto facendo ora, avvolta dalla schiuma di un fantastico bagnoschiuma agli agrumi e un leggero idromassaggio?-
-Natasha, sto per andare in mano a farmi una sega con questa tua immagine in testa-
-Porco schifoso-
-Te lo se meritata, ammettilo-
Natasha rise.
-Devo andare ora...il maial...ehm l'obiettivo mi aspetta-
-Fattelo alla griglia-
-Ciao-
Mise via il telefono e mentre finiva il panino si prese una bella tazza di caffè fumante. Non l'avrebbe mai ammesso, ma Natasha gli mancava quando non c'era.
Non erano innamorati, quello l'avevano decisamente appurato, ma in qualche modo, averla vicino lo faceva sentire meno solo, come se avesse avuto una parvenza di famiglia.
Immerso in quei pensieri, non si accorse che il ragazzino che da due giorni lo guardava malissimo gli si era avvicinato.
-Posso fare qualcosa per te, Tommy?- gli chiese affabile mentre beveva un sorso dal bicchiere
-Hai mai ucciso qualcuno?-
Quella domanda gli arrivò diretta al petto. Cosa rispondere? Contavano quelli che aveva ucciso sotto il comando di Loki? Optò per una risposta diplomatica.
-E' inevitabile nel nostro lavoro. A volte ci viene ordinato di uccidere qualcuno per il bene di tutti-
-Ma hai mai ucciso qualcuno che non se lo meritava?- insistette il ragazzino
Meditò a lungo su cosa rispondergli. La domanda non era banale, e iniziava a sospettare che l'ipotesi di Natasha fosse del tutto sbagliata. Tuttavia, di nuovo, optò per una risposta più soft.
-Può succedere di commettere errori. Siamo umani, e a volte può succedere che chi dà l'ordine sbagli, o che nell'istante in cui hai sparato, o lanciato una freccia, qualcuno si sposti, e venga colpito. La vita è imprevedibile-
Il ragazzino tacque per un po', come indeciso su cosa rispondere. Clint lo guardò per bene. Non poteva avere più di quindici anni, decisamente era uno dei più giovani dell'accademia dello SHIELD.
Si chiese il perchè del suo arruolamento. Certo, lo SHIELD non aveva esitato a prendere lui, o Natasha, quando erano poco più grandi di Tommy, ma loro erano casi particolari: orfani, disadattati, addestrati a essere armi umane fin dalla più tenera età.
Tuttavia Tommy vestiva sempre bene, non aveva l'aria di un orfano. L'aveva visto, inoltre, socializzare durante la lezione.
Il ragazzino mise una mano in tasca, e ne tirò fuori una piuma. Il suo cuore perse un battito. L'avrebbe riconosciuta ovunque.
Probabilmente era sbiancato, perchè Tommy non gli chiese se apparteneva a una delle sue frecce. La sua domanda fu molto più diretta.
-E mio papà? Meritava di morire?-
E nell'istante in cui il ragazzo pronunciava queste parole, mentre Clint lo guardava negli occhi, la sua mente tornò a due settimane prima.

Stoccarda.
La prova generale di Loki di conquista dell'umanità. Un cecchino dello SHIELD era appostato sul tetto. Clint, per un qualche motivo, non l'aveva colpito da lontano. Gli si era avvicinato, aveva attirato la sua attenzione. E guardandolo negli occhi, gli stessi occhi che ora, più giovani, erano piantati nei suoi, gli aveva ficcato la punta della freccia dritta nel cuore. Senza arco, a mano.
E in quell'istante, mentre lui imprigionato in un angolo della propria mente gridava di orrore, aveva sentito tutto il sadismo di Loki, il suo senso di onnipotenza che cresceva man mano che la vita lasciava il corpo di quel soldato. E il godimento di Loki nel farglielo vedere, dell'uccidere qualcuno usando le sue armi, il suo corpo, senza che Clint potesse fare niente per evitarlo.

-A...agente B..Barton?-
La voce di Tommy lo riportò alla realtà. Ora non era più arrabbiato. Il tono di voce era basso, esitante, quasi spaventato.
Clint tornò alla realtà, il viso del ragazzino reso offuscato da un velo di quello che, si rese conto pochi istanti dopo, erano lacrime.
Si sforzò di recuperare il controllo, mentre lottava contro sé stesso.
Cosa dire a quel ragazzino?
I file che riguardavano la sua possessione erano riservati.
E' colpa mia.
Non darti colpe che non hai, Clint.
E' colpa mia.
Si tratta di mostri e magia, non siamo addestrati per questo.
E' colpa mia.
-S...signor Barton?-
Senza rendersene conto si era preso la testa fra le mani e aveva chiuso gli occhi. Si rendeva conto che lo stava spaventando, ma allo stesso tempo i ricordi, la confusione, il senso di colpa, le voci di chi cercava di aiutarlo, si mischiavano dentro di lui rischiando di fargli esplodere il cervello.
Ma ancora non sapeva cosa rispondergli.
Poteva prendersi la colpa, la colpa per quello che il suo corpo, sotto il controllo di Loki, aveva fatto.
O poteva mentire, dire che sì. Suo padre era stato un brutto errore di tiro.
Clint scartò subito questa seconda opzione. In un modo o nell'altro, il ragazzino doveva sapere che suo padre non era morto per caso, perchè si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
-Mio padre...era un traditore?-
-No, tuo padre non meritava di morire- Disse infine, recuperando la calma -Queste sono informazioni riservate, di cui non posso parlare, ma sappi, che è morto da eroe, facendo il suo dovere-
-Perchè l'hai ucciso?-
-Beh...- iniziò Clint, indeciso su come continuare.
-Agente Barton. Nel mio ufficio per favore-
La voce di Nick Fury non fu mai tanto gradita.
-Ne riparleremo Tommy- Quando avrò capito come darti una spiegazione logica terminò fra sé -Adesso torna nell'hangar. Vi raggiungo tra poco-
-Sì, signore-
Clint lo guardò andare via e tirò un sospiro. Poi si voltò ed entrò nell'ufficio del direttore dello SHIELD, chiedendosi cosa volesse da lui.
Solo in un secondo momento si ricordò che aveva appuntamento con la seconda perizia, che doveva decidere se poteva o meno tornare sul campio.
Aveva scordato l'appuntamento e probabilmente Fury aveva appena visto la sua reazione.
Merda.

PERSONAL SPACE: A sto giro niente flashback sulla vita di Natasha e Clint, ma come vedete, non ce ne è stata l'occasione. Inoltre, ho preferito, finalmente dare spazio a questa nuova recluta e alle missioni del presente.
quindi: Riuscirà Natasha nella sua missione? CLint passerà la perizia? Che cosa dirà Clint a Tommy? Lo saprete solo rimanendo connessi. Alla prossima!
   
 
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