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Autore: WithoutEstel    05/07/2014    0 recensioni
Sono passati anni ma ancora mi capita di apparecchiare per quattro a tavola.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi che sei tra i grandi re del passato

 

Sono in piedi sul terrazzo, fa freddo e guardo il mare. Addosso ho ancora la maglietta rossa del lavoro e i capelli legati. Sì, Ho ancora quelle ciocche blu che odiavi tanto. Non lo so, ma c'é qualcosa di strano nell'aria. Sarà la notte rosa in riviera, sarà che le canzoni da animazione dell'albergo di fianco mi irritano a tal punto che sono tentata di assoldare un criminale molto cattivo - uno tipo Jafar per intenderci, senza scrupoli - per buttarci sopra una bomba e incenerire tutto. O magari il riso alla marinara che ho mangiato a lavoro non era un granché. Fatto sta che succede.


Tutto il dolore si racchiude in un momento, questo momento. Quando il rumore delle onde che si infrangono contro le scogliere mi arriva alle orecchie, la musica assordante degli stabilimenti balneari mi rintrona, i fuochi d'artificio esplodono. E all'improvviso é silenzio. E tutto ciò che c'é é il ricordo di noi due sui lettini di questo terrazzo, avvolti dai teli, perché faceva freddo quassù di notte, ha sempre fatto freddo, fa freddo anche adesso. E ci sei – c'eri, non ci sei più - tu che indichi il cielo e che mi insegni come trovare il carro maggiore e il carro minore.
E il carro minore come si trova, come cazzo si trova, non me lo ricordo più. Torna ad insegnarmelo, puoi?


“Abbiamo avuto i risultati degli esami”
“E...?”
“Positivo”
Ricordo le lacrime che scendono, ricordo che cominciano a cadere e stavo mangiando i cappelletti. Cadono nel brodo, le mie lacrime. Ma dimmi se secondo te il momento giusto per dire una cosa del genere é a pranzo mentre mangio i cappelletti.
E mia sorella che vede tutte queste lacrime e comincia a urlare.
“Cosa c'é? Cosa c'é?”.
E non capisce, ma sa che é una cosa brutta, e piange, e piangiamo tutti.



Vorrei essere Simba, vorrei credere che i grandi re del passato ci guardino dalle stelle e siano sempre lì per guidarmi. Vorrei credere che tu sia lì.

 

Dreaming of mercy, in your daddy's arms again.


Ho tenuto il tuo corpo morto fra le braccia. Come fai a non impazzire quando stringi il corpo morto di tuo padre fra le braccia? E quando é stato il momento di lasciarti andare che non ce la facevo e ti scuotevo e dicevo “Svegliati, svegliati, babbo, svegliati”. E tu non ti svegliavi. E tu non respiravi.
È stata l'ultima volta che ti ho visto.


Sono passati anni, sai, ma ancora quando so il risultato di un esame mi viene l'istinto di chiamarti. Poi mi ricordo che c'é solo la mamma.


Mi ricordo quel trenta agosto che per il tuo compleanno ti regalai la penna più costosa della tabaccheria, spesi dodicimila lire. Tornai a casa tutta fiera del mio regalo, dicendo che ti avevo comprato una penna prestigiosa. E tu me lo lasciasti credere e ci facevi le settimane enigmistiche con quella penna, facevamo le cornici concentriche insieme.
Poi per un altro compleanno ti ho regalato dieci settimane enigmistiche vecchie, per farti fare i cruciverba di Bartezzaghi senior. Non sei mai riuscito a finirli. Era il tuo ultimo compleanno.


Sai, sono passati anni ma ancora mi capita di apparecchiare per quattro a tavola.


Non pensi mai che sia così dura. A volte non lo é, a volte non lo sembra. Poi sei qui che guardi il mare e guardi le stelle e ti ricordi di quel pezzo di ghiaccio che ti si é conficcato nel cuore, che quasi non te ne accorgi ma é lì, che trapassa il ventricolo sinistro. Non credo di essere come Kay, non credo che arriverà una piccola Gerda a sciogliermela con le sue lacrime.


Oggi il mare mi parla. Mi racconta di tutti i giorni passati su questa spiaggia, su questo terrazzo. Mi parla di lenzuola insabbiate, di svegliarsi e scoprire che mi hai comprato i bomboloni in pasticceria per colazione. Mi chiede di ricordare e mi chiede di piangere. Lo accontenterò per questa volta, perché qui ci sono solo io e oggi il pezzo di ghiaccio lo sento che mi pulsa dentro e mi fa male.


Memory
All alone in the moonlight
I can smile at the old days
Life was beautiful then
I remember
The time I knew what happines was
Let the memory live again.






A/N


Dreaming of mercy, in your daddy's arms again” é una citazione da Mercy street, canzone di Peter Gabriel.
La storia poi si chiude con la celeberrima Memory del musical Cats.


Gerda e Kay, per chi non li conoscesse, sono due bambini protagonisti de “La regina delle nevi”, fiaba di Andersen. A Kay si conficca una scheggia di ghiaccio nel cuore e diventa freddo, privo di sentimenti e parte con la regina delle nevi, dimenticando la piccola Gerda. Lei farà un lungo viaggio per arrivare al castello di ghiaccio e riprenderlo con sé e alla fine lo ritroverà e riuscirà a sciogliere il ghiaccio nel suo cuore. É una bella fiaba, merita.


La frase in cui nomino Simba invece si riferisce alla scena del re Leone in cui Simba e Mufasa guardano le stelle. Come facevamo io e mio padre.


Condivido questo momento perché oggi é una serata strana. Sono anni che non scrivo niente e invece questa mi é uscita così, di getto, e sono un po' felice e un po' triste di questo lavoro.


Pace, Amore, Empatia



F.

  
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