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Autore: Ortceps    05/07/2014    4 recensioni
STORIA COMPLETA
Se al tempo dei tredici rinnegati oltre a loro ci fosse stata una ragazza? Se provenisse dal nostro mondo? E dopo una vacanza sulla Terra tornasse al servizio di Galbatorix?
Ma tutto quello che conosceva è cambiato. Quello che vuole è il potere e farà di tutto per ottenerlo, però qualcosa potrebbe cambiarla.
Tra intrighi, bugie, sentimenti soppressi e l’incombenza della tirannide, chi vincerà? Il sangue bagnerà il suolo al suo passaggio, ma non colmerà la sua sete di vendetta, un solo destino che ancora non è stato scritto taglierà i fili che li uniscono.
Dalla storia:
“Tu mi vuoi salvare perché è la tua natura, aiutare principesse indifese” Nella grande sala cade il silenzio “Ma ti sei mai chiesto, almeno per un secondo se voglio essere salva?”
[…]
Posa un ginocchio a terra, nel sangue ancora fresco e caldo; alza gli occhi su di me e con la sua voce profonda, ma al contempo estremamente divertita chiede: “Vuoi sposarmi?”
Annuisco con le lacrime agli occhi, non sono felice “Io sarò la regina e tu il mio re” Perché in fono so che non avevo bisogno di lui, è dell’uomo che ora mi bacia di cui ho bisogno.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VOGLIO SALVARTI

16 – Sono un ladro
Il vento entrava lieve a scompigliarci i capelli, “È strano” Constato guardandomi intorno.
“Cosa?” Domanda Murtagh affiancandomi; la sabbia della piccola arena gli sporca i vestiti, non so cosa stesse facendo ma quando sono entrata era già qui, seduto a terra.
“Il re” Sapendo che quelle due parole possono spiegare tutto; lui mi guarda come se fossi stupida.
“Non c’è, e allora?”
“È strano” Insisto; tutti i giorni dopo il mio ritorno ha supervisionato i nostri allenamenti di scherma e ha sostituito i gemelli come insegnante di magia, un vero professionista al confronto di quei due.
“Bè, allora forse avrò il tempo di parlare con te” è una settimana che lo evito, non mi va di parlare della sera in cui eravamo ubriachi; ha dormito con me e allora?! Sembra che non gli sia mai successo e sono sicura che ha fatto di peggio. Ma non credo che potrò evitarlo adesso.
“Non abbiamo niente di cui parlare” Uffa, ma perché deve rendere le cose più difficili.
“Dai, non ti piacciono più i miei occhi?” Sbatte le palpebre con fare ironico; sbuffo, ma decido di reggergli il gioco.
“Sì, da morire; quasi quasi prendo un coltello e ti cavo i bulbi oculari per conservarli in un barattolo, ma per consolarti dal dolore ti prometto che li terrò sul comodino” Lui ride di gusto.
“Questo mi consola veramente; ma credo che ci sarebbero metodi migliori per ammirarli prima di andare a letto” Sogghigna.
“Ah sì? E quali sarebbero?” Mi avvento su di lui con la spada ed iniziamo il nostro allenamento.
Dopo due ore di allenamento ci fermiamo col fiatone, sono riuscita a batterlo una volta ma le altre tre ha vinto lui; fuori il sole sta tramontando e io ho una fame pazzesca.
“Io questa sera ho intenzione di bere, vuoi farmi compagnia?” Domanda; lo squadro, che intenzioni ha? Vuole chiedermi qualcos’altro?
“Non ci casco una seconda volta cavaliere” Lo ammonisco avviandomi verso l’uscita, lui mi segue.
“Non ho intenzione di chiederti nulla, pensavo solo che se vuoi bere è meglio che non incorri in qualche rissa da osteria contro qualcuno che non puoi battere e senza finire in un fossato mentre torni al castello” Ridacchia, probabilmente pensando al mio comportamento di dieci giorni fa.
“So badare a me stessa, cavaliere”
“A me non sembrava e il mio nome è Murtagh” Sospira “E comunque potresti incontrare dei ladri” Ridacchia ancora, come se avesse appena fatto una battuta.
“Tipo chi?” Domando annoiata.
“Tipo me” Risponde sicuro.
“Tu?!” La mia voce alle mie orecchie suona sconcertata, che bisogno ha di rubare lui? “E cosa avresti rubato?” Chiedo curiosa.
“Ancora niente, ma ruberò il tuo cuore” Accarezzo l’idea di girarmi e dargli uno schiaffo, ma mentre ci penso lo schiaffo si trasforma in un bacio e così decido di lasciar perdere e di ribattere con l’ironia.
“Le cose preziose le proteggo bene e non bastano semplici ladruncoli per rubarle” Lui sorride sbarrandomi la strada, lo osservo fintamente annoiata.
“Dammi una sera” Rido “Se credi che non ci riuscirò cosa ti costa?” Scuoto la testa; il problema non è che penso che non ci riuscirà, ma l’esatto contrario, ho paura che ci riesca.
Voglio che ci riesca.
“Accetto” Ma quanto sono stupida? Che cosa vuole da me? Perché mi devo innamorare proprio ora? No! Non sono innamorata! È solo che lui mi incuriosisce, non centrano questioni di cuore; non me lo posso permettere. Dovrei togliermi lo sfizio e basta! Eppure sto sognando baci sotto un albero all’alba, il suo respiro sul collo, la sua risata nell’orecchio, carezze…
Sant’iddio mi sto innamorando” Ma perché?!
Anna, forse potresti lasciar perdere il tuo piano di conquista e goderti un po’ di felicità, la meritiamo entrambe”
“No! Ci godremo la felicità quando sarò regina”
“Fai come ti pare, ma se le cose stanno così non baciarlo”
Detto questo esce dalla mia mente. E solo in questo momento mi accorgo che Murtagh mi sta trascinando per le vie della capitale; ha la mano stretta nella mia, mi rendo conto, stringo la presa e mi affretto a seguirlo. Sì, un po’ di felicità per una sera che male vuoi che faccia?
Entriamo in una taverna, Murtagh mi lascia la mano per andare a chiedere qualcosa al proprietario e io me ne dispiaccio un po’; poco dopo torna con due borracce simili a quelle della sera di dieci giorni fa, lo guardo un po’ scettica mentre le infila in una bisaccia.
“Solo due” Lui sogghigna.
“Fidati, bastano e avanzano” Sta per dirigersi fuori quando io lo fermo per un braccio.
“Non stiamo qui?” Domano interdetta; lui fa una faccia stranita.
“Certo che no!” Esclama quasi indignato; in effetti la locanda non mi sembra molto accogliente e puzza. Annuisco e lui torna a dirigersi in strada, lascio la presa sul suo braccio ma gli afferro la mano; lui si volta stranito e poi abbozza un sorriso.
“Volevo dire meno di una sera”
“Oh stai zitto” Gli intimo con la faccia scura; ride e inizia a guidarmi per i vicoli della città.
Ci troviamo fuori dalle mura, percorriamo il muro perimetrale fino ad a raggiungere una piccola insenatura tra i mattoni; Murtagh vi si accoccola e mi tira dentro, mi siedo di fianco a lui e prendo la borraccia che mi porge, la stappo e bevo un sorso; il liquido inizia a bruciare subito e mi viene da tossire, ma cerco di resistere con un risultato piuttosto ridicolo; Murtagh ride.
“Smettila, non è divertente!” Protesto sorridendo a mia volta; lui scuote la testa e prende un sorso dalla mia borraccia, ingoia e non sembra affatto risentirne.
“È solo questione di abitudine”
“Vedo che sei molto esperto di queste cose” Lo punzecchio, scuote nuovamente la testa sfiorandomi con in capelli  le guance; prende un altro sorso prima di parlare.
“Tu non capisci… Farei di tutto per dimenticarmi di tutti, anche solo per un po’” Effettivamente non capisco cosa intende, deve averne passate molte più di me, già solo provare a resistere a Galbatorix deve essere molto doloroso, per mente e corpo.
“Vuoi dimenticarti anche di me?” Cerco di sdrammatizzare, lui sorride.
“No, non voglio dimenticarmi le poche cose buone che ho” Sorrido, ma dentro mi sento morire; sto facendo tutti gli sbagli che mi ero ripromessa di non fare… E mi piace
sbagliare, mi fa sentire viva; quel dolore intenso e quel sentimento che provo per lui che mi dilaniano mi fanno sentire tremendamente viva.
“Hmmm, non credi di dover essere lucido per cercare di trovare un modo… per andarsene” E è la prima volta che desidero veramente andarmene; lui ride, una risata piena di amarezza e triste.
“Tu non hai la più pallida idea di quello che voglio dimenticare” Si ferma per bere e continua “ Con te il re è completamente diverso, forse perché non  gli hai aperto ufficialmente le ostilità, non so… Comunque non hai ancora avuto il piacere di vederlo realmente arrabbiato; quando mi hai trascinato via dopo che non avevo catturato Eragon, quello è stato niente; mi ha richiamato ed è stato peggio, molto peggio. Ho saputo che ha ucciso cinque servi prima che arrivassimo noi; quando ci sei tu si comporta con i guanti, forse non ti vuole spaventare…” Piega la testa di lato e non riesco a reggere il suo sguardo, gli sottraggo la borraccia e bevo, questa volta non tossisco.
“Hei, non ci pensare ora; non conta” Mi dice, mentre mi sfiora una guancia con due dita; devo avere gli occhi lucidi, ma è colpa dell’alcol.
Assolutamente” Mi deride Ignem.
Beviamo ancora un po’ entrambi, non mi sento così brilla come l’altro giorno, ma anche se ha bevuto di più Murtagh è meno ubriaco di me; sto per portare la borraccia alla bocca quando lui me la toglie di mano e la chiude.
“Credo possa bastare per oggi” Sospiro, non ha tutti i torti; chiacchieriamo ancora un po’ di com’è il mio mondo e quando ha finito le domande restiamo per qualche secondo in silenzio, io non voglio chiedergli nulla del suo passato, è una ferita non ancora chiusa e non voglio farla sanguinare, in più non voglio essere coinvolta più di quanto non sono già.
“Anna, vorrei fare una cosa…” Inizia; io sogghigno.
“Fammi indovinare, un bacio” Quanto è ben educato e timido; mi giro e lo bacio, la prima cosa che sento è la risata di Ignem, poi esce un attimo dalla mia testa e allora avverto le labbra di Murtagh, schiudo le mie e il sapore dell’alcol mi invade, non avevo sperato di meglio; mi lascio andare e avvicino il mio corpo al suo, lui mi passa le braccia sui fianchi e mi abbraccia.
Quando ci stacchiamo è solo per respirare, lui appoggia la fronte sul mio collo e io la guancia sulla sua testa.
Meno male che non avresti dovuto baciarlo” Ridacchia Ignem, io sbuffo e Murtagh ha un fremito, alza le testa e mi guarda, sembra imbarazzato.
“Non è per te!” Esclamo capendo quello che lo ha turbato “È Ignem che… Fa battute” Mi sembra stupido dirlo, ma il viso del cavaliere rosso si distende in un sorriso.
“Anche Castigo non è da meno” Mi trascina più vicino, appoggio la schiena al suo petto e lui mi passa un braccio sulla pancia; uso la sua spalla come poggia testa e mi giro per guardarlo, anche lui si gira ma l’oscurità non mi permette di distinguere i suoi lineamenti. Come se mi avesse letto nel pensiero accende un globo di luce che si  alza fino ad arrivare a toccare il basso soffitto della piccola insenatura.
Sul viso di Murtagh si disegnano ombre altalenanti e mentre le osservo le palpebre si fanno pesanti, alla fine mi addormento tra le sue braccia.

 
NOTE DELL’AUTRICE: Ciao a tutti; ringrazio come sempre coloro che leggono, recensiscono, seguono, ricordano e preferiscono la mia storia.
Ciao e grazie ancora

   
 
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