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Autore: Miss Simple    05/07/2014    2 recensioni
"Cos'è un nome?
Quella che chiamiamo "rosa"
con un altro nome avrebbe il suo profumo"
- William Shakespeare
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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From:MONKEY86
… Perché non dovresti...?
 
To: MONKEY86
Lascia che ti racconti una storia.
C’era una volta un bambino che viveva con i suoi adorati genitori. Quel periodo della sua vita era davvero stupendo.
Ancora oggi ricorda frammenti di quei giorni felici trascorsi con loro, lui era l’unico vero tesoro che avevano.
Un venerdì di diciotto anni fa accadde qualcosa che cambiò le loro vite radicalmente.
Quel venerdì era il suo compleanno, compiva 6 anni. Era andato dai suoi nonni per un paio di giorni da solo, ma in quel giorno di festa voleva a tutti i costi che i suoi genitori fossero lì con lui. Aveva insistito così tanto che i suoi genitori decisero di lasciare prima il lavoro per raggiungere il proprio figliolo... ma non arrivarono mai a destinazione.
I fari di un’altra auto accecarono il padre che, per evitare una collisione con l'auto, sterzò d'istinto. Andarono a schiantarsi sul guardrail che divideva la strada da un dirupo, ma il pezzo di metallo non resse il colpo, piegandosi su se stesso, lasciando che l'auto precipitasse nel vuoto.
In casa dei nonni era tutto pronto per festeggiare, quando qualcuno bussò alla porta. La nonna andò ad aprire seguita dal piccolo nipotino ansioso di rivedere i suoi genitori, ma quello che trovò dietro alla porta era uno sconosciuto con una divisa da poliziotto.
Il piccolo non capì cosa il poliziotto stesse dicendo alla nonna, ma udì benissimo un “Mi dispiace signora. Non ce l’hanno fatta”, un urlo straziante dalla vecchia donna e i passi veloci del nonno che raggiunse sua moglie.
Il giorno del funerale dei suoi genitori, il piccolo non volle uscire dalla sua stanza continuando a piangere e chiedersi se la colpa era sua.
I nonni si ammalarono in pochi mesi e lui venne adottato da sua zia, una bellissima donna avida e vuota,  il cui unico obiettivo e fine era la bella vita che conduceva grazie al denaro di suo marito. Fredda e glaciale, non aveva mai regalato né una carezza, né un sorriso, né una parola materna al nipote.
Il piccolo era per lei solo un inutile peso.
Passò i suoi anni in collegio, sei giorni su sette. Nessuno in quel luogo voleva avvicinarsi a lui: i maestri erano molto severi e i compagni lo guardavano da lontano come se fosse un lebbroso.
Dopo un anno di isolamento, dei bambini si avvicinarono a lui: proprio il 15 Ottobre, il giorno del suo compleanno.
“Sei il figlio di quelle persone che sono morte in un incidente?” gli chiese un bimbo. Lui non rispose e abbassò la testa, ricordare gli faceva davvero male.
“Sì, certo che è lui… tu porti sfiga. E’ tutta colpa tua se i tuoi genitori sono morti.” Quelle parole gli provocarono una dolorosa fitta al petto: non poteva essere colpa sua, i suoi nonni gli avevano sempre detto che non era così, ma quelle parole fecero ritornare fantasmi del passato.
“N-non è vero… non è colpa mia.” cercò di difendersi.
“Sì, lo è… ragazzi lasciamolo da solo prima che ci porti sfiga.” così lo lasciarono lì da solo in mezzo al cortile.
Quando sua zia lo venne a prendere, dato che era l’ultimo giorno di collegio settimanale, lo trovò con le lacrime agli occhi ma non gli chiese nulla finché non rientrarono in casa. Stanca di sentire i suoi tirar su col naso, gli chiese cosa fosse successo e il bambino le disse di come lo accusassero di essere il motivo della morte dei suoi genitori.
“Mio caro, in un certo senso lo è… Se non avessi insistito magari…” da quel giorno odiò del tutto il suo compleanno e non lo festeggiò mai più.
From: MONKEY86
Povero piccolo. La vita è stata crudele con lui ma deve capire che non è per niente colpa sua.
La colpa è del destino, di chi si trovava sulla stessa corsia dei suoi genitori. Lui voleva solo che le persone che più lo amavano erano lì presenti per lui, chiunque avrebbe voluto i proprio genitori.
Quindi non deve per nessuno motivo sentirsi in colpa!
La gente parla e i bambini possono essere davvero cattivi a quell’età, ma lo fanno solo perché non tengono alla persona che hanno davanti, quindi… Ti prego, è il suo compleanno oggi, non deve commiserarsi, dovrebbe uscire con i suoi amici. Sii felice.
Il passato non si può cancellare, lo so, e neanche il dolore, ma la vita va avanti e credo che i suoi genitori non vorrebbero vederlo triste e tormentato da sensi di colpa.
 
To:MONKEY86
Quel bambino non sa se può farcela… ma ti ringrazia per le belle parole che hai detto.
Se solo potesse averti accanto… nella realta’.
From: MONKEY86
Dì al piccolo che arriverà quel giorno, tutto dipende da lui, dal tempo e poi potrà festeggiare tutti i compleanni con MONKEY.
Deve solo promettermi che oggi festeggerà.
 
Non promise nulla,  perché Donghae era certo che non avrebbe mantenuto quella promessa. Non voleva festeggiare il suo ventiquattresimo compleanno, non c’era nulla di cui festeggiare. Non avrebbe chiamato nessuno dei suoi amici per andare a fare baldoria in qualche locale.
Uscì di casa e si diresse in quel luogo pieno di sentimenti nascosti. Odiava quel posto pieno di lapidi contornate da fiori dai colori vivaci, nel vano tentativo di smorzare l’aria tetra e angosciosa. Odiava la sensazione di nausea che gli dava. Odiava sentire quel peso sul suo petto come se avesse un grosso macigno situato sullo sterno che gli impediva di respirare. Odiava il senso di colpa che si portava da diciotto anni. Odiava che i suoi genitori erano lì e per quanto gli mancassero non riusciva mai a fargli visita durante l’anno. C'era solo un eccezione, solo una volta in quei 365 giorni gli faceva visita ed era proprio quel giorno: il suo compleanno e l’anniversario di morte dei suoi genitori.
Era lì seduto sulla lapide osservando la loro foto con un sorriso amaro che gli contornava il viso.
“Mamma, papà, eccomi di nuovo qui dopo un anno. Mi mancate… se solo non fossi stato così egoista, voi… voi eravate ancora qui accanto a me.” Lasciò andare un sospiro quasi di sconfitta “Avrei tante cose da dirvi… i ragazzi stanno bene, Leeteuk è prossimo alla laurea e Siwon… beh Siwon è Siwon, lo avreste adorato. Kyuhyun, invece, è sempre il solito rompiscatole e impertinente che, detto tra noi, mi sa tanto che si è legato un po’ troppo a Sungmin.
Io.. io, nulla, ho solo fatto nuove amicizie. Eunhyuk è un amico di Leeteuk, adesso è anche il mio. Sapete è un ballerino davvero bravo e mi sta aiutando molto, ha deciso che sono il suo allievo speciale e poi mi ha aiutato quando avevo davvero bisogno.
Poi ho un amico speciale, molto speciale, si chiama MONKEY, e no, non è una scimmia, in realtà non conosco il suo vero nome. E' un amico virtuale a cui sono molto affezionato, non posso farne a meno. Un giorno sono sicuro che vi farò conoscere questa persona.”
Quando ritornò in casa era ormai pomeriggio inoltrato ed era davvero stanco, si lasciò andare sul suo letto cercando di riposare un po’ ma non ci riuscì. Si girava e rigirava come se avesse un demone in corpo. Esausto e nervoso, si diresse in salone e prese un libro per poi distendersi sul divano, cominciando a leggere con la speranza di cadere tra le braccia di Morfeo.
Sembrava che la lettura stesse dando l’effetto desiderato, quando il suo stato di dormiveglia su disturbato dalla suoneria del suo cellulare.
“Pronto?”
”Buon compleanno mio caro amico!”
“Leeteuk?!?”
“Chi altro se no? Senti, neanche quest’anno ti va di fare qualcosa?” Esitò prima di rispondere, ripensò a ciò che gli aveva detto MONKEY, ma lui, in fin dei conti, non aveva promesso nulla.
“No, Leeteuk, non mi va.”
“Aish, quando la finirai con questa storia?”
“Forse mai.”
“Beh, senti apri che sto congelando qui fuori e mi sono un po’ rotto di parlare a telefono.”
“C-come?” si alzò dal divano e si diresse alla porta trovando un Leeteuk vestito in modo un po’ formale per far visita ad un amico.
“Wow, abbiamo un appuntamento?”
“Non proprio…”
“Accomodati.” gli fece spazio per entrare “Allora, perché sei vestito di tutto punto?”
“In realtà  è il motivo per cui sono venuto qui.”
“Leeteuk no!!”
“Ma cosa? Non sai neanche di cosa io stia parlando… senti, devo andare a trovare un amico nel suo nuovo locale.”
“E cosa c'entro io?”
“Se mi lasciassi finire… Oh ma da quando sei diventato così? Stavo dicendo, c’è questo mio amico che domani inaugura il suo nuovo locale e voleva che io lo vedessi per primo. Solo che mi secca andarci da solo e visto che Siwon è a spassarsela, Kyuhyun è… è sui libri credo… Eunhyuk ha da fare…”
“Eunhyuk ha da fare? Sapevo che sarebbe stato a casa oggi.”
“Ehm… non è questo il punto: senti poche cerimonie, mettiti qualcosa di decente e fammi compagnia tanto non hai nulla da fare, no?”
“Cosa te lo fa pensare?”
“Il buco sul divano e quel libro fuori posto. Ora vai a cambiarti!”
“Ma…”
“Niente ma! Non festeggiando il tuo compleanno, dannazione fammi solo compagnia.”
“Aish, va bene ma se…”
“Oh, che palle!”
“Leeteuk!!”
“Donghae, a volte proprio sei esasperante. Ora vai o ti trascino fuori così come ti trovi.” Non poteva fare altro se non dirigersi in camera e cambiarsi: non era un ottima idea farsi trascinare fuori in mutante in pieno autunno.
Scelse degli abiti semplici con un tocco di eleganza: una camicia bianca un jeans blu scuro e una giacca nera, tanto non era nulla di ufficioso visto che l’inaugurazione sarebbe stata la sera successiva.
“Vado bene così?”
 Leeteuk lo scrutò dalla testa ai piedi e sentenziò un “Potevi fare di meglio ma va bene, andiamo.
Uscirono di casa e si diressero nell’auto di Leeteuk. La corsa in auto fu molto tranquilla, ogni tanto qualche parola, ma Donghae aveva un senso di vuoto nello stomaco e non era fame, c’era qualcosa che lo preoccupava.
 
To:MONKEY86
Il mio amico Leeteuk mi sta portando a visitare un locale che aprirà domani...
Ma ho una strana sensazione.

 
“Ultimamente sei sempre attaccato a tutto ciò che ha una connessione internet.”
“Come?”
“Sì, ultimamente sei sempre li a scrivere a non so chi… dovrei sapere qualcosa?”
“No, certo che no. Non è niente, non farti idee strane, non è come pensi.”
“Ok ok. Non stavo pensando a nulla, perché sei così? Ricorda, però, che non sono stupido.”
“Leeteuk, io…”
“Eccoci arrivati!” Leeteuk bloccò Donghae prima che continuasse a parlare, parcheggiò e sceesero dall’auto. Prima di entrare nel locale, Donghae controllò la sua email: sentiva il bisogno di MONKEY, delle sue parole, della sua forza.
FROM:MONKEY86
Non essere idiota. Andrà tutto bene!!
Smettila di farti paranoie, è una semplice visita ad un locale e anche se non fosse, divertiti lo stesso e non prendertela con Leeteuk per qualsiasi.
Ti vuole bene.
Fammi sapere com’è il locale, magari un giorno potremmo andarci insieme.
 
Leeteuk e Donghae entrarono nella hall dove c’era un piccolo botteghino alla sinistra della stanza e a destra un guardaroba. Nella stanza c’erano anche dei divanetti rosso cardinale con al centro dei tavolinetti in legno, una hall bella e accongliente. Donghae notò che non c’era nessuno ad attenderli all’entrata: l’apertura ufficiale era domani ma si aspettava che almeno l’amico di Leeteuk fosse pronti ad accoglierli.
Attraversarono l'hall per poi scendere verso il locale vero e proprio situato al piano inferiore. Quando arrivarono alla fine della scalinata, la stanza che si presentò ai loro occhi era qualcosa di davvero straordinario. Anche qui l’arredamento era sul rosso e  legno, il bancone degli alcolici era ben assortito dove si poteva trovare della semplice birra o del whisky più rinomato come del Jack Daniel’s o del Jameson. Il locale era composto anche da un piccolo soppalco dove le band della città potevano suonare della buona musica.
Ma anche qui non c’era nessuno, come se qualsiasi essere vivente si fosse estinto.
“Sei sicuro che è questo il posto? Non c’è nessuno.”
“Certo, aspetta e vedrei.”
In quel esatto momento, gli occhi di Donghae andarono sulla casella della posta ancora aperta del suo cellulare che lampeggiava: era MONKEY.
FROM:MONKEY86
Buon compleanno!!!

 
E la stanza si riempì di gente spuntata da ogni angolo più nascosto che gridava “Buon Compleanno Donghae!!”
Donghae era interdetto: guardò tutte le persone con sguardo perso e i suoi occhi che pizzicavano, non sapeva se era arrabbiato o felice che qualcuno avesse avuto il pensiero di organizzare qualcosa di simile per lui.
Si rese conto che le sue paranoie non erano campate in aria, ritornò in sé e si girò verso Leeteuk guardandolo.
“Ti avevo detto…” Non riuscì a finire perché qualcuno si avvicinò a Donghae da dietro e poggiò le sue mani sulle sue spalle dandogli una stretta vigorosa e amichevole.
“Non arrabbiarti con lui… è stata tutta un idea mia.” E a quelle parole Donghae si girò.
“Eunhyuk?!”
“Diamo via alla festa e dopo ti spiegherò tutto, non rovinare questo momento.”
Donghae stava per ribatte ma Leeteuk aggiunse “Donghae, molti di loro non sanno… risulteresti solo un folle.” E dopo ciò Donghae abbassò la testa e sospirò in segno di resa.
“Bene, gente è ora di iniziare la festa!” Eunhyuk diede il via e in pochi istanti tutti i presenti, compagni di università, conoscenti alla scuola di ballo e vecchi amici, cominciarono a divertirsi. Sul soppalco una band suonava con gli strumenti che già erano allestiti mentre tutti gli facevano gli auguri.
“Buon compleanno!!” Siwon, Kyuhyun, Sungmin e Ryeowook si avvicinarono a lui.
“G-grazie.” disse in evidente imbarazzo che i suoi amici coprirono con un enorme abbraccio di gruppo. Cercò di farsene una ragione: ormai il gioco era fatto, non poteva fare una scenata quindi cercò di rilassarsi e di godersi, per quel che poteva, la festa con i suoi amici.
“Ragazzi, scusate posso rubarvelo per un po’?” Eunhyuk era ritornato da lui portandoselo in un luogo più appartato.
“Scusa, scusa per aver organizzato tutto ciò… è tutta colpa mia. Leeteuk non centra nulla.”
“Non dovevi.”
“Perché no?”
“Non puoi capire, tu non sai…”
“So più di quanto tu possa immaginare, solo…”
“Cosa vuoi dire?”
“Niente, non voglio dire nulla… solo rilassati: è il tuo compleanno, è il giorno dove tutto ti è concesso. Passalo con le persone che ti vogliono bene, tutto ciò che vogliono è vederti felice.”
“Perché?”
“Perché te lo meriti Donghae. Ti meriti tutta la felicità di questo mondo.”
“Sai che qui più della metà non me ne vuole di bene, vero?”
“Cosa importa? Il voler bene non si quantifica per il numero delle persone. Ti importa sapere che Leeteuk, Kyuhyun, Siwon, Sungmin , Ryeowook ed io te ne vogliamo.”
“Mi vuoi bene?” chiese Donghae mentre il suo cuore, inspiegabilmente,batteva più forte del dovuto.
“Certo che te ne voglio, idiota.” e per istinto Eunhyuk abbracciò l’amico che sgranò gli occhi dalla sorpresa. Eppure si sentì bene in quell’abbraccio che gli riscaldò il cuore.
“Piccioncini, la vogliamo smettere?” la voce di Siwon spezzò quel momento speciale che si era creato tra i due.
“Siwon, quanto sei idiota!?!” dissero all’unisono Donghae e Eunhyuk guardandosi e arrossendo un po’.
“Mai quanto voi… Comunque ci servirebbe il festeggiato per il primo brindisi della serata.”
“Primo?? Che intenzioni avete?”
“Shhh… zitto tu e vieni.” con questo Siwon tirò Donghae portandolo al centro del locale, dove Kyuhyun e Ryeowook lo stavano aspettando con delle bottiglie di champagne.
La serata prosegui nei migliori dei modi, tutti si stavano divertendo. Leeteuk chiese scusa a Donghae per averlo ingannato, ma non se ne pentiva affatto dicendogli “La vita va avanti, mio caro amico”. Kyuhyun e Sungmin erano stati per tutta la sera incollati, dove andava uno andava l’altro, e Kyuhyun ancora continuava a negare l’evidenza. Ryeowook era un po’ brillo ma ancora abbastanza lucido da trattenersi con un ragazzo che Donghae riconobbe come Yesung, il festaiolo. Per Siwon... il suo stato andava ben oltre l’essere brillo ma era abituato, lui sì che era il signore delle feste.
Eunhyuk parlava con un po’ di gente senza mai staccare i suoi occhi da Donghae.
Infine Donghae si stava godendo nei migliori dei modi la festa, nel suo animo ancora regnava quel velo di tristezza, gli mancavano i suoi genitori e non solo, avrebbe tanto voluto che li presente ci fosse MONKEY.
To:MONKEY86
Alla fine era una festa che ho accettato per il mio e per il loro bene.
Ma avrei tanto voluto che ci fossi anche tu qui con me.
From: MONKEY86
Ci sono, anche se tu non mi vedi…sono lì con te.

To:MONKEY86
Non parlo col cuore o con la mente, ti voglio qui fisicamente.
Sono stanco voglio vederti… non credi che sia arrivato il tempo?
Leeteuk mi ha detto “La vita va avanti.” Bene, se questo che ho fatto stasera è un passo avanti, voglio che tu ci sia nei miei passi successivi.

***

“Credo che sia arrivato il momento, non credi?” una voce arrivò al suo orecchio.
“Diamine mi hai spaventato. Hai letto?”
“Sì, ho dato una sbirciatina dalle tue spalle… quindi?”
“Quindi niente. Lo so che questa storia deve finire… e finirà. Ho solo bisogno di tempo.”
“Non aspettare oltre, potrebbe rovinarsi tutto.”
“E se rovinerò tutto comunque?”
“Lo sapevi benissimo che non era una cosa facile, ma hai voluto così e io ti ho lasciato fare…pensaci meglio ora che dopo.”
“Lo so, lo so. Solo un altro po’ di tempo, non chiedo altro.”
  
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