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Autore: scriverepervivere    05/07/2014    4 recensioni
Ci sono Ross e Laura: stessa classe.
Lui è meravigliosamente imbranato, senza modelli da incarnare, senza maschere.
Lei è diversa, una sognatrice.
Il loro cuore è poco addestrato, bravissimo a sbagliare.
E cosi Laura casca tra le braccia di Louis, e Ross si lascia sedurre da Emily.
Una partita a ping-pong sentimentale.
E un amore solo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MA LE STELLE QUANTE SONO …
(introduzione)

Una vecchia canzone dice:
“Tu sai tutto sulla realtà del mercato e qui io ammetto di essere negato.
Ma a inventare quel che non c’è forse sono più bravo di te … Tu hai i soldi io la fortuna di trovar fiori nella spazzatura.
Perché a trovare quel che non c’è forse io son più bravo di te.”


E allora lascia perdere i conti e le cifre.
Sai dire quanto amore hai dentro? Un chilo? Un litro?
Non lo sai, eh?!
E allora lascia perdere la matematica.
Inventa quello che non c’è.
Perché quello che c’è è di tutti.
Ma se riesci a trovare quello che non c’è, be’, allora hai qualcosa di solo tuo. E se qualcun altro vede quello che vedi tu ,be’, allora hai trovato qualcuno che ti vive.
Non lasciarlo fuggire. Fermalo! Vivilo! Scrivilo!
Le storie solo come le persone.
Non sono fatte per stare sole.
Da qualche parte nel mondo c’è qualcuno che vive una storia che si rispecchia alla tua.
Guardati intorno!
Quel qualcuno non è tanto lontano da te.
E’ l’altra metà del libro.
Non perdere tempo a scrivere altre pagine …
Cercalo!
Il resto lo scriverete insieme.
Perché non c’è niente di più riuscito di due storie che s’intrecciano.
-Giulia Carcasi
 
 
Laura
 
A Milla e ai suoi sogni da principessa.
A mia madre,
e ai segreti che ci hanno diviso e unito.
A Giulia,
e ai sorrisi che mi ha regalato, anche da lontano.
A Louis, e a tutti quelli che non conosceranno un’emozione.
Alle stelle,
che ci guardano in silenzio.
A Ross,
che mi ha aiutato a contarle.
E, perché no?! , a me stessa ,
all’intensità in cui vivo.

 

 
 
Sono le sette e mezzo e sono pronta.
Do un bacio a mamma e alla mia sorellina, Milla, rubo qualche biscotto che poi mi ritrovo a mangiare alla fermata.
Faccio la solita corsa per prendere il posto, una conquista che dura un attimo.
“Ragazzina mi fa sedere? Ho il mal di schiena”
Il solito signore anziano a cui ogni mattina cedo il mio posto.
Mi guardo intorno: nessuno si alza, perché io?
Esito un po’, poi la diversità vince: mi alzo e lo lascio sedere.
E ora c’è proprio tutto, anche il solito “Prego”.
 
Il liceo è silenzioso, tutti aspettano la prima campanella delle otto e mezza.
Io aspetto fuori, mi siedo sul solito muretto, prendo il mio quaderno e la penna dallo zaino, e inizio a scrivere.
Scrivo qualche riflessione, qualche pensiero che ho su quest’ultimo anno di liceo. Pensieri che poi andranno buttati, che poi non vorrò più rivedere. Ma serve anche un momento di pausa, uno per dire stop.
 
Ultimo anno, dicono sia il più bello, ma per me è uguale a tutti gli altri, forse il peggiore.
E’ il più incasinato, tutti giocano a fare i grandi, gli esperti d’amore e delle bugie. Più incasinato ancora perché ci sono gli esami.
 
Ma alla fine si sopravvive a tutto, all’amore, alle bugie, agli esami, alla questione del “Me la cavo”
Si ok, te la cavi, ma con le cicatrici come la metti?
E io non voglio cicatrici.
Giulia me lo ripete all’infinito “Tu non voli perché hai paura di precipitare!”
Ma infondo, io sono fatta cosi, non per bruciarmi, non per volare.
Per stare con i piedi per terra.
 
Sono le otto meno un quarto.
Anche quel ragazzo arriva.
Un “ciao” spento, per poi mettersi le cuffie nelle orecchie e lasciarsi trasportare dalla musica.  
Indossa dei jeans un po’ strappati sul davanti, e una maglietta nera con un scritta bianca in rilievo.
 
In teoria non lo conosco, in pratica so tutto di lui: Louis Jonson, terzo anno.
Occhi color pece, capelli neri e un po’ scompigliati.
 
D’un tratto dalla tasca fa uscire un pacchetto di Marlboro, per un attimo penso che sia giusto fumare, poi scaccio il pensiero, io non lo farò mai.
Se lui fuma, ritiene giusto che tutti dovrebbero fumare nello stesso modo.
Lui la chiama popolarità, io schiavitù.
 
Alle otto e venti arriva anche la sua ragazza, capelli biondi occhi celesti.
Lui le dà un bacio, e lei non può fare a meno di ricambiare.
E io mi sento un po’ un’intrusa tra di loro.
 
La campanella suona, è ora di iniziare.
Metto via il quaderno e la penna Bic blu nell’astuccio.
Mi avvio verso l’entrata.
Sto al 3 piano , e arrivarci è un’impresa, non solo per gli spintoni dei ragazzi, o per il peso dello zaino, ma per la quantità delle scale che sembra non finire mai.
 
Mi siedo dove capita: noi non abbiamo compagni fissi.
Anche per questo ho poche amicizie, poche, ma vere.
Al primo posto c’è Giulia.
Ci conosciamo da otto anni e se le racconto un segreto so che la sua lingua starà zitta e ferma nel suo palato.
Ha un anno in più di me, e vuole diventare una Reporter in tutto il mondo.
Lei è mia sorella, il mio clone. Abbiamo tantissime cose in comune, e credo che la nostra amicizia non possa finire.
 
Andrea si siede accanto a me.
Capelli col crestino, pantalone strappato, maglietta stragriffata.
“Te l’ha fregato pure stamattina quel posto il signore?”
Faccio un cenno di si con la testa.
“Per me lo fa apposta, altro che mal di schiena”
Continua.
Andrea non si fida della gente, dice che è inutile, e infondo infondo siamo tutti paraculi.
Ross arriva in ritardo, come sempre.
“Ross Lynch, sei in ritardo di secoli”
Urla il professore, lui fa una faccia buffa e va a sedersi.
 
Le facce di Ross sono bellissime, sono facce di uno che non ti vuole fregare, di uno non dice balle: nessun autobus perso, nessuna chiave di casa introvabile, nessuna sveglia scarica.
Una volta ha detto “Scusi il ritardo, stavo a letto”
Ross è cosi, trasparente come l’acqua nei bicchieri.
 
Non è come Emily …
Se Emily è in ritardo s’inventa e scuse più assurde, una volta l’hanno fermata per un’intervista , su cosa? Non si sa.
E non si può non crederle, le dice con cosi tanta convinzione.
 
Ross si gira e mi guarda. Mima un “Ciao!” e poi si rigira.
E’ un imbarazzo veloce il suo, non lo da molto a vedere.
 
Andrea dice di Ross “Ross ti guarda”
Io alzo le spalle, mi sposto un po’ di lato per vedere il viso di Ross, e vorrei dire ad Andrea che a me frega di lui.
 
Ricci, il professore di latino e greco, ci assegna una versione per domani.
Metto i libri nel mio zaino azzurro, e mi avvio verso l’uscita.
Tiro fuori il cellulare dalla tasca e mando un messaggio a Giuly:
 
Oggi non posso venire al cinema.
Ho una versione chilometrica da fare.
Salutami Brad Pitt.
 
Cammino verso casa, e noto Louis con le sue cuffie e la sua maglietta nera.
La chiamata di Giuly arriva proprio quando i nostri occhi s’incrociano.
Lui sorride. “Sei sorda?”
E io continuo a guardarlo mentre Giulia lampeggia sul display.
“Dai qua” prende il mio telefono e risponde.
“Pronto?”
“Pronto chi è?” risponde Giulia.
“Sono Louis, cercavi Laura?”
Ha detto Laura! Non è un caso se sa il mio nome.
“Le hai fottuto il cellulare?” chiede.
“No, Laura sta qui, davanti a me”
“Be’ dille che non ci sono storie, alle quattro passo a prenderla e andiamo al cinema”
Lui mi guarda e con una mano tappa il microfono del cellulare.
“Ti passa a prendere lo stesso. Sei fregata!”
“Dille che non posso, che se domani mi interroga sto nella merda”
Rispondo.
Louis leva la mano dal microfono.
“Laura non può oggi, deve uscire con me”
Io spalanco gli occhi.
“Ma chi sei tu? Quel tipo che sta in classe sua?”
Sbianco e penso che Giulia non poteva trovare un momento peggiore per tirare fuori Ross.
Per fortuna Louis non se ne accorge e va avanti.
“No, io non sto in classe sua. Comunque oggi pomeriggio Laura esce con me”
Louis attacca.
“Te la cavi bene con le bugie” dico.
“Quali bugie? Passo alle quattro”
Raccoglie il suo zaino e se ne va.
Io mando un messaggio a Giulia:
 
Devo fare una versione chilometrica
E poi devo uscire con un tipo fighissimo …
 
 
AUTRICE:
Salve! Vi ricordate di me? Be’, tanto tempo fa ho lasciato EFP perché non riuscivo più a scrivere. Ecco il nuovo account mio.
Ero una dell’Auslly e Raura Love
Eccomi con un’altra storia, e vi dico, che l’idea l’ho presa da un libro letto da poco, ma tranquilli, cambierò un po’ tutto, solo le basi ho preso visto che mi piaceva tanto.
Beeene, vi prometto che questa la finirò.
(spero)
Grazie per aver letto, lasciate qualche recensione.
Mary.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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