Quella mattina mi svegliai avvinghiato a Tali, era così bella, finalmente non c'erano più barriere, la stanza era ben più sterile della prigione, e il suo corpo si era completamente abituato alla mia presenza, non aveva neppure più bisogno degli antibiotici, ero unicamente suo.
Dopo esserci preparati per uscire ci dirigemmo in piazza, dove la quarian che aveva emesso il verdetto durante il mio processo ci fermò
-zia Raan, che bello vederti-
-anche per me Tali, come sempre-
rispose allegramente, poi si rivolse a me
-Mark, è un piacere incontrarti in circostanze più gradevoli dell' ultima volta-
-ammiraglio, il piacere è tutto mio-
ribattei io accennando un inchino con il capo, la quarian proseguì
-devo darvi alcune notizie, la prima sarà buona, ma solo per te, umano; la guerra è stata persa, ci siamo battuti egregiamente ma la forza dei terrestri ha prevalso-
-non la ritengo una buona notizia, l'umanità meritava una punizione per la sua violenza ingiustificata-
-le tue sono parole bizzarre, sei stato tu stesso a insegnare a questo popolo che non si può far di tutta l'erba un fascio-
fece una pausa
-non importa, la seconda notizia è che le pratiche per la deposizione dell'ammiraglio Zorah sono state completate e ora cerchiamo un sostituto... il tuo nome, Tali, è chiamato a gran voce-
lei rimase senza parole
-io non lo so...-
poi prese un respiro profondo e alzò la testa, assumendo la posizione più fiera che io abbia mai visto
-va bene, ci proverò-
poi diresse il suo sguardo verso di me
-tu faresti lo stesso, ti metteresti in gioco, butteresti anima e corpo per migliorare la situazione-
io avvicinai la mia testa alla sua e sussurrai
-sono così fiero di te, angelo mio-
poi mi rivolsi a Raan
-non potreste sperare in un ammiraglio migliore, ne sono convinto-
Di sera, nella stanza festeggiammo il grande evento, ascoltammo della buona musica, chiacchierammo, mangiammo e bevemmo un po' di vino, forse lei un goccio di troppo, ma non abbastanza da impedirci di proseguire la festa sotto le coperte, era strano, tutte le volte che lo facevamo era un'esperienza nuova per me, era così fantasiosa... eppure non perdeva mai la sua dolcezza, non mi sarei mai stancato di restare accoccolato a lei.
Prima di addormentarci la presi tra le braccia e tra un tocco ed un bacio le dissi:
-allora ammiraglio, adesso può darmi l'autorizzazione-
-e per cosa?-
-Rannoch-
risposi
-è giunto il momento per il tuo regalo di nozze-