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Autore: piccola_pettix    05/07/2014    0 recensioni
andrea, 16 anni.
margaret, 16 anni.
una storia commovente e piena di colpi di scena,non riuscirete piu a farne a meno.
riuscirà andrea a farla rivivere?
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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THE WARRIOR OF A DARKNESS

Pioveva ed ero solo a casa. Ripensavo a tutte le persone che mi hanno voluto bene e che ancora mi vogliono bene. Non ci potevo pensare che stavo per fare una cosa del genere!
*flashback*
"Andrea?? ... sei davvero tu??" Avevo davanti a me la ragazza più bella che io abbia mai incontrato, ero troppo piccolo per capire che mi piaceva. Erano passati quasi 5 anni da l'ultima volta che ci siamo visti, eravamo in quinta elementare.
Lei, Margaret, 15 anni. Bella, alta 1.70, capelli biondi e occhi celestiali. Simpatica, solare, estroversa e lunatica. Proprio lei, era la ragazza dei miei sogni e finalmente dopo tanto tempo ci siamo rincontrati.
"E-e ciao Margaret" dissi un po’ timidamente " Oh mi sei mancato tantissimo. Come stai? Sei diventato un ragazzo davvero stupendo, hai dei occhio verdi da far invidia a uno smeraldo" sempre la solita, la vidi che si slanciò verso di me per abbracciarmi. "Grazie, anche te mi sei mancata e non sai quanto. Ma anche te vieni in questa scuola?" Gli chiesi curioso di averla trovata li " Si, che strano vero??!! Tutto questo tempo e non ci siamo mai incontrati" iniziò a ridere. Non mi ricordavo più la sua risata, era troppo bella. Non è che sto sognando??
 
Iniziai a piangere ripensando a Margaret e iniziai a prendere la lama e appoggiarla sul braccio, un po’ più in su del polso. Ricordai  la sua voce e la sua risata così stupende e tutte quelle volte che mi aveva chiesto aiuto e non potevo fare niente per aiutarla. Da quell'ultimo pensiero tirai un taglio netto. Ormai non sentivo più il dolore, era come se il mio braccio fosse sotto anestetico.
Il sangue iniziò a colare giù per la mano e per terra, guardai quel liquido rosso come se fossi ipnotizzato.
Rimasi li a fissarlo, colava giù dal mio braccio fino ad arrivare per terra iniziando a formare una piccola pozza. Ero li, fermo sul bordo della vasca, il contrasto tra il bianco delle piastrelle e il rosso del sangue mi fece ricordare di un mio vecchio bigliettino in cui disegnai un grosso cuore a Margaret.
Pensavo di continuo a lei “e se quel giorno non l'avessi incontrata, e se lei non mi avesse mai riconosciuto, io avrei sofferto lo stesso come ora?”  Forse si, forse per un'altra ragazza.
*flashback*
"Andrea, quanto tempo!” mi disse un po’ triste. Ci incamminammo attraverso il corridoio verso la sua classe. Non ci posso credere che fa seconda e io in due anni non l'abbia mai riconosciuta. È stranissima questa situazione, due vecchi amici e compagni che si ritrovano nella stessa scuola senza saperlo. Iniziai a parlare per rompere quel velo di imbarazzo che scese tra di noi " ehm ... come mai hai scelto questa scuola?" Non sembravo tanto convincente. Lei si girò di scatto verso di me, guardandomi con quei occhi azzurri quasi trasparenti da perderti dentro. Mi porse un sorriso dolcemente " beh mi sembra molto scontato, vorrei viaggiare e qua ho la possibilità di imparare le lingue e di avere già qualcosa in mano quando uscirò". Devo dire che ha le idee chiare " pero ..." continuò" non so che fare una volta uscita, dopo che me ne sarò andata da qui che farò all'estero? È questa la questione che mi mette un po’ di dubbi Andrea". Annui, già, manco io ci avevo pensato. Sinceramente pensavo a finire la scuola senza cercare di perdere anni inutili, però fatto sta che siamo ancora "piccoli" per decidere che fare un indomani. " massì non ti preoccupare per questo, abbiamo solo 15 anni e secondo te riusciamo a capire che faremo da grandi ?! Ahahah come è probabile che andremo a pulire i bagni oppure diventeremo dei pezzi grossi , non si sa" la tranquillizzai. Si mise a ridere pensando lei con una bandana in testa a pulire i bagni cantando canzoni che per noi ora sono nuove.
*serba me serbavo te*  salvami e io ti salverò. Stringevo forte in mano questa medaglietta che mi regalò Margaret al mio compleanno. È una scritta in latino. Quel giorno quando la ricevetti mi disse all'orecchio sussurrando:" salvami e io ti salverò, ricordalo per sempre Andrea io ci sarò per qualunque cosa"
*flashback*
Suonò la campanella della terza ora. Dovevo aspettare ancora un'altra ora per rivederla.
"Andrea? stai bene?" mi spaventai, per fortuna era solo Alice. " Andrea, o no, non mi andare in paranoia!" mi girai verso di lei e iniziammo a ridere. Che scema, ha sempre fatto cosi con me, si diverte a dire cose inutili e senza senso "Alice lo sai che non sei normale?! ahahah menomale che ci sono io " Alice mi guardò storto per qualche secondo e poi si mise a correre e ad urlare per tutta l'aula, la dovetti abbracciare per farla tranquillizzare.
"No, pero Andrea adesso sono seria, che hai? sembri molto pensieroso, è successo qualcosa?" mi disse appoggiando la sua testa sul mio petto. "Emh ..." non sapevo se dirglielo o no, dopo tutto lei la considero la mia migliore amica. "Dai su Andrea lo sai che puoi dirmi tutto, che puoi dire tutto alla zia Alice" si stacco dal mio abbraccio e si mise con le mani sui fianchi aspettando che parlassi. " ma non è niente di tanto importante Ali. Prima o incontrato dopo cinque anni una mia amica-compagna di scuola delle elementari, tutto qua" quando lo dissi non ero molto credibile " mmmh amica delle elementari eh ... che ti piace! vero?!?" diventai tutto rosso in viso. Mi aveva preso alla sprovvista non pensavo che capisse subito che mi piacesse, a dir la verità non ne sono sicuro neanche io al cento per cento "emh ma cosa dici Ali, ma va .." misi la mano dietro la nuca " ahahah siiii ti ho sgamato subito anche perché sei diventato un peperone affumicato ahahah ti piace, ti piace, ti piace" iniziò a saltellare e a gridare " Alice stai zitta e andiamo a posto dai" gli dissi imbarazzatissimo.
*un ora dopo*
"ehi Margaret eccoti" andai di corsa da lei per salutarla, mi stava aspettando. " finalmente sei riuscito ad uscire ahah" iniziò a ridere e ad abbracciarmi, " dai andiamo in giardino cosi prendiamo un po’ d'aria da questo carcere" mi prese sotto braccio e mi trascinò fuori. Parlammo del più e del meno quando ad un certo punto si avvicinò a noi un gruppetto di quattro o cinque ragazzi di terza, uno in particolare mi aveva colpito più degli altri. Era biondo, occhi verdi, alto un po’ più di me che abbracciò e bacio Margaret. Ci rimasi malissimo, e poi c'era da aspettarselo che Margaret fosse stata fidanzata, Andrea cosa ti eri messo in testa!
" Margaret, chi è sto qui?" disse il ragazzo indicandomi, Margaret si girò verso di me e mi sorrise " è un mio vecchio amico delle elementari che ho rincontrato stamattina, amore non ti preoccupare" il tipo mi guardò malissimo " va bene ma non starci tanto attaccata eh!" e se ne andò.
Margaret si affretto subito a dirmi che non era colpa sua ma e che è un po’ geloso solo per questo mi aveva "aggredito" cosi.
Passo in fretta l'intervallo e la giornata finì.
Ormai è come se fossi in coma, il mio cervello non connette, forse sto perdendo troppo sangue, forse posso finalmente finirla una volte per tutte. Controlliamo ancora per l'ultima volta il cellulare. Non avevo ancora tolto la nostra foto, lo schermo lampeggia, quattro messaggi, leggiamo: pubblicità, pubblicità, la vodafone e ... Margaret.
*messaggio*
"ehi ciao... non so veramente da dove iniziare, è da stamattina che ci penso su e mi manchi. Ti cerco ma non ci sei, da un po’ di tempo ormai vado avanti cosi, non so manco io il perché ti cerco, sarà che mi manca quando mi scrivi, mi mancano i tuoi stupidi commenti che mi facevano stare bene, mi manca vedere i tuoi bellissimi occhi verdi, la tua bocca, riassaporare anche solo per un attimo quelle morbidissime labbra, cosi carnose e soffici, mi manca abbracciarti come una volta, ho fatto una cazzata a ferirti cosi, ma non volevo giuro, so che sei un ragazzo molto sensibile e non ti avrei mai fatto del male. Non volevo che lo venissi a sapere cosi, mi scuso anche per tutto quello che ti ha fatto Lorenzo, è stato un cafone, stronzo, quel giorno che ti sono venuti a prendere sotto casa e Dio solo sa che ti hanno fatto, sono in pensiero per te, ti rivoglio per me, voglio tornare felice con te Andrea ti prego perdonami per tutto.
Se mi vuoi rispondere sarò felicissima.
La tua Margaret
Perché succede tutto a me ?! non so che rispondergli, non posso!
Scemo stai per morire dissanguato e tu non la saluti?! comportati da vero uomo Andrea! è vero. Però non posso dirgli quello che sto facendo si arrabbierebbe e non voglio vederla arrabbiata per gli ultimi momenti...
*messaggio*
" ehi, sono contentissimo che tu mia abbia scritto sai ?! Era la cosa più bella che potesse capitarmi.
Ti perdono amore mio, tu non sai quanto sto desiderando per l'ultima volta un tuo abbraccio, un tuo bacio e un tuo <> sussurrato al mio orecchio per farmi venire la pelle d'oca. Abbiamo passato dei momenti bellissimi assieme e non me ne scorderò mai. Però ti dovrò lasciare sai ... la colpa non è tua, ma solo mia, sono io che non vado bene, forse non sono all'altezza di una ragazza stupenda come te, tu meriti il meglio, fidati delle mie parole. Non so ancora per quanto resisterò cosi, rispondimi in fretta ti prego !!! "
Sto malissimo, iniziai a non vederci più bene, mi gira la testa. mi guardo allo specchio con quella poca forza che mi è rimasta, sono pallido come non mai. Ormai ci siamo quasi, tutto sta per finire finalmente.
*flashback*
Sono le 16:15 l'appuntamento era alle 16:00. Forse si è dimenticata, forse non vuole venire, se non arriva alle 16:30 io vado via pensai.
Rimasi sulla panchina a fissare la rosa bianca in ogni suo minimo dettaglio, fino a che qualcuno non mi toccò la spalla. Mi giro e ... wow è stupenda, ha un vestito bianco che gli arriva fino a metà gamba, le scende giù morbido, i capelli biondi raccolti in una treccia, ha un po’ di mascara che gli fa risaltare gli occhi celestiali. Dietro di lei c'era il sole, era una angelo pensai il mio angelo
"beh allora non mi saluti Andrè ?! ahahah " ero pietrificato " A-a-a- ah si scusami e che sei stupenda" lei arrossì portandosi una mano sul viso per nascondere il suo sorriso. Mi alzai " ecco questa è per te piccola" gli diedi la rosa e lei rimase quasi senza parole " non-non dovevi cucciolo io non ti ho preso niente com.." gli misi un dito sulle labbra "sssh piccola, questo è niente in confronto a quello che dovresti meritare" mi sorrise, la presi per mano e andammo in un parco.
Trascorremmo le tre ore più belle tra scherzi, abbracci e coccole. Conoscevo molto bene quel parco e mi ero trovato un posto mio, privato che nessuno sapeva della sua esistenza.
" piccola, vieni con me ti porto in un posto bellissimo prometto" mi misi la mano sul petto " mi devo fidare ?!? ahah" mi disse scherzosamente e incrociando le braccia. La guardai e ci mettemmo a ridere e iniziammo a correre come pazzi.
" ehi Margaret ...aspetta.. " non riuscivo a riprendere fiato avevamo corso troppo " dai pappamolle prendimi se ci riesci" mi sfidò " non ti conviene sai" risposi alla sua sfida ancora con un po’ di fiatone " perché se no che mi succede?" disse avvicinandosi a me guardandomi fisso nei occhi da farmi venire dei brividi lungo la schiena. Mi avvicinai, misi le mani sui suoi fianchi "succede che diventi MIA" mi avvicinai sempre di più e di colpo la presi in braccio. Lei iniziò a ridere e a cercare di liberarsi dalla mia stretta continuando a contorcersi tra le mie braccia, per fortuna eravamo arrivati nel mio posto "segreto".

"ahahah dai adesso guarda qua che visuale !" la misi giù e lei si girò.
Si vedeva tutta la città, eravamo in cima, si vedeva anche il fiume.
"wow Andrea .. è bellissimo come l'hai trovato questo posto?!?" mi chiese sorpresa. Non le risposi subito, le feci notare una statua a pochi passi da noi, era una statua di due giovani ragazzi che si tenevano per mano. " sai la storia narra di due innamorati, un giorno lei scopri di essere malata al cuore. Il giorno dell'intervento andò tutto bene, quando si svegliò trovò solo i suoi genitori. Chiese di lui ma loro non risposero, e lei si arrabbiò con lui continuando a mandarli ottocento messaggi inutili. Dopo 1 settimana la rimandarono a casa, lei aveva deciso di lasciarlo perché non si era fatto sentire per tutto questo tempo in una situazione dove gli aveva promesso di starle sempre vicino. Una volta a casa, nella sua cameretta c'era un lettera dai suo lui, inizialmente non volle leggerla, poi per la troppa curiosità la lesse. La lettera diceva :" caro amore mio, sono sicuro che avrai esitato a leggere la mia lettere perché sei arrabbiata con me, ma ti posso spiegare tutto. I medici non trovavano donatori compatibili con te, un giorno feci gli analisi e io ero l'unico compatibile. Amore mio non so se hai capito ma ora hai il mio cuore, ti starò sempre vicino, ho preferito donarti altri anni da vivere. So che adesso starai piangendo ma devi stare tranquilla, ora sono il tuo angelo custode. ti amo" la ragazza pianse per mesi e poi decise di venire qua e si suicidò per andare da lui e vivere una vita migliore in un altro posto." mi girai verso Margaret, stava piangendo  " e per questo gli fecero la statua Andrea?" gli tremava la voce " ehi piccola non piangere dai " cercai di tirarla un po’ su di morale " comunque si gli fecero la statua i loro genitori, si dice anche se una coppia strofina le loro mani su quelle della statua avranno tanta fortuna in vita" lei si girò di scatto, mi prese la mano e andammo alla statua, "Margaret che vuoi fare ?!?" chiesi un po’ perplesso " sshh voglio dimostrarti il mio amore, dammi la mano!" gli diedi la mano senza esitare un momento, lei strofinò le nostre mani sulla statua di bronzo, poi si girò verso di me e si avvicinò al mio orecchio " voglio essere il tuo angelo custode"
Voglio essere il tuo angelo custode mi vennero i brividi a ripensare a quel giorno. Ormai sono per terra, non parlo, non mi muovo non faccio niente, l'unica cosa che mi riesce bene e andare indietro con la memoria, ai tempi in cui andava tutto bene, ecco solo quello !
*din din* un messaggio. Mi muovo a passo di bradipo, presi il cellulare e lessi "vita mia" Margaret mi ha risposto
*messaggio*
" NO, NON CI PROVARE NEMMENO COL PENSIERO A FARE QUELLO CHE PENSO! ti prego amore non fare cazzate dimmi che non l'hai fatto, ti prego, ti prego!
Tu non sai se ti stai rendendo conto della gravità in cui ti stai mettendo, non voglio perdere tutto quello in cui credo non lo fare ti scongiuro non farlo se mi ami!"
ooohh mia cara Margaret se potessi vedere... avevo poca forza, mi guardai il braccio e contai 1-2-3-4 e 5 . cinque tagli tutti vicino alla vena. Provai a rispondere al messaggio di Margaret
*messaggio*
" non ti so spiegare perché certe volte cado così in basso da farmi mettere sempre i piedi sopra, da farmi sottomettere come un burattino, mi comandano. Io si ti amo ma ormai quel che è fatto è fatto, non posso rimediare a le ferite ormai sono troppo profonde, ti amo tu resterai sempre il mio angelo custode e io il tuo ricordatelo, ricordati la catena che mi hai regalato, promettimi di andare avanti con la tua vita con un ragazzo che ti tratti come un principessa, di avere un lavoro stabile e un famiglia stupenda e che realizzi tutti i nostri sogni ti prego non deludermi! Penso che questo sia il mio ultimo messaggio, non ho più la forza di scrivere, non mi sento più niente sono sotto anestesia totale. Io ti amo questa è la cosa che conta di più.
A presto amore mio "
Posai il cellulare per terra lasciando la nostra foto aperta.
la mia vista stava peggiorando sempre di più, non mi sentivo le gambe, braccia, tutto il mio corpo si stava lasciando andare, mi stava abbandonando e stavo vedendo la luce in fondo al tunnel.
*drin drin* il cellulare squillò, vidi a malapena chi era, era lei che provava a chiamare. Non reggevo e mi accasciai con la testa sul pavimento viscido di sangue e chiusi gli occhi! ...
POV'S MARGARET
*10 minuti dopo*
" ti prego rispondimi, apri gli occhi, Andrea parlami!! " l'ambulanza lo portò in urgenza in ospedale, aveva perso troppo sangue e non prendeva più conoscenza. Mi lasciarono in sala d'aspetto fuori dalla sala chirurgica.
"dottore lo stiamo perdendo" disse un infermiera al dottore " passatemi il defibrillatore signorina" ordinò il dottore, l'infermiera fece cenno di si col capo.
ormai sono qui da due ore e ancora nessuno si fece vivo.
" ehi ehi ehi ehi signorina come sta Andrea mi dia notizie la prego" mi misi quasi in ginocchio, "ragazzina non possiamo dirglielo, non ci sono i genitori del ragazzo?" mi chiese " i genitori di Andrea morirono quando lui aveva 4 anni, da allora è stato sempre affidato in delle case famiglie, ma adesso non era in nessuna casa" gli dissi tristemente... " signorina sinceramente come sta Andrea ?!? La prego io sono la sua ragazza voglio saperlo, la prego, la scongiuro!" la signorina mi guardò e con calma mi spiegò " allora, non è messo tanto bene, abbiamo provato a fare tutto quello che potevamo fare ... " fece una pausa, io già piangevo. Mi diede un fazzoletto e continuò " non ce la fatta.. mi spiace abbiamo fatto l'impossibile, ma era troppo fragile e il suo cuore non ha retto" .
Mi crollò il mondo addosso ... l'avevo perso, tutti quei tentativi a fargli cambiare idea non erano serviti a niente, non sono riuscita a gestire la situazione... perché?!
Ero per terra in un angolo disperata, non ero tornata a casa per tutta la notte e l'infermiera mi costrinse a chiamare i miei per farmi venire a prendere.
Ormai non servivo più a niente, rileggevo i messaggi miei e di Andrea per vedere dove avevo sbagliato, ma non capii.
 
* un anno dopo*
23 Maggio, è passato un anno dalla morte di Andrea e io ogni mattina sto sempre peggio.
Mi guardo allo specchio e non sono più io!
Sono dimagrita 20 chili, ho gli occhi scavati, il colore celeste si era trasformato in un grigio scuro, i capelli erano spenti.
Sono le 16:15 mi trovo al posto del primo appuntamento con Andrea, e mi sedetti vicino alla statua dei ragazzi in bronzo, con me avevo poche cose, una rosa, una penna, un foglio e una lametta.
Iniziai a scrivere:
“è passato un po’ di tempo
dall’ultima volta che ti ho scritto
ma non ti preoccupare,
ero solo un po’ giù.
Scusa per il sangue sulla carta
non mi sento tanto bene,
il dottore dice di prendere delle medicine
ma io dubito che mi aiuteranno.
Loro continuano a chiedermi
del momento in cui sei morto
e fa male ricordare.
ti amo ancora, sai
mi manchi più di qualsiasi altra cosa.
E’ difficile concludere ora,
c’è del sangue ovunque…
sto venendo a trovarti,
per favore…
apri la porta''.
 
Guardai il cielo per l’ultima volta, era una giornata limpida, il sole splendeva e non si vedeva nessuna traccia di nuvole che potevano minacciarla, solo gli alberi e il cinguettio degli uccellini. Chiusi la lettera e mi sdraiai per terra, mi girava la testa, affianco alla lettera appoggiai anche la rosa. Non sapevo che fare e volevo farla finita una volta per tutte, avevo tirato solo 4 tagli e mi ricordai che sul braccio di Andrea ce n’erano 5, allora con un po’ di forza ripresi la lametta e la misi proprio sulla vena, schiacciai cosi forte che un grido mi morì in gola. Mi continuavo a ripetere in testa :”ce la posso fare, Andrea sto arrivando” respirai e 1,2 e 3 tirai!
Mi lacrimarono gli occhi dalla gioia, era come se mi stessi liberando piano piano di ogni minimo dolore passato in quest’ultimo anno senza di lui. Tutto quello che mi circondava a poco a poco iniziava a sbiadire, girai la faccia verso il sole e ammiravo la bellezza della natura. Passati qualche minuto iniziai a respirare con fatica, il mio corpo non si muoveva, non rispondeva a nessun tipo di comando, il mio cervello stava andando in tilt. Iniziai a non capire niente, l’ultima cosa che vidi era delle persone che si avvicinarono a me spaventate, che urlavano di chiamare il pronto soccorso. Un ragazzo si mise davanti a me e mi prese la faccia tra le sue mani. La vista non stava proprio migliorando, riuscivo a sentire poco e niente, questo ragazzo assomigliava cosi tanto ad Andrea anzi potevo benissimo riconoscerlo: era lui!
Quelle parole che mi disse le riuscii a sentire molto bene, erano limpide, la voce era familiare :” Margaret cosa hai fatto? Oh piccola come ti sei ridotta… adesso devi ascoltare bene quello che ti dirò nei prossimi minuti!” provai a rispondere ma la voce non uscì, era come se fossi ritornata a quando avevo un anno che non sapevo parlare, ma comprendevo benissimo però le parole degli altri. “non importa Margaret ora respira profondamente, ricorda che devi tenere sempre gli occhi aperti e seguire ogni mia parola è importante perché non è arrivata ancora la tua ora!”
Il ragazzo cercò un po’ di scollarmi per tenermi sveglia, nel frattempo arrivarono i soccorsi e mi portarono in ospedale.
Mi diedero codice rosso per la gravità, beh stavo per morire!
Mi misero l’ossigeno e sempre di fianco a me c’era lui, non mi lasciava un secondo, mi parlava, ascoltavo solo la sua voce che mi cullava era come una ninna nanna, così dolce ed angelica, alcune volte un po’ rauca, adoravo quel suo difetto anche se lui lo odiava. La sua mano era poggiata sulla mia, sapevo bene che lui non era li con me, ma di istinto la strinsi e sentivo il suo calore.
Ero arrivata in sala operatoria, infermieri e dottori tutti intorno al mio corpo esile, iniziarono a togliere le fasce che mi misero per non farmi perdere altro sangue e mi diedero dei punti.
Mi attaccarono anche degli elettrodi sul petto e quasi subito su uno schermo si sentirono dei ticchettii che di sicuro riferivano il mio cuore. Andrea continuava a parlarmi “piccola … picc..” non sentivo più il suo calore, ne la sua sagoma vicino al lettino operatorio, ne la sua voce, soltanto dei medici che iniziarono ad agitarsi. Chiusi gli occhi, un fischio stridulo rimbombava nella mia testa e le parole dell’infermiera “ dottore la stiamo perdendo” il mio cuore stava cedendo.
Solo il buio, non vedevo ne sentivo niente, silenzio tombale. Come poteva essere, mi sarei immaginata tutt’altra cosa, pensavo che morire fosse diverso. Uno immagina di vedere la luce in fondo al tunnel e invece non succedeva niente. Ero in via di una crisi, chiusi gli occhi e provai a sedermi per terra, provai a chiedere se qualcuno mi sentiva ma l’unica voce che tornava dietro era il mio eco. Stavo impazzendo, avevo perso la cognizione del tempo, e poi una voce “Margaret !” aprii gli occhi di scatto, iniziai ad intravedere della luce, non ci potevo credere finalmente potevo riabbracciare Andrea. Mi alzai in piedi e andai incontro alla luce, piano piano lui mi si materializzò davanti a me “oddio Andrea!” corsi come se fosse l’ultima cosa da fare al mondo e riuscii ad abbracciarlo.
Sentivo il suo calore espandersi nel mio corpo minuto e gelido, il suo profumo era rimasto sempre il solito, era come rinascere una seconda volta, mi sentii ringiovanita tutto di un tratto. Avevo trovato di nuovo la felicità, ora tutta la mia vita aveva un senso, era lui il mio senso. La mia testa era appoggiata al suo petto che si alzava ed abbassava velocemente, potevo sentire il battito del suo cuore accelerare ogni volta che mi stringeva a se, il suo respiro affannoso “Margaret, amore mio non dovevi farlo” sentii una goccia bagnarmi il viso, alzai la testa e vidi di nuovo i suoi capelli scuri che incorniciavano alla perfezione quel viso pallido, le sue labbra rosee inumidite dalla lingua, e i suoi occhi verdi smeraldo che ora piangevano per me. Era un angelo ne ero sicura, una creatura simile non può che non essere un angelo, gli mancavano solo le ali “Andrea dimmi che sono morta e che finalmente potrò stare con te senza che nessuno ci ostacoli” quasi lo supplicai “ no piccola non sei morta, sei in una fase che non sei ne viva e ne morta, sei intrappolata in un mondo di mezzo, sei finita in coma, i dottori sono riusciti a fare solo questo” indietreggiai guardandolo dispiaciuto “ p-per quanto dovrò stare ancora così ?” gli domandai confusa. Lui mi sorrise, mi partì un brivido dalla testa per finire poi lungo la schiena “ fino a quando tu non ti deciderai a vivere e riaprire gli occhi” no, non potevo ritornare a vivere un’altra volta ma soprattutto a vivere senza di lui, ci avevo provato ma ogni singola cosa mi faceva ricordare lui fino a stare male “no, non voglio. Voglio stare con te non lo capisci?” caddi in ginocchio e iniziai a piangere. “ehi piccola lo sai che non puoi farlo, non è ancora arrivato il tuo momento, hai tutta la vita davanti perché sprecarla” si inginocchiò e mi mise una mano sul viso “ma la mia vita non ha senso se non ci sei te, litigo sempre con i miei genitori, a scuola vado male, iniziano a prendermi tutti in giro perché sono diventata pelle ed ossa e chi non lo fa mi guarda con pietà pensandomi come la ragazza di quello che è morto. Non mi piace vivere così, preferisco morire e stare con te piuttosto che ritornare in quel inferno di mondo!” su quelle ultime parole crollai a piangere un’altra volta. Odiavo piangere difronte a lui, mi faceva sentire così debole e insignificante. “ guardami, guardami Margaret. Non voglio che tu pianga, voglio che tu sia felice, trova ragazzo e rifatti la vita. Io ti sarò sempre accanto piccola, ora mi hanno dato una missione da svolgere, farti tornare in vita e voglio compierla per il verso giusto. Però finche tu non vorrai ritornare non posso fare niente, devi essere te a volerlo”.
Ci pensai un po’ ma non riuscii ad immaginarmi una vita diversa al mio risveglio. Però una cosa era sicura, nel frattempo sarò con lui. Mi alzai in piedi, presi il suo viso tra le mie mani e lo baciai. Non era un bacio come gli altri, no, questo era speciale, lui era tutto quello che volevo e non potevo ferirlo.
Nel frattempo mi portarono in una stanza da sola, erano arrivati i miei genitori che chiedevano spiegazioni. Mia madre si accasciò sul mio letto piangendo disperata, un infermiera la fece uscire, dovevano finire di mettermi il medicinale e la macchina che mi terrà in vita per i prossimi giorni, mesi e chissà forse anche anni. Stavo osservando tutta la scena in silenzio, senza fiatare. Un infermiera stava parlando delle mie condizioni al medico di turno “dottore non siamo riusciti a fare di meglio…” disse l’infermiera. Non ci avevo mai pensato a come si fossero sentiti i miei genitori se morissi, ero stata proprio egoista a pensare solo a me stessa che non vedevo che anche i miei genitori soffrivano per me. Andrea si avvicinò, mi strinse a se “ non ci avevi pensato eh ?! ora non ti devi preoccupare, io sarò il tuo angelo custode fino a quando mi vorrai” mi si strinse il petto, stavo provocando troppo dolore alle persone che amavo, piano piano gli sussurrai “per sempre” mi cadde una lacrima che mi rigò il viso e sorrisi.
“dottore! Sbaglio o quella è una lacrima e sta sorridendo?!?” disse l’infermiera “no, sarà solo un illusione ottica ora torniamo dagli altri pazienti.”
“sarò il tuo angelo custode per sempre” sussurrò Andrea.
 

SPAZIO SCRITTICE:
allora come vi pare la mia storia ? mi piacerebbe molto se mi lasciate qualche recensione *^*
 


 
  
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