“Louis, Louis! Passa qui, forza!” dice un mio compagno di calcio. E’ l’ultima partita della stagione primaverile, ci stiamo dando dentro con quelli in prima classifica e, se vinciamo la partita, è la fine di tutto. 
E con fine non intendo la fine delle nostre amicizie, la fine dei nostri allenamenti, la fine delle nostre cazzate.
Nessuno può dividerci, siamo inseparabili tutti, usciamo la sera in discoteca oppure a farci qualche canna in un parco abbandonato della periferia.
Un numero elevato, lo so, ma siamo fratelli tra noi. Se mi permetto, nella squadra c’è qualche persona che non mi va a genio, ma infondo, sì, andiamo d’accordo tra noi.

Due minuti. Due fottutissimi minuti e la partita finirà. E siamo a 0 a 0, entrambi le squadre. Dobbiamo vincere, per forza, altrimenti ciao ciao party organizzato dalle cherleeders per noi. E chissà cosa ci aspetta in quella casa, magari spogliarelliste.
No Louis, non pensarci nemmeno, concentrati sulla partita! Dice il mio subconscio.
Dagli spalti si sentono incoraggiamenti, come “Forza Doncaster! Potete farcela!” di genitori, parenti e amici.
La cosa mi fa davvero sentire… non lo so, una star famosa?
Sono tra i miei pensieri ed è passato già un minuto, quindi cerco di non avere più distrazioni.
Rigore.
Perché rigore? Mi chiedo.
Louis, stai più attento, no? Perché tutte queste distrazioni? Poi all’ultima partita!
“Louis?” mi chiede Chris, sventolandomi la sua mano davanti alla mia faccia.
“Sì?” chiedo, senza nemmeno guardarlo. Chris, con quegli occhi color verde-marrone, mi fa sempre impressione. Non intendo che è inguardabile, anzi, è davvero un bel ragazzo, ma in qualche modo mi fa spaventare, forse per la cicatrice che ha sulla guancia, oppure per il piercing sul naso, o peggio ancora per il lobo nell’orecchio.
Onestamente queste cose mi fanno senso, ma lui, beh, no.

“Devi fare il rigore, ma che hai stasera?” mi dice, mettendosi le mani sui fianchi, aspettando una mia risposta.
“Ero tra i miei pensieri, ma…” dico, ma vengo interrotto da lui “… Ma devi muovere il culo, capitano! Forza, siamo tutti con te!”
L’arbitro prende la palla e lo mette al centro, per permettermi di fare il rigore. Il portiere osserva ogni mia mossa, muovo un dito? Per lui è una minaccia.
No scherzavo, ma sembra piuttosto spaventato e quello mi fa rimettere la testa a posto.
Dai Lou, un goal, sei fantastico, possiamo farcela  dice il mio subconscio, ma cos’ho che non va? Da quando mi auto-complimento da solo?

L’arbitro fischia.
Do’ un’occhiata alla posizione dell’arbitro e poi comincio a fare la rincorsa. Colpisco la palla il più forte possibile, mirando, ovviamente, la porta.
L’arbitro si butta a sinistra, mentre la palla si dirige nella parte opposta.
“GOAAAAAAL!” inizia a gridare la folla sugli spalti, si alzano tutti in piedi ed esaltano. Mentre i miei compagni mi vengono addosso, alcuni mi scuotono i capelli sudati, altri mi buttano giù, altri che mi abbracciano.
Mentre gli avversari si tenevano le mani sulla testa e il capitano, odioso, rimproverava il povero portiere. Un po’ di pena ne faceva.
“Louis!” grida mia sorella, abbracciandomi forte “Sei stato bravissimo, soprattutto all’ultimo minuto!” e continua ad abbracciarmi.

Appoggio la mia mano sulla sua schiena, strofinandola lentamente. Quando apro gli occhi, vedo accanto a lei un ragazzo. Un ragazzo strano. Vedo solo un paio di ricci ribelli nei lati e una cresta lunga al centro. Gli occhi verdi come l’erba di primavera e quel sorriso che rendeva la giornata più bella.
Ma perché dico questo? A te non piacciono i ragazzi, Louis.

Scuoto la testa e mi lascio dall’abbraccio di Charlotte.
“Chi è, il tuo fidanzatino, Lottie?” chiedo, rivolgendo un accenno al ragazzo. Lui continuava a guardarmi, gli occhi fissati contro i miei e quelle labbra carnose premuti in una linea.
“Chi? Harry?” Harry. “Ah, no! Non è il mio ragazzo.” Dice, poi arrossisce. Mia sorella non è fortunata in amore, questo è il primo ragazzo che porta eppure non è il suo fidanzato.
Io sono l’esatto opposto.

“Sono Harry, tu sei il fratello, se non sbaglio.” Dice. Okey, già mi sta sul cazzo e non trovo il motivo di questo. E’ troppo serio.
“Sì, sono il fratello e posso avere il coraggio di spezzati quella cazzo di testa se provi ad andare al letto con lei” faccio un sorriso maligno, quando Charlotte mi viene contro e cerca di darmi uno schiaffo, ma lo schivo.
“Louis! Ti prego, lui non è il mio ragazzo, è un amico” dice, poi si gira e prende a braccetto Harry e se lo porta via.
Sento sussurrare da lei “Scusami, mio fratello è iperprotettivo, non dare caso a lui se ti dice cose del genere”.
Harry.
E’ un nome meraviglioso e poi a lui sta così bene.
Louis, ma che ti prende? A te piacciono le ragazze, non i ragazzi.
A distruggere i miei pensieri, è Colton. “Louis? E dai che ci aspettano quelle bambole!”.
Annuisco. “Ce le scoperemo tutte!” aggiunge e io annuisco.
Annuisco e basta, ma perché?



CIAO RAGAZZE! Eccomi qui, il primo capitolo è corto, lo so, ma cercherò di migliorare le dimensioni. Comunque:
1) I caratteri dei personaggi NON SONO REALI, nel senso che sono inventati da me, quindi state ben tranquille.
2) Se siete "contro" Larry, non leggete la Fan Fiction se poi dovrete giudicarla e segnalarla.
3) Se vedete qualche errore grammaticale e ortografico, vi prego di dirmelo.

Il prossimo capitolo lo scriverò tra non molto, spero vi abbia incuriosito un po'!
Se vi va di contattarmi, questo è il mio nick (@) Twitter ----->  @seivitaharry.
Buona permanenza!

-Chanty.