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Autore: Sayan_lover    05/07/2014    1 recensioni
La storia di una ragazza, che ci svelerà cose che noi non immaginiamo. Una storia dietro le quinte per dare speranza a chi si chiede "che ne sarà dei Gol D.?"
Per capire questa fic è necessario conoscere la storia fino a dopo Marineford. (Spero di avervi incuriositi)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi presento il mio nome è Victoria, sono una ragazza un po' diversa dalla media, poiché il mio sogno è essere una piratessa. Sono nata sull'isola di Saboudy ed allora avevo vent'anni, avevo dei lunghi capelli neri con delle ciocche rosse e gli occhi uno rosso fuoco e l'altro blu notte, mi piaceva andare in giro con abiti comodi, per questo portavo sempre un paio di pantaloncini neri ed una maglia nera che lasciava scoperta la pancia, oltre ad un paio di stivali neri, al collo portavo una collana, fatta a collare, nera e degli orecchini su tutto il lobo. 
Lavoravo in un bar nel Grove 2 come cameriera, la vita lì era una noia e si trattava solo di servire clienti su clienti senza un'attimo di tregua.
In quel periodo inoltre bisognava stare attenti, poiché a breve si sarebbe tenuta un'asta per i nobili nel Grove 1, per questo cercavo di dare poco nell'occhio e di rientrare il prima possibile, non volevo rischiare che mi usassero come merce.
Comunque, quel giorno era uno come tanti, in quel momento ero dietro al bancone per pagare il conto ad alcuni clienti, quando all'improvviso entrarono dei mercanti di schiavi e si sedettero ad un tavolo, sentì il sangue gelarsi nelle vene e le gambe tremare quando quei due si avvicinarono e mi chiesero un caffè a testa. Dopo averli serviti mi guardarono una seconda volta, limitandosi a pagare, per poi uscire.

- meno male l'ho scampata- pensai, non sapendo che i guai erano appena cominciati.

Quella sera finì il lavoro tardi e, chiuso il bar, mi apprestai a tornare a casa, ma mentre passavo per il vicolo due figure mi si pararono di fronte con sguardo maligno esclamando

« wow che bambola! Questa frutterà bene all'asta » 

Asta?! All'udire quella parola indietreggiai istintivamente, non volevo venir venduta e perdere la libertà...no! Io volevo essere una pirata.
Uno dei due mi prese per il polso e mi tirò a se, mentre l'altro mi mise un paio di manette, opposi resistenza, mordendo e scalciando, ma alla fine mi immobilizzarono, pensai di gridare, ma sapevo che nessuno sarebbe venuto in mio aiuto, quindi mi lasciai andare, la mia vita era finita.

Fui condotta in uno strano edificio e portata di fronte ad un gruppo di persone, che dopo avermi guardata e controllata firmarono un foglio nel quale dicevano che ero "idonea alla vendita". Essendo tardi ci fermammo in un capannone abbandonato, che fungeva loro da base e, dopo avermi legato a delle catene poste in una delle stanze, i due si misero a brindare diciendosi che grazie a me avrebbero guadagnato un bel po' di denaro. Dopo un po' si addormentarono, era la mia occasione! Le chiavi erano su una scrivania poco distante da me, avrei potuto prenderle e fuggire. Feci appello a tutte le mie forze e mi allungai per arrivarci, le catene erano strette e tiravano, mi faceva male la testa a causa delle sostanze che avevano usato per calmarmi ed avevo il terrore che si svegliassero, ma nonostante tutto riuscì a raggingere la mia salvezza, mi liberai dalle catene che mi bloccavano alla parete, ma per quelle alle mani ed al collo non potei fare nulla, poiché per aprirle serviva un codice

- ci penserò dopo! - mi dissi e senza fare rumore uscì dalla porta.

Ero appena uscita dal capannone quando le luci si accesero ed udì i due cacciatori gridare, si erano svegliati! Corsi a più non posso tra i vicoli, non c'era nessuno ed io stavo malissimo, quando fui abbastanza lontana mi dedicai dieci minuti per rimettere pranzo, cena e l'anima, poi barcollante avanzai finché non arrivai al porto, accasciandomi al suolo esausta, ma non volevo fermarmi lì, strisciai fino al molo e mi "lanciai" sulla prima barca che mi capitò, lasciandomi andare ad un sonno profondo.

Mi svegliai nel pomeriggio del giorno seguente, trasalì quando realizzai ciò che era accaduto il giorno precedente e pensai che mi trovassi sulla barca dei miei "rapitori". Invece dopo cinque minuti vidi comparire dalla porta della stanza un giovane dai capelli corvini e molto ribelli, nascosti sotto un'insolito cappello arancio, indosso aveva un paio di pantaloni neri, lunghi fino alle ginocchia ed un paio di stivali neri, oltre ad una collana di perle rosse.

« chi sei?! » esclamai, nel mio tono si poteva percepire la curiosità mista alla paura

Lui non rispose, alzó solo il cappello, permettendomi di vedere i suoi stupendi e profondi occhi, erano nero pece, ma dolci come quelli di un bambino. 

Mi alzai di scatto ed avanzai verso di lui gridando

« ti ho detto di dirmi chi sei?! »

Lui mi prese per il polso e si mise a ridere

« calma, questo dovrei chiedertelo io, visto che eri sulla mia barca... »

Indietreggiai d'istinto ed accortami del malinteso risposi

« sono Victoria Orihara »

« piacere Portuguase D. Ace »

Rispose lui, io nell'udire quel nome spalancai la bocca, ma certo! Come avevo fatto a non riconoscerlo?! Era il mio idolo! Il mio sogno era entrare nella sua ciurma, o meglio in quella di Barbabianca.
Lo osservai e lui ricambiò, ci fissammo per vari secondi, poco di che la porta si spalancò e fece il suo ingresso un ragazzo vestito da cuoco con un'insolita pettinatura bruna, in mano teneva un vassoio con sopra del cibo, dietro allo strano moro vi era un'altro ragazzo, sempre dalla pettinatura insolita a ciuffo d'ananas, ma a differenza del primo aveva l'aria più calma e riflessiva, appena entrato sferrò un pugno sulla testa di Ace esclamandò

« perché l'hai fatta alzare?! Non è ancora guarita! E se avesse una ricaduta!! »

« scusami Marco...hai ragione » si scusò il moro

Intanto il cuoco se la rideva, ma all'improvviso mi fece il bacia mano esclamando 

« piacere il mio nome e Satch, lui invece è Marco » disse indicando il biondo.

Quest'ultimo lo squadrò, mentre io perplessa l'osservavo, feci poi un'inchino e mi presentai, rendendomi conto solo in quel momento che non avevo più le catene, mi lasciai sfuggire un sorriso, il primo da quando mi ero svegliata.

« quando sorridi sei molto bella, dovresti farlo più spesso » mi sentì dire dal più giovane

Avampai, perché se lui mi faceva un complimento arrossivo? Eppure non era la prima volta che mi dicevano una cosa del genere...

« m-ma come t-ti permetti? » esclamai balbettando

I tre scoppiarono a ridere, dopo di che il cuoco mi diede il vassoio con sopra una zuppa calda, invitandomi a mangiare, non me lo feci ripetere e svuotai il piatto in pochi secondi, sotto lo sguardo divertito dei presenti.
Quando finì Marco mi chiese

« ora che farai? Siamo ancora attraccati, se vuoi puoi scendere, altrimenti resta con noi, ti divertirai » esclamò con un sorriso.

Io sgranai gli occhi e risposi 

« cosa? Sul serio posso restare? »

« certo, se è quello che desideri » mi disse Ace

Era un sogno che si realizzava, avrei potuto divenire una piratessa, per lo più dell'incredibile flotta di Barbabianca! Non avevo bisogno di pensarci

« mi unirò a voi con piacere! »

Angolo autore:

Questa storia sarà breve e poco dettagliata, volutamente, avrà altri due capitoli che pubblicherò nei prossimi giorni. 
Per favore prendetela per quel che è, ossia uno spezzone per distrarmi dalle altre due fic che mi stanno facendo diventare matta. Spero che non sia troppo brutta.
Un bacio Sayan_lover
  
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