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Autore: Skyechan    05/07/2014    0 recensioni
"Mi ha insegnato a guardare il cielo con il sorriso come faceva lui, mi ha insegnato a provare emozioni che prima non provavo, mi ha insegnato cos’è la felicità. Mi ha insegnato tutto.
Forse... non avrei mai dovuto imparare tutte queste cose."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le nostre strade si incrociarono, per puro caso. Venivamo da due parti differenti, da due vie separate che si unirono proprio in quel punto, proprio nel punto in cui lui era fermo. Eppure, il mio sentiero fino a poco fa sembrava così lungo e infinito…
Le spoglie vie erano separate da altissimi cespugli, che notai fiorirono nello stesso momento e nello stesso punto in cui ci incontrammo.
Ci trovammo così, io davanti a lui, e lui davanti a me.
Entrambi ci guardammo con sorpresa e curiosità per lungo tempo, quasi  come se il nostro incontro fosse un miracolo, come effettivamente era. Rimanemmo così  finché non gli sorrisi.
Non so cosa mi successe di particolare in quel momento, ma qualcosa di meraviglioso attraversò il mio cuore…  e ne sono sicura, è per questo che mi scappò un sorriso. Lui mi guardò con meraviglia per  un attimo, poi ricambiò con un sorriso ancora più bello del mio. Quel qualcosa attraversò il mio cuore un’altra volta, in maniera più forte. Tirai un respiro profondo e il mio sguardo si calò a guardare il terreno sottostante. Notai più tardi che a differenza sua, che guardava sempre in alto a con lo sguardo rivolto verso il cielo con un bel sorriso, indifferente dal buono o dal cattivo tempo, io guardavo sempre in basso con un’espressione pensierosa, attenta a non pestare gli insetti. Mi accorgevo del cielo solo se pioveva o grandinava; ma comunque rimanevo a camminare, non mi fermavo in cerca di un riparo, non mi importava più di tanto.
Lui si abbasso sotto il mio sguardo per farsi notare, poi si alzò. Lo seguii con gli occhi e alzando lo sguardo.
Mi fissò per un po’, poi mi sorrise ancora, e con la sua mano indicò il cielo. Mi voltai e guardai in alto, dove lui mi aveva indicato. In quel momento c’era un arcobaleno lì su, era così colorato, così bello, meraviglioso. Non ne avevo mai visto uno, ne avevo solo sentito parlare. Fu uno spettacolo indimenticabile, per me che era la prima volta.
Dopo il mio verso di stupore, lui fece alcuni passi in avanti, ed io lo seguii. Iniziammo a passeggiare insieme, e notavo che i cespugli che delineavano la nostra strada, fino ad allora sempre spogli e rovinati, si abbellivano e fiorivano a pari passo con noi. Capii che il nostro incontro fu un avvenimento molto speciale. Mentre camminavamo, parlavamo e ci sorridevamo, l’argomento che usciva più spesso era cosa eravamo prima di incontrarci. Molto spesso lui si stancava e si fermava. Mi sembrava strano, io cammino da tanto tempo e non mi sono mai fermata. Mi scocciava l’idea di stare seduta.
Passò  davvero tanto tempo, e il nostro rapporto crebbe molto. Piangevamo insieme, ridevamo insieme, giocavamo insieme. Mi ha insegnato a guardare il cielo con il sorriso come faceva lui, mi ha insegnato a provare emozioni che prima non provavo, mi ha insegnato cos’è la felicità. Mi ha insegnato tutto.
Forse… non avrei mai dovuto imparare tutte queste cose.
Una volta mi convinse a sedermi con lui, una delle tante volte in cui era stanco. Pensavo di non averne bisogno, ma quando mi appoggiai a terra, capii di essere stanchissima, e solo allora mi resi conto di tutta la strada che feci. Mentre eravamo seduti insieme al lato della via, la mia mano, senza che io la controllassi, si mise vicino alla sua e la strinse. Lui mi guardò, e poi fece quel sorriso fantastico, come la prima volta. Solo quel sorriso poteva farmi stare bene. Arrossii di colpo, e guardai di nuovo a terra. Da quanto tempo che non lo facevo…
Non appena lui si rese conto che stavo guardando in basso mi prese il mento e me lo alzò. Era notte, il cielo era stellato, bellissimo.
Stemmo seduti un sacco di tempo, fino all’alba, mano nella mano.
Ad un certo punto lui si alzò, ed io con lui.
Tornammo a camminare, sempre ridendo e parlando, ma questa volta c’era qualcosa in più. Da quel momento non ci lasciammo mai la mano. Il nostro rapporto diventava sempre più speciale!
Però, un giorno, capitò che mi lasciò la mano. Può capitare, si scocciava, probabilmente…
Aspettai un po’, ma dopo  gliela ripresi. Ho provato una brutta sensazione, per un attimo mi sono sentita come se fossi di troppo. Speravo di non provarla mai più…
Ma invece…
La provai più volte.
Lui mi lasciò la mano più volte, e a riprenderla ero sempre io. A volte subito, a volte esitando.
I fiori sul sentiero erano sempre più scuri… Stavano appassendo?
Non era solo la mano che mi mancava. Lui guardava a terra, come me. Che cosa succedeva?!
Perché non sorrideva più come una volta?! Non ero più abbastanza per lui?
…Voleva qualcun altro?
Quante volte ancora me l’avrebbe lasciata, e quante altre volte ancora avrei dovuto riprenderla e stringerla?
Forse… davo fastidio. Forse non ero più nessuno.  Forse non ero ciò che lui credeva che fossi. Forse si era scocciato di me…
L’unica cosa che facevamo era parlare, e neanche come prima. Eravamo entrambi così tesi…
Perché? Tutto così all’improvviso…
Il ricordo fa male…
Quando mi lasciò di nuovo la mano, presi una decisione.
Decisi di non prendergliela più, avrei aspettato che mi guardasse e che me la stringesse lui.
Per un lungo, lunghissimo tratto, non lo guardai più negli occhi, e lui lo stesso.
I fiori non c’erano più, i cespugli si erano inariditi. Come il mio cuore, dopotutto.
Se gli avessi parlato, sarebbe cambiato qualcosa? Forse avrei dovuto…
O forse no.
Forse le cose dovevano andare così. Chi lo sa.
Camminavamo, camminavamo, camminavamo…
Notai che lui non si fermava più. Perché? Strano…
Iniziai di nuovo a guardare a terra, a non distinguere più il cielo sereno dal cielo scuro.
Anche il nostro sentiero stava finendo, da lontano notai che la nostra strada si divideva in due.
Una volta arrivati, scelsi la strada a sinistra.
L’ultima volta che alzai lo sguardo, l’ultima davvero.
L’ultima e la più sofferente.
Feci un passo in avanti intenzionata ad andare sulla strada scelta da me, e il mio sguardo si rivolse verso lui con un’espressione da “Andiamoci insieme!”.
Però, non vidi ciò che volevo vedere, ovvero il suo splendido sorriso.
Cioè, lo vidi, ma non era per me.
Lui stava sorridendo già, andando nel sentiero opposto al mio, mano nella mano con un’altra persona.
   
 
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