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Autore: Slytherin Pride    06/07/2014    3 recensioni
Dal capitolo 1: "Tento di concentrarmi sulla prof che parla, ma mi sento osservato e mi comincio a guardare attorno alla ricerca della fonte di quello sguardo finché non mi ritrovo a specchiarmi in un paio di occhi blu ghiaccio."
Dal capitolo 2: "Quell'anello glielo avevo sempre visto al pollice, ma ultimamente ce l’ha nell’astuccio e lo tira fuori ogni tanto, ma non per distrarsi dalle lezioni, come se qualcuno lo obbligasse…"
La mia prima fanfiction originale, nonchè la prima con diversi capitoli, spero vi piaccia!
ATTENZIONE: Il linguaggio usato è volgare, principalmente perchè il protagonista e narratore è un ragazzo di 18 anni che frequenta le superiori, quindi non risulterebbe credibile un linguaggio medio-alto. Per questo il rating è arancione, ma potrebbe diventare rosso se la mia beta mi convince a scrivere la lemon.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Chiedo umilmente perdono per l'enorme ritardo nell'aggiornamento, gli esami sono la cosa più malefica di questo mondo.

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TANNEN AM WASSERFALL
 

 
Bene.
Dopo aver coperto la fuga di due membri della band e il ritorno di solo uno dei due sopracitati, aver stravolto la scaletta (cosa che già di per sé mi ha fatto imbestialire) e aver dato fondo a tutte le canzoni che potevamo fare senza il bassista, anche se effettivamente non erano molte, posso dire di aver esaurito ogni mia risorsa: non ho più idee.
Stando a quanto ha detto Fast, Simo e l’idiota sono rimasti soli, spero almeno che il fallimento del nostro primo concerto sia “compensato” (perché per me non lo sarebbe affatto, ma quantomeno per qualcuno sì) da una riappacificazione tra quei due.
S: - Che si fa adesso? -
Bella domanda.
Niente. Si cerca di rimandare ancora l’inevitabile, magari annunciando una piccola pausa, o si dichiara finito il concerto.
Non so quale delle due opzioni risulti più squallida, ma non posso certo andare a prendere Simo per le orecchie e trascinarlo di nuovo sul palco.
P: - Zero idee. Conoscete qualche altra canzone? -
F: - Torn di Natalie Inbruglia? -
S: - L’abbiamo già suonata mentre eri con Bambi. -
P: - Assieme a So Far Away degli Avenged Sevenfold. -
S: - Sul serio ci siamo ridotti a fare i classici? Abbiamo proprio toccato il fondo… -
F: - Che ne dite di un’altra dei metallica? -
P: - Subito dopo Unforgiven II? No. E poi ci serve qualcosa di carico per la chiusura. -
Rumore di passi di corsa e lo sguardo di Straight che s’illumina.
Mi giro e vedo Simo venire verso di noi, mentre Lui torna al suo posto accanto alla bionda. Con somma soddisfazione noto però che quando lei tenta di prendergli la mano, lui la allontana con aria scocciata.
J: - Ragazzi, scusate, mi dispiace da morire. Sono ancora in tempo per l’ultima canzone? -
S: - Sì, ma sappi che verrai punito. -
F: - Non preoccuparti, tu stai bene piuttosto? -
P: - A dopo le preoccupazioni, dobbiamo suonare! -
Strumenti alla mano, prendo il microfono e urlo il titolo: Alone.
 
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Nel tragitto, se così si può chiamare, dal bagno in cui Simo si era rinchiuso al salone non abbiamo praticamente detto nulla, nessuno dei due. Discretamente in imbarazzo, gli ho tenuto la mano fino a che non siamo arrivati all’enorme tenda che divide il corridoio dalla sala. Questa situazione mi sembra davvero assurda.
Come può una persona sola mandarmi così tanto in confusione? Cosa mi prende?
Simo lascia andare la mia mano e fa’ per entrare. D’istinto lo riafferro per un braccio. Non lo so, ho come l’impressione che se lo lasciassi andare non lo ritroverei più. Che se ci allontanassimo per più di qualche centimetro torneremmo alla situazione delle ultime due settimane.
Sto facendo la cosa giusta?
Mi guardo attorno, nessuno in vista.
Lo tiro più vicino e lo bacio di nuovo. È la terza volta stasera ed è incredibile come sia ancora diversa dalle altre.
La prima volta è stato impulsivo, senza pensare.
La seconda è stata una verifica, più cauta e studiata.
Adesso… Adesso è la prova finale. Come una ricerca di certezze. Una conferma o una smentita.
E la sensazione delle sue labbra che si muovono con le mie sono di gran lunga la migliore delle garanzie.
Come ho potuto pensare che questo non sia giusto?
Non sono ancora sicuro di cosa sia tutto ciò, non voglio dargli un nome per adesso, ma so che, almeno per una volta nella mia vita, non sto facendo una cazzata.
Mi stacco e lo guardo, una mano stretta alla sua e l’altra a tenergli il mento.
- Non te l’ho detto prima, ma spero di poter rimediare ora: in bocca al lupo per il concerto, sono sicuro che sarà una bomba! -
J: - Grazie, di tutto. -
Prendo un bel respiro, lo lascio ed entriamo nel salone.
Torno al mio posto, accanto a Simonetta, la quale cerca di attorcigliarmisi di nuovo attorno. Ritraggo il braccio bruscamente, adesso sono quasi disgustato dal suo atteggiamento così appiccicoso.
Mi volto verso il palco quando sento la voce di La- Pride dare il via a quella che suppongo sarà l’ultima canzone.
Vedo Simo che mi guarda, sembra teso. Non capisco perché. Fino al ritornello.
Si avvicina al microfono, apre la bocca e inizia a cantare.
La sua voce è incredibile, si fonde con quella principale pur rimanendo distinguibile. Canta benissimo, e io non ne sapevo niente. Lo conosco da anni, ma lo conosco davvero? Quante altre cose non so di lui?
La canzone continua, la sua voce è ancora un po’ incerta, trema leggermente, ma prende confidenza ad ogni verso, ad ogni nota, fino alla fine del secondo ritornello.
Pride si ferma e si allontana dal microfono, il chitarrista da’ una pennata ogni tanto, la batteria diventa centrale e frenetica mentre Simo comincia a cantare da solista.
Leave me? How the fuck you gonna leave me?...
Non so se ci sono ancora altre persone nella sala, e non mi interessa. Anche se siamo distanti sento il suo sguardo incatenato al mio, le luci blu e viola che rendono tutta la sala più buia escludendo tutto ciò che non è lui
You know I love you when we fight and we argue, I kiss and hug you, you push me back, you say that I’m trouble…
Il ritmo è sempre più veloce e la sua voce sempre più sicura e ferma, fino ad arrivare a una specie di rap in cui non si distinguono nemmeno più le parole, che però risultano ugualmente scandite alla perfezione.
Baby it’s not me, it’s us…
Crescendo.
Maybe now all we need is trust.
Un crescendo continuo.
Maybe this Hennessy will solve our problems, baby pick it up.
Poi tutto si ferma, Pride riprende a cantare, leggera, come se facesse male.
I don’t wanna be alone…
Simo si unisce a lei, con la seconda voce.
I don’t wanna die alone…
Segue il chitarrista urlando.
No one should have to die alone!
Sono perfetti.
Lui è perfetto.


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Sono COSÌ in imbarazzo per l'aggiornamento con mesi di ritardo. Mi dispiace tantissimo. Ma ho dovuto studiare davvero un sacco per questi esami e adesso ho finalmente un periodo di pausa. Chiedo scusa ancora. Comunque, come sempre spero vi sia piaciuto questo capitolo e come sempre vi supplico di lasciarmi una recensione! ^^''
Ho in programma di scrivere anche due one-shot legate a questa storia, a rating RED per rendere le cose un po' più calienti, ma non voglio dire troppo, solo che non è detto che siano sui due protagonisti...
Con questa vi lascio, grazie di aver aspettato e grazie di aver letto la storia fin'ora! :D

Š☆P
   
 
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