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Autore: stereklove    06/07/2014    7 recensioni
Stiles non era mai stato bravo a letteratura.
Derek quel giorno era tornato a casa stanco, aveva fatto ripetizioni a una stupida ragazzina che non faceva che sbavargli contro.
Lo sceriffo l'aveva chiamato.
[STEREK] [AU!] [SCHOOLFIC!]
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CONFUSIONE
 






Il giorno dopo non voleva uscire di casa, ripensava alla sera precedente e pensava a quanto fosse stato stupido ad andare da quel ragazzino e come si era lasciato abbindolare, neanche avesse sedici anni e gli ormoni a mille.
Era un uomo, etero, e stava per sposarsi, con la donna che amava.
Una vocina fastidiosa nella sua testa gli diceva che l’unica cosa vera fosse il fatto che era un uomo, ma lui non la ascoltò, bevve il suo caffè e uscì di casa senza salutare Jennifer che invece dormiva ancora tranquilla nel letto.
Si sentiva in colpa nei suoi confronti, ma la sua vocina continuava a dirgli che anche lei lo aveva tradito, perché si, lei lo aveva tradito.
Era successo quattro mesi prima, lui era tornato prima dal lavoro e l’aveva trovata sul divano a fare sesso con un altro.
Era rimasto paralizzato perché non credeva che la donna della sua vita potesse fare una cosa del genere.
Ma lui la amava troppo e l’aveva perdonata, facendo finta che non fosse successo niente.
Non aveva mai dimenticato quella storia e semplicemente quando il suo cervello gliela ricordava lui pensava ad altro.
 
 
Erano le quattro e lui doveva andare a dare ripetizioni a Stiles, non voleva vederlo, non dopo quello che era successo la sera prima.
Si sentiva imbarazzato, molto, troppo imbarazzato.
Ma non poteva di certo scomparire nel nulla, quindi decise di andare comunque.
Lo sceriffo gli aprì la porta e gli disse che Stiles era di sopra e che poteva raggiungerlo subito, seconda porta a destra, non dimenticò mai la prima volta che ci entrò e quello che vide.
Stiles era senza maglietta, di spalle e stava armeggiando con qualcosa dentro l’armadio, non era la prima volta che lo vedeva senza maglietta, ma la prima volta era un po’ buio e non aveva potuto vedere tutto chiaramente.
Ma questa volta vedeva ogni singolo muscolo che si muoveva mentre l’altro spostava oggetti da una parte all’altra, e quella visione lo estasiò, aveva le spalle larghe, ed erano bellissime.
Forse aveva iniziato ad ansimare oppure era collassato ma comunque ad un certo punto l’altro si girò e lì pensò che avrebbe potuto avere un orgasmo senza neanche fare niente.
Ora poteva vedere tutti i muscoli del busto ed erano splendidi.
Aveva i pettorali, gli addominali non troppo pronunciati ma presenti e quella dannata vita che lo faceva impazzire, si ricordava ancora come la sera prima ci aveva affondato le mani e come gli era piaciuto.
 
-Hey professore, tutto apposto?-
Aveva una voce bellissima e lui avrebbe pagato tutti i soldi del mondo per sentirla sempre.
-Si, tutto bene-
Era riuscito a balbettare tre parole ma dallo sguardo di Stiles capiva che non era stato molto convincente, ma per qualche strano miracolo, quel giorno aveva lasciato perdere, si era messo una maglietta e sedendosi sul letto gli aveva indicato il posto accanto a lui.
Si erano messi a studiare ma quel problema che aveva nei pantaloni non lo aiutava a concentrarsi e nonostante avesse provato a pensare a ogni cosa possibile e inimmaginabile, quel marmo rimaneva piantato lì e non accennava ad andarsene.
Aveva pensato di andare un attimo al bagno e di farsi una sega rapidamente, ma non aveva fatto in tempo a formulare una frase che Stiles l’aveva guardato e senza dire una parola si era inginocchiato ai suoi piedi con la faccia rivolta verso i suoi pantaloni e alla sua fonte di problemi.
Gli si era gelato il sangue nelle vene perché non aveva capito bene cosa stasse per fare, ma una parte di sé sperava in qualcosa di caldo e umido.
- Che diavolo stai facendo? Togliti immediatamente -
Ma l’altro non l’aveva ascoltato e gli aveva slacciato la cintura.
- Smettila subito Stilinski -
Gli aveva appena aperto i pantaloni.
- Ti prego togliti di lì subito -
Gli aveva abbassato i boxer e un gemito gli era scappato dalle labbra, senza il suo controllo.
Un po’ si vergognò, insomma, non l’aveva nemmeno toccato e lui già gemeva, sembrava un ragazzino alle prime armi.
Ma per quanto volesse, non poteva cedere ai giochini di quel ragazzino e cercando di darsi un tono autoritario cercò di dissuaderlo da fare una cosa del genere.
- Ti ho detto che devi smetterla.
Non voglio.
Togliti.
Subito
Ma lui l’aveva semplicemente guardato mentre con una mano massaggiava la sua erezione già umida e gli aveva risposto con la voce più stucchevole e stupenda  che lui aveva mai sentito.
- Sei tu che devi smetterla Derek.
Da quando sei arrivato non fai altro che contorcerti e mi dà ai nervi una cosa del genere.
Quindi smettila e goditi il momento
-
Detto questo, prima che potesse ribattere, glielo aveva preso completamente in bocca e Derek era andato fuori di testa diventando un ammasso di carne informe gemente e ansante.
Quando stava per venire si era sentita la voce dello sceriffo dire loro che andava al lavoro e un po’ si sentì in colpa, perché lui di certo pensava che stessero studiando non che il professore che aveva assunto stava spaccando la mascella a suo figlio con un pompino.
Stiles si era staccato per rispondere al padre e un grugnito di disapprovazione era uscito dalle labbra di Derek che gli aveva messo una mano dietro la testa e l’aveva spinto di nuovo verso di sé fino a che l’altro non aveva riaperto la bocca e l’aveva fatto rientrare dentro di sé.
Questa volta venne davvero.
Nella sua bocca.

Stiles si era alzato si era passato una mano sulla bocca per togliersi un po’ di saliva e si era rimesso seduto come se non fosse successo niente.
Ma era successo qualcosa, e che cosa.
Derek non voleva dare false speranze di amore al ragazzo, gli aveva fatto un pompino da urlo, il migliore della sua vita, ma rimaneva comunque solo un pompino niente di più.
Quindi precisò subito il tutto, aspettandosi già un pugno in faccia oppure delle lacrime.
- Stiles voglio che tu sappia che per me questo non significa niente, io non provo niente per te, amo la mia fidanzata e non ho alcuna intenzione di fare niente con te -
Forse era stato troppo duro ma voleva essere chiaro.
- Quella è la porta, per oggi abbiamo finito, và a casa Derek
Gli aveva detto quelle parole guardandolo negli occhi e lui non ci aveva visto ne rabbia ne odio, ci aveva visto tranquillità, come se quello che fosse successo non significasse niente.
E ci era rimasto male.
Molto male.

Non si aspettava che Stiles lo mandasse via di casa in questo modo ma una parte di sé sapeva che era meglio così, quindi senza dire una parola, aveva preso le sue cose ed era uscito da quella casa.


 
Mentre tornava nella sua non fece altro che pensare alle parole di Stiles, sembrava che a lui non importasse niente.
Neanche a lui importava ma la cosa gli diede fastidio comunque, era lui quello a mandare via gli altri dopo il sesso, non ad essere mandato via.
Non ci era abituato e la cosa non gli piaceva.
 
 
Stiles era ancora sdraiato sul letto e ripensava a quello appena successo, era la prima volta che faceva una cosa del genere ma gli era sembrato tutto così naturale e semplice che si era buttato e l’aveva fatto, ed anche piuttosto bene in base ai suoni che uscivano dalla bocca dell’altro.
Lui non era innamorato di Derek, pertanto quando gli aveva detto che per lui non aveva significato niente, non ci era rimasto male, gli aveva dato fastidio ma aveva preso la faccenda in modo molto realista.
L’altro stava per sposarsi.
E lui gli aveva solo fatto un lavoro di bocca.
Non poteva aspettarsi niente.

Quindi gli aveva detto di andarsene e che andava tutto bene.
Perché era vero.
Per lui andava bene così.
 
 
Quando era tornato a casa era stato accolto dalle urla della sua fidanzata.
- Quando pensavi di dirmelo? Quando pensavi di dirmi che facevi ripetizioni a quel demonio? Quando? Non devi fidarti di lui, non devi avvicinarti a lui o ti farà cadere nella sua trappola -
Analizzò molto le parole di Jennifer, si era dimenticato che non gli aveva detto niente sulle ripetizioni, ma la parte che più lo fece pensare era quella sulla trappola.
Non ce lo vedeva proprio Stiles a farlo cadere nella sua trappola.
Anzi, oggi gli era sembrato che tutto quello che volesse era tenerlo fuori.
Quel pensiero lo irritò ancora di più, l’unica cosa che voleva fare era farsi una doccia e dimenticare tutto e quella sottospecie di cosa informe che gli urlava contro non aiutava per niente.
- Te l’avrei detto -
Detto questo la oltrepassò e andò in bagno iniziando a spogliarsi e proprio quando stava per entrare ecco che quella cosa riapparse dalla porta.
- Ma certo, me l’avresti primo o dopo essertelo scopato? Quel ragazzino è malvagio, devi stare lontano da lui -
Quelle parole lo irritarono ancora di più.
Quel ragazzino non era malvagio, era tutto tranne che malvagio.
Non ce la faceva più a sentirla e ripensandoci magari in quel momento aveva alzato troppo la voce o forse aveva usato le parole sbagliate ma dopo quella frase Jennifer andò via.
-Vattene via e sta zitta cazzo -
Aveva urlato, ne era consapevole, ma non aveva proprio più voglia di sentirla o vederla.
Jennifer se ne andò e lui potè lavarsi in santa pace ripensando a tutto quel casino.
La sera andò a letto e non aspettò nemmeno che Jennifer lo raggiungesse si girò su un fianco e si addormentò.
 
 
 
Il giorno dopo alla fine dell’ultimo ora Stiles aveva salutato tutti, stava per andarsene e lo avrebbe fatto volentieri se non fosse stato spinto contro un armadietto.
La cosa lo sorprese un po’, ma quello che lo fece boccheggiare era il fatto che ad averlo spinto era stata la Blake, e che ora lo stava guardando negli occhi a meno di due centimetri da suo viso.
- Sta lontano da Derek -
E lì capì tutto, quella donna di bassa classe aveva paura che gli portasse via il suo fidanzato.
Sarebbe stato quasi tenero se non fosse per il fatto che a lui non interessava portarle via niente.
Derek gli piaceva, ma sapeva che non sarebbe riuscito a fare niente.
Ma si rese conto che aveva comunque la sua odiata professoressa in un pugno e che poteva sgretolarla con una facilità estrema.
Voleva divertirsi e quindi decise di assecondarla.
- Non credo che tu possa fare niente -
- Se provi a fare sesso con lui giuro che ti distruggerò -
- Chi ti dice che non l’abbiamo già fatto? -
Aveva sganciato la bomba e vedendo la faccia di Jennifer, doveva essere esplosa proprio bene.
Se ne andò senza dire nient’altro, lasciandola impalata nel corridoio con lo sguardo perso.
Povera ingenua.
 
 
 
 
 
NOTE AUTRICE:
Hey tesori, eccoci con un nuovo capitolo.
Avrei bisogno del vostro aiuto, secondo voi dovrei alzare il rating a rosso o posso ancora tenerlo sull’arancione? Ho bisogno di aiuto.
Voglio ringraziare anche tutte le persone che hanno recensito e seguito, vi amo tutti.
Mi raccomando recensite e scrivetemi anche cosa vorreste nel prossimo capitolo.
Alla prossima, baci.
 
 
   
 
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