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Autore: Sara_Pellu    07/07/2014    0 recensioni
Ho deciso di imprimere me stessa su una stupida tela
che verrà buttata, ma ho deciso di farlo per me stessa, per morire con
l’illusione di continuare a vivere nella mia alba.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa mattina mi sveglio prima del solito, e decido di impegnare il mio tempo in qualcosa di più interessante che stare a letto tutto il giorno.
Scendo lentamente dal materasso e mi avvicino alla finestra aperta. É ancora buio, ma si riesce a vedere già il nuovo giorno, e in quel momento capisco cosa devo fare.

Faccio velocemente le scale, per quanto la mia età me lo permetta, devo ammettere di non essere molto in forma in questi giorni, e vado in sala per prendere tutto ciò che mi serve, devo fare in fretta, non ho molto tempo prima che arrivi.
“Nonna?” mi chiama una voce alle mie spalle.
Mi volto verso di lei:“Vuoi una mano?”
“Oh no, grazie, cara, ce la faccio da sola”.
Lei mi guarda un po’ stranita ma non fa commenti tornando nella sua stanza.
Porto fuori in giardino il cavalletto con la tela e i gessetti, per poi tornare dentro e prendere una sedia sulla quale mi accomodo e aspetto.
Da piccola mi sono fatta una promessa: qualunque cosa fosse accaduta, sarei riuscita a disegnare un’alba, così seguendo corsi su corsi, mi convinsi che nessuno riusciva a darmi quella sensazione di...felicità che mi dava l’alba quando la ammiravo con i miei occhi, allora ho rinunciato.
Ed eccola, piano piano arriva, come un bambino timido che si nasconde dietro le gambe di sua madre, inizio a disegnare imprimendo sulla tela i miei pensieri, le mie paure e tutto ciò di non detto.
Ci sono persone che amano l’alba e altre che amano il tramonto. Credo che entrambi siano meravigliosi, se guardati insieme, uno è l’anima gemella dell’altro; senza l’alba il tramonto non esisterebbe e viceversa. Eppure sono diversi.
Allora, muovo i gessetti sfumando il giallo nel rosa, l’arancione nell’azzurro, creando delle anime infinite che si confondono tra loro in una danza senza fine.
Guardo il nuovo sole rinascere e non mi interessa se mi fanno male gli occhi, non mi interessa se può accecarmi, prima o poi non ci sarò più, tramonterò così come l’alba e di me rimarrà solo il ricordo nelle persone che mi hanno amato, fino a quando anche quello verrà cancellato. É questa la differenza tra noi e il tramonto o l’alba. Noi prima o poi veniamo dimenticati, nessuno si ricorderà della nostra esistenza. L’alba e il tramonto invece non cessano di esistere, con la nostra morte nulla cambierà; il sole continuerà a sorgere e a tramontare come se non avessimo fatto nessuna differenza. E forse è così anche nella storia dell’universo, non tutti la cambiano, non tutti sono fondamentali per i cambiamenti. In questi anni ho capito che non tutti siamo essenziali in questo mondo, solo chi farà qualcosa, verrà veramente ricordato. E allora io ho deciso di farmi ricordare con un disegno, ho deciso di imprimere me stessa su una stupida tela che verrà buttata, ma ho deciso di farlo per me stessa, per morire con l’illusione di continuare a vivere nella mia alba.
Infine disegno un albero spoglio, un albero nudo senza le sue foglie, un albero morto, un albero che, però, avrà la possibilità di rinascere come le tante cose che l’universo ha creato. Ma manca un’ultima cosa, manca quel ricordo che verrà spazzato via, mancaciò che cade ma che poi ricresce. Disegno la natura che muore svolazzando continuando il ciclo infinito, abbasso lo sguardo e le disegno, milioni di foglie gialle sull’asfalto.

   
 
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