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Autore: DaisyBuch    07/07/2014    1 recensioni
Olivia, Yvonne e Jolene non si conoscevano, ognuna di loro aveva una storia diversa, un passato diverso. Eppure quella sera si erano trovate, ma erano rimaste coinvolte da una cassaforte. La vita delle tre ragazze sarà rovinata da un colpo troppo grosso, che le porterà ad un'avventura al di sopra delle loro aspettative.
Dal capitolo 7:
"-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente."
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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ccap10 -Allora?- chiese Max severo, alzando la voce e guardando una per una tutte le ragazze. Loro continuarono a non rispondere poiché si sentivano terribilmente in colpa.
-Cazzo Olivia, potevi dirmelo! Se io non ci fossi arrivato avreste continuato a prendervi gioco di me, e magari chissà, mi avrebbero anche licenziato!- Yvonne stava per parlare ma poi si zittì, non poteva dire niente per migliorare la situazione.
-Ma tanto chi se ne frega, giusto? Tu mi odi, ma non sei migliore di me. – la accusò. Lei voleva terribilmente rispondergli, ma in quel momento aveva paura di lui. Il parcheggio cominciava a popolarsi di persone, e loro non potevano urlare davanti a tutti.
-In macchina.- ordinò Max. Tutti e quattro salirono nell’automobile in silenzio, Max si massaggiò la fronte che era diventata violacea per la rabbia, non parlò per alcuni minuti.
-Io devo lavorare, ma prima voglio sapere come è successo e perché voi avete quella collana,- disse serio,
-e niente bugie.- le ammonì.
Olivia era troppo terrorizzata per parlare, la paura irrazionale che Max potesse picchiarla l’assalì. L’unico pensiero felice era che le altre erano lì con lei, così cominciò a respirare profondamente e chiudere gli occhi, l’unica cosa che la calmava.
-Ha un attacco di panico, deve prendere aria. - Yvonne prese la situazione in mano e senza il consenso di Max fece scendere Olivia.
-Attacco di panico?- chiese improvvisamente preoccupato Max a Jolene, poiché era rimasta in macchina per raccontargli la storia.
-Si, li ha spesso.- ammise triste Jolene.
-Non lo sapevo..- mormorò Max. Come poteva? Non la vedeva da troppo tempo. Si sentì subito in colpa per averle urlato contro e provò ad uscire per parlarle.
-Lasciala calmare,- disse Jolene fermandolo, - con un po’ d’aria di solito si tranquillizza, è troppo stressata, e sicuramente ritornare qui non le ha fatto bene, ha fatto un grande sforzo.- spiegò.
-Posso aiutarla.- disse convinto Max.
-No, non puoi, tu l’hai abbandonata.- gli ricordò. –Passiamo alla storia, piuttosto.- disse Jolene.
Gli spiegò gli avvenimenti di quella notte, del perché avesse rubato la collana, dell’aver coinvolto Yvonne ed Olivia, omise il fatto che lo facevano spesso ed infine sottolineò che non sapeva del reale valore della collana. Max ascoltò in silenzio, facendo qualche faccia sorpresa ogni tanto.
-Dobbiamo solo tornare dentro e rimetterla al suo posto, così questa storia sarà finita.- concluse Jolene.
Yvonne ed Olivia nel frattempo tornarono verso la macchina.
-Sono le otto, sta cominciando.- disse Yvonne.  Max, ancora taciturno, scese dalla macchina con Jolene e si avviarono verso l’entrata.
-Facci entrare nell’area dello staff, o verso il magazzino, così possiamo rimettere le cose a posto.- lo supplicò Yvonne.
Max annuì. –Solo una cosa,- disse fermando i loro sospiri di sollievo, - quando avete detto di aver rubato la collana?- chiese. Ma prima che Jolene potesse rispondergli Olivia diventò bianca in volto e si nascose dietro la palma gigante al lato dell’entrata.
-Che c’è Olly? Sembra che hai visto tuo padre.- rise Yvonne. Max, Yvonne e Jolene si voltarono a guardare il punto in cui guardava Olivia da dietro l’arbusto. Il padre di Olivia era a circa una trentina di metri di distanza, e stava entrando dalla seconda porta dell’edificio insieme ad un signore, che sembrava proprio... il signor Warlett!
Yvonne e Jolene si nascosero dietro alla stessa palma di Olivia.
-Così ci vedono! Cercatevi un’altra palma!- le scansò Olivia.
-Quando diavolo è tornato?- chiese allarmata Olivia a Max.
-Io ..non lo so!- rispose Max.
-Come è possibile che non lo sai? E’ il tuo superiore, dannazione!- gli urlò Olivia da dietro la palma.
-Fa che non ti veda,- lo minacciò ancora Olivia,-non ho nessuna intenzione di parlargli o di incontrarlo.-
-Guarda che qui quella che non deve essere vista sei tu.- puntualizzò Max.
-Rimandate i litigi di coppia ad un’altra volta,- li zittì Yvonne, -abbiamo un problema serio.- ricordò.
-Ho un piano,- disse pratica Jolene, -Entriamo dentro e io distraggo il padre di Olivia, tanto non mi riconoscerà mai, Max fa entrare Yvonne nel magazzino ed Olivia distrae il signor Warlett!- disse entusiasta.
Oramai non avevano altre alternative, inoltre il padre di Olivia non avrebbe mai riconosciuto Jolene e il signor Warlett non aveva mai visto Olivia, forse solo poche immagini sfocate nelle telecamere di sicurezza.
-Ma come mai lui parla col signor Warlett? Gli hai detto che eravano qui?-  Olivia accusò Max.
-Ti ho detto che non so niente.- ripetè.
-Ci avranno scoperte?- Chiese Jolene con la voce tremante.
-E’ troppo tardi, comunque. Siamo qui per restituire la collana, solo questo importa. Facciamolo prima che ci scoprano del tutto.- li incoraggiò Yvonne.
Attuarono il piano cominciando ad entrare dentro l’edificio, questo era addobbato con colori dorati, nelle superfici del pavimento ci si poteva addirittura specchiare ed inoltre aveva più di un piano, quello di sotto era adibito a mostrare gli oggetti, come quello di sopra, ma la maggior parte dello spazio del piano terra serviva per ospitare le comode poltrone di velluto volte verso il palco, dove si sarebbe tenuta l’asta.
Decisero di non aspettare il momento del discorso di benvenuto poiché il padre di Olivia poteva riconoscerla. Appena entrarono tutti si divisero, anche se Jolene e Yvonne ci misero un po’ a trovare i rispettivi obiettivi e separarli l’uno dall’altro.
Toccò prima a Jolene, che finse di urtare il padre di Olivia.
-Oh! Mi scusi, sono così maldestra.- disse civettuola Jolene. Sperava che la frase non risultasse troppo falsa, dopotutto era un clichè.
Il signor Warlett che era affianco a lui la guardò male, ma niente di più. Jolene insistette a guardare il padre finchè Warlett non si dileguò.  –Mi dispiace così tanto!- continuò Jolene quando oramai fu solo. Distolse lo sguardo per cercare Olivia tra la folla, infatti eccola lì, che adocchiava il signor Warlett da lontano, ma allo stesso tempo aveva il viso contratto per la paura.
-Di nulla signorina..?- chiese lui.
-Scarlett Johnson.- rispose lei facendo un finto sorriso. Il nome stavolta se l’era preventivamente inventato.
-Johnson? La figlia del signor Johnson, la compagnia delle pubbliche relazioni che ha indetto l’asta?- disse incredulo. Jolene non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, sperava che quella cosa non l’avrebbe messa in pericolo.
-Ehm, e lei è il signor..?- cambiò argomento lei, a disagio. Non voleva che le venissero fatte domande a cui non sapeva ovviamente rispondere.
-Maurice Arnett, lo sceriffo della città.- si presentò.  Il cognome, anche se già lo conosceva, la fece sussultare.
-Sa, lei ha una faccia familiare, l’avrò sicuramente vista in qualche rivista,- sorrise lui. Certo, o forse sono stata seduta a tavola con te e tu non hai degnato di uno sguardo nessuno. Pensò Jolene.
-Mi permetta di accompagnarla, magari ha voglia di vedere o comprare qualche articolo.- chiese lui. Questo era esattamente ciò che voleva Jolene, perciò lo indirizzò nella parte opposta a quella di Olivia, al secondo piano. Jolene la sua parte la stava facendo e contemporaneamente a lei, Olivia. Mentre saliva le scale automatiche con il padre di Olivia, cercò Yvonne ma non la vide, sperò che quello fosse un buon segno.

   
 
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