Anime & Manga > Rozen Maiden
Segui la storia  |       
Autore: ShadowFeanor    27/08/2008    2 recensioni
Shinku: Dobbiamo trovare l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: L’ultima? Intendi la settima Rozen, quella per cui si è spacciata Barasuishou?
Shinku scosse leggermente il capo. Non era di lei che c’era bisogno.
Shinku: No, non è stata lei l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: Allora di che si tratta?
Shinku: Hai mai sentito parlare di una creatura chiamata Bahamut?
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jun Sakurada, Shinku, Suigintou
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Wecome To PageBreeze

II)              Al di sopra del limite umano

 

Tomoe: Jun, oggi sei strano. È successo qualcosa?

 

Jun: Eh? Scusa, ero soprappensiero…

 

Tomoe: Oggi non sei riuscito a concentrarti per niente. Cosa ti preoccupa?

 

Jun: Non è una vera e propria preoccupazione, è che…

 

Tomoe: Che?

 

Jun: Shinku forse ha trovato un modo di far risvegliare Hina Ichigo e Souseiseki.

 

Tomoe: Cosa!? C’è un modo per farle tornare come prima?

 

Jun: Si, ma non sappiamo come fare…

 

Tomoe: Racconta, forse posso fare qualcosa per aiutarti.

 

Jun iniziò a raccontare all’amica tutto quello che Shinku gli aveva detto riguardo a Bahamut, lasciandola perplessa.

 

Tomoe: Se le cose stanno così questo Bahamut deve essere qualcosa di straordinario… come potremmo fare a scoprire chi è?

 

Jun: Non lo so. In questo momento potrebbe trovarsi chissà dove, e di sicuro una persona del genere non credo metta in mostra facilmente le sue capacità.

 

Tomoe: Infatti da quanto hai detto Bahamut si getta nella mischia solo per necessità o curiosità…

 

Jun: O per proteggere chi è in difficoltà…

 

I due iniziarono a cercare il modo di riconoscere il loro obiettivo, senza però venirne a capo.

 

Jun si accorse che stavano per incrociare la strada con una sua vecchia conoscenza.

 

Tetsuya Kuro, uno che fin da quando era uno studente delle superiori era solito prendersela con chi gli sembrava indifeso solo perché aveva praticato judo per tre anni e successivamente aveva pensato solo a gonfiarsi i muscoli. Talvolta se l’era presa anche con lui, e di certo non gli era andata bene.

 

Di sicuro un tipo del genere non sarebbe mai stato Bahamut. Troppo rozzo per esserlo.

 

Purtroppo era troppo tardi per cambiare direzione, perciò entrambi ostentarono indifferenza e continuarono a camminare.

 

L’energumeno però voleva attaccar briga, per questo, una volta di fianco alla ragazza, le strattonò il braccio e la trascinò a se.

 

Tetsuya: Tu vieni con me, voglio divertirmi un po’.

 

Tomoe: Hey, ma che vuoi? Lasciami!

 

Tetsuya: Non fare storie e vieni con me!

 

Jun cercò di aiutare l’amica, ma Tetsuya lo colpì allo stomaco con un pugno, per poi spingerlo vicino ad un tronco d’albero con un calcio.

 

Per quanto fosse potente come Medium come persona non aveva una gran forza, ma non poteva lasciare Tomoe nelle grinfie di quel tipo.

 

Si rialzò dolorante, anche se lo sguardo preoccupato di Tomoe diceva “Lascia perdere, non correre troppi rischi”.

 

La ragazza cercò di afferrare il suo shinai, ma Tetsuya se ne accorse e la anticipò, lanciando l’oggetto lontano da loro. Strinse ancor più forte il braccio di Tomoe, che si lasciò sfuggire un gemito.

 

Improvvisamente qualcosa di bianco andò a schiacciarsi sulla faccia dell’energumeno, facendogli perdere la presa sulla ragazza, che corse subito dall’amico.

 

?: Mio Dio quanto sei fastidioso. Possibile che non si possa nemmeno riposare in pace?

 

Jun alzò lo sguardo e vide un ragazzo che se ne stava rilassato su un ramo.

 

In mano aveva una scatola con dentro degli onigiri, ed era probabile che fosse uno di quelli ad essersi schiantato contro Tetsuya.

 

Tetsuya: E tu che diavolo vuoi?! Impicciati dei fatti tuoi!

 

Il ragazzo saltò giù dal ramo e porse la scatola ai due assaliti.

 

?: Servitevi pure, tanto questo tipo mi ha fatto passare l’appetito.

 

Tetsuya: Ma guarda un po’ questo. Vorresti metterti contro di me?

 

?: Sai, non dovresti prendertela con quelli più piccoli di te. Solo i codardi agiscono così.

 

Tetsuya: OSERESTI DIRE CHE IO SONO UN CODARDO!?!

 

?: Se ti dà fastidio saperlo vuol dire che lo sei in fondo.

 

Jun osservò la persona che aveva davanti. Era totalmente diversa dal tipo col quale si stava per confrontare.

 

Aveva dei lunghi capelli scuri, molto tendenti al nero, ed indossava un giubbotto di pelle nera lungo fino alle caviglie nonostante fossero ancora in estate. Visto che si trovava di spalle il ragazzo non poté notare altro.

 

Lo sconosciuto avanzò di qualche passo, come se avesse accettato una sfida.

 

Mise la punta del piede destro in avanti, per poi portarla rapidamente dietro al sinistro, disegnando nel terriccio circostante, accumulatosi a causa dei lavori in un cantiere poco distante, un semicerchio. Per il resto rimase immobile. Sembrava di assistere ad un duello tra cavalieri dai suoi movimenti

 

Tetsuya: Se vuoi battermi devi fare di più che muoverti come un cartone animato!

 

L’energumeno inizio a correre, ma arrivato vicino al ragazzo qualcosa lo spinse alla sinistra dell’aggredito.

 

?: Meglio muoversi come un cartone che fare affidamento su muscoli falsi.

 

Quelle parole sembravano senza senso, visto che chi le aveva proferite non si era nemmeno mosso.

 

Solo guardando a terra Jun si accorse che era stato il ragazzo che li aveva soccorsi a colpirlo.

 

Aveva ruotato sul piede destro, colpendo l’avversario col tallone sinistro.

 

Chiunque fosse era non solo forte, ma anche incredibilmente veloce.

 

Tanto veloce che l’occhio umano non riusciva a seguirlo.

 

Il ragazzo si voltò verso di loro e, dopo essersi avvicinato, disse.

 

?: Tutto ok?

 

Tomoe: Si. Grazie mille per l’aiuto.

 

?: Fammi vedere il braccio.

 

La ragazza allungò l’arto e lo sconosciuto sollevò delicatamente la manica, fino a mostrare un grosso livido.

 

?: Ti pareva. Quell’impiastro non sa proprio come ci si comporta con le donne. Mettici sopra questa pomata, lo farà sgonfiare prima.

 

Tomoe: Beh… grazie, molto gentile da parte tua.

 

Trovandoselo finalmente davanti Jun ebbe la possibilità di osservarlo meglio. Aveva una carnagione olivastra, un fisico che accennava appena una muscolatura ben distribuita su tutto il corpo, mentre gli occhi, o meglio, l’occhio, visto che quello sinistro era coperto da una folta tenda di capelli, color antracite rifletteva il tramonto come uno specchio. Indossava una maglia nera, un paio di jeans e degli anfibi. Al collo aveva un pendente che raffigurava un dragone.

 

Il giapponese che parlava era ad un buon livello, ma si vedeva che non era la sua lingua madre. Doveva essere per forza uno straniero, anche se per parlare quella lingua come la parlava lui ci sarebbero voluti molti anni per chiunque, anche per un genio.

 

Nel frattempo Tetsuya si era rialzato. Non sopportando di essere stato lui ad essere colpito afferrò lo shinai che giaceva a terra e cercò di colpire alle spalle colui che lo aveva umiliato.

 

?: Non so dirvi quanto detesto i vigliacchi buoni a nulla come questo tipo…

 

Il ragazzo ruotò nuovamente su se stesso e colpì allo stomaco l’aggressore prima ancora che potesse abbassare l’arma.

 

La cosa che però colpì Tetsuya non era un pugno.

 

Era l’impugnatura un pugnale, il quale aveva la forma di un dragone.

 

?: Sei fortunato che io non voglia uccidere, altrimenti saresti finito male. Un codardo non è degno di bagnare Leviathan col suo sangue. Ora vattene.

 

Tetsuya fuggì, dolorante, mentre il ragazzo rinfoderava il pugnale al suo fianco, per poi porgere la spada di bambù alla ragazza.

 

Jun faticò a ritornare alla realtà, almeno non dopo quello che gli era sembrato di vedere.

 

Nel momento in cui aveva attaccato l’occhio visibile del ragazzo era cambiato, diventando rosso e con la pupilla come quella di un serpente.

 

Ma non era l’unica cosa strana.

 

Prima aveva colpito l’avversario con il piede sinistro, mentre in quel momento aveva impugnato la sua arma con la mano destra.

 

La sua coordinazione era eccellente, a tal punto che non poteva capire se quel ragazzo fosse mancino o ambidestro.

 

Qualunque fosse la risposta rimaneva il fatto che quella persona era una vera macchina da combattimento.

 

Qualcuno che era al di sopra del limite umano.

 

Con un movimento del braccio lo sconosciuto abbassò leggermente la manica del giubbotto, in modo da poter controllare l’orologio.

 

?: Cavolo, si è fatto tardi! Mi devo muovere. Scusate ma ora devo andare, è stato un piacere conoscervi.

 

Detto questo raccolse uno zaino nascosto su uno dei primi rami dell’albero e si incamminò. In quel preciso istante Jun afferrò il braccio di Tomoe e disse.

 

Jun: Seguiamolo.

 

Tomoe: Che?

 

Jun: Sarò paranoico, ma credo che sia lui la persona che cerchiamo.

 

Tomoe: Però lasciami, lì è dove quel tipo mi ha… cosa?!

 

Tomoe esaminò minuziosamente il proprio braccio, senza trovare la minima traccia del livido.

 

Tomoe: Ma come…

 

Jun: Quel ragazzo deve essere per forza Bahamut. Rifletti: è forte, è di sicuro di buon cuore perché ci ha aiutati quando eravamo in difficoltà, ha curato il tuo braccio, parla bene giapponese ma di sicuro è straniero, più che un principe azzurro sembra un cavaliere nero, ha un medaglione a forma di drago, il pugnale che aveva lo ha chiamato Leviathan e se non ho le allucinazioni prima di colpire Tetsuya il suo occhio è diventato rosso e con la pupilla che sembrava quella di un serpente…

 

Tomoe: … I quali avrebbero la stessa pupilla dei draghi! Una bella coincidenza…

 

I due iniziarono a seguirlo di nascosto, facendo finta che dovessero per forza andare per di là per tornare a casa. Ad un certo punto il loro obiettivo girò l’angolo, ma quando anche loro lo seguirono di lui non c’era più traccia.

 

Jun: Ma… dov’è finito? È stato troppo veloce!

 

Tomoe: Forse abita da queste parti…

 

?: Per caso mi state pedinando?

 

Entrambi si spaventarono e si voltarono di scatto, vedendo che il ragazzo era nascosto dietro una pila di scatole.

 

Tomoe: M-ma no! Noi… noi volevamo solo sapere almeno come ti chiami!

 

?: Non credo sia un argomento interessante…

 

Jun: Uffaaaaaa! Ora basta girarci attorno! Sei o non sei Bahamut?

 

L’espressione del ragazzo non cambiò, ma il suo sguardo sembrava più pungente.

 

Era di sicuro più bravo di Shinku a nascondere le sue emozioni, ma era anche capace di usarle per intimidire chi gli stava di fronte.

 

?: Bahamut? Il drago mitologico?

 

Jun: Voglio solo sapere se sei tu o no, nient’altro.

 

?: E cosa ti farebbe pensare che sono io?

 

Jun: Tu non sei un normale umano. Nessuno potrebbe sferrare un calcio con la stessa velocità con cui lo hai fatto tu, nemmeno dopo un allenamento a dir poco estremo. Tu sei al di sopra del limite umano, e solo chi ha Bahamut sigillato in se può essere così potente e parlare così bene una lingua straniera.

 

Il ragazzo si allontanò un po’ dai due, per poi fermarsi a pochi metri di distanza. Senza voltarsi verso i suoi interlocutori disse.

 

?: Ora ho altro da fare, c’è una persona che mi aspetta. Se volete continuare il discorso vi aspetto domani sotto l’albero a quest’ora.

 

Ricominciò a camminare, quando Tomoe lo chiamò di nuovo.

 

Tomoe: Aspetta! Come ti chiami?

 

Senza fermarsi il ragazzo rispose loro.

 

?: Mi chiamo Giuseppe, se sapere il mio nome può farti piacere.

 

Dopo queste parole Jun e Tomoe si diressero subito a casa del ragazzo per avvertire gli altri della scoperta, mentre Giuseppe raggiunse una casa poco distante.

 

Giuseppe: Claudia, sono tornato!

 

Una ragazzina bionda scese rapidamente le scale e gli si buttò addosso, felice come una bambina che ritrova il suo pupazzo preferito.

 

Claudia: Era ora che tornassi fratellone! Non puoi immaginare quante cose belle ho trovato!

 

Giuseppe: Posso immaginare… così come posso immaginare la tua reazione quando scoprirai che ho preso…

 

Claudia: Evviva! Lo sai che vado pazza per i dango!

 

Giuseppe: Vedi di non ingozzarti troppo. A proposito di dango, dov’è finito il gatto?

 

Claudia: Intendi Dango? È di sopra che schiaccia un pisolino. Ora glie ne porto uno…

 

Giuseppe: Che ti ho detto riguardo ai dolciumi per gli animali?

 

Claudia: … Che a gatti, cani, criceti e simili cibi dolci fanno male…

 

Giuseppe: Infatti, ricordati anche i criceti della tua amica, che a forza di dargli la cioccolata li ha fatti morire in due mesi.

 

Claudia: Ora però vieni a vedere che ho preso! C’è una sorpresina anche per te.

 

Giuseppe: Come sempre dopotutto…

 

La ragazzina lo portò in una stanza dove erano ammassati alcuni souvenir, alcuni anche piuttosto ingombranti.

 

Claudia: Allora… questo vaso è per mamma, questo palmare è per papà, questi poster per Isa e…

 

Giuseppe: Meglio lasciar perdere o finiamo domattina…

 

Claudia: Almeno vedi che ti ho preso!

 

Giuseppe: E va bene. Che hai preso stavolta?

 

Claudia: Questi due! Belli vero?

 

La ragazza porse al fratellone due statuine.

 

Un dragone ed un serpente marino.

 

Giuseppe: Dove li ha presi?

 

Claudia: In una fumetteria. Ce ne erano anche altri che raffiguravano le Evocazioni di Final Fantasy, ma ho preferito questi. Dopotutto Bahamut è come se fosse il tuo alter ego.

 

Giuseppe: E l’altro che c’entra?

 

Claudia: Beh, Leviathan e Bahamut sono una bella accoppiata, non credi? E poi mi sembrano molto adatti a te.

 

Giuseppe sorrise leggermente, così da non far capire alla ragazzina che stava pensando.

 

Lei non sapeva quanto quelle due statuine avessero davvero molto da condividere con lui…

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rozen Maiden / Vai alla pagina dell'autore: ShadowFeanor