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Autore: elyxyz    07/07/2014    17 recensioni
TRAMA: Arthur trova davanti a casa un cane abbandonato e la sua amica Gwen gli consiglia un veterinario di nome Emrys.
“Ma che cazzo…?” si lasciò sfuggire, appena messo piede nel vialetto, stringendo le palpebre per mettere a fuoco – fra la pioggia, la nebbia e le tenebre della sera – osservando la massa informe sul suo tappeto ‘welcome’ sotto al porticato buio. Un topo! Un dannato sorcio davanti alla sua porta!
(...) Brandendo l’ombrello rotto come avrebbe fatto un cavaliere medievale con la propria spada – o come un poliziotto con uno sfollagente – si avvicinò risoluto.
E fu allora che si accorse che il topo non era un topo.
Cioè… era un topo
, ma un topo-cane.
Lo stesso topo-cane che ora guaiva e scodinzolava verso di lui, grondando pioggia e bava sul suo tappeto immacolato.
[AU!Fic Merthur. Accenni ArthurxVivian nel passato. - 12 capitoli in totale, storia conclusa.]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Waiting for you

Edit: c’era un errore nel codice del file, ho dovuto togliere e rimettere il capitolo. Questa è la versione definitiva.

 

Doverosamente dedicata al cucciolo d’uomo che mi ha resa una zia orgogliosa.

 

Un pensiero speciale a chi ha recensito il precedente capitolo e invito i lettori silenziosi, se lo desiderano, a lasciare un segno (che è sempre gradito).

A chibimayu, hiromi_chan, misfatto, DevinCarnes, Orchidea Rosa, Clary Rose94, mindyxx, Burupya, _Serendipity_, Raven Cullen, Yuki Eiri Sensei e FlameOfLife.

Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

 

 

Waiting for you

 

 

 

Capitolo X    

 

 

Anche se si erano scambiati alcuni messaggi dai toni civili (fingendo che niente fosse accaduto), dall’incontro nel negozio di Will non avevano più avuto occasione di vedersi di persona né di sentirsi al telefono. E sapevano entrambi che questa cosa ingombrante e imbarazzante era come un enorme elefante parcheggiato tra di loro con cui, prima o poi, avrebbero dovuto fare i conti, anche se Arthur voleva evitare il confronto come la peste.

 

Non appena si erano ritrovati faccia a faccia, infatti, la tensione era montata a livelli di guardia e Pendragon – con quel bagaglio di ricordi scomodi nuovamente così vividi (sembravano passati minuti, non giorni) – aveva arruffato il pelo come un grosso gatto arrabbiato.

 

Alla fine della visita di controllo, poiché la cosa non sembrava smuoversi da sé, fu Merlin a recuperare l’argomento, poco prima di congedarlo.

 

“L’altro giorno, sai… mi è parso che tu fossi...contrariato “sorpreso di trovarmi da Will”, incominciò, cercando di usare un tenero eufemismo e prenderla larga per non renderlo suscettibile.

 

“Quello che fai, non mi riguarda!” rispose Arthur, indispettito. “Puoi muoverti? Ho una certa fretta”.

 

“Com’è che, quando una cosa non gira come vuoi tu, hai sempre una gran premura di scappare?!” sbottò il veterinario, pentendosene un attimo dopo, quando l’altro uomo si era congelato sul posto, sussultando.

“Senti…” ritentò. “Will è mio amico! La sua commessa era malata e, siccome non avevo appuntamenti fissati per quel pomeriggio, sono andato ad aiutarlo un paio d’ore”.

 

“Complimenti per l’animo da samaritano, ma – come ti ho detto – non mi devi alcuna spiegazione!”

 

Infatti mi chiedo come mai sto sprecando tempo a parlare con un asino come te!” sfogò allora, perdendo forse le staffe per la prima volta da quando Arthur lo conosceva.

 

“Non ti ho chiesto niente…” sibilò quindi Pendragon, infastidito ancor di più.

 

“Sei stato uno stupido a fraintendere!”

 

“Io non ho frainteso un bel niente! Quello che fai nel tuo tempo libero non è affar mio!

 

“E invece ho come l’impressione che tu mi abbia già processato, ritenuto colpevole e condannato per qualcosa che non so di aver fatto!” eruppe. “Pensavo che tu avessi più stima nei miei confronti!” gli rinfacciò. “Io ti rispetto, anche se non approvo la tua condotta morale!”

 

Arthur sbatté le palpebre, stranito.

“A cosa ti riferisci?!

 

“Al fatto che ti scopi la tua segretaria per passatempo! E contemporaneamente vai anche con altre donne!

 

Mancò poco che Arthur ci restasse secco sul colpo.

Co-cosa?!” balbettò, dopo aver boccheggiato come un pesce asfittico. “Io e Gwen?! Io non mi porto a letto Gwen! Ci mancherebbe altro!” partì a raffica, accalorandosi. “Siamo amici!”

 

“Appunto. Amici con benefici. E non serve che lo neghi!”

 

“Merlin! Ma che cazzo stai dicendo?! Sei impazzito?!

 

“Non sono pazzo! Ho le prove!” s’intestardì, puntando i pugni sul camice medico.

 

“Quali… prove?” domandò Pendragon, sollevando le sopracciglia ad arco.

 

“Sabato scorso! Quando ti ho cercato a casa! Ha risposto lei e so che ha dormito lì, perché l’ho svegliata telefonando!

 

Ci volle un lungo attimo ad Arthur per fare mente locale, poi – incredibilmente – scoppiò a ridere.

“Sì, Guinevere ha dormito a casa mia, ma solo perché doveva badare ad Aithusa mentre ero in viaggio in Cina!” spiegò, con un sorriso vittorioso che si allargava sulla bocca impudente. “Mi ha accompagnato all’aeroporto e poi si è presa cura del mio cane. Non ci sembrava il caso di traumatizzare Aithusa portandola in una casa nuova, che non ha mai visto prima d’ora, e così Gwen si è trasferita provvisoriamente da me…

 

Merlin deglutì a vuoto. Oh, cazzo.

 

“E tu sei geloso!” gli appuntò Arthur picchiettandolo sul torace per consolidare la sua affermazione.

 

“No, ti sbagli… Io non-”

 

“Sì, che lo sei!” rincarò, trionfante.

 

“Smettila!” s’inalberò il veterinario. “Mi infastidiva la tua condotta, tutto qui. Gwen è una brava ragazza e non meritava di soffrire…

 

“Ecco il salvatore del mondo…” lo canzonò Arthur, ma con una punta di tenerezza.

 

“Io ci tengo alle persone a cui sono affezionato”, si difese Merlin, arrossendo fin nelle orecchie vistose.

 

“Me ne sono reso conto…” concordò Pendragon. Ma rientrava anche lui nel numero dei fortunati?

 

“Tu, piuttosto!” riprese il veterinario, animandosi, perché quello sembrava il momento di tirar fuori la verità e quantomeno andare in pareggio. “Che diamine ti è passato per la testa nel negozio di Will?”

 

“Voi due state insieme?” chiese Arthur, a bruciapelo.

 

“Chi?” domandò di riflesso Merlin, senza capire.

 

“Tu e William, idiota. E chi, sennò?” sbottò Pendragon, roteando gli occhi.

 

Io e Will?” gli fece eco il dottor Emrys, come se l’altro parlasse un’altra lingua. “Io e Will?! Ma se siamo come fratelli!” esclamò, sconcertato. “Che schifo! Come puoi anche solo pensare che-” non terminò la frase, perché la sua faccia disgustata parlava per lui. “E poi Will è il più etero degli etero! E, per inciso, convive da almeno tre anni con la sua fidanzata!

 

“Beh, eravate fraintendibili e…” si difese Arthur, senza troppa energia.

“Mi hai visto mentre gli infilavo la lingua in bocca?” lo provocò, facendosi violenza. “Oppure ci allungavamo le mani addosso?”


“Beh, no…”

 

“E allora?!

 

“Neanche tu avevi le prove!”

 

“Sì, io sapevo che Guinevere aveva dormito da te!”

 

“Nella stanza degli ospiti…”

 

“Questo è un particolare secondario”.

 

“Mica tanto…” obiettò.

 

Un bussare alla porta s’intromise fra loro, azzittendoli.

Freya entrò un momento dopo, appena ottenuto il permesso da Merlin.

 

“Ehm…” incominciò l’assistente, osservando ora l’uno, ora l’altro e l’aria tesa fra loro. Poi avanzò cautamente nella fossa dei leoni e depose sulla scrivania un vassoio con due tazze di tè fumante, lo zucchero e i bricchetti del latte e limone.

 

“Ma non avevo chiesto del tè…” le rese noto il medico, stupito.

 

“Sì, uhmm… ho pensato che avreste gradito. Cinque minuti di infusione, come sempre”, calcò, esprimendo un implicito messaggio, prima di arretrare svelta verso l’uscita. “E il signor Steel ha telefonato perché vorrebbe sapere quante gocce deve mettere nell’acqua di Penny…” domandò, aspettando una risposta dal veterinario.

 

“Dodici, non di più”, prescrisse il dottor Emrys, dopo averci pensato un attimo e, considerando la faccenda chiusa, aspettò che Freya uscisse dall’ambulatorio, ma la sua segretaria rimaneva ancora lì, in bilico sulla soglia.

 

“Ehm…” rifece lei, scambiando nuovamente un’occhiata fra loro. “Doc, i coniugi Taylor danno ragione a te, ma la signora Freeman e Grace affermano che Arthur non ha tutti i torti…” rese noto, facendoli avvampare, prima di colpirli con la stoccata finale: “E il vecchio James ha detto di riferirvi testuali parole: ‘Per l’amor di Dio, che si prendano una camera in un motel!’ Beh, ecco. Io l’ho riferito”, si discolpò. “Forse è il caso che abbassiate un po’ i toni…” suggerì la donna, prima di scomparire da lì.

 

I due condivisero un lungo – imbarazzato, mortalmente vergognoso – sguardo a vicenda. Poi si resero conto che era tempo di sotterrare l’ascia di guerra.

 

“D’accordo. Hai ancora la mia fiducia come veterinario di Aithusa”, gli riconobbe Arthur, sorridendo malandrino per nascondere la vergogna.

 

“E tu resti un Dongiovanni libertino, ma rimani un buon padrone”, approvò il veterinario, restituendogli il sorriso, anche se sentiva ancora le orecchie bruciare.

 

“Hai per caso un’uscita secondaria? Ho una certa dignità in frantumi…” scherzò Pendragon, raccogliendo Aithusa.

 

“Mi dispiace, dovrai attraversare la saletta d’attesa per la sfilata ‘Pride & Shame’”, si rammaricò, con una punta di divertimento.

 

Arthur fece buon viso a cattivo gioco. “Ok, tanto… ci siamo già sputtanati tutto!”

 

 

***

 

 

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A: Merlin

16:08

Problema: Aithusa fa scenate. È tutto il pomeriggio che abbaia con chiunque entri nel mio ufficio.

Non aveva mai fatto così…

 

 

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Da: Merlin
16:10

Com’è stata la tua giornata oggi?

 

 

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A: Merlin

16:11

Ci stai provando con me? XD

 

 

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Da: Merlin
16:11

No, asino! Devo capire…

 

 

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A: Merlin

16:12

Sfinente. Una riunione allucinante è durata quasi cinque ore.

 

 

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Da: Merlin

16:13

Quindi è rimasta a lungo da sola…

 

 

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A: Merlin

16:14

Ma c’era Gwen lì fuori e ha fatto le sue passeggiate regolarmente.

 

 

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Da: Merlin

16:15

Ma è abituata a te. E si è sentita persa.

 

 

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A: Merlin

16:16

E cosa dovrei fare?

 

 

Merlin fu tentato di digitare le prime lettere. Poi, semplicemente, premette il tasto di chiamata.

“Era un discorso troppo lungo da scrivere…” si giustificò, come premessa, appena Arthur rispose all’altro capo della linea.

 

“Ok, sono tutto orecchi”.

 

“Vedi… Abbaiare è il suo modo di reagire allo stress dell’abbandono. Quindi, se lo fa, non devi rimproverarla. Anzi, accarezzala finché non smetterà da sé”, gli consigliò.

 

“D’accordo. Ma alla prossima riunione che si protrae, mi andrà in paranoia di nuovo?

 

“L’ideale sarebbe non lasciarla mai sola troppo a lungo; è difficile da sopportare, per lei. Tuttavia, se è inevitabile, puoi chiedere ad uno dei tuoi collaboratori di giocare un po’ insieme; bastano pochi minuti ogni tanto, per distrarla.

E, per farla sentire meno sola, lascia accese le casse del computer, metti della musica qualsiasi. La aiuterà a restare più serena”.

 

“D’accordo…”

 

“Arthur?”

 

Mh?”

 

“A volte, può anche abbaiare se sente dei rumori sconosciuti fuori dalla tua porta, mentre è da sola.

È l’istinto naturale di difesa del suo spazio vitale. Non devi razionalizzare ogni cosa, solo quelle che si ripetono nel tempo e quindi vanno aggiustate…

 

“Va bene. Messaggio ricevuto. Alla prossima!”

 

E, chissà perché, sapevano entrambi che non sarebbe stato dopo molto.

Ma talvolta anche il Destino ci metteva la mano…

 

 

***

 

 

Tutto sommato, era una bella serata per fare quattro passi.

Ma la zazzera scura del tizio che stava salendo su una piccola utilitaria gli sembrava…

“Merlin!” chiamò, alzando la voce e l’uomo, sbattendo la testa contro il tettuccio della sua auto, riemerse dall’abitacolo.

 

“Arthur!” lo salutò, con il consueto sorriso. “Aithusa!” disse poi, e la cagnetta, solitamente così ligia agli ordini, prese inaspettatamente a corrergli incontro festosa.

 

Arthur li raggiunse pochi istanti dopo.

“Che ci fai qui?” domandò, curioso.

 

“Visita a domicilio per un’emergenza. Sto facendo un favore ad un amico…” spiegò, sollevando il borsone in pelle tipico dei medici che ancora teneva in mano. “E tu?” fece di rimando. “Non… non mi dire che vivi qui!” esclamò, stupefatto.

 

Ehmm…” mugugnò Pendragon, per la prima volta imbarazzato della sua ricchezza.

 

“Questo posto fa sentire squallido persino Notting Hill!” rincarò il veterinario. “Cioè, immaginavo fossi facoltoso, ma…”

 

“È la casa di mia sorella!” si difese Arthur. “Non mia!”

 

“Ora capisco perché Aithusa ti ha scelto…” insinuò il dottor Emrys, con un sorriso civettuolo. “Sa fiutare gli scapoli d’oro!”

 

Arthur sentì le guance pizzicare per l’imbarazzo, ma poi lo lavò via con una risata divertita.

“Ha buon fiuto, sì!” concordò, lanciandole un sorriso affettuoso.

 

Ma che ci fai in giro a quest’ora?” domandò Merlin, incuriosito. “Di solito non sei ancora in ufficio?”

 

“Siamo appena rientrati. E sto seguendo scrupolosamente il programma d’allenamento che mi ha prescritto il mio veterinario!” gli rese noto, ammiccando. “Mentre le lasagne al forno si cucinano al punto giusto…

 

“Passeggiata prima di cena?! Non corri il rischio di bruciare tutto?” rise il medico.

 

“Il forno di Morgana ha più comandi di uno Shuttle della NASA…” gli raccontò, sorvolando sul fatto che aveva letto tre volte il libretto d’istruzioni per capirne il funzionamento. “Se digiti due tasti contemporaneamente, sa fare anche in caffè!” scherzò. “Ma se sbagli combinazione, si autodistruggerà entro cinque secondi…

 

“Wow! Sembra interessante… e sicuramente non rischi di annoiarti!” esclamò Merlin, col medesimo tono divertito.

 

“E vedessi la cucina! Sembra il ponte di comando dell’Enterprise!” rincarò Arthur, gesticolando.

 

“Tua sorella è una fan di Star Trek?” sogghignò il veterinario.

 

“No, solo delle cose complicate…” ammise l’altro, con una smorfia. “Ma il forno, lo riconosco, è stato un buon investimento…

 

“Fa davvero tutto da solo?!” Fu la domanda curiosa.

 

“Sì, mentre noi due andiamo a spasso, lui cucina. Altrimenti poi si fa tardi e non mi piace che Aithusa esca col buio... Potrebbe fare qualche brutto incontro. Qualche cagnaccio malintenzionato del quartiere… non si sa mai!

 

“Eh, certo! Questo posto è come il Bronx!” lo prese in giro Merlin, divertito, lanciando un’occhiata veloce alla schiera di villette superlusso che costeggiavano il viale.

 

“Anche tu devi ancora cenare? Ti va di unirti a noi?” propose Arthur. “Oh, sia chiaro: non ti sto invitando fuori a mangiare. E soprattutto non è cibo cinese! Quindi non contravvengo a nessuna regola sul conflitto d’interesse e cose così…” precisò, mettendo le mani avanti.

 

Merlin si raffigurò mentalmente un’invitante porzione di croccanti lasagne italiane filanti e sentì l’acquolina in bocca. Poi ricordò gli avanzi freddi di pollo tandoori masala e l’insalata che lo attendevano dal giorno prima.

“Ti ringrazio davvero, però non-” rifiutò, garbatamente, ma il brontolare della sua pancia espresse vivamente un parere opposto e Arthur scoppiò a ridere.

 

“Il tuo stomaco dice il contrario!” gli appuntò, sfidandolo a negare. “Dai, su! Se scroccarmi una cena ti mette a disagio, puoi sempre fare un controllo ad Aithusa e andiamo in pari!” gli propose, speranzoso.

 

“Oh, al diavolo! Accompagnami nel tuo castello!” esclamò Merlin, infilando la borsa medica in macchina e affiancandolo sul marciapiedi.

 

Arthur sorrise gioioso. “Vedrai, non te ne pentirai!”

 

“Beninteso… questo non è un appuntamento… vengo solo perché quelle lasagne cantano suadenti come le Sirene di Ulisse…

 

“Oh, sì. Credimi. Lo fanno…”

 

 

***

 

 

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A: Merlin

07:15

Aithusa ha preso possesso della mia camicia preferita.

Ora è diventata la fodera della sua cuccia.

Perché?

 

 

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Da: Merlin

07:21

Scusa, stavo facendo colazione…

Le cause sono tre: o sente la tua mancanza. E vuole il tuo odore.

Oppure ama le camicie costose.

Altrimenti… sta preparando il nido.

 

 

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A: Merlin

07:22

Ma che cazzo, Merlin!

Non è mica un uccello!

 

 

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Da: Merlin

07:23

Puoi chiamarla anche tana, ma il concetto non cambia.

Lei sente che il parto si sta avvicinando e si prepara il posto giusto.

 

 

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A: Merlin

07:24

Oddio! Oddio!!

 

 

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Da: Merlin

07:25

Arthur, smettila!

Questa cosa va avanti per dei giorni…

Sta’ sereno. Ne riparliamo sabato, dopo l’ecografia.

 

 

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A: Merlin

07:26

…se lo dici tu…

 

 

Merlin stiracchiò le labbra, sospirando. Prevedeva che sarebbe stato un parto podalico. Ma non per Aithusa.

 

Quello che non si aspettava, era che Arthur sarebbe tornato alla carica un paio d’ore dopo.

 

 

***

 

 

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A: Merlin

08:53

Merlin, è grave! Aithusa fa ancora i dispetti!

Ha preso anche la camicia di scorta, che tengo nel bagno dell’ufficio.

 

 

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A: Merlin

09:20

E ha rubato la sciarpa di Gwen.

 

 

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A: Merlin

09:44

E il maglioncino di Vivian.

 

 

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A: Merlin

10:52

E i guanti di Sophia.

 

 

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11:11

E Gwaine si è offeso perché a lui non ha preso niente…

 

 

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A: Merlin

11:36

Merlin! Ma ci sei, o cosa?!

 

 

Il dottor Emrys riaccese il cellulare, uscendo dall’ospedale dove aveva accompagnato sua madre per un controllo, trovandosi una marea di testi in arrivo.

… E probabilmente Arthur sul punto di una crisi di nervi.

 

 

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12:00

Scusa, telefono spento per necessità.

Comunque: Aithusa è una cagna intelligente.

Siccome non sa dove sarà al momento del parto, si è preparata un nido in ufficio e uno a casa… anche se il tuo ufficio è ormai una casa, per lei.

Relax, Arthur. È presto.

 

 

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A: Merlin

12:01

Guarda. Sono calmo. Calmissimo. L’imperturbabilità fatta a Pendragon.

PS: perché non possiamo fare un controllo quotidiano, da qui al parto?

 

 

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Da: Merlin

12:02

Perché sarebbe inutile.

E ho anche altri pazienti.

(E la mia giornata ha solo 24 ore, non so la tua).

 

 

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A: Merlin

12:02

E se ti rapissi fino al giorno del parto?

 

 

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Da: Merlin

12:03

Arthur!

 

 

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A: Merlin

12:03

È una bella idea. Perché non ti va?

 

 

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Da: Merlin

12:05

Sembra come il remake infelice di ‘Misery non deve morire’!

 

 

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A: Merlin

12:06

Oh! Io adoro quel film!

 

 

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Da: Merlin

12:07

Vorrei consigliarti il nome di un nuovo veterinario. Sto partendo per l’Alaska.

 

 

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A: Merlin

12:08

Merlin, idiota. Stavo scherzando.

 

 

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Da: Merlin

12:08

Sì, d’accordo. Ma niente controlli quotidiani né film inquietanti, grazie.

 

 

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A: Merlin

12:09

Peccato. Avresti un’intera videoteca e buon cibo a tua disposizione…

 

 

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Da: Merlin

12:10

Aspetta. Intendi dire come…

…come lasagne ogni giorno?

 

 

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A: Merlin

12:11

Certo. Lasagne ogni volta che vorrai.

 

 

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Da: Merlin

12:11

Affare fatto. Rapiscimi pure.

 

 

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A: Merlin

12:12

LOL.

 

 

***

 

 

“Allora… come andiamo?” domandò Merlin, posando la cagnetta sul lettuccio medico mentre accendeva l’ecografo. “Si dorme la notte? Mh?”

 

“Poco e male, in realtà”, rispose Arthur, stropicciandosi la faccia stanca.

 

“Oh, hai notato se la pancia la infastidisce? Se è già nervosa?”

 

“Uh… ti stavi riferendo a lei?” chiese Pendragon, stupito. “Oh, allora sì, dorme benissimo. Tutta la notte, senza svegliarsi mai…”

 

“Qualcosa mi dice che qualcuno si fa le ronde notturne per controllare…” insinuò il veterinario, con un tono di dolce canzonatura.

 

“Giusto un paio, tra un incubo e l’altro…” ammise Arthur, sopprimendo uno sbadiglio.

 

Fu allora che Merlin si girò verso di lui, accantonando la visita.

“Ti va di parlarmene?”

 

“Non c’è niente da dire”, premise, smentendosi poi col resto della frase. “Quella storia del nido mi ha un po’ sconcertato, ecco”, ammise.

 

“E…?” lo invitò a continuare.

 

“E mi sono sognato che Aithusa si è costruita un nido sulla cima di una quercia gigante… e mi sono dovuto arrampicare fin lassù per recuperarla!” gli raccontò, scuotendo la testa come a dire che era un’assurdità. “Devo aver mangiato pesante!” si schernì.

 

“E poi…?”

 

“Oh, niente di che… ho sognato che mi parlava in tedesco – e io non parlo tedesco, dannazione, tu lo sai! –, ma in qualche modo capivo tutto e lei aveva delle strane voglie… come di crocchette al gusto di gelato e biscottini di pollo e panna… e qualcosa sui cetrioli… una vera schifezza…

 

“Uh! Le voglie! Sì, certo…”

 

“Quindi è normale?!” saltò su Arthur, grondando sollievo nella voce.

 

Il dottor Emrys non ebbe cuore di dirgli che sì, di solito capitava, ma con i padri eccezionalmente ansiosi. Non con i padroni.

“Oh, sì. Sì, succede… solo che la gente non lo dice in giro molto spesso… anche se non c’è niente di male, beninteso!” si affrettò a rassicurarlo. “Forse è una distorta idea di pudore…”

 

“Ammetto che è un sollievo sentirtelo dire… cominciavo a temere di essere impazzito…

 

“Macché… passerà presto…” lo confortò, ricevendo in cambio un sorriso liberatorio. “Anche perché manca poco al parto… fra meno di dieci giorni sarà tutto finito!” e, a quelle parole, l’espressione di Arthur si ghiacciò.

Merlin si morse le labbra, pentito dello scivolone. “Dai, vieni a vedere come si muovono i cuccioli!” lo lusingò, per distrarlo e, dopo averlo avuto accanto, continuò: “Adesso possiamo controllare meglio ogni cosa… questi sono i reni e l’intestino del primo e questi sono quelli del secondo… e sembra tutto in ordine”.

 

“Puoi vedere anche il sesso?”

 

Il veterinario si girò a fissarlo e Arthur si chiese se non avesse sbagliato a fare la domanda.

 

“Teoricamente potrei…” premise Merlin, dopo un lunga pausa silenziosa. “Ma, per te, farebbe qualche differenza? Hai delle aspettative?”

 

“No, certo che no!” dichiarò Arthur, di slancio. “Andrà bene qualunque cosa!”

 

“E allora… non è meglio la sorpresa?” sorrise il dottor Emrys, facendo fare allo stomaco di Arthur una strana capriola.

 

“Una… sorpresa?” ripeté quindi, stordito. “Ma io odio le sorprese! Che diamine, Merlin, ormai dovresti saperlo!” sbottò, allargando le braccia. “Il mio motto è ‘PianificarePianificarePianificare’!”

 

Però questa è una bella sorpresa…” lo corresse l’uomo, ammiccando. “Sono certo che varrà l’attesa”.

 

“Oh, d’accordo”, s’arrese Pendragon, lasciando cadere le mani a penzoloni lungo i fianchi e poi in tasca.

Fu allora che ricordò una cosa di fondamentale importanza, ma attese che il medico si fosse accomodato alla sua scrivania, prima di porgergli un biglietto.

“Questo è l’indirizzo dello stabile. Il numero diretto del mio ufficio e tre recapiti alternativi. Il primo è quello di Gwen…”

 

“Giusto per precauzione, avevamo detto?”

 

“Sì, solo per scrupolo… dobbiamo essere preparati, Merlin”, calcò. “Se Aithusa va in travaglio mentre sono al lavoro, devi raggiungerci lì, no?” rispiegò, ripassando tutti i suoi piani. “Ah!, per tua informazione, ho consegnato al portiere e alla sorveglianza all’ingresso le tue generalità e una tua foto di riconoscimento…”

 

“Cioè… praticamente mi hai schedato!”

 

“Se la mettiamo in questo modo, sì”, ammise Pendragon. “Devono poterti identificare”.

 

“Perché… così mi arresteranno quando mi vedono?!” scherzò Merlin, fingendosi scandalizzato.

 

“Al contrario! Finiresti arrestato se varcassi la soglia del mio palazzo senza un permesso! Hai una vaga idea dei livelli esistenti di spionaggio industriale? Ecco. Meglio non sfidare Percy. Ha degli avambracci grossi come tronchi…” lo spaventò, mimando con le sopracciglia un’espressione suggestiva.

 

“Ho curato degli orsi arrabbiati, una volta, quindi sono vaccinato contro tutto”, ci tenne a precisare il veterinario. “Il tuo gorilla non mi spaventa!”

 

“Oh, certo! Puoi sempre combatterlo a colpi di feromoni, no?” lo stuzzicò, ricevendo in cambio una linguaccia indispettita.

 

 

Continua...

 

 

 

Disclaimer: I personaggi di Merlin, citati in questo racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Ringraziamenti: Un abbraccio alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D

E a Laura, che si sciroppa le anteprime con un entusiasmo che mi commuove.

Note: Le varie nozioni veterinarie e le informazioni sulla gravidanza canina riportate sono prese da siti web specializzati.

 

Ecografia canina: dal 40° giorno in poi si vedranno lo scheletro, il cuore e il tessuto polmonare, mentre negli ultimi 15 giorni si identificheranno anche i reni e l’intestino.

 

Ho preferito usare la forma inglese ‘amici con benefici’, invece che la nostrana ‘amici di letto’ per evitare alcune ripetizioni.

 

Le lasagne sono la forma evoluta del “Vieni a casa mia che ti mostro la mia collezione di farfalle?” XD

 

USS Enterprise è il nome dell’astronave (o nave stellare, un immaginario tipo di veicolo spaziale) delle prime tre serie di Star Trek.

 

Ok. Lo so che non avrei dovuto prendere in giro Arthur, scrivendo questo capitolo, perché questa cosa mi si è ritorta contro. Ç.ç

Man mano che i giorni del parto di mia sorella si avvicinavano, ho cominciato a dormire poco e male, temendo che il cell cominciasse a suonare ogni notte, per avvisarci che stava andando in ospedale. In aggiunta a questo, ho fatto un mare di incubi: parti trigemellari, parti in luoghi dimenticati da Dio, salvataggi strani… ecco. Mi sono sentita molto Arthur. Davvero.

 

Quando Arthur dice a Merlin che non è affar suo ciò che l’altro fa nel tempo libero è un chiaro riferimento alla puntata 2x09 “La signora del lago”.

 

In questo capitolo, ci sono vari riferimenti ai precedenti (tipo la cosa dei feromoni; al tè che, in infusione 5 minuti, ha un effetto calmante; all’invito alla cena cinese…) spero che possiate ricondurli, in caso chiedete.

 

 

Ecco tre anticipazioni del prossimo capitolo (che è anche il penultimo):

 

Arthur sospirò, in parte rasserenato e in parte frustrato. C’era un pezzetto di lui che non voleva mutare questa situazione, tutto sommato ormai familiare e gestibile… e c’era l’altro tassello che invece desiderava la fine di quest’ansia, di quest’attesa gocciolata giorno per giorno.

Voleva il parto. E vedere i cuccioli. E soprattutto avere finalmente la certezza che Aithusa sarebbe sopravissuta con i suoi piccoli, e che tutto era andato bene.

 

(...)

 

Arthur si sentì stringere le viscere, eppure doveva lasciarla da sola almeno il tempo per recuperare il telefono e l’occorrente di emergenza che il veterinario gli aveva insegnato a predisporre.

 

Merlin. Doveva chiamare Merlin. Ora, adesso. Subito.

Doveva essere lì, lo voleva con lui. Cazzo. Cazzo. Cazzo.

 

Con le mani che tremavano, cercò il cellulare e attese una risposta all’altro capo della linea, che suonava libera. Eppure Emrys non rispondeva.

 

(...)

 

“Pronto?” gracchiò, con un fastidioso brusio di sottofondo.

 

“Dove sei?!” lo aggredì verbalmente.

 

“A Canterbury. Al convegno di veterinaria! Non ricordi? Te l’ho detto ieri…” – Arthur si sbatté una manata in fronte, dandosi dello sciocco. Cazzo, era vero. – “C’è qualche problema?”

 

Aithusa sta partorendo! Ha le contrazioni!” lo informò, ansioso. “Ci siamo! Ci siamo!”

 

“Aspetta un secondo”, l’avvertì e per un lungo istante ci fu solo rumore caotico, poi la voce di Merlin, seria, ritornò circondata dal silenzio. “Ok, non allarmarti, o la spaventerai! Devi stare calmo, così la tranquillizzi”, ripeté. “Te l’ho già detto, se la innervosisci, complichi le cose. Potrebbe anche non volersi occupare dei cuccioli…

 

“Merlin! Ti voglio qui! Ho bisogno di te!” lo scongiurò.

 

“Arthur…” lo chiamò il veterinario, costernato. “Ci vogliono quasi due ore per raggiungerti, non so se farò in tempo a…

 

 

~ ~ ~ ~ ~

 

 

Ringrazio i 38 utenti che hanno messo la fic fra i ‘preferiti’, i 10 ‘da ricordare’ e i 138 ‘seguiti’.

Noto con piacere che molte persone si sono aggiunte! Su, non siate timidi! Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate! ^_=

 

 

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  • Aggiornata The Once and Future… Prat.  cap. 10

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