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Autore: benmirw    07/07/2014    0 recensioni
Dalila racchiude i suoi problemi nella testa e quelli degli altri nel cuore.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                                                                           A te che ci sei sempre,
                                                                                                                                                                                                                                                              ed io non basto mai.                                                                                                                                                                         

                                                                                                                                            
Dalila ha quasi sedici anni ed i capelli di un colore indefinito.                                                                                                                    
 Dalila che ama suonare il violino, perché la rende felice, ma che non lo suona quasi mai. Ha appena ricominciato le lezioni, circa una settimana fa, perché ha bisogni di essere felice, adesso. Dalila che si sveglia sempre prima dei suo amici la mattina, che va a dormire sempre prima la sera perché ha un sonno irrefrenabile e proprio non ha voglia di parlare. Dalila ha un fratello ed una sorella, entrambi maggiori. Lei dice che essere il minore non è bello come dicono. A volte però è lei quella messa sul piedistallo e nemmeno se ne accorge. Dalila pensa di essere troppo stupida per essere un componente della sua famiglia. Solo Dio sa come si sente alle cene di famiglia. Sempre fuori luogo, sempre diversa, sempre inferiore. Dalila che nasconde tutto dietro al suo bel sorriso e ai suoi occhi scuri. Ha fatto la tinta, qualche mese fa. Perché il nero dei suoi capelli non le piaceva più. Adesso ha dei capelli del colore del grano, alcune ciocche sono ancore nere, altre sono di un castano troppo chiaro per essere il suo colore naturale. Non si può descrivere il colore dei suoi capelli. Un po' le danno fastidio, quei capelli, perché sembra una di quelle biondine senza un minimo di personalità. Lei ne ha, da vendere.  Lei non se ne accorge. Dalila è un po' sbadata. Un po', molto.  Spesso non ricorda le cose, le dimentica. Dalila è innocente come una margherita in un campo di rose spinose.  Dalila è troppo educata e gentile. Ed essere educati ed una delle peggiori qualità, una delle più svantaggiose. Come dice Oscar Wilde. Ed ha ragione, molta. Dalila cammina tranquilla, percorre a mento alto le strade della sua cittadina.
Dalle labbra di Dalila escono sempre troppe scuse. Lo fa perché è buona educazione farlo. Dalila racchiude i suoi problemi nella testa e quelli degli altri nel cuore. Dalila ha sempre una gran confusione in testa. Riesce a tenere i suoi pensieri chiusi nella testa e sorridere agli estranei, ai parenti, agli amici. Anche al gatto che è perennemente sdraiato nel suo cortile. Non si sa come faccia. Non esplode mai, riesce sempre a stare tranquilla, Dalila. Dovrebbe cacciare quei pensieri e non tenerli più chiusi nella sua testa perché a momenti scoppia. Dovrebbe preoccuparsi di più per sé stessa che per gli altri. Non ci riesce mai, è contro la sua natura. Dalila appanna e nasconde i suoi pensieri quando prende la sua borsa di cuoio, i suoi occhiali da sole ed un libro preso a caso nell'enorme libreria di casa. Dalila va in giro, va in campagna, vicino casa sua c'è un posto sperduto in cui nessuno va, nessuno la trova. Sperduto un po' come lei. Dalila non asciuga i capelli con il phon ma li asciuga all'aria perché fa troppo caldo ed il sole di Luglio è ottimo per i suoi capelli. Magari si schiariscono e diventano di un colore normale, pensa. Dalila ha una panchina rossa sul balcone della sua stanza e tanti fiori colorati di fronte. Dalila non ha il pollice verde.
Alza il volume dello stereo mente i Kings of Leon risuonano a tutto volume perché non ha proprio voglia di sentire le parole di suo padre. O meglio: urla. Non lo tollera, a volte. Non lo tollera perché è troppo uguale a lei, o meglio, lei è troppo uguale a lui. Perché Dalila ha lo stesso viso allegro e gli stessi occhi scuri della madre ma ha il carattere cinico e pigro di suo padre. Le piace il disordine che ritrova sempre nella sua stanza dopo essere tornata. Le piace, non le dà per nulla fastidio. Ama il suo letto perché ha preso la forma del suo corpo piccolo e snello. Ama il suo cuscino dalla federa sempre macchiata di mascara perché non si strucca mai. Dalila ama il suo ragazzo che le fa paura. Le fa paura perché non si è mai spinta così in là con nessuno. E' un rapporto troppo forte per uscirne illesi. E' un rapporto troppo facile, pensa. Ha paura di lui perché nessuno è mai stato così con lei. Così e basta. Proprio così. Dalila mette una maglia indie ed esce di casa, prende i suoi sandali di cuoio e cammina. Dalila non fuma. Dalila non si droga. Dalila non piange. Non in pubblico. Perché la sua stanza dalle pareti ricoperte d'immagini è stata partecipe a tutti i suoi pianti. A tutte le sue lotte. A tutte le sue delusioni. A tutti i suoi voti troppo bassi per essere messi a confronto con quelli dei fratelli. Dalila ha la testa piena di pensieri troppo soffocanti ed un sistema respiratorio che funziona benissimo.
Dalila ha le maglie di sua nonna nell'armadio ed una fissazione per i gatti obesi.
Dalila vorrebbe lasciare tutto ed andarsene ma il suo cuore è pieno di pensieri e problemi non suoi e deve occuparsene. Dalila vorrebbe scambiare cuore e testa ma è troppo gentile per farlo.
  
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