Il sole era sorto da pochi minuti e i primi raggi di quella mattina di fine agosto entrarono dalla finestra nella camera di Prism. Oggi per lei sarebbe stato un giorno qualunque e spensierato come tutti gli altri se non fosse stato per la sua partenza. Doveva prendere un aereo con destinazione Londra alle 08.30 a.m e Prism era ancora nel suo letto a sognare chissà cosa.

Sua madre, stanca di chiamarla senza ricevere una risposta, si diresse al paino superiore nella camera della "bella addormentata" con la missione di farla svegliare e ci riuscì aprendo del tutto la tenda della grande finestra permettendo di fare entrare ancora di più la luce del sole che iniziò a dare fastidio agli occhi chiusi di Prism che furono costretti ad aprirsi. Di malavoglia si alzò dal suo comodo letto e si diresse verso il suo bagno in camera scavalcando sua madre che si stava lamentando ma Prism non le diede peso. Mentre stava lavando i suoi denti si ricordò che quella mattina doveva prendere l'aereo, quell'aereo che l'avrebbe portata via da sua madre e dalla sua amata città per andare in un prestigioso college londinese, il tutto finanziato da suo padre che facendo ciò sperava di poter recuperare gli anni di assenza nella vita di Prism a casua del divorzio e della distanza di città. Uscì dal bagno e si diresse nella cabina armadio dove prese dei vestiti a caso: jeans chiari leggermente strappati sulle ginocchia, una canotta bianca con sopra una leggera camicia a quadri rossi e ai suoi piedi delle All Stars bianche. Prese la borsa in pelle nera di Michael Kors e ci buttò dentro le cose che per lei erano indispensabili, ovvero iPod e cellulare, poi mise dentro anche quello che le sarebbe servito per il viaggio; prese la valigia con stampa floreale che aveva preparato in precedenza e, dopo essersi data un'ultima sistemata ai capelli, scese al piano inferiore rpnta per lasciarsi alle spalle tutto il passato e cominciare una "nuova vita" momentanea, sì, momentanea perché lei aveva intenzione di ritornare a Beverly Hills e niente e nessuno avrebbe potuto mutare quella decisione. La madre di Prism aveva caricato la valigia nel portabagagli e la stava aspettando in macchina mentre Prism era ancora in casa ad osservare tutte le camere e ricordando tutti i momenti più belli e felici che aveva trascorso in quelle mura. Si avvicinò alla porta d'uscita, si girò un'ultima volta e mandò un bacio "d'addio" alla casa.

Quello fu sicuramente il viaggio più lungo che Prism avesse mai fatto in amcchina anche se l'aeroporto distava solo un quarto d'ora dalla sua, ormai, vecchia casa. Arrivata salutò la madre dandole un bacio sulla guancia e mimandole un 'ti voglio bene'; lei non era mai stata una ragazza che mostrava i suoi sentimenti, lo faceva solo in situazioni come questa.

Fece il check-in e poco dopo la voce metallica annunciò il suo volo. Prese posto sull'aereo, il suo era vicno l'oblò, allacciò la cintura e quando l'aereo decollò prese l'iPod e iniziò ad ascoltare 'Really Don't Care' di Demi Lovato, le serviva ascoltare qualcosa di non deprimente in quel momento e quella canzone era perfetta per inizare l'affronto contro la nuova vita.