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Autore: Midnight the mad    07/07/2014    2 recensioni
Un vecchio diario trovato per caso, una pagina che racconta una storia di cui non c'è memoria.
Un segreto che centinaia di persone proteggerebbero con la vita, e che altrettante sarebbero disposte a rubare allo stesso prezzo.
Una scelta sbagliata, un potere perduto.
Come puoi scegliere da che parte stare?
E, soprattutto, come puoi essere certo di stare facendo la cosa giusta, se sai di non poterti fidare neanche di te stesso?
"Lo guardai. - Credo che tu non pensi davvero quello che stai dicendo. -
- E come fai a saperlo? Sai che non ho mentito. -
- Sì, ma so anche che non l'hai fatto neanche prima. Non hai mentito, quando hai detto che mi amavi. -"
"- Per proteggere te. E' per questo che l'ho fatto, dannazione! -
- Ah, davvero? Secondo me non è la verità. Secondo me l'hai fatto solo per proteggere te stesso, la tua felicità. Non ti è mai importati di quello che ne sarebbe stato di me. -
- Loro volevano ucciderti. - sussurrò, gli occhi lucidi.
- Anche tu mi hai uccisa. Non sono più io, questa, accidenti! Come fai a non rendertene conto? -"
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Prima di tutto mi scuoso tantissimo per la mia scomparsa, ma il mio computer ha deciso di abbandonarmi... Ho scritto e postato il prima possibile, comunque, e spero che questo capitolo vi piaccia :)
FUORI DALL’INFERNO
Un’ondata di fuoco si riversò fuori dal buco nel pavimento, creando una colonna di fiamme che sfondò il soffitto con un boato che fece tremare i muri.
Per un secondo non vidi niente, poi sentii una specie di grido mentale.
Le ali! urlò Lucifero. Dammi le ali!
Sentii uno strattone alla schiena e un dolore atroce mi percorse da capo a piedi, facendomi crollare per terra. E poi, in mezzo alle fiamme, il viso rivolto verso Hansel che lo fissava con il terrore negli occhi, apparve in volo Lucifero.
Le fiamme lentamente si estinsero, e tutto tornò a un’immobilità assoluta. Lucifero restava sospeso in aria, e l’unico rumore era quello delle sue ali che sbattevano. Poi lui atterrò sul pavimento e mi guardò.
Io mi sentii percorrere da un brivido. Era... incredibile. Sì, era l’unico modo che credevo di avere per descriverlo. Emanava forza allo stato puro, più di qualsiasi cosa avessi mai sentito prima. Avevo avuto quella sensazione anche quando avevo visto lui e Ardefiel possedere il Portavoce, ma questa volta Lucifero non aveva nulla di umano. Era energia viva e pulsante, travolgente.
Mi sorrise. Un sorriso che aveva un che di ironico, ma anche di sincero. Poi si girò di nuovo verso Hansel. – E allora... eccoci qui. – disse. La sua voce era morbida eppure gelida, e bellissima. Lucifero fece un passo verso di lui, ritirando le ali, e Hansel indietreggiò.
- Perché tutta questa fretta? – domandò Lucifero. Non lo vedevo in faccia, ma immaginai che stesse sorridendo. – Credevo che tu avessi un paio di domande da farmi. –
L’altro impallidì ancora di più, mentre si trovava schiena al muro. Marghe mi guardò. Sembrava terrorizzata.
E’ tutto ok. cercai di dirle. Non sapevo se l’avesse sentito, però.
- Sì, so che hai torturato mio figlio per avere un paio di informazioni. – aggiunse Lucifero. Era letteralmente incazzato nero, lo sapevo. E sapevo anche che era un bene che non potesse fare del male a nessuno. Però quando mi chiese: Posso dargli un pugno in faccia? spontaneamente mi venne da dire di sì.
E che cavolo, non sono Gesù. Io non porgo l’altra guancia, spacco quella di chi mi ha dato uno schiaffo.
-
Hansel volò contro il muro con un urlo. Ok, forse l’idea di “pugno in faccia” poteva essere interpretata con vari livelli di intensità, e Lucifero aveva l’aria di voler ammazzare Hansel seduta stante, magari per mandarlo a bruciare per sempre all’Inferno.
Vedendolo svenuto e con il lato sinistro della faccia fracassato, però, Lucifero sembrò calmarsi un po’. Io uscii dalla cella – l’esplosione aveva rotto le sbarre – e ci guardammo.
- Beh... – fece lui. – Grazie. –
- Avevamo un accordo. – gli feci notare. – Ed era solo un modo per salvarmi il culo. –
- Evviva la sincerità. – sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Poi si diresse verso la cella di Marghe e la aprì senza problemi.
Lei deglutì. – Ehm... grazie. – Era pallida come un cadavere.
Lucifero rise. – Ehi, calma. Prima di tutto non posso ucciderti, e poi sinceramente non è che abbia un grande interesse nel farlo. Quindi non preoccuparti. –
Marghe prese un respiro e uscì dalla cella senza dire altro. In quel momento, sentii dei passi fuori dalla stanza.
Lucifero sollevò un sopracciglio. – Direi che ci conviene andarcene. –
-
Normalmente non avrei inteso per “andarsene” sfondare un muro e buttarsi di sotto dal novantesimo piano di una torre, ma Lucifero sembrava piuttosto convinto di quello che faceva, e a noi non restò altro che seguirlo – anzi, da parte mia, farmi portare giù, visto che non potevo più volare. Mi mancavano già, le ali, accidenti.
Lui non atterrò in mezzo alla gente. O meglio, lo fece, ma quando ci ritrovammo a raggiungere la strada sotto di noi si aprì una voragine che poi si richiuse sopra la nostra testa.
Lucifero prese un respiro mentre io cercavo di evitare le fiamme che ci circondavano. A quanto pareva l’Inferno stava diventando una sorta di metropolitana parecchio underground dedita ai trasporti di persone considerate “pericolosi criminali” da almeno metà della popolazione di quel mondo.
- Cavolo. – commentò lui. – Di nuovo qui. Di già. Però è bello essere liberi di andarsene. – In effetti, non riusciva a smettere di sorridere, di vedeva. Tese una mano verso l’alto e diede come uno strattone all’aria. L’oscurità sopra di noi si aprì e noi saltammo fuori.
Mi guardai di nuovo intorno. Eravamo in mezzo al bosco, più o meno. Non mi accorsi di cosa ci fosse di strano fino a quando non sentii Marghe lanciare una specie di urlo.
Mi girai di scatto, e vidi Mike. Era sdraiato per terra, pallido come un cadavere, ed era circondato dagli spiriti infernali.
Senza riflettere neanche, gli corsi incontro e mi lasciai cadere in ginocchio accanto a lui. Mi accorsi che respirava, e sentii un peso sollevarsi dal petto. Ma era ovvio che stesse malissimo. Aveva addosso una camicia strappata e sotto la pelle si intravedeva piena di tagli, graffi e segni di quelle che sembravano ustioni. Aveva le labbra spaccate e sporche di sangue secco, che gli sporcava anche i capelli.
Guardai Lucifero, senza sapere cosa fare, e lui guardò me. C’era dolore nei suoi occhi, un dolore strano e così profondo che mi sembrava di essere incapace di capirlo. Lui si avvicinò e si chinò accanto a Mike, passandogli una mano tra i capelli, poi gli appoggiò le dita sul collo per sentirgli il battito. Guardò di nuovo me. – Credo di poter fare qualcosa, ma non sono sicuro che in questo momento sia abbastanza forte da sopportarlo. Posso curarlo, ma... ha bisogno di energia. Di... vita. E non è qualcosa che credo di potergli dare. – Mi accorsi che stava cercando di non guardarmi. Capii cosa mi stava chiedendo, ci ero già arrivata anch’io.
Sfiorai il viso di Mike. – Ehi. – mormorai. – Mike, svegliati. –
Lui batté le palpebre, le richiuse.
Lucifero mi guardò. – Prometto che lo fermerò se... –
Annuii senza ascoltarlo davvero e provai a scuotere Mike. – Svegliati. – dissi, stavolta più forte.
Stavolta aprì gli occhi davvero e li fissò nei miei. – Eva. – ansimò. – Eva, che... – Prese un respiro. Si bloccò. Deglutì e spalancò ancora di più gli occhi. Mi spinse indietro. – Stai lontana. – sussurrò. – Stai... –
Scossi la testa. – Mike, è l’unica maniera per farti stare meglio. –
- Ti ucciderò. –
Io sentii una scossa di qualcosa a metà tra rabbia e adrenalina. Mi ero tenuta dentro tutto per troppo tempo, ma ero incazzata nera, e anche terrorizzata. Incazzata con Hansel, con Andrea che mi aveva tradita, con Dio, con tutti quelli che avevano creato quella situazione del cavolo. E terrorizzata perché non avrei potuto sopportare di perdere anche Mike. Perciò gli mollai uno schiaffo.
Neanche mezzo secondo dopo lui mi travolse come una furia e mi affondò i denti nel collo.
-
- Eva, mi dispiace. – disse Mike per la centesima volta, fissandomi con un’aria da cane bastonato. – Mi dispiace sul serio, io non volevo... –
Lucifero alzò gli occhi al cielo. – La volete piantare? Mi fate venire il vomito. – Adesso che le cose erano migliorate – Mike si stava riprendendo velocemente, e io non ce l’avevo più attaccato al collo come una sanguisuga – aveva ripreso la sua aria strafottente di sempre, ma evidentemente era sollevato. In effetti, almeno da quel punto di vista sembrava davvero umano.
Marghe si morse il labbro. Era seduta con la schiena contro il tronco di un albero e sembrava la più tesa di tutti. – Credo che dovremmo andarcene. – mormorò, anche lei per l’ennesima volta.
- Sì, ma per andare dove? – osservai. – Dobbiamo risolvere questo casino, o un sacco di gente si farà ammazzare. –
- Già. – osservò qualcuno dietro di me.
Feci un salto e mi voltai di scatto, trovandomi faccia a faccia con il Portavoce. Ma da dove cavolo era spuntato?
- Sì, ehm... scusate se sono scomparso così, ma sono stato poco bene ultimamente. – borbottò. – Non è così semplice reggere un angelo per così tanto tempo. – Lanciò un’occhiata a Lucifero.
Lui non commentò. – Quindi... che facciamo? Io proporrei di tornare dai Caduti. E poi ci organizziamo. –
Sì, in effetti probabilmente era l’unica possibilità. – Ok. – mormorai. Almeno così Mike avrebbe potuto riprendersi per bene.
Non feci in tempo a dirlo che iniziò a piovere fuoco. 
  
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