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Autore: gaiaazzurrarandazzo    08/07/2014    1 recensioni
Non è affatto un giorno come un altro quando Olivia incontra Luke per la prima volta. Non sa che dietro le sembianze del bello e dannato si cela un Nascosto. Non può immaginare che sarà proprio lui la sua salvezza, o la sua rovina. Luke ha un piano crudele, spietato, oscuro come le tenebre. Non è l'unico a nascondere la minaccia di un segreto inconfessabile o gli echi di un passato maledetto. Chi sceglieresti fra chi ti ha donato la vita e chi potrebbe togliertela?
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre odiato svegliarmi e non riuscire più a prendere sonno, mi capitava spesso.
Quella mattina non fece eccezione.
Non so dire se la causa della mia insonnia fosse l'ansia per la sera, o i vari pensieri sparsi nella mia testa, o entrambe le cose.
Erano le 10:00 di mattina e stavo forse per iniziare a complessarmi?
Che palle.
Per evitare di dare libero sfogo ai miei inutili complessi mattutini, mi alzai velocemente dal letto (scelta non esattamente corretta, visto che ebbi numerosi capogiri).
Notai con delusione che il letto accanto al mio, quello di Emily, era vuoto. Sicuramente era andata in spiaggia già da un pezzo e non mi aveva detto niente! Stronza di una sorella.
Abitavamo in una casa a due piani, dove la cucina si trovava al piano di sotto, e all'inizio non ebbi intenzione di scendere una rampa di scale;
Ero abbastanza assonnata, diamine!
 Però, per il cibo, avrei fatto un piccolo sacrificio.
Mamma era uscita per andare a lavoro. Gestiva un'agenzia di viaggi, e in quel periodo c'era un via vai di clienti più frequente del solito, perciò doveva darsi da fare al quadrato.
Mi avevano lasciata praticamente sola!
Il mio stomaco implorava pietà.
Aprii il frigorifero e fu subito amore a prima vista: c'erano dei tranci di pizza della sera prima.
Mi sedetti e ne ingurgitai quattro fette in meno di due minuti.
Adesso, la domanda era: cosa fare?
Di andare al mare non se ne parlava proprio, avrei potuto incontrare Luke e la mia silhouette non era delle migliori.
Andare a comprare qualcosa per la sera sarebbe stata la decisione migliore, se avessi avuto qualcuno con cui andarci.
A corto di idee, chiamai la mia vecchia migliore amica Julie per sclerare sulla serata imminente. Ci conoscevamo da otto anni, praticamente avevamo vissuto quasi la metà della nostra vita combinando cazzate tutto il tempo ad Innisfail.
La conobbi il primo giorno di medie. Entrambe eravamo un po' isolate dal gruppo, per cui decidemmo di sederci accanto.
Da quel giorno in poi entrambe sapemmo ogni cosa riguardante l'altra. Mi era impensabile fare qualcosa e non dirla a lei. Per il rapporto che avevamo poteva benissimo passare per una seconda sorella. E non mi dispiaceva affatto.
Julie era piuttosto un tipo mattiniero, era sicuramente già sveglia.
Tuuh, tuuuh, tuuuh.
Al quarto squillo, infatti, rispose.
-Chi non muore si rivede!- disse fingendosi delusa. Se non fossi stata la sua migliore amica le avrei creduto. Peccato che la tradì quel suo tono allegro onnipresente. Lei era sempre stata così: solare, anche se la situazione, possibilmente, non lo permetteva.
-Non immagini neanche cosa mi è capitato ieri sera!-
-Parla.-
Dopo tre ore buone passate a parlarle dell'accaduto, chiusi la chiamata.
La mia migliore amica mi aveva consigliato di vestirmi in modo da catturare l'attenzione, anche se sapeva che non era da me un abbigliamento del genere.
 
 
-Questo vestito ti sta veramente bene, sorellina.- disse Emily, con sarcasmo, riferendosi ad un abito orribile che la commessa mi aveva quasi costretto a provare.
-Si si! Le sta benissimo, ne ero sicura.- replicò la commessa, battendo le mani, euforica, senza notare la disapprovazione mia e di mia sorella.
-Ehm, mi dispiace ma non credo che sia...il mio genere, ecco.- confessai, sotto lo sguardo divertito di Emily.
-Penso che mia sorella sia più il tipo da shorts e canottiera. Può aiutarci? Non abbiamo molto tempo.-
Mi ritrovai nel camerino a provare un'infinità di magliette, canottiere e shorts.
Tutte quelle attenzioni su di me erano stressanti. Non tolleravo le commesse invadenti e incompetenti tipo quella che adesso si stagliava davanti a me con quel fottuto sorriso finto sulle labbra.
-Ecco, adesso sì che ci siamo!- esclamò Emily.
-Li porto alla cassa allora?- domandò la commessa con quella sua voce odiosa.
-Sì.- risposi.
La mia attenzione era caduta su degli shorts neri e una maglietta monospalla con un ricamo in pizzo sulla schiena.
Di solito non mi piacevano molto cose complicate del genere, ma quella sera non faceva parte del 'solito'.
Erano più o meno le sei del pomeriggio quando decisi di scrivere un sms a Luke.
Non mi rispose.
Aspettai.
E aspettai.
E aspettai ancora.
Forse non aveva ricevuto il mio messaggio, forse non aveva letto. Più probabilmente mi aveva dato un numero sbagliato, oppure non voleva uscire con me.
Avevo cenato di malavoglia praticamente in preda ad una fortissima ansia.
Che serata di merda, pensai.
Sarei rimasta a casa un’altra sera, non che la cosa mi dispiacesse, ma c’ero soltanto rimasta male.
Erano più o meno le 22:45 quando ricevetti una chiamata.
Era Luke.
-Pronto, Olivia? Scusa se non ho risposto all’sms, è che avevo il cellulare scarico ed ero fuori. Se vuoi possiamo vederci adesso.-
-Ah, capisco. Si, si, per ma va benissimo! Ci vediamo davanti il bar di ieri?-
-Perfetto. A dopo!-
A dopo, mormorai quando la conversazione era stata interrotta.
Sfrecciai in bagno e mi misi i vestiti nuovi. Tornata in stanza indossai un paio di converse bianche e per il trucco fui aiutata da mia sorella. Legai i capelli in una coda e dopo aver salutato frettolosamente mia madre, uscii velocissima e mi lasciai casa alle spalle.
Rifiutai i numerosi tentativi di mia sorella la quale voleva accompagnarmi in macchina.
La spiaggia non distava tanto da casa mia, e nemmeno il bar. Avrei potuto percorrere la strada da sola e in breve tempo.
E infatti, dopo pochissimo, arrivai al New Paradise.
La sera scorsa non avevo fatto caso al nome del bar. Ciò che catturò la mia attenzione, fu Luke.
Seduto ad un tavolo, con lo sguardo perso, ed una camicia nera che ne risaltava i lineamenti, era più bello e misterioso che mai.
Mi avvicinai e dopo avermi notata, si alzò e mi baciò una guancia.
-Scusa per l’intoppo di oggi, spero che non ci sia rimasta male.- mormorò lui. Era sicuramente un tipo che faticava con le parole, per cui, quantomeno, apprezzai il suo sforzo.
-No, figurati.- dissi sorridendogli.

-Comunque sei bellissima.- disse Luke indicandomi con un movimento del mento.
-Grazie.- arrossii.
-Andiamo a farci un giro in spiaggia? E’ troppo affollato questo bar.- proposi io.
Ci incamminammo e parlammo per molto.
-Dunque vieni da Innisfail, uhm, capisco. Ho alcuni parenti che sono di lì, so quanto la pioggia possa rodere i coglioni, ad un certo punto.-
-No, guarda, in realtà a me piace la pioggia. Mi...rilassa. E’ il caldo asfissiante che non sopporto.-
-Che scherzo del destino! Seii venuta ad abitare nella città più soleggiata dell’Australia! Ed hai incontrato me. Ho davvero questa capacità di attirare la gente come dicono?-
Era come se si nascondesse sotto una maschera di perenne sarcasmo, a causa della quale non riuscivo a capire la sua reale personalità. Visto dall'esterno, sembrava a così rigido, apatico e...vuoto.
-I miei hanno divorziato, e mia mamma per motivi di lavoro si è dovuta trasferire qua, ecco tutto. E comunque fossi in te, non mi vanterei tanto. Non mi dai l’impressione di qualcuno che sappia fare cose migliori degli altri.- sbottai, inviperita.
A quelle parole, si rabbuiò un paio di secondi. Poi, mi avvinghiò per i fianchi e mi attirò a sè.
Sentivo il suo corpo contro il mio. Mi guardò negli occhi e mi baciò. Non fu un bacio dolce, ma un bacio come dire, disperato, feroce. Nonostante tutto ciò, fu fantastico.
Era sorprendente come la sua presa poteva sembrare d’acciaio e allo stesso tempo dolce, in un certo senso.
Le sue labbra erano soffici e cercavano disperatamente le mie.
Si staccò da me, come se si fosse svegliato da uno stato di trance e avesse realizzato l’accaduto.
-Devi ammetterlo. In questo, sono più bravo degli altri.- disse stuzzicandomi un po’.
-Mi hai baciata per dimostrare di essere più bravo di qualcun’altro?! E’ davvero meschino!-
-Un po’ per questa ragione e un po’ per un’altra.-
Un sorriso sghembo fece capolino sul sul volto.
-Vaffanculo, stronzo.- urlai.
Ero davvero arrabbiata. Non che ci voglia molto per farmi inviperire, ma quella volta lo ero veramente sul serio.
Come se fossi stata vittima di un tornado, e senza nemmeno salutarlo, corsi indietro a più non posso. Dimenticai che Luke aveva gambe così lunghe che avrebbe potuto raggiungermi in men che non si dica. Ma non fu così. Quando fui abbastanza certa di essere a debita distanza, mi girai per vedere se era ancora lì.
Ma lui non c’era.
Ripresi a correre per schiarire la confusione nella mia testa.
Che coglione lui. Che cogliona io!
E mi venne voglia di piangere, e così piansi, perchè non ero mai stata una che tratteneva le proprie emozioni. Ero fatta così. Mi avventavo in tutto, anche in persone che non conoscevo e che sapevo avrebbero potuto farmi del male.
Arrivata sull’uscio di casa, stavo per prendere le chiavi dalla tasca degli shorts quando una figura emerse dal giardino e mi venne incontro.
Lo riconobbi all'istante. Ancora lui.
Ancora quel coglione.
-Senti non voglio più vederti. Se pensavi fossi la puttanella di turno che vuole solo scopare con te, mi spiace, hai sbagliato proprio.-
Lui taceva, inebetito.
-Che cogliona che sono stata! Pensavo che un minimo interesse ce l’avessi, nei miei confronti, anche soltanto come amica, invece per te sono paragonabile ad un giocattolino nuovo che presto mettersi da parte. Mi hai baciata soltanto per dimostrare che eri migliore di qualsiasi altra persona. Sono schifata.-
-Nulla di tutto ciò che pensi è vero. Anzi, forse qualcosa di veritiero c’è.-
Mi cadde il mondo addosso. Allora avevo ragione, voleva solo prendermi per il culo.
Restai ad ascoltare lo stesso. Più che altro per vedere che minchiate avrebbe detto.
-Provo un interesse verso di te. E la prima ragione per cui ho detto di averti baciato, cioè quella per cui volevo dimostrare di saper baciare meglio di chiunque altro, è errata. L'ho detto per stuzzicarti, per vedere come avresti reagito e per capire se anche tu provi questa forte attrazione verso me.
Ce n’è solo una di ragione, ed è che tu mi piaci e volevo baciarti. Voglio baciarti, anche adesso, anche sei arrabbiata con me, come se non ci fosse un domani. Perché per quelli come me, non credo che ce ne sia uno.-
Mi stava prendendo per il culo? Cosa significa tutto ciò?
-Senti, li conosco quelli come te. Fanno tanto i bravi e i buoni solo per illudere qualcuna, e non sono proprio il tipo. Davvero, provaci con qualcun’altra.-
Mi guardò con uno sguardo pieno di tristezza.
-Tu non capisci. Io...si, in passato consideravo troie quasi tutte le ragazze, e molte di esse mi andavano dietro. Quando hai così tante attenzioni da parte dell’altro sesso, prendi consapevolezza di avere una sorta di capacità nell’attrarre e ti sembra giusto trattare tutti una merda. Ti senti una specie di Semidio. Da quando non uso più nessuna persona, da quando non mi comporto a convenienza con gli altri, pochi mi riservano grandi attenzioni.
Ovviamente, non posso cambiare il mio atteggiamento, è ciò che sono, o perlomeno, ciò che fingo di essere, ma nel profondo...sento di volerti. Non in quel senso, ma di volerti con me, che sia per una passeggiata, un giro in città, al mare, ovunque tu voglia!
E’ assurdo se ci pensi, come una persona possa esercitare questa forte attrazione verso un’altra. Io mi sento esattamente così! So che, in fondo, non ci conosciamo nemmeno, ma da ieri non riesco a levarmi dalla mente i tuoi occhi smeraldo. Giuro, nessuno ha mai avuto quest’effetto su di me, forse sto diventando pazzo, non so più che pensare. E’ tutta la notte che ti penso, ti prego, non...resta, non mandarmi via.-
Sbattei ripetutamente gli occhi, per capire se mi ero sognata tutto o se fosse davvero reale.
Come poteva provare quei sentimenti verso me? Nel mio subconscio sapevo che Luke, aveva un effetto straordinariamente forte su di me, ma non mi definivo propriamente ‘ossessionata’, cosa che lui stava quasi ammettendo. Forse stava correndo un po’ troppo e volevo capire due cose:

  • Se stesse facendo tutta quella messinscena solo per potarmi a letto.

  • Se aveva fumato qualcosa e quindi non era nel pieno delle sue capacità mentali.

-Luke, ne riparliamo domani. Sono stanca e voglio soltanto andare a dormire. Buonanotte.-
-Come vuoi tu. Non ti forzerò, sta’ tranquilla. Dormi bene.-
E con questo si allontanò a grandi falcate dall’uscio di casa mia, con le mani nelle tasche e la schiena leggermente inclinata in avanti. Mi sembrò tanto fragile. Come un vaso di vetro ricoperto da innumerevoli crepe, che potesse andare in frantumi da un momento ad un altro.

Entrai in casa per evitare un'altra crisi di pianto.

 
 
 

   
 
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