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Autore: TeenAngelita_92    08/07/2014    5 recensioni
Una giovane psicologa, da poco entrata a far parte del mondo del lavoro.
Un ragazzo di origini spagnole con un carattere alquanto ribelle e particolare.
Nessuno era mai riuscito a comprendere le sue emozioni, i suoi pensieri, le sue paure.
Nessuno era mai riuscito a farlo sentire al sicuro, amato...
Fino a quel giorno.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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5.
"S-Salve" riuscì solo a farfugliare appena aprì la porta. E lei che fino a quel momento sembrava essere troppo occupata a sfogliare quelle infinite carte e scartoffie sulla sua scrivania, alzò lo sguardo al solo suono della sua voce.
"Andres" pronunciò il suo nome con una tale leggerezza e dolcezza, quasi sospirando. Il suo viso sembrò rianimarsi cosi come la sua voce che prima ad Andres era sembrata strana, completamente diversa dal solito.
"Le chiedo scusa per il ritardo, io..." iniziò a spiegarle, ancora in disperata ricerca delle parole giuste. Lui non era mai stato il tipo da chiedere scusa, soprattutto non lo aveva mai fatto con nessuno dei suoi precedenti psicologi prima. Lui semplicemente si limitava a sedersi e far finta di niente, con quel suo sguardo divertito sulla faccia, fregandosene altamente del tempo che aveva fatto perdere a quelle persone. 
Ma ora qualcosa era diverso, lui lo riteneva diverso.
Anche Alicia sembrò completamente sorpresa di vedere negli occhi del suo migliore amico quasi un senso di colpa, il bisogno di scusarsi che non l'aveva mai neanche sfiorato nelle circostanze in cui avrebbe dovuto sentirlo.
"Per un attimo ho..." iniziò lei abbassando lo sguardo e ridendo debolmente "Ho creduto che non saresti più venuto." gli confessò. Probabilmente quella sua espressione alquanto strana e preoccupata era dovuta a questo, pensò lui. Ma perchè mai avrebbe dovuto preoccuparsi di un maleducato, freddo e scontroso ragazzo come lui che le sole volte che aveva cercato di aiutarlo, l'aveva trattata uno schifo?
"N-No, io solo..." abbassò lo sguardo, quasi sentendo il bisogno di rassicurarla della sua presenza, quasi a volerle dire "Sono qui ora."
"Solo non mi sono reso conto del tempo che passava" si giustificò, scacciando quegli strani pensieri dalla testa. Prese a guardare i suoi occhi, in quell'imbarazzante silenzio che si era creato nel vuoto di quella stanza. Ma in realtà per loro non sembrò essere tanto imbarazzante quanto per Alicia, ancora ferma accanto a lui, ammirando il radicale cambiamento che nel giro di poche ore aveva fatto, solo incontrando quella donna. 
"Ah, lei è Alicia." le disse, indicando la sua compagna. Probabilmente se lei stessa non gli avesse dato un pizzico, si sarebbe completamente dimenticato della sua presenza.
"Piacere." tese gentile la mano.
"Piacere mio." rispose sorridendo.
"Io credo di dover andare ora, ero solo venuta per accompagnarlo. Sa, tanto per essere sicura che non scappava." affermò sorridendo. "Andres, io ti aspetto giù." lo avvertì con un'espressione divertita sulla faccia, una di quelle che lui sapeva benissimo capire senza bisogno di parole. "E' stato un piacere conoscerla."
"Anche per me." sorrise la dottoressa.
"Cerca di non stancarti troppo a fissarla Rivas, mi raccomando." gli sussurrò infine ridendo, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle. 
"Beh, accomodati." lo invitò lei, e si sedette al lato opposto della sua scrivania. "Sembra molto simpatica la tua ragazza." gli confessò poi sorridendo.
"La mia ragazza?" ripetè per essere sicuro di aver capito bene. "N-No, no. Lei è solo la mia migliore amica. Noi non stiamo insieme, non è la mia ragazza."
"Ah. Quindi hai una migliore amica?" chiese, alquanto sorpresa.
"E' troppo sorprendente da credere?" le rispose, alludendo alla sua espressione.
"No, assolutamente. Mi chiedo solo se con lei parli. Voglio dire, riguardo a ciò che ti passa per la testa, il tuo stato d'animo, i tuoi problemi."
"Vuole fare il terzo grado anche a lei?"
"Sai bene che io non faccio il 'terzo grado'. Semplicemente mi piacerebbe sapere se almeno a lei chiedi aiuto." gli rispose, e ciò sembrò bastare a zittirlo. Stava succedendo un po' troppo spesso ultimamente, notò.
"Io non..."
"Tu non hai bisogno di aiuto e bla, bla, bla..." lo interruppe, già sapendo perfettamente cosa avrebbe detto. Si alzò dalla sua sedia e prese a camminare per la stanza. La cosa che lui più odiava di tutti gli psicologi, pensò. 
"L'Andres di ieri dov'è finito?"
"L'Andres di ieri era solo stanco" le rispose con tono seccato.
"Si? Quello che mi ha detto che si sarebbe fatto aiutare? Quello che per la prima volta mi ha guardato negli occhi senza doversi sforzare di nascondere le sue vere emozioni?"
"Cos'è che vuole da me? Eh?" le chiese, ma lei sembrò non ascoltarlo. 
"Voglio capire cosa è cambiato da ieri ad oggi. Voglio sapere cosa ti ha fatto cambiare idea."
E a quel punto, avrebbe dovuto dirle della notte passata a pensare? A sciacquarsi il viso per cercare di sciacquare via anche l'immagine del suo volto? E delle sue piccole carezze, e delle sue parole cosi credibili e... "No, non posso." pensò lui.
"Dio, tu non sai quanto ora mi piacerebbe poter entrare in quella testa e poter conoscere ciò che tanto ti sta tormentando. Parlami, dimmi ciò a cui stai pensando ora!" gli disse, avvicinandosi. "Parlami Andres. Non possiamo restare all'infinito in silenzio con gli sguardi bassi a far finta che tutto vada bene. Per favore, parlami." e quella sembrò quasi essere una supplica, un'insieme di meravigliose parole che lo spinsero a guardarla negli occhi, rimanendo completamente colpito.
Nessuno mai aveva mostrato cosi tanto interesse e volontà nel conoscere i suoi problemi ed i suoi tormenti. Nessuno. 
"Perchè vuole cosi tanto aiutarmi? Perchè sta perdendo tempo dietro al mio stupido comportamento?"
"Perchè è esattamente questo che tutti gli altri non hanno fatto, o non hanno voluto fare. Hanno preferito credere che tu fossi un caso troppo difficile da aiutare quando dovevano solo cercare di capirti e provare ad acquistare la tua fiducia poco a poco. E neanche tu hai provato ad opporti a quel loro comportamento. Hai creduto senza tante esitazioni a ciò che loro volevano farti credere, al fatto che tu fossi un caso senza speranze che nessun altro avrebbe potuto aiutare." gli spiegò, sedendosi poco distante da lui. L'intensità delle sue parole e di quel suo sguardo mentre parlava di cose della sua vita che sembrava conoscere da anni... "Invece non è cosi Andres, credimi. Io posso aiutarti, cosi come tante altre persone che forse non hai ancora neanche conosciuto o a cui non hai dato molta importanza. Sei un ragazzo come tanti, con dei problemi personali che non sempre riesce a gestire. Chiedere aiuto a qualcuno non è nulla di orribile o vergognoso." e senza neanche accorgersene, aveva lentamente avvicinato una mano al suo viso, sfiorandolo leggermente. Ed Andres, ancora sconvolto e del tuo rapito dalla meraviglia di quelle sue parole, trattenne il respiro al solo contatto con la sua pelle, quasi come se avesse paura di quel semplice gesto d'affetto.
Per un attimo si sentì felice, come mai prima di allora. Si sentì leggero e compreso finalmente, dall'unica persona che sembrava conoscerlo da una vita quando in realtà l'aveva conosciuto solo da qualche giorno. Tutto questo era nuovo per lui, strano, nuovo, meraviglioso quanto pauroso. Pauroso come quella donna riuscisse a cambiarlo radicalmente, come davanti a lei, lui spegnesse completamente la sua freddezza e la sua rabbia. 
"Fidati di me, okay? Parlami di ciò che vuoi ora. Tutto ciò di cui senti il bisogno di parlare." gli disse allontanandosi, forse un po' troppo velocemente, quasi come pentita di quella dolce carezza che gli aveva appena regalato. 
Ed allora, seppur ancora imbarazzato e completamente senza parole davanti a quella sua più che esplicita proposta d'aiuto, iniziò a parlare. Lei ne approfittò per conoscerlo meglio con domande riguardanti i suoi generi musicali, i suoi hobby, le sue passioni, della sua nazionalità spagnola, e lui le parlo persino della sua tanto amata abitudine di passare il pomeriggio al parco, di tanto in tanto in compagnia di Alicia. Sembrò essersi sciolto rispetto a tutte le altre volte ed inoltre la conversazione iniziò a risultare molto più fluida e piacevole per entrambi. Si rese conto che era da tempo che non faceva una chiacchierata del genere con qualcuno, da molto tempo.
"Magari un giorno potremmo incontrarci al parco allora, e non in questo triste e vuoto studio." gli propose sorridendo.
"E' una buona idea." sorrise anche lui, apparentemente contento di quella sua richiesta.
"E magari mi piacerebbe anche sentirti parlare la tua lingua."
"Será un placer."
"Beh magari però dammi prima il tempo di munirmi di un dizionario" gli disse, ed entrambi scoppiarono a ridere.
"Credo sia ora che vada, le ho rubato abbastanza tempo arrivando in ritardo e..."
"Inizia a convincerti del fatto che non mi hai rubato, non mi rubi e non mi ruberai tempo. Oggi avevamo un appuntamento e ti sei presentato, punto. Il tempo sarai tu stesso a stabilirlo, io non do limiti." gli spiegò, sorridendogli.
"Ama molto fare questo lavoro, giusto?" le chiese alzandosi mentre lei iniziò a raccogliere le sue cose.
"Abbastanza da poter sopportare i tipi duri come te" gli rispose, ancora occupata. 
"Ah beh..."
"Sto scherzando. Lo amo davvero, è la mia vita." alzò lo sguardo sorridendogli ancora.
Il tempo di spegnere tutto ed insieme si diressero verso l'uscita, esattamente come la sera prima.
"Beh, allora a domani." gli disse lei, notando la figura di Alicia che ancora lo stava aspettando con pazienza seduta alla sua moto. 
"Già, a domani." le rispose lui, notando invece poco lontano l'auto che ogni sera la aspettava, l'uomo che ogni sera la aspettava.
"Ah, beh sono felice che tu abbia deciso di fidarti di me e mi ha fatto piacere che tu mi abbia dato la possibilità di conoscerti. Spero che questa tua scelta durerà ancora per un bel po'." gli confessò.
"Lo stesso è stato per me e... Cercherò di farla durare."
"Bene" sorrise "Allora ciao." lo salutò un ultima volta prima di andare.
"Ciao" quasi sussurrò a se stesso vedendola allontanarsi. 
Si diresse verso Alicia mentre con tutte le sue forze cercò di dissuadere la sua mente dal desiderio di seguirla con gli occhi, come ormai faceva ogni volta.
"Ma cosa avete fatto per averci messo tutto questo temp..." iniziò a chiedergli Alicia appena lo vide arrivare, ma si fermò appena notò l'auto poco distante da loro. "Hey hey, chi è l'uomo che sta baciando?" gli chiese.
"Non sono affari che ci riguardano." le rispose, quasi infastidito.
"Guarda, sembrano cosi dolci." continuò lei, invitandolo a guardare.
"Alicia, se non ti dispiace vorrei tornare a casa. Sono stanco."
L'auto partì ed Andres riuscì solo a vederla allontanarsi e scomparire tra il fumo grigio del motore.
"Qualcosa mi dice che tu lo hai già visto quell'uomo, non è vero?"
"Alicia cerca di smetterla, d'accordo? Andiamo a casa ora." le ripetè deciso un'ultima volta, prima di porgerle il casco e partire. 


Spazio Autrice:
Rieeeccoomii! BuonSaaalvee (?) Sapete che non dovete farci caso, no?
Beh 'nzomma stavolta sono ritornata moolto prima dell'ultima volta (Dai riuscirò a non far passare un'eternita, dai Alessia, puoi farcela) Ennulla (?) Devo ringraziarvi, ma non come di solito/sempre faccio. Grazie per il semplice fatto di esserci ancora, anche se vi fatto attendere un'eternità. Grazie davvero, non sapete quanto questo mi abbia reso felice.
Aw, devo dire che scrivere questo capitolo mi è piaciuto molto, si. Spero tanto vi piaccia, come sempre. Ora me ne vado, don't worry. (be happy). Buonissima lettura.
Un bacio graaaande graande!
TeenAngelita_92
  
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