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Autore: Lylawantsacracker    08/07/2014    3 recensioni
" ..Restavano solo i ricordi e i rimpianti. Tirò fuori una foto dalla tasca interna dell’impermeabile. Era un po’ ingiallita, e ritraeva lui, Dean, Sam, Bobby, Ellen e Jo. Lui e la sua famiglia. "
La storia è ambientata un secolo dopo la morte di Sam e Dean, avvenuta dopo aver chiuso finalmente i cancelli infernali.
Possibili spoiler riguardanti personaggi e ambientazioni dell'ottava e nona stagione.
Rating tra giallo e arancione.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Sam e Dean camminavano avanti e indietro nel salone, mentre Ruby tamburellava nervosamente con le dita sul tavolo.
- Allora, sei sicura che vuoi venire con noi? - le chiese Sam agitato. - Non ce n'è bisogno, sai?
La ragazza lo fulminò con lo sguardo. - Sam, chiudi quella bocca, è la millesima volta che me lo chiedi. Ho detto di sì.
Dean scosse la testa sospirando. - Quando accidenti arriva Crowley?
- Non ne ho idea. Dovrebbe essere qui a momenti, comunque.
Sam non fece in tempo a terminare la frase che l'ex re infernale si materializzò al centro della stanza. Sembrava piuttosto adirato.
- Non c'è da fidarsi di quegli stupidi demoni di basso rango, diamine. - sibilò a denti stretti. - Ieri vi ho detto che c'erano un paio di demoni disposti a combattere con me. Bene, hanno cambiato idea. Sono troppo spaventati.
Sam e Dean si scambiarono uno sguardo preoccupato. - E adesso? - dissero all'unisono.
Il demone sospirò. - E adesso partiamo per questa missione suicida in quattro.
- Il piano rimane lo stesso? - chiese Ruby, seria.
- Ovviamente. - confermò Crowley. - Siete pronti?
Sam e Dean strinsero le spade angeliche all'interno delle loro giacche di pelle, mentre Ruby si alzava con aria determinata. - Siamo pronti.
- Bene, tenetevi stretto l'uno all'altro. - disse il demone. Afferrò il polso di Sam e svanirono nel nulla in una frazione di secondo.


 

In un istante Crowley, Sam, Dean e Ruby si ritrovarono nei dintorni della cripta. Il demone fece un cenno ai due cacciatori, che si avvicinarono lentamente. Lui e Ruby li avrebbero raggiunti poco dopo, come prevedeva il piano.
Dean spinse con delicatezza la porta di metallo, che era socchiusa, facendo attenzione a non fare rumore. Entrò poi nell'edificio, seguito da Sam.
L'interno della cripta era tetro e poco illuminato. Vi regnava un silenzio assoluto; sperarono di non trovarvi Lucifero, Michael e Adam. In quel caso avrebbero liberato i due angeli e se ne sarebbero andati, elaborando poi un piano insieme a loro. Sarebbe stato perfetto. Nessun combattimento, nessun pericolo.
Ma i due cacciatori non si sentivano troppo ottimisti.
Furono finalmente nella zona centrale della cripta. I loro occhi si posarono immediatamente sulle due sedie di ferro a cui erano legati Castiel e Gabriel, in quel momento privi di sensi.
La prudenza li abbandonò all'istante. Corsero da loro, ansiosi di riabbracciarli dopo quasi un mese di attesa e di ansia.
- Cas, Cas, svegliati. Sono qui, sono Dean. - disse Dean stringendo il volto di Castiel con delicatezza.
Castiel spalancò gli occhi azzurri, che si riempirono subito di meraviglia.
- Dean. - disse con voce flebile.
Sam, intanto, teneva Gabriel tra le braccia.
- Crowley ora arriva e vi libera, capito? Dio, non ci credo che sei vivo. Siamo di nuovo insieme. - gli disse con le lacrime agli occhi.
Gabriel gli baciò una tempia. - Sam, quei tre saranno qui a momenti. Dobbiamo sbrigarci. Non puoi chiamare quel demone in qualche modo? - disse con stanchezza.
- Troppo tardi. - disse una voce gelida alle loro spalle.
I due cacciatori si voltarono lentamente, inorriditi.
Si trovarono davanti proprio chi avevano temuto di più; Adam, un uomo biondo ed un altro tipo dai capelli scuri. Riuscivano più o meno a distinguerli; i loro tramiti erano simili a quelli che avevano usato in precedenza. Forse avevano delle preferenze, chissà.
- Ditemi, pensavate davvero di farla franca così facilmente? - disse Adam con un sorriso crudele.
Dean gli lanciò un'occhiata piena di astio. - No. Abbiamo sentito che volete scatenare di nuovo l'Apocalisse. Bene, fatelo pure. Siamo pronti ad offrire i nostri corpi.
Si sentì un “no” soffocato provenire da Castiel e Gabriel, subito azzittiti da un pigro gesto della mano di Michael.
Lucifero guardò Dean con curiosità, mentre un lampo di malignità lampeggiava negli occhi del fratello.
- Oh là là. La cosa si fa interessante. - disse Michael incrociando le braccia.
- Vogliamo qualcosa in cambio, però. - intervenne Sam in tono secco.
Adam roteò gli occhi. - Ti pareva.
- E chi vi dice che ci interessa la vostra proposta? - disse Michael acidamente.
Dean rise sprezzante. - Ma dai. Sapete bene che noi siamo i vostri tramiti perfetti, non potete dire di no. Era il nostro destino in fondo, no? Dovete solo liberare Castiel e Gabriel e noi saremo i vostri burattini preferiti. Che ne dite?
Castiel e Gabriel, intanto, rimanevano in silenzio.
Riuscivano a intravedere Crowley dall'ingresso principale.
- Sembra un'ottima idea. Preparatevi, allora. - replicò Michael sorridendo.
- Prima dovete liberarli. - aggiunse Sam.
- Non se ne parla nean- iniziò a dire Michael, ma si interruppe vedendo Lucifero sciogliere le catene che trattenevano i due angeli con un battito di mani.
- Lucifero, ma cosa? - esclamò Michael infuriato. - Sei fuori di testa?
In quel momento Crowley e Ruby piombarono nella cripta, con le lunghe spade argentee in mano.
Ruby, imprudente, saltò al collo di Adam cogliendolo di sorpresa. Stava per affondargli l'arma nella schiena, quando questi la prese per i capelli e la mandò a sbattere contro il muro.
Sam urlò il suo nome, ma non osò allontanarsi dalla sedia su cui era ancora poggiato Gabriel.
Intanto Michael respingeva Crowley allo stesso modo.
Il demone si rimise subito in piedi, pulendosi il sangue che gli colava dal naso, mentre la ragazza rimase a terra priva di sensi. Crowley corse verso di Adam, cercando di infilzarlo con la sua spada. Tuttavia Adam riusciva a parare tutti i colpi, nonostante l'impegno che l'altro demone ci stava mettendo.
- Credevate davvero di riuscirci a mettere fuori gioco in questo modo? - disse Michael. - Ora siete proprio nei guai, lo sapete?
Sam e Dean tirarono fuori le armi, mentre Gabriel e Castiel ri rialzavano a fatica.
Michael afferrò Dean per il collo e lo sollevò in alto. - Che piccole, patetiche scimmie siete. Tutta questa fatica solo per farvi massacrare, eh?
Dean cercava invano di liberarsi dalla stretta, mentre l'aria iniziava a mancargli. Scalciò con tutta la forza che aveva, non riuscendo però neanche a sfiorare l'arcangelo. Sam stava per raggiungerlo e aiutarlo, ma Michael lo spinse via senza neanche guardarlo.
Castiel, sanguinante e dolorante, arrancò verso il fratello e gli diede un calcio sulla schiena. Michael lasciò andare Dean privo di sensi e si girò verso Castiel, pronto a finirlo.
Adam, intanto, aveva completamente messo Crowley fuori gioco, ed ora stava combattendo Sam.
- Lo sai che stai per fare una fine tremenda, Sammy caro? - disse mentre lo atterrava con un gesto della mano. - Siete proprio ridicoli voi tutti. Credete di batterci così facilmente?
Sam aveva ancora stretta la spada tra le mani, ma Adam la attirò a sé. - Non si gioca con gli oggetti pericolosi, Sammy. - continuò imperterrito.
- Non chiamarmi Sammy, figlio di puttana! - gli gridò contro Sam, cercando di rimettersi in piedi.
- Ok, sto iniziando ad annoiarmi. Forse è meglio finirla qui. - sospirò alzando la spada, pronto ad affondarla nella carne di quello che una volta era suo fratello maggiore.
Ma la spada cadde a terra con un tonfo, mentre Adam spalancava gli occhi dal dolore. Un'altra spada l'aveva trafitto prima che potesse nuocere a Sam.
- Non provare più a toccarlo, ragazzino da strapazzo. - disse Gabriel con voce roca e aggressiva, mentre estraeva l'arma intrisa di sangue e il demone cadeva a terra come un giocattolo rotto.
Andò da Sam e lo strinse a sé. - Stai bene, principessa?
- Sì. - Sam rise tra i capelli scompigliati e sporchi dell'arcangelo all'udire quel ridicolo nomignolo che sopportava a stento, che Gabriel ogni tanto usava per irritarlo. - Stavolta passi per quello stupido soprannome, ma solo perché ci troviamo in circostanze speciali.
Lo baciò piano, tenendogli il volto tra le mani con delicatezza. Era il momento meno appropriato, certo, ma voleva approfittarne. Non sapeva se sarebbero mai usciti vivi da lì.
Michael stava ancora combattendo con Castiel, che nonostante la debolezza riusciva a restistere.
- Diamine, fratello, sei davvero forte. - gli disse, cercando di affondargli la spada nella spalla. Lo sfiorò appena, quanto bastava per fargli emettere un gemito di dolore. - Quasi ti chiederei di unirti a noi.
- Mai. - mormorò Castiel a denti stretti, puntandogli l'arma contro l'addome.
Michael finse sorpresa, e alzò le mani facendo cadere la sua spada angelica con teatralità. In un gesto fulmineo diede un pugno in pieno volto all'altro angelo, facendolo cadere a terra.
Gabriel corse in aiuto del fratello, facendo cenno a Sam di rimanere indietro.
Si parò davanti a Michael, pronto a colpirlo in qualsiasi momento.
- Gabriel, fatti da parte, sei messo anche peggio di Castiel, fai pena. Devo finire il lavoro. C'è troppa gente viva, qui dentro.
L'altro lo guardò con aria di sfida. - Prima dovrai passare sul mio cadavere.
Michael alzò le spalle. - D'accordo.
Fu talmente veloce che sembrava non essersi mosso nemmeno. In un'istante la sua spada trapassò da parte a parte Gabriel, le cui ginocchia cedettero facendolo cadere in una posizione implorante.
I suoi occhi incrociarono immediatamente quelli di Sam. Il cacciatore rimase immobile, mentre un urlo muto gli esplodeva in tutto il corpo. L'urlo si espanse alla gola, un suono disperato e angosciato.
Ma non era l'unico che stava urlando, in quel momento.
Lucifero era rimasto tutto il tempo in disparte, non prendendo parte al combattimento.
Era semplicemente stanco. Stanco di torturare, stanco di uccidere, stanco di tutto.
Voleva solo un po' di libertà e pace, nulla di più.
Aveva assecondato suo fratello e Adam non sapendo cos'altro fare. Era pur sempre Satana, il Diavolo, il Male in terra. Chi mai l'avrebbe accettato, se non quei due con cui aveva passato un'eternità rinchiuso in gabbia?
Ma in quel momento non gli importava più nulla né di Adam, che giaceva a terra privo di vita, né di Michael.
Gabriel stava morendo davanti ai suoi occhi proprio per colpa sua.

Il suo grido rimbombò in tutta la cripta insieme a quello di Sam.
Corse immediatamente verso Michael. Quest'ultimo non fece nemmeno in tempo a pronunciare una parola davanti all'espressione piena di odio di Lucifero, che questi lo colpì più e più volte all'addome, gettandolo a terra.
Si voltò verso Gabriel, che ormai era disteso supino, con Sam al suo capezzale.
- No, Gabriel. No. No. Non morire. Ce la puoi fare, tesoro, ok? Ce la puoi fare, te lo prometto. - gli stava dicendo per rassicurarlo, ma soprattutto per rassicurare se stesso.
Gli occhi ambrati di Gabriel lo scrutavano con una tristezza che non gli era propria. - Sam, non dire stronzate. Sto morendo, lo sai. Ma va bene. Dio, il destino, il caso o chiunque sia stato mi ha concesso un po' di mesi. Mesi bellissimi, e indimenticabili con te. - sussurrò sollevando la mano con tutta la forza che gli rimaneva per accarezzare il volto di Sam, bagnato da lacrime che non smettevano di scendere.
Sam posò la mano su quella dell'angelo, tremando violentemente. Una sensazione di buio, profondo vuoto stava iniziando a riempirlo. - Come posso andare avanti senza di te? Ti amo Gabriel, cazzo. Ti amo da morire.
- Dai Sammich. Forse un giorno ci ritroveremo. In un'altra vita. È già successo una volta, magari può accadere di nuovo, no? Speriamo che la prossima volta la situazione sia un po' meno complicata. - disse cercando di sorridere. Tossì ed un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca. Guardò Sam negli occhi un'ultima volta. - Ti amo, Sam.
Gli occhi dell'angelo rimasero poi fissi nel vuoto, mentre la mano abbandonava la stretta di Sam.

Il cacciatore urlò nuovamente con tutto il fiato che aveva in corpo, stringendosi a quello di Gabriel un'ultima volta. Al corpo che l'aveva avvolto tante volte con il calore del suo abbraccio, del suo tocco.
Qualcuno lo prese per le spalle e lo rimise in piedi. Sam non protestò, sentendosi come intorpidito.
Si girò e vide il volto di Lucifero che lo guardava addolorato.
- Puoi... puoi riportarlo in vita? - chiese tra le lacrime. L'aveva visto uccidere Michael. Sentiva che qualcosa in lui era cambiata profondamente.
Lucifero scosse la testa mortificato. - No, mi dispiace, Sam. Sono un angelo in disgrazia, non ho più certi poteri.
Strinse Sam tra le braccia, sorprendendolo. Dopo qualche istante il cacciatore ricambiò l'abbraccio.
Lucifero era l'unico che poteva dargli un po' di conforto, in quel momento, e Sam lo accettò.
All'improvviso, però, una forza misteriosa attirò l'angelo caduto lontano da lui.
Sam si guardò intorno, e vide Aliyah con un'espressione feroce in volto e una spada angelica tra le mani. Lucifero era a terra, mentre lei lo tratteneva con una mano sul suo collo.
- Sorella, cosa stai facendo?
Aliyah gli sputò in faccia. - Non chiamarmi sorella, razza di abominio rinnegato da Dio. Sono venuta qui per aiutarli. - disse gelida, passandogli la lama sulla gola e lasciandolo andare, facendolo affogare nel suo stesso sangue.
Sam osservava la scena disgustato. - Aiutarci? Sei arrivata un po' in ritardo, mi sa. - urlò avvelenato. - E poi, lui mi stava consolando, sei cieca per caso? Non era un pericolo, cagna piumata!
L'angelo lo guardò con odio, avvicinandosi lentamente. - Wow, molto gentile da parte tua ringraziarmi in questo modo. - sibilò furiosa. - Non difendere Satana, stupido idiota. Non sai di cosa parli.
Ormai era ad un passo da lui, e gli puntò la spada sporca del sangue di Lucifero alla gola, come aveva fatto con l'angelo stesso.
- Forse dovrei ucciderti, la tua ingratitudine mi fa davvero arrabbiare, sai? - disse piano guardandolo dritto negli occhi. Sam sostenne il suo sguardo, mentre la lama lo graffiava leggermente e alcune gocce di sangue gli scorrevano lungo il collo. Aliyah affondò la lama ancora un po', non tanto da ucciderlo ma abbastanza per strappargli un gemito di dolore.
Sam chiuse gli occhi. Stava per morire, ma non gli importava.
Forse avrebbe rivisto Gabriel. Era tutto quello che sperò in quel momento, mentre l'angelo infuriato stava per dargli il colpo di grazia.


 



















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Scusate il ritardo, ma scrivere la morte di Gabriel mi ha messo un po' in crisi.
Sì, lo so ragazzi, mi odio anch'io.
Argh.
 

  
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