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Autore: sassa    08/07/2014    5 recensioni
In un mondo che segue precise e rigide regole, cosa accadrebbe se due ragazzi per legge incompatibili si innamorassero? Sfiderebbero tutto e tutti o si limiterebbero a subire e conformarsi?
Dal capitolo IX:
...-Ma le mie mani, per quanto abili, sono vuote- disse confidandole il suo dubbio.
-Non più: ora custodiscono il mio cuore-
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Questa mattina sono andata con tua madre dal Grande Ordinatore per conoscere il futuro di Talia- disse Elizabeth mentre camminava nel bosco accanto a Leonard.
-Me l’ha detto, così come mi ha riferito che tu dubiti del potere di quello scrigno-
-Infatti è così: come può la nostra vita, chi siamo e chi saremo, essere condizionata dalla scelta di un fantomatico cofanetto magico; per quanto mi riguarda, non ci credo-
La loro conversazione si interruppe quando videro Fred e Raphael, il fratello di Leonard, che si allenavano.
-Vieni- il Legno si rivolse alla Diamante:-ti presento mio fratello; e ricorda la tua nuova identità-
- Fred lo terrà a mente?
-Sì, lui è un Ferro e loro mantengono sempre la parola data-
-Non ti dispiace che tuo fratello non sappia la verità?-
Leonard abbassò lo sguardo. –Naturalmente, ma non mi fido a tal punto da fargliela sapere: non poche volte ha fatto la spia, anche per cose meno importanti ed in cambio di poco denaro o di una pinta di birra. Non è cattivo, ma soltanto egoista e non capisce che così facendo resterà solo-
I due raggiunsero i guardiani che riposero le spade con cui stavano simulando uno scontro.
-Raphael, lei è Bessie- esordì Leonard, presentando la ragazza come un Legno venuto per imparare l’arte di Agatha.
-Fred, tu la conosci già?- domandò Raphael all’amico notando che a lui non era stata presentata.
L’altro esitò prima di rispondere:-Sì, l’ho incontrata ieri con tua madre-
-Bene. Leo, Sophie ti sta cercando-
Il Legno annuì intanto che lo sguardo di Fred si alzava dalla lama della spada che aveva preso a lucidare.
-Spero per te che la trovi in fretta, fratellino: lo sai com’è quella ragazza, no?!-
-Piantala, Raphael- sbuffò il pittore.
-Mai fare aspettare una donna. Vai, vai-
-Allora andrei anch’io- si intromise Fred riponendo la fedele spada nel fodero.
-Credo che sia ora anche per me di andare- aggiunse la nuova arrivata, chiedendosi se tornare alla bottega fosse una buona idea e sperando di non trovarci Ronald.

-Non mentire, Fred: sono una donna e noi certe cose le notiamo- Elizabeth esortò il Ferro intanto che questo chiudeva alle sue spalle la porta della bottega.
Sulla via del ritorno, mentre il sole spariva all’orizzonte, i due avevano iniziato a parlare, vista la meta comune, e l’argomento si era presto spostato dalla vita ad Ersal agli abitanti di Pelsat; Elizabeth era venuta a sapere che ce ne erano molti di simpatici e quasi pittoreschi, di quelli che danno carattere ad un luogo: il vecchio che raccontava storie ai bambini, come aveva fatto con Fred stesso ed i suoi amici o coi loro genitori, addirittura o il pazzo che teneva al collo un groviglio di reti da pesca e la notte correva qua e là per le strade cantando a squarciagola, col conseguente  risveglio dei poveri abitanti. Comunque sia, tra gli altri cittadini figurava anche una ragazza di cui Fred era innamorato, ma della quale si rifiutava di dire il nome. Ora, in quel locale, Elizabeth era convinta di aver indovinato chi fosse:-Sophie! Ne son certa!-
-Non dire scemenze-
-Ho visto come hai alzato lo sguardo prima, nel bosco, mentre parlavano di lei; questa cosa è sfuggita a tutti (come sono ottusi gli uomini!),  ma non a me. Ammettilo, Fred-
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli corvini con fare imbarazzato. –E va bene, sì, hai ragione; il problema è che la conosco da sempre, è una cara amica, e se io le dichiarassi i miei sentimenti e lei non ricambiasse, sarebbe un problema, capisci?! Potrei perdere persino la sua amicizia. In più, non credo che lei sia interessata a me- ammise facendo una velata allusione a Leonard che la Diamante non colse.
-Tranquillo, potrei aiutarti a scoprire se hai ragione o meno-
Il sorriso di Fred espresse tutta la sua riconoscenza.


Pochi metri più ad ovest, Leonard e Sophie erano seduti a parlare su un vecchio tronco disteso.
-Hai rivisto la Diamante?- chiese la ragazza.
-No- Leonard non aveva pensato a lungo prima di decidere che mentire anche a Sophie era più che necessario se voleva proteggere Elizabeth. –No- ripeté.
-E la ragazza con cui passi il tempo ultimamente?-
-Si chiama Bessie, è un Legno e…- si interruppe: -come sai che la frequento, se non ci vediamo da tempo?-
“Dannazione” pensò Sophie: come uscirne senza che lui sapesse che li aveva spiati? Aveva gioito quando la Diamante non aveva una sistemazione, pensando che magari così se ne andasse, era rimasta fuori dalla bottega di Ronald per buona parte della notte aspettando che Leonard si decidesse a lasciarla in quel posto ed anche quel pomeriggio, nel bosco, lei era là, dietro un cespuglio, a riflettere su quanto ignobile fosse quel gesto. “Devo allontanarla da Leonard” pensava nel frattempo, “agirò al momento giusto: non mi porterà via Leo.”
-Oh, voci… solo voci- sorrise impercettibilmente: Bessie?! Legno?! Lei sapeva quale verità il ragazzo le stava nascondendo, ma per il momento bastava che quella Diamante si tenesse a distanza da Leonard.


-Mi spiego, tu mi stai aiutando non dicendo che sono qui ed  io voglio ricambiare facendo sì che tu sia felice con questa Sophie perché da come ne parli sembri molto innamorato- la Diamante stava parlando con Fred ormai da molto riguardo questa ragazza.
Elizabeth era così gentile con lui, pensò Fred, che non dirle la verità sarebbe stata davvero una cattiveria: probabilmente lei provava qualcosa per Leonard ed era giunto il momento di metterla davanti alla verità, proprio come anni prima avevano fatto con lui:-Solo una curiosità: tu la conosci?-
-No-
-Quindi non hai secondi fini per cui dovrei stare con lei…-
-Dovrei averne?-
-Beh, sembra molto interessata a Leonard e da sempre siamo convinti che lui ricambi-
-Oh, sono… sono contenta per loro- aggiunse piano Elizabeth.
-Sebbene io stia iniziando a dubitare di ciò-  Fred si alzò e si incamminò verso la porta –Conosco Leonard da quando è nato e posso dirti per certo che è un ottimo retore quando la sua eloquenza serve per difendere qualcosa a cui tiene: si stava rivolgendo a me l’altra sera, quando ti ho conosciuta e ti assicuro che non è sempre così coinvolto; lui preferisce parlare grazie alla sua arte piuttosto che a parola, ma esprime comunque emozioni forti e vere… anche molto bene, devo ammettere. Inoltre non è capace a nascondere facilmente i suoi sentimenti.Ricordati, le sue idee parlano per lui. Ora devo andare; buonanotte, Elizabeth- e sparì oltre la soglia.
-‘Notte, Fred-
Elizabeth era perplessa: certamente Fred aveva buone ragioni per parlare in quel modo. “Le sue idee parlano per lui”. Si guardò intorno; la bottega era grande e attrezzata, piena di mensole su cui stavano ciotole, tavolozze e pennelli e l’odore di tempera che proveniva dai quadri ti avvolgeva completamente.
“Certo, i quadri”.
Tutti, tranne un paio, erano terminati, ma fu attratta da uno in particolare; tolse il telo e riconobbe nella firma di una semplice bellezza la mano del giovane Legno che la aveva sin da subito aiutata. Il soggetto era quello di una giovane addormentata, avvolta da una coperta di lana, come quelle che usavano per riparare le modelle dal freddo, come quella con cui lui l’aveva coperta la prima notte in cui lei aveva dormito su quel pavimento. Tutto era chiaro. Del resto, la mattina dopo l’aveva trovato a dipingere. La ragazza del quadro era lei!
Quell’opera era tanto bella che ci si aspettava di veder gli occhi dell’addormentata aprirsi e tanto potente da trasmettere un senso di tranquillità e pace, proprio come durante un sonno sereno.
In basso a destra, notò, c’era una scritta in latino, sbiadita, come se avessero provato a cancellarla.
“OMNIA VINCIT AMOR.”

 


Il mio piccolo angolino felice:
Hola,
ed ecco il VII capitolo. Visto quanto sono stata veloce?! Ora direi che me la merito una recensione, no?!
Alloooora *si schiarisce la voce* vediaaamo: Sophie è una stalker malata e Fred è tenerissimo; povero piccolo innamorato della stalker.
A quanto pare son fissata col bosco (e, chi segue la mia “Brotherhood” può confermarlo, anche coi pasti): è onnipresente nei miei capitoli.
Che altro dire? Ah, sì, la frase in latino alla fine è un emistichio virgiliano (“Bucoliche”); non so perché abbia scelto proprio quella frase, ma ormai è andata. Come in “Your song” di Elton John, avete presente? Quando dice “può essere piuttosto semplice, ma ormai è fatta”. Scusate i miei snervanti sproloqui sulle canzoni che meritano.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
Sally

P.S.: Buona lettura dei libri di zio Ken Follett a Ginny McCartney (zio?!? Ora spunta da dietro un cespuglio (?) e mi picchia)

  
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