Un addio
Questo è un addio.
Un addio alla mia patria, che tanto amo e che
fedelmente ho servito, a causa della quale vado incontro alla mia fine.
Un addio a mio padre, grande condottiero e nobile
uomo, il cui dolore per la morte di mia madre ha condotto alla follia. A lui
che, con il suo amore incondizionato per me, mi manda, senza saperlo, incontro
alla morte.
A mio fratello, tanto gentile, curioso e mite.
Troverai il tuo coraggio, fratellino, anche se credi di non averne. Nostro
padre ti ama, Faramir, ma troppo a lungo ha visto sul
tuo volto quello della sua amata moglie. La tua nascita la sfinì e morì dopo
che le forze la abbandonarono nonostante resistette a lungo. La vostra
somiglianza è stato il secondo colpo al cuore di un uomo innamorato. Abbi
fiducia che, prima della fine, rammenterà di amarti. Io morirò, fratellino, di questo ne sono certo, per questo ho voluto lasciare questo
mio ultimo scritto nella speranza che venga ritrovato e che tutti sappiano cosa
ho fatto, cosa ho deciso di fare.
Ascolta bene: io non mi sono mai sentito migliore di
te, perché non lo sono mai stato. Tu sei sempre stato il più saggio, laddove io
ero impetuoso, impulsivo e determinato. Tu hai saputo sopportare umiliazioni da
parte di chi contava per te. Io so che non avrei resistito. Se sempre stato tu
il più forte, fratellino.
Continua la nostra stirpe, Faramir.
Sposati. Io non ho mai avuto tempo per cercare una dama che condividesse con me
la sua vita. Non è che non volessi, ma sono sempre stato innamorato di Minas Tirith, delle sue genti,
della sua cultura. E, a modo mio, anche delle sue fanciulle. Ma nessuna di loro
avrebbe mai potuto amarmi. Ammirarmi, forse, ma amarmi davvero, no.
Tu hai cuore, fratellino. Usalo, non lasciare che si
congeli nel dolore. Verrà un giorno in cui i nostri vessilli splenderanno ancora.
Ho fede in questo e devi averne anche tu. Il nostro popolo festeggerà ancora le
sue vittorie.
Mi viene da sorridere pensando che ti stai domandando
il perché insista ancora a chiamarti fratellino. Bè…
credo che non smetterò mai, quindi adeguati.
Non piangere la mia morte. Cerca di essere forte e, se
puoi, felice.
Ed ora, è giunto il momento di dirti addio.
Addio alle bianche torri, al fiume Anduin,
le cui acque splendenti saranno nei miei sogni quando sarò via.
Addio alla mia infanzia, che ho speso qui, pieno di
fiducia e gioia, inconsapevole del fatto che il destino aveva in serbo per me
una strada diversa.
Dico addio perché mio padre, sire Denethor,
sovrintendente di Gondor, mi ha comandato di andare a
Gran Burrone e di consegnargli l’Anello del potere. So che questa missione,
sebbene non ubbidirò al suo volere per proteggere Gondor
dalla sua follia, mi condurrà alla morte.
Mio padre mi ha condannato a morte. E per questo dico
addio.
Addio a tutto e tutti, perché non tornerò, ma non dico
addio alla speranza. La speranza non morirà con me. Ci saranno ancora bei
giorni, feste, canti e matrimoni. Ancora battaglie, ma solo per ristabilire la
bellezza di un tempo. E le vinceremo. So che sarà così come so che morirò. È
dunque certo.
E di nuovo a te, fratellino. Quando ti sentirai solo,
sentirai la mia mancanza, ritorna col pensiero a quel giorno, quando
recuperammo Osgiliath. Ti dissi anche allora di
ricordarti di quel fatidico giorno, rammenti? Mi sembra strano che io stia
scrivendo queste parole proprio quel giorno. È stato solo stamane, Faramir, e domattina partirò.
Ricordati di oggi, fratellino. Oggi, la vita è bella.
E lo sarà ancora. Per te, lo sarà per sempre.
Ricordati d oggi, fratellino. Addio.