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Autore: elyxyz    28/08/2008    28 recensioni
Un’interpretazione alternativa al finale dell’episodio n°13, ‘Fuoco contro Acciaio’.
“Cos’è?! Oggi piovono cani e gatti?” ipotizzò, tra il polemico e il divertito. “E’ la Giornata del Randagio e nessuno me l’ha detto?!”
(Roy x Ed)
Storia partecipante al Contest 100 Prompts! indetto da Fanfiction Contest ~ {Collection of Starlight since 01.06.08}
Dopo quasi 5 mesi d’attesa, ecco postato il nuovo capitolo. Avviso comunque i lettori che i futuri aggiornamenti saranno più frequenti ma ancora irregolari.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il seguente scritto contiene lievissimi riferimenti yaoi

Il seguente scritto contiene lievissimi riferimenti yaoi.

Ambientato agli esordi.

Per ulteriori spiegazioni, vi rimando alla conclusione della fic, dopo la lettura.

 

 

To Toby

 

In Loving Memory

 

(April 1992 – June 2008)

 

 

 

Cat Therapy

 

by elyxyz

 

 

 

 

“Dovresti ringraziarmi, sai?” gli fece notare il Colonnello, tenendogli la porta aperta, mente lui portava dentro due ampie sporte di spesa.

 

“Se lo può scordare!” replicò Ed, entrando. “Il fatto che io abbia percorso la strada verso casa sua con lei è una cosa sgradevole, che non merita la mia gratitudine!”

 

“Allora, la prossima volta te la farai a piedi dalla Caserma, borse comprese!” sbottò, stizzito.

 

Da che avevano concordato quello strano patto, qualche settimana addietro, rapportarsi con quel Fagiolo dalla testaccia dura era ancor più complicato che in ufficio: non accettava le sue gentilezze, oppure le criticava, altrimenti faceva il sostenuto…

Sbuffò, spazientito.

Che idea del cavolo gli era venuta! Ma chi gliel’aveva fatto fare?

 

“Dov’e Tora?”

 

La voce di Acciaio entrò nei suoi pensieri.

 

“Nella sua cesta?” suggerì, con un sorrisino di compatimento.

 

“No!”

 

“Nascosto tra i cuscini del divano?” riprovò.

 

“Ho già controllato!”

 

“In cucina a mangiare? E’ l’ora di cena! Anzi, no, è già passata da un pezzo!”

 

“Se lei non si fosse fermato a flirtare con la cassiera del negozio, a quest’ora…

 

“Ehi! Io non flirtavo! Era una conversazione amichevole, dettata dalla buona educazione!

 

“Sì, come no?!

 

Il tono ironico non sfuggì all’uomo.

“Pensa a ritrovare il gatto!” lo rimproverò, mentre anch’egli abbandonava l’idea di mettersi comodo - dopo una estenuante giornata di lavoro, in cui Hawkeye l’aveva spremuto più del solito - e lo aiutava nella ricerca.

 

Passarono al setaccio ogni stanza dell’appartamento, persino sotto al letto e nelle ante semiaperte degli armadi, casomai si fosse infilato lì dentro per gioco o per spirito d’avventura.

Ma non era da nessuna parte.

 

D’un tratto, la voce agitata di Ed lo richiamò, ed egli corse verso l’origine del segnale, con una strana apprensione stretta attorno allo stomaco. E ciò che vide non gli piacque per niente.

 

Edward se ne stava inginocchiato nello studio, chino sul corpo di Tora, indeciso se toccarlo o meno.

Il cucciolo aveva il pelo tutto arruffato, soffiava ansimando in modo pesante, faticoso; stentava addirittura a tenere gli occhietti aperti.

C’erano due o tre tracce di rigurgito sul pavimento accanto a lui.

 

“Acciaio, fatti da parte!” annunciò, accovacciandosi al suo fianco per esaminare la situazione.

 

“Sta male!” disse Ed, faticando a contenere l’ansia. “Non vede che sta male?!

 

“Questo lo comprendo anch’io, ma dobbiamo capire che cos’ha!” lo redarguì, cercando di restare più calmo del giovane Elric.

 

Ignorando le proteste del micio, lo sollevò con delicatezza e lo trasportò in sala, dove lo depose nella sua cesta.

“Almeno qui starà più comodo.” Spiegò.

 

“Portiamolo dal veterinario!” suggerì Fullmetal, già pronto ad avviarsi all’uscio.

 

“Acciaio!” lo richiamò il suo superiore “Ti rendi conto che è venerdì sera?” scrutò l’orologio alla parete “E a quest’ora non troveremmo nessuno allo studio.”

 

“E allora?!” si scaldò l’altro, avvicinandosi a lui. “Cosa pensa di fare?!

 

“Chiamerò a casa sua. Se saremo fortunati…” preferì non concludere la frase e si indirizzò all’apparecchio.

Cercò con movimenti nervosi la rubrica, decidendosi poi a chiamare il centralino di East, per farsi passare la comunicazione. Attese in linea, forse per un paio di minuti.

 

Edward lo vide attorcigliare il filo, segno evidente che era sulle spine quanto lui.

 

“Buonasera, sono il Colonnello Roy Mustang.” Disse alla fine, dopo un tempo che ad entrambi parve infinito.

 

Edward si chiese irrazionalmente perché si fosse presentato col suo grado. Che differenza poteva fare? Oppure… voleva in qualche modo far prevalere qualche suo privilegio di Alchimista di Stato?

 

Ignorandolo, Roy tentò di preservare la sua buona educazione.

“Mi perdoni il disturbo, ma è un’emergenza. Potrei parlare col dottor Emerson?” chiese, mentre Ed tratteneva il fiato. “Un’emergenza, sì.” Ripeté.

 

Acciaio capì che stava reprimendo a stento un’imprecazione.

 

“Dove, esattamente?”

 

Il dialogo continuava, escludendolo; il biondo si torse le mani, pizzicandosi involontariamente la pelle con l’auto-mail.

 

“La prego, devo mettermi in contatto con lui! Non potrebbe…” fu interrotto da un lungo discorso all’altro capo. Ma non desistette. “Non potrebbe comunque darmi il recapito del figlio? In un altro frangente, mi creda, non insisterei così tanto…” motivò, accorato. “Sono consapevole che non sia vostra usanza divulgare informazioni così personali, tuttavia… le ripeto: è un’urgenza!” rimase in silenzio, sperando che le sue parole andassero a segno.

 

Edo-kun lo vide tamburellare sul bordo del tavolo con le lunghe dita agili.

 

“D’accordo. Attendo che mi richiami. E’ stata veramente molto gentile, la ringrazio.

Esalò un fiato con avvilimento, deponendo la cornetta, e si rivolse a lui. “Il veterinario è partito per il weekend; starà nella casa di campagna del figlio, da quanto mi ha detto la governante. Si è rifiutata di darmi il suo numero, però mi ha promesso che avrebbe contattato subito il dottore, e che lui ci avrebbe richiamati quanto prima.

 

Edward sospirò, impaziente. In quel mentre il telefono squillò.

Il Colonnello afferrò il ricevitore come un rapace. “Mustang.” Rispose, ignorando stavolta ogni convenevole.

Con grande stupore di Ed, il moro allontanò l’apparecchio da sé, per passarglielo. “E’ per te.”

 

“Pronto?” disse, cauto.

 

Nii-san?”

 

Edward sbatté le palpebre, confuso. “Al?”

 

“E’ tutto ok, Nii-san?”

 

Pe-perché mi hai chiamato, Al?” tartagliò. Sentì un lontano mugugno incerto.

 

“Non lo so… senti, fratellone, ho avuto come una… una specie di premonizione, e volevo sapere se stavi bene…

 

Edo rimase molto colpito da quell’affermazione, ma cercò di non farglielo capire.

“Ma che vai dicendo!” brontolò, in tono scherzoso, facendosi violenza. “Te lo sei sognato, credi a me! E’ solo che sta per piovere, e non mi sono ancora deciso a tornare in Caserma!

 

“Ma non sta piovendo, Nii-san. Il cielo è stellato.” Lo contraddisse l’armatura.

 

“Sì, beh… stavo… stavo facendo incavolare il Colonnello, tu sai quanto mi diverte fargli perdere le staffe!”

 

Nii-san…”

 

“Ora scusami, Al, ma il Taisa sta aspettando una telefonata di lavoro, devo riattaccare…

 

“Ed?”

 

Sussultò, impreparato. Raramente Alphonse lo chiamava per nome. E ogni volta che lo faceva era per un motivo serio.

 

Deglutì. “…Dimmi.”

 

“Se hai bisogno di me, chiamami, va bene?”

 

Ed accarezzò con gratitudine quell’offerta; ma, se avesse potuto, avrebbe risparmiato quella pena al suo fratellino.

Smise di mentire. “Ci vediamo domattina, a qualche ora.”

 

“Va bene, Nii-san.”

 

“Buonanotte.” E ripose il ricevitore. Si volse verso il suo comandante, stringendosi nelle spalle. “Odio dover mentire ad Al.”

 

“Anche perché lo fai in maniera pessima.” Annotò, in un sorriso tirato; ma prima che l’altro andasse in escandescenze, continuò: “D’altra parte, comprendo la tua volontà di proteggerlo dal dolore. Questo non è certo un bello spettacolo.” Si chinò ad accarezzare Tora, ma il micio sembrava troppo preso dalla sua sofferenza, per dimostrare piacere o gratitudine.

 

Il telefono squillò nuovamente. Edward - che era il più vicino tra i due - si affrettò ad alzare la cornetta. “Casa Mustang.” Proferì. “Sì, glielo passo immediatamente.”

 

Il Flame si prese il tempo di scusarsi per la tarda ora, e per il disagio che gli stava arrecando. Poi gli spiegò la situazione, e rispose brevemente a tutte le domande che il veterinario gli fece; anche se, alcune frasi che il Colonnello disse, a Edo sembrarono senza senso o poco pertinenti.

Avrebbe tanto voluto sentirle direttamente, ma dovette accontentarsi di attendere il resoconto. Ad un certo punto, l’espressione del Taisa si rannuvolò, preoccupandolo non poco. Lo sentì accalorarsi, mentre discuteva di qualcosa che lui aveva compreso solo parzialmente.

Lo vide indignarsi, e poi scusarsi, adducendo come motivazione l’apprensione che stavano provando in quella situazione difficile, vedendo il cucciolo tanto sofferente.

Lo sentì chiedere di un possibile sostituto, ma la risposta che ricevette non gli garbò.

 

La conversazione finì dopo un tempo eterno, Edward ne era certo.

Sentì che Mustang risolveva i saluti di rito, conditi da una discreta dose di riconoscenza - seppur minore, rispetto a quella presentata all’inizio del dialogo telefonico.

 

“Ci vedremo lunedì, in ogni caso. Buona serata.” Disse, e riattaccò.

 

No, decisamente non aveva buone notizie.

Il volto tirato e stanco, gli occhi inquieti cercarono i suoi. “Siediti.” Gli disse, accomodandosi per primo sul divano.

 

Ed seppe istantaneamente che non era una richiesta, ma un ordine. E non era il momento di contestarlo.

 

“Allora?” sussurrò, bramando e temendo ciò che l’altro stava per dirgli.

 

Roy attese qualche istante, riordinando le idee. O forse, semplicemente, non sapeva da dove iniziare.

“Non sa dire cos’abbia.”

 

“E’ ovvio! Non l’ha nemmeno visto o visitato!” sbraitò, lasciando corda alla collera.

Era più semplice, per lui, gestire la rabbia che la paura.

 

“Cerca di contenerti, infuriarsi non servirà.” Lo rimproverò, serio ma pacato.

 

Ed mugugnò il proprio disappunto. Ma se ne rimase in silenzio, finché l’altro non riprese.

 

“Gli ho descritto i sintomi esatti, specificando che stamattina stava benissimo.” Appuntò il moro. “E lui mi ha chiesto la sua età esatta. Ma ovviamente noi non la sappiamo, visto che è stato abbandonato. Abbiamo parlato dei vaccini che ha già fatto. Ed è questo il punto.”

 

“Cioè…?”

 

Tora è stato sverminato e vaccinato, ma è ancora troppo piccolo per aver completato il ciclo di vaccinazioni, ed era un gatto randagio…

 

“Ragion per cui…?” l’incalzò, impaziente.

 

“Potrebbe aver contratto un’infezione o una malattia che è rimasta latente fino ad oggi. Il suo sistema immunitario deve arrangiarsi.

 

“Non potrebbe vaccinarlo adesso?” suggerì il biondo, speranzoso.

 

“No, è troppo tardi, ora.” Obiettò Roy. “Esiste una piccolissima possibilità che abbia mangiato qualcosa di cui è allergico o intollerante, ma noi non abbiamo mai variato la sua dieta. In altre circostanze, si poteva pensare che fosse stato avvelenato, ma lui non è mai uscito da queste mura, quindi…

 

“Quindi?”

 

“L’ipotesi della malattia è l’unica plausibile.”

 

“Non possiamo fare niente per lui?” chiese, in tono affranto.

 

“Il veterinario ha detto di no. Il suo organismo dovrà rimediare da solo. Se supererà i prossimi giorni, avremo buone speranze che si rimetta completamente, altrimenti…

 

“NON LO DICA NEANCHE PER SBAGLIO!” s’infervorò. “Che altro ha detto il dottore? Che speranze ci ha dato?”

 

“Una probabilità molto bassa, a dire il vero... Se sopravvive, però, ha detto che diventerà immortale!” scherzò, per sollevare un po’ i loro umori.

 

“Che gran consolazione!” ironizzò Ed, lanciando occhiate preoccupate alla cesta. “E nel frattempo?”

 

“Probabilmente si è disidratato, tutte le ciotole in cucina sono intatte. Ha detto di farlo bere, almeno dell’acqua, meglio se del latte tiepido…

 

“Non sarà semplice…”

 

“Useremo un contagocce, o una siringa senza ago, e domani andremo ad acquistare un biberon…

 

Se arriverà a domani. Pensarono entrambi, ma nessuno lo disse.

 

“Bene! Perciò diamoci da fare!”

 

Scaldarono del latte in un piccolo pentolino, Edward cercò di reprimere il suo disgusto, mentre l’odore della calda bevanda si espandeva per la cucina, e lui lo zuccherava un po’.

Tra i medicinali, trovarono una siringa ancora sigillata e la adattarono al nuovo scopo.

 

Mentre lui si dirigeva alla volta della cesta, Mustang ricomparve dallo sgabuzzino con dei guanti in lattice a penzoloni. Gliene porse un paio e, al suo sguardo dubbioso, spiegò: “Il dottore non può escludere che non sia contagioso, per questa ragione dovremo prendere delle precauzioni e toccarlo il meno possibile. Mi dispiace, ma è così”.

 

Edward non provò neppure a replicare, capiva che il Taisa aveva detto quelle cose controvoglia.

Si infilò la protezione e legò un fazzoletto di cotone sul naso, come blanda mascherina. Roy lo imitò.

 

Passarono la mezz’ora seguente cercando inutilmente di far aprire la bocca al micio; era un sacrificio continuare a insistere, ma era per il suo bene.

Alla fine, Ed mandò al diavolo la pazienza e se lo prese in braccio “Se dovrò bruciare i vestiti, li brucerò aveva ringhiato, e carezzando il gatto lo aveva costretto a spalancare le piccole fauci quel poco che bastava per inserire la cannuccia e spremerla dentro. Ripeterono l’operazione alcune volte, fino a che non giudicarono che fosse un pasto sufficiente, anche se molto del liquido veniva sprecato o sputato dal felino.

 

“Per favorire la digestione, dovremmo massaggiargli la pancia con un panno caldo.” Lo informò Roy, sfilandosi un guanto in lattice per infilare quello alchemico. Poco dopo, tornò con una pezza tiepida, ed eseguirono l’azione; benché Tora non sembrasse collaborare particolarmente, almeno non avrebbero corso rischi di coliche. Anche se continuava a miagolare in modo penoso. Era straziante sentirlo gnaulare così.

 

Taisa, senta… East City è grande… ci sarà pure un altro veterinario!” suggerì, dandosi dello sciocco, per non averlo pensato prima.

 

Il militare scosse il capo, sconfortato. “Il dottor Emerson mi ha già anticipato che l’altro veterinario è fuori città per un grave lutto di famiglia, al momento credo sia nei pressi di Dublith, da quanto ho capito.”

 

Edo, a quella risposta, si sgonfiò come un palloncino bucato.

 

Roy gli fece un sorriso che - nelle sue intenzioni - voleva essere incoraggiante; ma gli uscì solo una smorfia malconcia. Sapeva che non avrebbe dovuto mentirgli, o peggio ancora illuderlo. Ma vedere Mame-chan così preoccupato gli stringeva il cuore.

“Sono sicuro che andrà tutto bene… vedrai che ha la pellaccia dura!” esclamò. “Questa piccola peste mi ha distrutto mezza casa, non ci lascerà per così poco… può ancora consumare un paio di vite!”

 

Edward annuì, senza replicare.

 

“Ti va di mangiare qualcosa?” propose il Colonnello, cercando di essere gentile.

 

“Non ho fame.” Rifiutò, accucciandosi davanti alla cesta, per vegliare meglio.

 

“Neanche io.” Ammise l’altro, benché entrambi avessero saltato la cena. “Ma svenire di fame non ti aiuterà, quindi vado a preparare qualcosa da mettere sotto ai denti.” Prima che Fullmetal potesse declinare, si avviò in cucina, tornando poco dopo con un piatto e dei tramezzini fatti con quello che aveva trovato.

 

Cenarono in silenzio, poi il padrone di casa recuperò un paio di coperte che depose con cura sul divano. “Almeno staremo più comodi.” Motivò.

 

L’altro non si diede pena di ringraziare per la premura.

 

“Appena puoi, cerca di dormire almeno un po’. Comincio io il primo turno di veglia, ok?

 

Edward non ebbe nulla da ridire. Si accoccolò dentro il bozzolo di calda lana, e cercò di calmare il suo cuore spaurito.

 

Lasciarono accesa solo la lampada a stilo, per non infastidire il micio con troppa luce.

Il latte gli aveva comunque giovato, almeno un po’. Sembrava meno stremato; anche se rantolava ancora in modo preoccupante, il pelo era ancora ispido, e sarebbe stata una lunga notte.

 

 

Fine



Disclaimers: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Note varie: Ho già usato un titolo simile a questo (nel cap 51), ma con tutt’altri significati.

L’ultima frase di questo capitolo è la stessa dello scorso. E ovviamente è voluto.^^

 

Ho scritto la trama di questo capitolo molti mesi fa, attingendo ad un ricordo autobiografico.

Al mio cane è successa la stessa cosa di Tora, e quell’idiota di veterinario si rifiutò di vederlo, perché tanto lo aveva dato per spacciato, perché era troppo piccolo per sopravvivere a quell’infezione ignota che si era beccato.

 

“Se non muore adesso, non morirà mai più.” Disse.

E per 16 anni Toby ha vissuto con me, senza ammalarsi più.

Conservo ancora il biberon con cui lo allattai. >___<

 

Purtroppo però la vita ha una fine.

Avrei dovuto postare   questo capitolo mesi fa, quando ancora il mio sacco di pulci scodinzolava per me.

Adesso non c’è più. Ma le sue coccole saranno sempre con me. ç___ç

 

 

Spero non vi abbia infastidito il maltrattamento subito da Tora.

E’ bene che vi ricordi che, dopo il mio amato e venerato Taisa, è Tora la mia seconda vittima sacrificale prediletta e predestinata… e non sarà l’ultima! *___*

 

 

Precisazioni al capitolo precedente: non credo che ce ne siano. Sono felicissima che vi sia piaciuto! ^____^

Anche a me Edo ha fatto tanta tenerezza, nel suo essere cocciuto, e malgrado stesse male, è andato dal Taisa.

Roy merita il mio sostegno, ha la pazienza di un santo (martire peccatore XD)!

 

 

 

Do il benvenuto a Emily ff ed ad Aki_ tra i nuovi lettori! ^___^

 

 

 

Molti dei lettori di EFP sono al momento in vacanza. (Buon per loro! XD) Ed è per questo che prego sentitamente chi è rimasto, e sta leggendo, di sopperire alla diminuzione estiva di recensioni.
I writers non vanno in ferie, e continueranno a regalarvi momenti piacevoli nella canicola, se le loro storie rimarranno supportate dai commenti.

 

 

 

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)


Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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