Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Phobos_Quake 3    08/07/2014    1 recensioni
È una giornata come tante quando, all'improvviso, da sotto la terra spunta fuori un antico castello del Giappone feudale che distrugge completamente la torre di Tokio. All'interno dell'edificio ci sono guerrieri che la dea Atena conosce molto bene. Nemici provenienti dal passato!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6:
 
Incubi
 
 


Il misterioso Shogun uscì dall'ombra. La sua yoroi era di color ambra, indossava un Eboshi kabuto privo di maedate decorativi e i suoi occhi erano grigi. Sguainò la sua arma, un pugnale conosciuto come Wakizashi e famoso soprattutto perché i samurai lo usavano specialmente nel rito di suicidio del Seppuku, la lama s'illuminò e con esso aprì una porta dimensionale.
-Io vado, mio signore!-
Jorgon non disse nulla. Si limitò a rispondere con un leggero movimento del capo. Il samurai si ritrovò a fluttuare in uno spazio vuoto e dalla tonalità violacea. Volò dritto per un po' finché non si ritrovò davanti a quattro porte, sempre fluttuanti, di bronzo. Sorrise, ne aprì una e vi entrò. Nel frattempo, Seiya dormiva beatamente in una delle tante stanze per gli ospiti e cominciò a sognare. Nel sogno, si trovava al Santuario in Grecia e camminava guardandosi attorno come se cercasse qualcosa o qualcuno. A un tratto, vide Marin in cima a una collina.
-Marin! Finalmente ti ho trovata!-
Corse verso di lei, ma quando la raggiunse, la silver saint scomparve lasciando il ragazzo perplesso.
-M... Marin...-
Tornò sui suoi passi e riprese a camminare. Arrivato a un piccolo villaggio, si ritrovò davanti una figura che gli dava le spalle, inginocchiata in terra e avvolta da un lungo chitone bianco completo di cappuccio. Seiya era così concentrato a guardarsi in giro che rischiò di andarci contro se non se ne accorse all'ultimo istante.
-Accidenti, che cosa fai in mezzo strada? Per poco non ti venivo addosso!-
L'incappucciato non rispose e Seiya, dopo aver sbuffato, gli passò accanto. Mosso dalla curiosità, però, si girò per guardarlo meglio. Stava con il capo chino e le mani giunte.
"Mettersi a pregare in mezzo strada... roba da pazzi!"
A un tratto si fermò, si girò di scatto e lo guardò ancora.
"È una ragazza! E il suo volto sembra... no, non può essere!"
Si avvicinò a lei lentamente e tremando leggermente per l'emozione.
-Ehm... s... scusami...-
La ragazza aprì gli occhi color nocciola e alzò la testa.
-Che cosa vuoi? Sono occupata!-
Seiya non poté credere ai suoi occhi.
-Tu... tu sei... Seika! Sei mia sorella!-
Con le lacrime agli occhi, Seiya stava per abbracciarla, ma la ragazza gli diede uno spintone.
-Che cosa fai? Stammi lontano. Mi hai scambiata per qualcun altro!-
-Seika non... non ti ricordi di me? Sono io, tuo fratello Seiya!-
-Seiya? Fratello? Mi spiace, ma non ho idea di cosa tu stia parlando!-
-Mi... mi stai prendendo in giro, vero?-
-Adesso basta. Non ti conosco. Quindi, vattene!-
-Ma... ma...-
Seika si alzò e, con uno scatto fulmineo degno di un saint, colpì Seiya con un pugno allo stomaco costringendolo a inginocchiarsi.
-Se... Seika...-
-È il mio nome! Non lo sciupare! Ti decidi a dirmi chi diavolo sei?-
-Da... davvero non lo sai? Sono io, sono tuo fratello Seiya!-
-Fratello? Io non ho fratelli!-
-Ma... ma come? Possibile che non ti ricordi di me?-
-Esatto. Non ho alcun ricordo! Conosco solo il mio nome, ma nulla più!-
-No... non ci credo!-
-Fai come vuoi!-
La ragazza lo buttò a terra con un calcio rotante, poi lo afferrò per il collo con entrambe le mani e cominciò a stringerglielo.
-Se... Seika...- disse a fatica mentre la vista si stava offuscando.
-Muori!-
Seiya spalancò gli occhi e alzò la testa di scatto dal cuscino. Fu un miracolo se non urlò. Tutto sudato, e con il cuore che gli batteva a mille, si guardò attorno stranito.
"Che... che razza di sogno!"
A un tratto, si sentì prudere il collo. Nella stanza c'era anche un bagno, quindi accese la luce sul comodino, vi andò e, quando vide dei segni rossi sul collo rimase interdetto. Erano chiaramente i segni lasciati dalle mani di sua sorella Seika.
-È assurdo! Com'è possibile una cosa simile?-
Il samurai, nel frattempo, era tornato al punto di partenza. La porta di bronzo, con il disegno di Pegaso proprio come quello che si vede sulla Pandora's Box, era sparita. Perciò, aprì e entrò in quella del dragone. Nel suo sogno, Shiryu era a Goro-ho e stava coltivando la terra. Shunrei giunse poco dopo salutandolo calorosamente.
-Buongiorno, Shiryu. Hai dormito bene?-
Il ragazzo le sorrise.
-Sì, dolce Shunrei. Tu?-
-Non molto, perché fa veramente caldo oggi. Che ne dici di lasciar perdere i campi e andiamo a farci una nuotata per rinfrescarci? Puoi sempre farlo più tardi. Non scappano mica!-
Shiryu ci pensò su un attimo, poi sorrise, lasciò cadere la zappa e andarono insieme al fiume. Una volta arrivati, la ragazza cominciò a spogliarsi, mentre Shiryu si era prontamente girato per non guardarla. La ragazza gli sorrise.
-Puoi guardarmi se vuoi. Non mordo mica!-
Il ragazzo non le rispose e continuò a darle le spalle. Shunrei, allora, gli andò davanti e quando la vide completamente nuda, sobbalzò e arrossì come un peperone.
-Non dovresti vergognarti! Sei grande ormai!-
-Che... che c'entra? È solo che...-
Shunrei afferrò una mano del bronze saint e la posò sul suo seno. Shiryu iniziò a respirare affannosamente, mentre il cuore gli batteva all'impazzata.
-Lo hai sempre desiderato. Ammettilo! E anch'io!-
Shiryu non seppe cosa dire. Era rimasto sconvolto e senza parole.
-Facciamolo!-
La ragazza gli saltò addosso buttandolo a terra e cominciò a baciarlo con passione. Poi cominciò a togliergli i vestiti lasciandolo solo con i boxer.
-Ti... ti amo Shunrei!-
Lei sorrise, ma il sorriso era malvagio.
-Sei uno stupido!-
-Cosa?-
Le unghie diventarono artigli e da esse lanciò dei raggi bianchi affilati. Shiryu si ritrovò con quattro lunghi graffi sul petto e cominciò a urlare.
-Shunrei, ma cosa...?-
Se la tolse di dosso spintonandola, dopodiché rotolò sull'erba come una balla di fieno.
Si toccò i graffi sul petto.
-Assurdo! Come...?-
-Mi hai sempre vista come una stupida ragazzina indifesa, ma era solo una copertura! Sono anch'io una guerriera!-
Sul suo corpo nudo, comparve magicamente un cloth. Era di colore blu, costituito da un semplice bikini, bracciali che gli coprivano tutta la mano e l'avambraccio, due pezzi piccoli e tondi che le proteggevano le rotule, schinieri che le coprivano tutta al gamba e i coprispalla erano simili a quelli dello scale di Krishna di Crisaore, ma leggermente più bombati.
-Non... Non ci credo! E al servizio di chi, se mi è concesso saperlo?-
-Al servizio di me stessa!-
Lanciò di nuovo i raggi bianchi, ma Shiryu li evitò con un salto. Non appena ritoccò terra, però, Shunrei era già davanti a lui e gli diede un violento montante che lo sollevò in aria.
-Addio!-
Lanciò un'ultima volta i raggi che gli avrebbero raggiunto sicuramente la faccia se non fosse riuscito a svegliarsi in tempo.  Anche lui, come Seiya, non emise alcun fiato quando riaprì gli occhi, e sempre come lui era sudato e con il cuore che rischiava di scoppiare.
"Cos'è questo dolore che ho sul petto?"
Tastò appena e sentì qualcosa di strano. Scese dal letto, corse nel bagno, tutte le stanze ne avevano uno, e si guardò allo specchio.
-Co... com'è possibile?-
I quattro profondi graffi insanguinati causati da Shunrei erano pura realtà. Per la seconda volta, il samurai era tornato al punto di partenza e la porta del dragone era sparita. Ne erano rimaste solo due.
-Certo che questi saints hanno proprio una fortuna sfacciata! Ero davvero a un passo dall'ucciderli!- disse.
Fece spallucce e entrò nei sogni di Hyoga. Il saint del cigno era impegnato con i suoi allenamenti nelle fredde terre della Siberia. Il samurai, vedendolo, sorrise e sussurrò qualcosa, proprio come aveva fatto nei sogni di Seiya e Shiryu. Hyoga era così concentrato, che non si accorse dell'arrivo del suo maestro. Quando il gold saint gli mise una mano sulla spalla sinistra, il ragazzo sussultò.
-Ma... Maestro!-
-Se ci vuole così poco a spaventarti, forse non sei degno di essere il saint del cigno!- disse con un sorriso.
-Sia serio, non è da lei fare certe battute!-
La faccia di Camus cambiò, diventando cupa e colma di malvagità.
-Hai ragione. Infatti non era una battuta. Sto dicendo la verità. Tu non sei degno di essere il saint del cigno! Piagnucolone che non sei altro!-
-Maestro, ma cosa...?-
-Diamond Dust!-
Hyoga prese i cristalli di neve in pieno e fu scaraventato poco lontano.
-Che... che cosa fa, maestro? Perché?-
-Hai anche il coraggio di chiederlo? Tu mi hai ucciso!-
-Ma...-
-Diamond Dust!-
Un altro volo. Hyoga si rialzò a fatica, ma Camus era già davanti a lui, pronto a lanciargli l'Aurora Execution.
-Non... non mi costringa a farlo, maestro!-
-Cosa blateri, maledetto?-
Hyoga si alzò e si mise anche lui nella stessa posa. Camus sorrise.
-Esattamente come all'undicesima casa! Vuoi proprio rivedermi morto, eh?-
Quelle parole lo fecero tentennare e Camus ne approfittò.
-Aurora Execution!-
-Aurora Execution!-
I due colpi si scontrarono e entrambi i saints furono scaraventati violentemente a terra. Hyoga si rialzò, il colpo gli aveva congelato la spalla sinistra insieme a mezzo braccio, e corse verso il maestro.
-Maestro!-
Quello che vide, però, era un altro corpo con addosso un lungo abito bianco da donna.
-Ma chi...?-
Si avvicinò per guardarlo meglio e rimase sconvolto nel vedere sua madre.
-Ma... mamma!- gridò.
La donna aprì i suoi occhi, colmi di malvagità, si alzò di scatto e tentò di affondare la sua mano nel petto del figlio, ma Hyoga riuscì a svegliarsi in tempo. Anche lui, come gli altri, notò che la spalla e metà del braccio sinistro ghiacciati nel sogno, lo erano anche nella realtà. Il samurai, tornato nello spazio onirico, sbuffò con rabbia.
-Maledetti!-
Era rimasta una sola porta. Quella di Shun.
-Devo riuscire a sconfiggere almeno lui!-
Afferrò la maniglia quando a un tratto la porta scomparve.
-Si è svegliato! Brutto...-
Si sedette incrociando le gambe e si mise in attesa. Shun era stato svegliato da Hyoga e gli altri.
-Che succede? Non riuscite a dormire, piccoli miei?- disse Shun sarcasticamente come se fosse una mamma premurosa.
-Scusaci, ma hai fatto qualche sogno strano?- chiese Seiya.
-Beh, stano non direi. Ho sognato che ero piccolo ed ero con mio fratello in spiaggia a giocare. Un semplice sogno mischiato ai ricordi d'infanzia. Perché?-
-Perché i nostri sogni erano tutt'altro che semplici e puri!- dissero tutti e tre all'unisono.
Shun si mise seduto e inarcò un sopracciglio.
-Spiegatevi meglio!-
I tre raccontarono i loro sogni.
-Beh, non vedo nulla di strano! Abbiamo combattuto tante battaglie e...-
-Aspetta. Non abbiamo finito!- lo interruppe Shiryu accendendo la luce sul comodino.
Lui, Hyoga e Seiya mostrarono gli effetti degli attacchi subiti lasciando Shun a bocca aperta.
-Non pensavo che tra i samurai di Jorgon ce ne fosse uno così in gamba da penetrare nei sogni altrui e renderli reali! È davvero incredibile!-
-Dovremmo cercare di sconfiggerlo, ma purtroppo non possiamo farlo se non siamo tutti insieme!- disse Hyoga.
Shun rimase pensieroso.
-Lo affronterò io!-
-Cosa?-
-Vuole sconfiggerci nei sogni, beh, glielo impedirò!-
-Sei sicuro di quello che dici?- chiese Seiya.
-Non preoccuparti per me. Me la caverò!-
Seiya e gli altri si guardarono con un velo di preoccupazione, mentre Shun posò la testa sul cuscino.
-Buonanotte!-
Seiya e gli altri lasciarono la stanza soprapensiero.
-Andiamo a dormire anche noi. Forse in qualche modo riusciamo a raggiungere Shun ed aiutarlo.- disse Hyoga.
-Sono d'accordo. Tentar non nuoce!- disse Seiya.
E tornarono a dormire. In men che non si dica, le quattro porte di bronzo ricomparvero davanti al samurai.
-Bentornati! Dov'eravamo rimasti?-
Si avvicinò alla porta di Shun, la aprì ed entrò. Lo vide seduto sulla sabbia a contemplare il tramonto sul mare e sussurrò:
-Shokogun Akumu!-
Ikki comparve dal nulla e s'incamminò verso il fratello.
-Eccoti qua Shun, ti stavo cercando!-
Nel sentire la sua voce, Shun si girò di scatto e sorrise.
-Fretello!-
Si alzò e abbracciò il fratello.
-Come mai mi cercavi?-
-Devo dirti una cosa importante!-
-Dimmi pure!-
-Devi morire!-
-Cosa?-
Ikki tentò di colpirlo con un pugno al cuore, ma la sua mano colpì la catena che stava roteando attorno a lui difendendolo.
-La tua catena? Beh, non ti salverà in eterno. Ti ucciderò, piccolo e insulso piagnone che non sei altro!-
-Ormai ho capito il tuo gioco, Shogun. Esci allo scoperto! Vai mia catena. Trova il nemico! Thunder Wave!-
La catena si attivò e andò a colpire una duna facendo uscire il samurai che si massaggiava la spalla destra. Ikki, nel frattempo, scomparve.
-Complimenti. Mi hai scoperto!-
-Chi sei?-
-Mi chiamo Okitsugu e sono, come avrai intuito, il samurai dei sogni!-
-Capisco! Una cosa, invece, non mi è chiara.-
-Sentiamo!-
-Se hai questo potere, come mai hai perso tempo con noi e non sei entrato nei sogni di Atena?-
-Se potevo andarci lo facevo. Non credi? I sogni della vostra dea sono inaccessibili grazie al suo cosmo divino!-
-Ora ho capito! Grazie per la spiegazione. Mi sento sollevato!-
-Shokogun Akumu!-
-Che?-
Dal nulla comparvero Aphrodite dei pesci, Io di Scilla, Dante di Cerbero e Black Andromeda. Tutti quelli che Shun aveva sconfitto.
-A... Aphrodite, Io, Dante e Black Andromeda?-
-Black Fang Nebula!-
Le catene nere di Black Andromeda diventarono serpenti e azzannarono Shun alle gambe e braccia, mentre altri si avvinghiarono al suo collo facendolo soffrire. Okitsugu rise di gusto.
-Ma... maledetto!-
Con sforzo, riuscì a liberarsi facendo i serpenti a pezzi e quando caddero in terra tornarono ad essere pezzi di catena.
-Oh!- disse Okitsugu sorpreso.
-Tsk. Non gioire troppo, Shun!- disse Dante.
Gli lanciò la sua catena con la palla chiodata, ma Shun la distrusse con la sua fida catena.
-Ti avevo già detto che la tua catena serve giusto per tenere a bada il cane dell'inferno, no?-
-Che razza di sbruffone!- disse Io.
Stava per lanciare uno dei suoi sei colpi, ma Shun lo imprigionò con il Great Capture ancor prima che potesse far qualcosa.
-Adesso basta Shun! Piranha Rose!- disse Aphrodite.
Lanciò le rose nere sulla catena e si distrusse.
-Dannazione! Guarda tu cosa mi tocca fare!- disse Shun a denti stretti.
-Senza le tue catene ormai sei spacciato,  bronze saint!- disse Okitsugu.
-Non contarci troppo!-
Il saint chiuse gli occhi e dal nulla le catene ricomparvero.
-Cosa? Questa cosa non è umanamente possibile!-
-Thunder Wave!-
Black Andromeda, Io, Dante e Black Andromeda si misero uno di fronte all'altro facendo da scudo a Okitsugu e prendendosi in pieno la catena, e scomparendo come se fossero di polvere. La catena raggiunse l'altro coprispalla rimasto distruggendo anche quello.
-Dannato! Ho ancora altri incubi per te!-
A un tratto, si rese conto che non poteva più muoversi.
-Che diavolo succede? Perché non riesco a muovere neanche un muscolo? E cos'è questa specie di nebbia che mi avvolge?-
-È il Nebula Stream! Se continui a muoverti si trasformerà in tempesta e morirai!-
-Tsk! Sarai tu a morire!-
Shun fu preso alle spalle da qualcuno.
-Pegasus Rolling Crash!-
-Se... Seiya?-
L'amico eseguì il colpo e schiantò la testa di Shun sulla sabbia. Quando si rialzò, a fatica, si ritrovò davanti tutti e 9 i bronze saints, compresi Jabu, Ichi, Nachi, Ban e Geki.
-Un altro dei miei incubi peggiori! Dover affrontare i miei amici tutti insieme. Sei davvero in gamba. Lo devo riconoscere!-
Okitsugu tornò a ridere.
-Pegasus Ryuseiken!-
Il falso Seiya fu colpito in pieno dal Ryuseiken e scomparve. Seiya e gli altri erano riusciti miracolosamente a entrare nel sogno di Shun.
-Cosa? Non è possibile! È assurdo! Come avete fatto?-
-È la forza dell'amicizia!- disse Seiya.
-Che assurdità!-
-Più anche un piccolo aiuto da parte del cosmo di Atena che ci ha aiutati e guidati.- aggiunse Shiryu.
-Ah ecco. Mi pareva strano!-
I tre iniziarono a colpire, con le rispettive tecniche, le loro copie e gli altri bronze saints che scomparvero.
-È finita Okitsugu! Arrenditi!-
-Scordatelo moccioso! Shokogun...-
-Perdonami! Nebula Storm!-
Okitsugu fu scaraventato lontano, mente la sua yoroi andava completamente in pezzi. I suoi capelli erano ricci di colore verde oliva. Nonostante il colpo devastante, il giovane samurai si rialzò a fatica e sguainò il Wakizashi. Purtroppo, però, l'arma gli si sbriciolò in mano.
-Da... Dannazione!-
Cadde a terra e lentamente il suo corpo si trasformò in polvere che diventò trasparente e scomparve.
-Perché il suo corpo ha fatto così?- chiesero Seiya e gli altri.
-Perché non fa parte di questo sogno. Quel Wakizashi, evidentemente, gli consentiva di entrare e uscire dai sogni. Probabilmente voleva tornare nel mondo reale per evitare che il suo corpo scomparisse per sempre!- disse Shun con un velo di tristezza.
Seiya e gli altri annuirono. A un tratto, comparvero tre porte di bronzo.
-Possiamo tornare nei nostri rispettivi sogni. Scusaci per l'intrusione!- disse Seiya.
Shun gli sorrise.
-A domani, ragazzi!-
I tre varcarono le porte e Shun rimase da solo a guardare di nuovo il tramonto. Il giorno dopo i bronze saints, mentre stavano facendo colazione, rimasero sorpresi nel vedere Saori in piedi che si stava dirigendo verso di loro.
-Signorina Saori! Si è ripresa!- dissero in coro.
La ragazza sorrise e si accomodò all'enorme tavolo a fare colazione con loro. Quando finirono, però, la luce del sole cominciò a oscurarsi, Saori fece cadere la tazzina in terra, dondolò la testa e cadde dalla sedia. Seiya e gli altri la soccorsero.
-Che succede? Non è ancora guarita del tutto?-
-È... è l'eclisse!-
-L'eclisse?-
Shiryu, Hyoga e Shun andarono alla finestra, scostarono la tenda e videro che, effettivamente, il sole era oscurato da un'eclisse.
 


Nota 17: Il potere di Okitsugu di entrare nel mondo dei sogni, è vagamente ispirato al film Nightmare.
 
Nota 18: Shokogun Akumu significa Sindrome Incubo. Il nome è preso dal colpo del Digimon Digitamamon, mentre l'effetto di creare incubi è ispirato al Demon Fantasy di Moah, uno dei quattro angeli di Lucifero del quarto film.
   
 
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