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Autore: Queila    08/07/2014    2 recensioni
La storia partecipa al contest "Contest di gruppo" di ielma.
Hermione durante la lotta al Ministero nel quinto libro, fa una strano sogno...
Buona lettura :)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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E riemergo dal buio ritrovando lui
 
Non percepisco più il mondo intorno a me, cosa mi è successo?
Dove sono finiti tutti?
Dov’è la mano rassicurante di Ron che fino a poco fa stringeva la mia?
La voce di Neville che lancia un incantesimo mi raggiunge, cerco di capirne la posizione, cerco di afferrarla, ma quella scivola via da me. E io precipito del buio.
Mi ritrovo in una casa in cui non sono mai stata, sto sognando: lo capisco, ma non riesco a svegliarmi. Qualcuno piange al piano superiore, forse un bambino.
Salgo le scale guardandomi intorno; sulle pareti noto fotografie incorniciate, le osservo con attenzione e mi riconosco immortalata in quelle istantanee. Ce n'è una di me e Ron che tagliamo una torta, e poi un'altra di me con in braccio una neonata dai capelli rossi, sorrido e correndo mi precipito nella stanza da dove provengono i lamenti.
Arrivata  mi accorgo che qualcun altro mi ha preceduta e sta cullando la bambina: è Ron, guarda la piccola incantato con le lacrime agli occhi e io non posso far altro che andare ad abbracciarli per trasmettere loro tutto l'amore che provo.
All’improvviso Ron si discioglie dall’abbraccio e punta la sua bacchetta contro il petto della bambina. La stanza s’illumina di verde e io grido disperata.
Cerco di fermarlo, ma sono come bloccata. Voglio prendere la mia bacchetta, ma le mani restano inermi, attaccate ai miei fianchi: non posso fare nulla, sono completamente inutile.
Comincio a piangere, poi il rosso si volta verso di me, mi ordina di smetterla e mi guarda fissa negli occhi. Mi sento morire sotto il suo sguardo d’accusa, non capisco il perché, ma i suoi occhi m’indagano, mi scavano dentro e io mi sento colpevole.
“È morta a causa tua” dice, indicando la neonata senza vita.
“Hai ucciso in nostro futuro” quasi sputa queste ultime parole e io capisco a cosa si riferisce.
Victor.
Il ballo del ceppo.
La disperazione mi fa cedere le ginocchia. Cado a terra come se non avessi peso e mi copro il volto per la vergogna. Non riesco a smettere di piangere e non riesco ad alzarmi, sono disperata, completamente vulnerabile sotto lo sguardo dell’uomo che amo e che so aver perso per sempre.
La stanza intorno a me comincia a vorticare e tutto si fa nero di nuovo.
Sono nel giardino della Tana e ci sono due bambini che si rincorrono e giocano felici. Uno ha i capelli neri, l' altro rossi, temo per quello che succederà al secondo.
Corro incontro ai due e li abbraccio. Quello dagli occhi chiari, gli inconfondibili occhi chiari di Ron, mi chiama mamma e mi stampa un bacio sulla guancia.
Io sorrido, decisa a tutti i costi a salvarlo.
Una figura incappucciata compare all’improvviso e mi metto tra lei e mio figlio.
“Non lo puoi salvare” mi urla.
“Me lo prenderò come ho fatto con la bambina…” continua.
Io non demordo e resto ferma nella mia posizione, risoluta più che mai a preservare il mio futuro: lo voglio con tutta me stessa, lo desidero con tutta l’anima.
Mi volto verso il piccolo che mi sorride e i suoi occhi azzurri mi penetrano dentro il cuore, scaldandolo. La figura incappucciata mi arriva a due centimetri dalla faccia: riconosco il volto di Krum.
“Lui è mio” strillo, mentre stringo il corpicino esile del bambino.
“Vedremo…” mi dice.
Il paesaggio si fa pian piano sfocato, non distinguo più i contorni e il braccio che poco prima stringevo si dissolve tra le mie mani. Comincio a voltarmi verso ogni parte ma il buio sembra avere il sopravvento e mi raggiunge. Cedo all’oscurità e chiudo gli occhi pregando di risvegliarmi.
 
La prima cosa che noto riprendendo coscienza di me stessa è una mano calda che stringe la mia.
Non ho bisogno di vedere il volto della persona che mi tiene stretta: la sensazione di calma e pace che quel tocco mi dona, solo una persona è in grado di darmela.
Apro piano le palpebre e due fanali azzurri mi scrutano. E riemergo dal buio ritrovando lui.
Lo sguardo del bambino mi colpisce di nuovo, solo che ora gli occhi sono quelli di Ron.
Quando capisce che sono sveglia, toglie svelto la mano. Io gli sorrido. Lui mi sorride. E il mondo ha di nuovo senso. Il mio futuro, il nostro futuro insieme non è andato perso. E con questa convinzione mi perdo negli occhi di Ron naufragando in balia dell’amore che provo per lui. 
  
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