La folla era terribile, ma non era un problema, c'era abituato.
Era preparato alla missione, ma niente corrispondeva a quanto avrebbe dovuto trovare...
Nessuna traccia che gli indicasse la strada, ma soprattutto nessuna strada!
Ascoltando gli altri, scoprì che si trovavano nella sua stessa situazione.
Dannazione!
Non erano preparati ad affrontare questo!
Riprese a districarsi tra gli altri, mentre il panico cresceva... Altro che arrivare primi, quella aveva tutta l'aria di una vera e propria trappola...
Nami si stiracchio' torpidamente sul materasso, nella penombra della camera, soddisfatta.
La cullava il rollio della Sunny che galleggiava placida sul mare calmo e protetto dal porticciolo cui era ormeggiata.
Accanto a lei, Zoro sbadigliò e si sollevò per alzarsi e togliere quell'aggeggio di lattice per cui provava una sorta di amore-odio. Lo sfilò con attenzione e lo annodò attento a non versarne il contenuto vischioso e bianchiccio.
Si diresse verso il bagno per sciacquarsi, quando la voce della compagna lo fermò.
Nami rideva.
-Cos'hai?- le chiese, curioso.
Indicò l'oggetto che lui teneva tra indice e pollice.
-Ci pensi al casino che c'è li dentro per ora? Tutti a sbattere contro il lattice, senza trovare la strada giusta....- rise di nuovo, divertita dall'idea che aveva avuto e lo Spadaccino sorrise, più per l'espressione di lei che per l'immagine evocata.
Poi lei aggiunse: -A ripensarci bene, però, visto che è roba tua, manco se ne saranno accorti che non sono sulla giusta via!- esclamò, per cominciare a ridere più forte.
Socchiuse gli occhi, Zoro, scrutandola in cagnesco, nervoso per la poco velata frecciatina al suo scarso senso dell'orientamento, si limitò ad un cupo ringhio di disapprovazione e tornò sui suoi passi verso la meta che si era prefisso poco prima.
Le era parsa una vera donna poco prima, persa nell'estasi tra le sue braccia, immersa nei gemiti dell'amore...
Era bastato poco per tornare a vederla come la mocciosa che mostrava di essere!