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Autore: The Red King    08/07/2014    0 recensioni
TRATTO DALLA STORIA:
" Il Cacciatore Bianco portò una mano ai sigari, ne afferrò due e se li portò alla bocca.
Frugò nelle tasche in cerca di un accendino.
Non trovandolo si voltò verso il ragazzo.
"Accendi?"
Ace ghignò.
"Scusa, non ho accendini. Io non fumo"
"Non fare il ragazzino bastardo, Ace!"
[Smoker x Ace]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Smoker | Coppie: Ace/Smoker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fire and Smoke.


 
“ Smoker sedeva comodamente dietro la sua scrivania.
Sopra il mobile di legno antico giacevano ordinatamente pile di fogli che raffiguravano taglie e notazioni su delle giovani leve e su piratucoli che non avrebbero retto un giorno nel Nuovo Mondo.
Il Cacciatore Bianco aveva il compito di catalogare e imparare a memoria tutti quei volti, quelle informazioni  e a forza di farlo la sua testa stava per scoppiare.
Si portò stancamente una mano alla fronte, per poi abbandonarsi alla più totale comodità della sua poltrona di pelle nera.
Avrebbe continuato a leggere quei fogli più tardi, era fin troppo stanco.
Non appena chiuse gli occhi, un rumore proveniente dalla finestra del suo studio lo fece scattare in piedi.
Si avvicinò lentamente ad essa, pronto ad entrare in azione in caso di pericolo.
Aprì di scatto le ante, facendo sobbalzare il ragazzo dietro di esse.
Smoker fissò negli occhi il Comandante della Seconda flotta di Barbabianca che gli stava sorridendo amabilmente.
<< Sei tu, moccioso… >>
<< Sorpreso di vedermi, vecchio? >>
Smoker grugnì sommessamente, mentre indietreggiava verso la sua poltrona aspettando che Ace lo seguisse.
<< Che stavi facendo? >>
<< Controllavo delle taglie. >>
Ace si avvicinò al tavolo, incuriosito da tutti quei fogli.
<< Posso vedere? >>
<< No. >>
Portgas sbuffò.
Osservò Smoker mentre si sedeva sopra la poltrona.
Continuò ad osservarlo mentre si portava le mani alle tempie e corrugava la fronte.
<< Mal di testa, Commodoro? >>
<< Non sai quanto, moccioso impertinente. >>
Il Cacciatore Bianco portò una mano ai sigari, ne afferrò due e se li portò alla bocca.
Frugò nelle tasche in cerca di un accendino.
Non trovandolo si voltò verso il ragazzo.
<< Accendi? >>
Ace ghignò.
<< Scusa, non ho accendini. Io non fumo>>
<< Non fare il ragazzino bastardo, Ace! >>
Ace iniziò a ridere mentre si alzava dalla parte di tavolo dove si era momentaneamente appoggiato.
Si chinò verso l’uomo e soffiò una nuvoletta di fuoco che accese i sigari.
Vide il Commodoro aspirare il tabacco.
Ace accennò un sorriso.
<< Che hai da ridere, idiota? >>
Il minore si avvicinò ancora, per poi posare le labbra sulla parte libera della bocca del Cacciatore.
Si sedette sulle sue gambe.
L’uomo cinse la vita nuda del moro e… “
 
Smoker si svegliò di soprassalto.
Si mise seduto sul letto.
Il cuore batteva ad un ritmo troppo veloce.
L’uomo si girò freneticamente verso il lato destro del letto della sua cabina.
La parte era intatta.
Troppo intatta.
Smoker si portò le mani nei capelli.
Senza quel Fiammifero si sentiva solo.
Il letto senza di lui era fin troppo freddo.
Una lacrima uscì dall’occhio sinistro del Commodoro.
A Marineford aveva perso la persona più importante della sua vita, e lo aveva capito solo ora.
Ora che non aveva più nessuno a fianco a lui.
Ora che sentiva freddo.
Si asciugò la lacrima e si alzò dal letto.
I pantaloni della tuta erano l’unica cosa che aveva addosso facendolo convincere – anche se per poco- che fossero quelli a non riscaldarlo molto.
Si sedette su una poltrona della cabina e prese in mano una bottiglia di Scotch.
Più beveva e più Ace si faceva vivido nella sua mente.
Continuò a bere finché non gli sembrò di averlo vicino a sé.
Come si era ridotto?!
Senza accorgersene ricominciò a piangere, ma senza togliersi la sua solita espressione infastidita.
Si stava rammollendo.
Tutta colpa di quel ragazzino.
Tutta colpa sua.
Colpa sua se piangeva, se non era più lui e se… Se…
Non lo sapeva neppure lui.
Sapeva solo che si sentiva strano.
Forse aveva ancora bisogno di quel ragazzino lentigginoso.
Diede un’ultima sorsata dalla bottiglia, per poi alzarsi barcollante dalla sua seduta.
Si avvicinò al cassetto e tirò fuori quel pezzo di carta.
Il viso lentigginoso di quel moccioso faceva bella mostra di sé, mentre sotto la sua cifra da capogiro faceva intendere quanto Ace fosse stato “pericoloso”.
Smoker iniziava a pensare che quel ragazzo avesse fatto la scelta migliore: essere un pirata significava essere libero di fare ciò che si riteneva giusto.
Smoker aveva sempre odiato i pirati; li considerava feccia, criminali e assassini.
Ma poi quando vedeva uno di loro salvare un innocente, aiutare qualcuno, fare del bene, non poteva far altro che lasciarlo andare senza arrestarlo.
E si malediceva tutte le volte.
Ma Ace era sempre stato un uomo giusto, con una morale.
E forse, Smoker incominciò a pensare che quel ragazzo che gli aveva riscaldato l’animo, fosse migliore di tutti i Marines che rincorrevano una giustizia fatta di prigionieri e condannati.
Si, forse i pirati – alcuni - non erano tanto male.
Peccato però che lo avesse capito solo adesso.
E Smoker si maledisse di nuovo per non aver salvato Ace.
 
  
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