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Autore: DaisyBuch    09/07/2014    1 recensioni
Olivia, Yvonne e Jolene non si conoscevano, ognuna di loro aveva una storia diversa, un passato diverso. Eppure quella sera si erano trovate, ma erano rimaste coinvolte da una cassaforte. La vita delle tre ragazze sarà rovinata da un colpo troppo grosso, che le porterà ad un'avventura al di sopra delle loro aspettative.
Dal capitolo 7:
"-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente."
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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agnizioni Non appena Olivia vide Jolene salire le scale mobili con suo padre, tastò con le dita la borsetta, assicurandosi di aver dato la collana ad Yvonne, sicura, si diresse verso il signor Warlett che stava ammirando una cornice ricca di pietre preziose.
Olivia non sapeva come attaccare bottone, così si mise accanto a lui ad osservare la cornice in silenzio. Per fortuna di Olivia, lui avendo gradito la vicinanza di una signorina così elegantemente raffinata ed avendo buon gusto cominciò a parlarle per primo.
-E’ proprio un bell’oggetto. Inoltre il colore delle rifiniture è lo stesso del suo vestito.- disse il signor Warlett, guardando tutt’altro che il suo vestito, nonostante non avesse scollatura.
-Sono d’accordo,- annuì Olivia, -anche se preferirei non comperare un articolo di questo genere, risalta l’animo egocentrico del compratore, a mio parere.- conversò. Olivia buttò lì la prima osservazione che le era venuta in mente, era stata del tutto sincera infondo. Il signor Warlett restò ammirato da quelle parole, che non si aspettava minimamente.
-Preferirebbe vedere altri articoli più semplici?- chiese lui. Olivia gli rispose che ne sarebbe stata felice.
-Lei è?- chiese lui prendendole la mano e baciandola. Olivia stava per scoppiargli a ridere in faccia, ma doveva mantenere la facciata della persona colta e raffinata.
-Holly Bale.- rispose sorridendo cordialmente.
-Ed è qui in qualità di..?- chiese lui non staccandole gli occhi di dosso.
-Oh, sono semplicemente interessata all’asta.- disse cominciando a camminare. Lui le corse dietro per mantenere il passo.
-Ma è così giovane!- osservò lui.
-Non le rivelerò la mia età con questo trucco,- rise lei. In ogni caso sono troppo giovane per te. Pensò Olivia.
-parliamo di lei, qual è il suo nome?- chiese. Lo sapeva eccome, ma doveva chiederglielo e per poco se ne scordava.
-Christopher Lucas, in persona.- disse lui, spiazzandola. Lei boccheggiò appena, stupita, ma poi si ricompose. Christopher Lucas? E chi era? Lui si chiamava Warlett. Si chiese se non fosse una sorta di copertura perché era milionario.
-Molto piacere,- sorrise lei a disagio e molto confusa. Doveva assolutamente avvertire le altre, ma non poteva farlo davanti a lui.
Si guardò intorno e vide che Jolene era ancora al secondo piano, di Yvonne invece nessuna traccia. Continuò il suo giro con il signor “Lucas” e cercò con tutte le sue forze di non guardare ogni secondo al piano superiore, terrorizzata dal fatto che suo padre potesse vederla.


Yvonne si aggirava con un taccuino attraverso il corridoio adiacente alla porta del magazzino. Lì eran appesi molti quadri e lei faceva finta di scrivere alcune cose, Max era proprio davanti alla porta e stavano aspettando il momento giusto per entrare.
-Lei è un’esperta di quadri?- le chiese una signora con l’accento francese. Era così bassa che a momenti Yvonne non la vide nemmeno. –Ehm, si, anche.- rispose lei, continuando a guardarsi intorno in attesa del segnale di Max.
-Vorrei proprio comprare questo quadro, ma non mi convince molto. A lei come sembra?- si spiegò la signora.
Yvonne, per levarsela di torno, concesse un veloce secondo di analisi al quadro. Era sempre stato davanti a lei e aveva anche fatto finta di commentarlo sul taccuino, ma non l’aveva mai letto veramente, in realtà era natura morta e anche di buon gusto.
-Beh, il colore è esposto molto bene, la luce un po’ irreale in alcuni punti, ma nel complesso è un buon quadro, dipende sempre dall’ambiente in cui desidera posizionarlo.- la informò. La signora si illuminò e le sorrise, -Grazie cara, è stata molto utile.- disse e se ne andò. Yvonne sorrise appena e fissò il quadro intensamente, era contenta del modo in cui aveva consigliato la signora e pensò di non esser stata nemmeno troppo superficiale.
-Yvonne! Sveglia!- sussurrò Max. La porta era semi aperta perché doveva passare una ragazza bassa con la coda di cavallo, il suo cartellino diceva “staff”,  Yvonne la placcò subito, doveva essere astuta e l’episodio della signora le aveva dato l’esuberanza che le serviva.
-Ehi tu, si con la coda di cavallo, manca un oggetto esposto.- disse Yvonne sovrastandola. La ragazza la guardò da dietro gli occhiali.
-Lei chi è?- balbettò appena.
-Ma non hai sentito cosa ho detto? Manca un oggetto, devo subito entrare nel magazzino e prenderlo, tu occupati di dire ai clienti che presto verrà esposto, corridoio sedici, secondo piano.- le ordinò. La ragazza palesemente impaurita, pensò che Yvonne fosse uno dei superiori che organizzava l’asta perciò fece tutto quello che le era stato detto.
-Non esiste un corridoio sedici.- la rimproverò Max. Yvonne alzò le spalle, la cosa che importava era che era riuscita ad entrare nel magazzino. Percorsero un lungo corridoio che finiva con una rampa di scale, l’indicazione “magazzino” diceva di andare di sotto. Per la strada non incontrarono nessuno, solo alcuni dello staff che vedendo il vice-sceriffo non fecero commenti. Seppero di essere giunti nel luogo giusto quando aprirono una porta e si sentì un odore terribile di chiuso e di vecchio, era un enorme garage con molti furgoni e molti oggetti coperti da alcune veli.
C’era una donna di mezza età con una lista, che diceva agli uomini col furgone di scaricare la merce e ad altri di prepararla per l’asta. Max ed Yvonne si nascosero dietro allo stipite della porta.
-Che facciamo?- chiese lei.
Max ci pensò un attimo, -le dico che c’è un problema con la sicurezza su, e poi tu lasci la collana, ok?- disse.
Non faceva una piega. Pensò Yvonne sollevata.
Max allora si diresse verso la signora con la lista, che probabilmente era quella che amministrava tutto, -Mi scusi, c’è un problema con la sicurezza al mausoleo, con la collana d’Etiopia precisamente.- sussurrò. Yvonne sentì tutto, anche se erano a pochi metri di distanza.
Traditore! Pensò. Aveva detto alla signora della collana dell’Etiopia, voleva forse far arrestare Jolene? Provò a scrivere un messaggio d’allarme alle ragazze, ma lì sotto il cellulare non le prendeva. Come aveva potuto?
Yvonne decise di tornare su ed avvertire le ragazze e, se necessario, di fuggire poiché Max aveva svelato tutto, salì quindi furiosa e in fretta le scale.


Jolene stava intrattenendo il padre di Olivia ed avevano finito due volte tutto il secondo piano, e quando lui le propose di scendere lei non sapeva proprio come rifiutare.
-Veramente stavo pensando di comperare quest’oggetto, le piace?- lo distrasse lei.
-Non mi è sembrato che ne fosse interessata.- osservò sospettoso, lei nel frattempo lanciò un’occhiata di sotto.
-Mi sono ricreduta, io..- Jolene si ammutolì, davanti a lei c’era Francis. Quello della Hall dell’Harmon, e ricordò con orrore che lui sapeva tutto quanto. Non gli era stato difficile fare due più due, sapeva che lei aveva rubato qualcosa, e guarda caso era sparita una collana dal valore megagalattico proprio la sera stessa.
Jolene si voltò in fretta dall’altra parte. – In realtà ha ragione, non mi piace affatto.- disse al signor Arnett quasi correndo via, purtroppo Francis la bloccò. –Aspetta! Io ti conosco.- disse afferrandole la mano e bloccandola.
Come diamine aveva fatto a riconoscerla? Aveva i capelli arancioni ed era truccatissima, dannazione.
Jolene fece buon viso a cattivo gioco. Si voltò verso Francis con un’espressione interrogativa.


   
 
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