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Autore: CassandraBlackZone    09/07/2014    1 recensioni
[sequel de A person to remember]
Qualcosa nel mio petto inizia a pulsare violentemente, e un caldo tepore si espande in tutto il mio corpo, raggiungendo subito il cervello. Fa quasi solletico, ma fa anche terribilmente male. E ancora non riesco a muovere nemmeno un dito. Sento i neuroni che esplodono uno dopo l’altro, le cellule che muoiono e rinascono simultaneamente, e il sangue ribolle nelle vene. Pian piano una luce dorata inizia ad avvolgermi leggera e, con un piccolo sforzo, decido in fretta il colore dei miei capelli.
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Solitamente Laura non amava superare un certo limite di velocità, nemmeno in autostrada, ma quella sera era un’eccezione. Con le mani strette sul volante, tenne il piede sull’acceleratore e gli occhi sull’orologio digitale sul cruscotto: se ci aveva messo trenta minuti ad arrivare, quindici sarebbero stati sufficienti per ritornare all’appartamento di Matt.
Nonostante fosse già al check-in, Laura chiese educatamente alla hostess di riprenderle il bagaglio e uscì dall’aeroporto con in mano il cellulare furiosa “Accidenti a te, Matt! Cos’è?! Hai avuto un altro incubo durante un pisolino?”
Come calcolato, girato l’ultimo angolo Laura si ritrovò nel quartiere in cui stava il condominio del fratellino, ma frenò di colpo, ritrovandosi una cinquantina di persone davanti a lei.
“Ma che diamine succede?” Parcheggiato vicino al marciapiede, Laura corse al condominio. Riconobbe la maggior parte dei vicini di Matt, tra cui La signora McFiller che abitava proprio davanti al suo appartamento “Signora McFiller!” la chiamò sventolando la mano destra “Signora McFiller!”
“Oh, Laura cara! Qual buon vento ti porta qui?” disse la donna sorridente. Era molto simile a Mrs. Peaches in fatto di costituzione, tranne che per lo scialle color cremisi e la sua lunga treccia appoggiata alla spalla sinistra.
“Non c’è male, ma si può sapere che è successo? Perché siete tutti quanti fuori?”
“Oh,tesoro, è successo tutto all’improvviso! E a tutti quanti, sai? I riscaldamenti si sono guastati in tutti gli appartamenti, e l’intero condominio… oh, non sia mai! Una cosa veramente assurda! Per questo siamo qui.”
“Che… cosa è successo?” Laura iniziò a preoccuparsi per Matt, e si maledisse più volte per averlo insultato nella sua testa.
“L’intero condominio è completamente ricoperto dalla neve. Neve!”
“N-neve? Sta dicendo sul serio?” neve, continuava a ripeterselo senza smettere di sorridere. Era impossibile.
“Sì, cara. Neve!”
“Un momento,” Laura si guardò attorno. Tutti quanti erano raggruppati tra di loro per parlare della singolare situazione, ma non riusciva a vedere Matt   “dov’è Matt? Lei lo ha visto?”
“Il giovane Matt? Il mio caro vicino?”
“Sì, Matt! Mio fratello.”
“Oh, io sono vecchia, ma di certo non cieca. Non mi pare di averlo visto uscire, sai? Magari si è addormentato, ma non ti devi preoccupare! I vigili del fuoco stanno per arrivare.”
“No… no no no!! Io ci ho parlato qualche minuto fa! Non posso aspettare!”
“Aspet-.. Laura!”
Laura chiese scusa tra uno spintone all’altro riuscendo finalmente a raggiungere il portone superato il cancelletto. Arrivata all’entrata non poté credere ai suoi occhi: i suoi tacchi erano veramente affondanti dentro un trenta centimetri di neve “Oh… mio… Dio…. Non può assolutamente essere vero!”
Con la mani già rosse da quanto faceva freddo, Laura strisciò lungo le parenti facendo attenzione a non scivolare dalle scale, lasciando che la sua preoccupazione per Matt le desse la forza di non fermarsi “Matt… Matt, sto arrivando!”
 Per sua grande sorpresa, Laura riuscì a raggiungere il sesto piano. Forse era una sua mera sensazione, ma il freddo si era intensificato di più e con lui i centimetri di neve. Con le mani serrate a pugni, lei iniziò a battere sulla porta “Matt!! Matt stai bene! Sono Laura! MAAATT!!”
E non urlare! Ci sento ancora,” disse tranquillamente una voce dall’altra parte dell’uscio. Era Matt “è aperto.”
Laura non se lo fece ripetere due volte, e subito entrò nell’appartamento, dove un’accogliente salotto ben illuminato dalla lampada ovale che lei stessa aveva scelto e un divano da tre posti nero, le si presentarono davanti.
I riscaldamenti? Dal momento che sentiva il bisogno di togliersi la giacca di dosso, e le sue mani non le sentiva più intorpidite, funzionavano più che bene.
“Ehi!” Matt arrivò correndo dalla cucina. Aveva ancora il cappotto da quando lo aveva lasciato. “Finalmente sei arrivata!”
Finalmente? Starai scherzando spero! Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere?! Fuori ci sono tutti i tuoi vicini, e il condominio è tut-…”
“Dopo! Questo è più importante! Io non so cosa fare e non sapevo chi chiamare se non te!”
“Cos-… aspetta!”
Presa per il polso la sorella, Matt la trascinò in camera, dove subito smise di insultare il fratello dopo aver visto una ragazza addormentata sul letto “Dimmi che è uno scherzo” chiese lei “Matt… che cosa ci fa una ragazza minorenne, e sottolineo,  minorenne in casa tua?!”
“Ehi, non pensare subito male, ok?! E’ svenuta davanti al mio appartamento qualche minuto fa. Prima che il condominio si riempisse di neve.”
“Ma allora… non me lo sono inventata!”
“Sì, e credimi ho provato a scendere, ma qualcosa mi ha bloccato!”
“Che vuoi dire? Non essere sciocco! Ora, prendiamo la ragazza e la portiamo in ospedale!”
“No, non se ne parla.”
“Ma che dici?” toltasi anche la felpa, Laura si avvicinò al letto e pose una mano sulla fronte della ragazza. Era bollente “Ha la febbre alta, Matt! Le hai messo un impacco di ghiaccio?”
“Sì! E in meno di venti minuti ben tre impacchi si sono sciolti!”
“Assurdo… Bisogna portarla in ospedale.”
“Ho detto di no.”
“Quando vuoi sai essere veramente testardo! Si può sapere perché non vuoi portarla da un dottore?!”
“Perché quei tipi di dottori la ucciderebbero! Lei non è umana!”
Laura cercò di soffocare una risata senza farsi notare, e fissò il fratello scuotendo la testa. Aspettò una ventina di secondi prima di parlare “Matt… stai dando veramente i numeri. Fare il Dottore ti ha dato un po’ alla testa. Avanti. Basta scherzare.”
“No, ti sbagli. Io non scherzo affatto.”
Per Laura non era difficile capire quando Matt scherzava o mentiva anche con un’espressione totalmente seria, erano fratelli dopotutto, e nonostante lo avesse fissato negli occhi per quindici interminabili secondi, ne era certa: era serio e totalmente sincero.
“Non… è uno scherzo?”
“No, e credimi… vorrei tanto non dovertelo dire, ma… non ho altra scelta.”
“Mi dovrei preoccupare?”
Matt invitò la sorella a sedersi all’angolo del letto, e lui la seguì sedendosi accanto a lei “Allora… ricordi la notte che chiamai te e mamma?”
“Sì, certo.”
“Ricordi che il giorno dopo tu venisti da me?”
“Sì, Matt.” Disse Laura spazientita “Vuoi arrivare al punto?”
“Bene, ecco... lei è Asia” disse Matt tutto ad un fiato, sentendosi di colpo leggero e fiero di averlo detto, mentre Laura alzò un sopracciglio.
Sperava vivamente che non sarebbe mai ricaduta in quella storia tra alieni, guerre tra specie, ma soprattutto del fatto che lui, Matt, si fosse ritrovato assieme a Dottore in una dimensione parallela in cui era reale. No. l’aveva già retta una volta, e le era più che bastato.
Il giorno dopo la chiamata Laura tranquillizzò la madre dicendole che sarebbe andata lei da lui, e così fece. Arrivata al suo appartamento lo trovò avvolto in una coperta in un angolo della camera da letto, in preda al terrore, e l’unica cosa che poteva fare era ascoltarlo pazientemente.
“Asia. Dici Asia la figlia del…”
“Dottore,” continuò Matt “e di River.”
“Ok. Adesso basta” decisa a rimettersi la felpa, Laura si apprestò ad uscire dalla stanza, quando Matt la fermò.
“Laura! Ti prego, devi credermi!”
“No, Matt! Hai davvero oltrepassato il limite! Sono davvero stanca, ok? Quel giorno avevo deciso di ascoltarti, ma ora ne ho abbastanza.  Ormai sei un adulto, vedi di crescere! Interpreti un essere millenario, no? Comportati come tale!”
“Sì, peccato che quell’essere come lo chiami tu cerca sempre di essere infantile.”
“Non provocarmi! Ho perso il mio volo per… questo?!” indicò Asia.
“Ok. Va bene, non mi credi? Allora credi a questo” Matt tirò fuori dalla tasca della giacca uno stetoscopio e lo porse alla sorella.
“Che cosa dovrei farci? Dove lo hai trovato questo stetoscopio?” chiese lei.
“Non importa dove l’ho preso. Controlla entrambi i cuori.”
“Cos-… noi umani abbiamo un cuore solo!”
“E’ vero. Asia è per metà umana, ma nel suo corpo domina di più il DNA di Signore del Tempo, e i cuori ne sono la prova.”
Impaziente di finirla lì e di andarsene, Laura si attaccò lo strumento medico alle orecchie e avvicinò il disco alla parte sinistra del petto di Asia.
 
Tu-tum
Tu-tum
Tu-tum
 
Poi, con una certa tranquillità, lo spostò sulla parte destra e la sua mano iniziò a tremare quando sentì:
 
Tu-tum
Tu-tum
Tu-tum
 
Laura fece un passo indietro facendo cadere lo stetoscopio a terra e si portò le mani alla bocca “Oh mio Dio… sono… sono due! Ha due cuori!” disse attraverso le dita “Ma… che trucco hai usato?!”
“Direi nessuno, visto che hai appoggiato il disco sotto la maglietta.”
“No, non può essere. Non è…”
“Sembri me quando sono entrato nel TARDIS, e dico il vero  TARDIS, ma te lo scordi che ti porto del caffè per calmarti, anche perché non ne ho.”
“Ah! I suoi capelli!”,continuò lei ignorando il fratello," si stanno... accorciando... e ora allungando!"
"Ah, ecco... mi sono scordato di dirti che è nel bel mezzo della sua prima rigenerazione" sintetizzò Matt.
"Ma… ma mica iniziava tutto con... una grossa esplosione?" obbiettò lei.
"Quella è diciamo la prima fase, poi... dipende! Le rigenerazioni non sono tutte uguali!"
Laura cercò di calmarsi e si sedette a fianco di Asia. La figlia del Dottore? Lei era davvero seduta vicino alla vera  figlia del Dottore? Quasi non riusciva a crederci, ma non riusciva a dimenticare quei quattro battiti consecutivi che aveva sentito di sfuggita dopo aver posizionato di poco lo stetoscopio al centro del petto.
"Io... ero davvero convinto di non essere più legato a loro. Ad Asia, a River e al Dottore, ma... questi sogni sono chiaramente dei segni che mi stanno indicando il contrario. E inoltre c'è anche la storia del condominio."
Laura stette ad ascoltare, senza togliere gli occhi di dosso da Asia.
"C'è veramente qualcosa che mi blocca, Laura. Appena provo a scendere le scale c'è come una specie di barriera, capisci?"
"M-ma la signora McFiller è scesa. E anche gli altri tuoi vicini del tuo piano."
"Non hai ancora capito? Qualcuno mi vuole trattenere qui."
"E chi? Ma soprattutto… perché?!”
Matt si portò una mano dietro alla nuca "Credimi. Vorrei saperlo anch'io..."
Il trillo del campanello fece trasalire Laura che bloccò il suo urlo con una mano “Tu… aspettavi qualcuno?”
“Veramente no. Rimani qui con Asia.”
“Cosa, io?! Matt!”
Lasciata la sorella in camera, Matt andò verso l’entrata “Eccomi, arrivo!”
Aperta la porta, davanti a lui gli si presentò una splendida torta alla crema al limone tra le mani delicate di Mrs. Peaches “Matt caro. Alla fine sono riuscita a fare in tempo la torta.” Gli disse sorridente la donna.
“Ma… Mrs. Peaches… che cosa ci fa qui fuori? Non vede che il condominio è pieno di neve?! Venga dentro!”
“Oh, gentile a preoccuparti per me, ma vedi? Indosso due scialli.”
“Ma… i suoi riscaldamenti funzionano?”
“A meraviglia! Dove l’appoggio?”
“Che strano… Oh, lasci pure a m-... Ah!” gli bastò un solo contatto con la sua pelle per sentire un intenso brivido di freddo lungo la schiena, che lo spinsero a far cadere l’intero vassoio. La mano di Mrs. Peaches era gelida.
“Oh, cielo!”
“Ah, mi… dispiace! Scusi! Pulisco immediatamente.”
“Non ti preoccupare, caro. Ora non c’è tempo.”
“Come dice?”
Mrs. Peaches non si curò del fatto che la torta fosse a terra, e ne prese un grosso pezzo per porgerlo a Matt.
“Mrs. … Peaches?”
“Avanti, Matt. Prendi un bel pezzo di torta. Vuoi?”
Matt prese ad indietreggiare fino al divano forzandosi di sorridere “Io… non mi sembra il caso, sa?”
“E perché? Ho sentito che è arrivata anche tua sorella Laura.”
“Ecco io… è caduta a terra perciò no-… aspetti un momento. Lei non ha mai visto mia sorella. Come fa a sapere che…”
“Te l’ho detto, Matt. Io l’ho sentita. Ho sentito il suo odore. Torta?”
La donna avvicinò pericolosamente la mano alla bocca di Matt, che invano tentò di chiedere aiuto alla sorella.
   
 
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