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Autore: Cuoricinalove92    09/07/2014    2 recensioni
-Kish, vattene subito, ti farò del male- disse la ragazza tra le lacrime
-No- mormorò l'alieno stringendola a se
-Non ti lascerò mai, perchè ti amo-
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti. Mi scuso immensamente, perchè adesso è veramente tanto che non aggiorno. La storia era conservata nel mio portatile, ma purtroppo si è rotto. Ho utilizzato questo tempo per cercare di migliorare il mio stile. Vi chiedo immensamente perdono e vi do appuntamento al prossimo capitolo, sperando di non farvi attendere troppo come è successo con questo.
Un bacione a tutti voi
Cuoricinalove92

Capitolo 21 - Karen
Le mew mew guardavano la scena senza dire niente. Strawberry più di tutti era a bocca aperta. La ragazza, o per meglio dire aliena, appena comparsa era alta e slanciata con i lunghi capelli verdi le cui ciocche davanti erano legate da due fermagli a forma di perline gialli. Grandi e profondi occhi fucsia che scrutavano quelli dorati dell’alieno a cui si stringeva senza il minimo pudore. Indossava un lungo vestito con spacco sulla coscia, azzurrino con un motivo a rametti blu e delle semplici scarpe blu.
-Oh, mi sei mancato così tanto!- Esclamò dandogli un bacio sulla guancia.
-Karen…- La guardò negli occhi e le accarezzò la guancia.
-Scusate se vi interrompiamo!- Fece ad un certo punto Mina. –Ma tu chi sei? Una spia?-
-A proposito di spie…- Disse Pam girandosi e guardando storto Pai. L’aveva presa in giro, si sentiva ferita nell’orgoglio, e per questo non lo avrebbe mai perdonato.
Pai abbassò la testa e disse con un sorriso amaro: -La situazione è ritornata a quella di due giorni fa? Ora immagino che di nuovo non vi fiderete più di noi.-
-E’ naturale, dopo quello che ha detto Mark.-
Il viola alzò la testa, incontrando lo sguardo dorato e severo di Kish. Incredibile! Per la prima volta era il minore che rimproverava il maggiore. Certo sapeva che questa volta se l’era proprio meritata.
-D’accordo. Ammetto le mie colpe e quelle di Tart, ma sappiate che Kish non centra niente. Ricorderete benissimo che era con voi quando abbiamo deciso di collaborare.-
-E chi ci dice che non foste d’accordo da prima?!- Continuò Mina.
Fregato. Ora non sapeva davvero come rispondere per scagionare almeno il verde. Fortunatamente intervenne Kyle: -Ammesso e non concesso che fossero davvero in combutta con Profondo blu, non possiamo dimenticare che ci hanno aiutati molto e che Mark stesso ha detto che hanno tradito il loro capo.-
-Kyle ha ragione. Non possiamo dimenticare tutto quello che hanno fatto per noi!- Si aggiunse Paddy, facendo arrossire Tart.
La ragazza aliena si avvicinò sempre di più a Kish e gli sussurrò: -Che cosa sta succedendo?-
-E’ una storia lunga. Non te ne preoccupare.- Le rispose lui accarezzandole i capelli e suscitando le ire di una certa rossina.
-Fatto sta che ci hanno preso in giro tante, TROPPE volte. Ancora adesso…- Chiuse la bocca, capendo che se avesse continuato la frase, sarebbe trapelato che era gelosa, quando in realtà non era assolutamente vero. Guardò l’alieno stringendo i pugni.
Decise di fingere un malore e di andare a chiudersi negli spogliatoi. Tutto pur di non rimanere lì un minuto di più.
Così fece. Entrando, si chiuse la porta alle spalle e si sedette su una panchina.
Per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a capire il motivo per cui le aveva fatto quell’effetto vedere Kish con quella ragazza.
Non che avesse qualcosa contro di lei, ma ormai aveva capito che vederlo con qualsiasi altra, le dava un fastidio bestiale. Perfino con Erin, si era sentita così.
Sospirò rumorosamente, rendendosi conto di essersi innamorata dell’alieno. Ormai non c’era più niente da fare. Doveva solo convivere con questa consapevolezza.
Si decise a ritornare al piano superiore.
Pai, Kyle e Ryan discutevano su qualcosa a lei ignoto, Mina prendeva il suo solito tè pomeridiano, questa volta accompagnata da Pam, mentre Paddy chiacchierava con Tart.
Lory, stranamente, faceva avanti e indietro con un vassoio in mano, nonostante il locale fosse vuoto.
Strawberry aguzzò la vista e notò Kish e Karen seduti ad un tavolo, ridere e chiacchierare.
L’aliena aveva davanti a sé una coppa di gelato alla panna, e la cosa che fece irritare la rossa fino all’inverosimile era che stava imboccando il ragazzo.
Sembravano proprio due fidanzatini.
Di certo, se fosse stata un gatto, le si sarebbe rizzato il pelo per la stizza. Lory, notando l’espressione dell’amica, le si fermò davanti a chiedere che cosa non andasse.
La ragazza non rispose, bensì, notò che sul vassoio della verde, era posato un bicchiere di succo d’arancia.
-Lory, non è che per caso…-
 
-Dai, apri la bocca.- Disse Karen dolcemente.
-Va bene, ma per l’ultima volta. Quello è il tuo gelato.-
-Promesso.- Gli sorrise.
-Scusate.- Si voltarono. Strawberry aveva un sorrisetto falso, mentre teneva il vassoio. –Kish, è per te, questo succo d’arancia, vero?-
-Sì, grazie.- Rispose il diretto interessato.
Vedendo che la rossa non appoggiava il bicchiere sul tavolo, le lanciò uno sguardo interrogativo.
-Ah, già, scusa, ti servo subito.- Detto questo prese il bicchiere e glielo versò sulla testa.
Karen si mise una mano davanti alla bocca, cercando di non far notare quanto la cosa la divertisse.
Kish si alzò arrabbiatissimo.
-Si può sapere che cavolo ti prende?!- Sbraitò.
-Niente, è che non ti sopporto più.-
Appoggiò il vassoio e il bicchiere sul tavolo. Fece per andarsene, ma lui le afferrò il polso.
La rossa gli tirò uno schiaffo.
-Lasciami immediatamente. Tu mi stai rovinando la vita!-
L’alieno sgranò gli occhi. Perché? Che cosa aveva fatto adesso?
La lasciò e la ragazza uscì dal locale, correndo.
Si rifugiò al parco. Ormai era il tramonto.
Si sedette sulla panchina, tirando ogni tanto le pietre nel laghetto e facendo scappare i pochi uccelli che ancora nuotavano.
-“Stupido! Stupido!”- Continuava a ripetere mentalmente, prendendosela con Kish.
-Così eri qua…-
Sussultò e si voltò, per poi rispondere arrabbiata.
-Vattene, Pai! Non sono in vena.-
-Ok, non per giustificarlo, ma credo che un po’ tutti si comportino in quel modo con la propria cugina.-
Strawberry lo guardò, ma lui ormai era sparito.
Si prese la testa tra le mani. Che cosa aveva combinato?! Quella era sua cugina, e lei aveva pensato che fossero fidanzati.
Si diede mentalmente della stupida.
-Che cosa ho fatto?!- Mormorò disperata.
Ad un tratto, la sua attenzione fu attirata da un’ombra che si stagliava nella luce del tramonto.
Karen le si sedette accanto e le porse la mano.
La rossa la guardò stranita.
-Kish mi ha detto che voi terrestri usate stringervi la mano per presentarvi. Io mi chiamo Karen, piacere.- Le sorrise.
Titubante, la ragazza le strinse la mano, presentandosi a sua volta.
-Prima ho sentito che parlavi da sola…- Esordì l’aliena.
-Immagino sia perché sono stupida.- Mormorò sconsolata l’altra.
-Al contario! Penso invece che tu sia una persona molto intelligente.-
-Ma mi comporto da stupida…- Provò a replicare.
-Il fatto che tu ti comporta così, non vuol dire che tu lo sia, così come comportarsi da scimmia, non fa di te una scimmia.-
Riuscì a strapparle un sorriso.
-Immagino che questo non valga per Paddy…-
-Paddy? Ah, si quella tenera bambina bionda, amica di Tart.-
Calò il silenzio. Nella mente di Strawberry, continuavano a rigirare le parole della ragazza.
-Devi essere una persona molto saggia.- Disse infine la rossa.
-Ho solo letto parecchio, non so se questo basti a rendermi saggia.- Respirò profondamente, lasciando l’aria fresca, accarezzarle la pelle e scompigliarle dolcemente i capelli.
Chiuse gli occhi ed esclamò: -Che bel pianeta che è la Terra. Se dovessi morire, vorrei essere seppellita qui.-
Strawberry non comprese fino in fondo il significato delle sue parole.
-Ma torniamo a noi…- Riaprì gli occhi e la guardò come per indagare sui suoi pensieri. -…Da quando ti piace Kish?-
Quella domanda la prese talmente alla sprovvista da farla diventare dello stesso colore dei suoi capelli.
-Domanda a bruciapelo, eh? Mi era sembrato di capire che ci fosse una certa gelosia da parte tua…-
-A proposito di ciò! Ti chiedo scusa, non sapevo fossi sua cugina, credo di aver fatto una scenata per niente. Davvero, scusami, ho agito senza riflettere…-
-Immagino succeda a tutti, quando sono guidati dall’amore…-
La rossa la guardò stranita. Era molto strano. Parlava come qualcuno che non si è mai innamorato in vita sua.
Avrebbe voluto chiederle di più, ma non osò farlo. Abbassò la testa sconsolata, stringendo la stoffa del suo grembiule a forma di cuore.
-…Non credo mi perdonerà mai per tutto quello che gli ho fatto.-
Karen la scrutò con i suoi grandi occhi fucsia.
-Penso proprio che ti sbagli. Conosco Kish fin da quando era piccolo, e so come ragiona, per cui ritengo che ti perdonerà.-
-Davvero???- Chiese la ragazza stupita.
L’aliena le fece l’occhiolino: -Molto probabilmente ascolterà più le tue scuse, di qualsiasi cosa possa dire contro di te.-
-Grazie. Allora vado.- Felice come non mai, uscì dal parco.
Karen, continuò a guardare il tramonto con occhi tristi e pensierosi allo stesso tempo, ad un certo punto sentì la gola pizzicarle sempre di più. Il pizzicore si trasformò in un violentissimo attacco di tosse.
Mentre tossiva, si portò una mano alla bocca.
Finito l’attacco, la osservò. Era ricoperta da uno strato di liquido cremisi che gli umani chiamavano “sangue”.
Strinse gli occhi. Stava peggiorando.
Sebbene sapesse a cosa andava incontro con il passare dei giorni, non potè fare a meno di provare paura, frustrazione e impotenza.
Alzò gli occhi al cielo. Probabilmente era questo il suo destino. Presto avrebbe dovuto dire addio a tutto. Allora i suoi occhi si sarebbero chiusi, per non riaprirsi più.
Mai più.
 
Kish era seduto alla scrivania della stanza che condivideva con Pai e Tart.
Aveva una mano posata sulla testa e le dita intrecciate ai suoi capelli.
Mille pensieri gli attraversavano la mente. Non sapeva se frenarli o lasciarli correre. Aveva paura di impazzire.
Sentì bussare alla porta. Si alzò e andò ad aprire.
Strawberry Momomiya era sulla soglia.
-Cosa vuoi?- Chiese nervoso.
-Sono venuta a chiederti scusa.-
Questa risposta lo stupì non poco. Si spostò quel tanto che bastava per farla entrare e le richiuse la porta alle spalle.
Lei lo guardava con gli occhi lucidi.
-Ti prego di perdonarmi Kish…non so neanch’io perché mi sia comportata così…- -“Sì che lo sai, stupida! E’ arrivato il momento di dirglielo!”-
-Davvero?- Chiese l’alieno, guardandola scettico.
-No…- Abbassò la testa. –La verità…la verità è che…ero gelosa.- Balbettò.
-Come?- Credette di aver capito male.
-Sì, Kish, ero gelosa…ero gelosa perché ti amo.-
Lo abbracciò, lasciandosi andare ad un pianto disperato.
Lui la strinse a sé, accarezzandole i capelli.
La costrinse a guardarlo negli occhi e sorrise, facendole capire che l’aveva perdonata.
Si baciarono appassionatamente. Sembrò durare un eternità. Nessuno dei due voleva staccarsi dalle labbra dell’altro.
Purtroppo, il dolore provocato dal virus, lo costrinse ad allontanarsi da lei. Sapeva che quando gli prendevano quelle crisi, quasi senza volerlo, cercava sangue.
-Ora però vattene, Strawberry. Non voglio farti del male.-
Si morse le mani, sia per sfogare il dolore, sia per concentrare la sete sul suo stesso sangue.
La rossa, quando vide, un rivolo di liquido purpureo scivolare dalla mano del ragazzo, in qualche modo capì a cosa portavano quelle crisi.
Non sopportava di vederlo soffrire senza fare niente, soprattutto, sapendo che tutto ciò era colpa sua.
Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa con cui potersi tagliare e la sua attenzione fu attirata da un tagliacarte sul tavolo di legno.
Kish, in qualche modo capì le sue intenzioni.
-No, non te lo permetterò.-
Le afferrò entrambi i polsi, cercando di immobilizzarla, nel farlo però, caddero entrambi.
-Lasciami, ne hai bisogno!- Provò a divincolarsi lei.
Nonostante il dolore, l’alieno era riuscito a mantenere una presa salda ai polsi della ragazza, e per impedirle di divincolarsi, la immobilizzò con il suo corpo.
Si ritrovarono a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altra. L’alieno le stava sopra e la guardava malizioso.
-Kish, non è il momento di scherzare. Devo fare qualcosa per aiutarti!-
-Non te lo permetterò. Ho fatto tutto questo perché non ti accadesse niente, e non voglio che tu adesso ti faccia del male per aiutare me.-
L’alieno le liberò i polsi e appoggiò la testa sul petto della ragazza, a mo’ di cuscino, facendola arrossire di botto.
-Ti prego Strawberry, restiamo così.- Mormorò con voce sofferente.
La ragazza sorrise commossa e lo abbracciò, accarezzandogli i capelli.
Ad un certo punto si accorse che si era addormentato.
Era felice di poter rimanere così vicina a lui. Lo amava e non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via.
 
Pam camminava seria per il corridoio del caffè.
Pai le si avvicinò e la prese per le spalle, dicendole: -Pam, è vero, ma ti giuro che quando ti baciavo e dicevo di amarti, ero sincero.-
La ragazza lo spinse via e lo guardò male, poi gli disse: -Come posso fidarmi ancora di te?-
L’alieno abbassò la testa.
-E’ vero, hai ragione. Volevo solo dirti che ti amo più di qualsiasi cosa al mondo.-
Anche lei lo amava, ma non riusciva più a credergli, per quanto volesse.
-Mi fai perdere tempo…- Disse semplicemente, allontanandosi.
-Aspetta…- Le afferrò un braccio, ma vennero interrotti da Ryan che saliva precipitosamente le scale.
-Che succede?- Chiese allarmata la viola.
-Ho appena rilevato un campo di energia potentissima, poco distante dal parco.-
Pai si diresse subito da Kish. Fortunatamente non aprì la porta, ma si limitò a bussare e ad urlargli che Mark aveva attaccato ancora.
Il verde si svegliò e gli disse che li avrebbe subito raggiunti.
Quando si alzò da quella posizione, rimase per un attimo a guardare negli occhi la sua amata, sorridendole e baciandola con passione.
Strawberry ricambiò il bacio, dopodiché si affrettarono a raggiungere gli altri.
Nel corridoio, i due incontrarono Karen che chiese: -Cos’è tutto questo trambusto?-
-Il nemico sta attaccando!- Rispose la rossa.
-Potrei venire a darvi una mano…-
-No!- Urlò Kish categorico. –Tu non ti muovi di qui e ti tieni ben lontana dal campo di battaglia.-
Il cugino sapeva della sua malattia, e fin da quando erano piccoli, aveva sempre cercato di proteggerla, quasi come un fratello maggiore.
Rimase lì a guardare i due innamorati che correvano.
 
-Dovrebbe essere qui.- Disse MewMina, cominciando a sudare freddo.
Si guardarono tutte intorno, aspettandosi da un momento all’altro comparire il chimero di turno.
-Buonasera ragazze!-
Mark sbucò dal nulla proprio sopra le loro teste.
-Ancora tu?! Ma non impari mai?!- Gli gridò Mewberry arrabbiata.
-Uhm…fammi pensare…- Si portò una mano sotto il mento con fare pensieroso. –No!-
Rise sadicamente. Portò le mani in alto e un enorme chimero comparve dietro di lui.
Era alto quanto la torre di Tokyo, interamente ricoperto di pietra e con due piccoli occhi rossi.
-I miei sì che sono chimeri. Non come i vostri che non erano capaci di fare del male ad una mosca. A proposito, Mewberry, come va il virus? Mi sorprende che tu riesca a muoverti così facilmente.-
-Sei stato tu?- Chiese Pai arrabbiato e stupito allo stesso tempo.
-Certo, come ho appena detto, i vostri chimeri erano solo delle mezze calzette, così, sotto richiesta di Profondo blu, decisi di rendere un po’ più molesta quella creatura. Ovviamente il mio aiuto era del tutto immeritato…-
-Ora basta…- Kish strinse i pugni. –Direi che hai parlato abbastanza.- Sfoderò i suoi tridenti. –Preparati a combattere!- Gli si lanciò contro, ma il biondo parò l’attacco con la sua spada.
-“Kish, stai attento.”- Pensò Mewberry preoccupata.
Le mew mew provarono subito un attacco combinato, ma questo non scalfì minimamente il mostro. Neanche l’intervento di Pai e Tart, migliorò la situazione.
Il chimero era troppo pesante, di conseguenza anche molto lento, quindi veniva colpito da tutti i loro attacchi, ma sembrava che la sua corazza di pietra, assorbisse tutto il loro potere.
Quando però toccava lui, attaccare, era velocissimo e diventava sempre più difficile evitare di venire colpiti.
Inoltre, quel chimero pareva instancabile, al contrario di loro.
Quasi senza che se ne accorgessero, si stava ripetendo la situazione di poche ore prima.
Paddy provò per l’ennesima volta ad immobilizzarlo con la sua gelatina, ma il mostro si liberò subito, scaraventandola contro di loro.
Le ali di Mina vennero colpite, e la ragazza, che si trovava in volo, cadde rovinosamente.
Provò a sbattere le ali, ma queste non si muovevano di un millimetro.
MewLory andò ad aiutarla, ma entrambe furono colpite da un attacco, andando a sbattere contro alcuni alberi.
Vedendo che le due non si rialzavano, MewPam, cercò di raggiungerle, schivando gli attacchi che il chimero le lanciava, nonostante Tart, MewPaddy, Mewberry e Pai, cercassero di distrarlo.
-Pam, attenta!-
La viola fece appena in tempo a voltarsi, per vedere Pai che si metteva davanti a lei, per proteggerla con il suo stesso corpo.
Lo vide cadere a terra.
-Pai!- Urlò con le lacrime agli occhi. Lo raggiunse e gli prese delicatamente la testa, appoggiandosela sulle gambe.
Gli accarezzò piano i capelli, mentre alcune lacrime premevano per uscirle dagli occhi.
Mentre respingeva l’ennesimo attacco, Mewberry, si rivolse alla viola, dicendole: -Pam, tu occupati di Pai e delle altre. A questa sottospecie di montagna ambulante ci pensiamo noi.-
Si voltò a guardarla e le fece l’occhiolino, sorridendo.
-Certo. Non ti preoccupare. Ce la faremo, vero Tart?- Rassicurò la biondina.
L’amico annuì.
-Grazie.- Mormorò piena di riconoscenza.
Intanto, Kish e Mark, continuavano ad affrontarsi, schivando e parando l’uno i colpi dell’altro.
-Che diavolo vuoi da noi?- Chiese il verde, sferrando un attacco che l’altro deviò con la spada.
-Solo finire il lavoro che certi traditori di mia conoscenza non hanno avuto il coraggio di portare a termine. Niente di personale.-
Facendo pressione con la sua arma, lo allontanò un po’ da sé.
Kish aveva il respiro affannato, mentre Mark era ancora fresco come una rosa.
-Allora? Sei già stanco? E dire che mi aspettavo di più da un guerriero del tuo calibro.-
-Stai zitto!- Urlò il verde, riuscendo a colpirlo con un fendente.
Mark tentò di schivarlo, ma l’avversario era riuscito a ferirlo sotto l’occhio. Fortunatamente era solo un graffio.
Si sfiorò la guancia, esaminando il sangue che fuoriusciva dalla ferita. Si rimise in posizione d’attacco, sorridendo maleficamente.
-Bene, ora sì che inizia il bello!-
 
Quel chimero era troppo resistente per loro. Per quanto lo attaccassero, non riuscivano nemmeno a scalfirlo.
Tart tentò un ultimo attacco, ma il mostro, con un gesto della mano, lo mandò a sbattere contro un albero.
Il piccolo si alzò sulle ginocchia e strinse i denti. Il braccio gli doleva come non mai. Molto probabilmente era rotto, ma non poteva arrendersi così. Doveva provare a combattere finchè gli restava anche solo un briciolo di forza in corpo.
Si alzò in volo. Con molta fatica, dato che il braccio rotto lo appesantiva.
Prese le sue Bolas e le lanciò alla creatura, che lo notò e provocò uno spostamento d’aria che rimandò l’arma al suo proprietario.
-Tart!-
MewPaddy lanciò il suo attacco, immobilizzando nella sua gelatina, l’arma che stava per uccidere il suo stesso padrone.
Gli si avvicinò preoccupata, chiedendogli se stesse bene.
-Sì, sto benissimo.- Rispose lui arrabbiato. Inavvertitamente mosse il braccio e ciò gli provocò un dolore atroce.
La piccola capì, ma non sapeva cosa fare
-Paddy, aiutalo.- Disse la mewrosa, mettendosi davanti a loro come per proteggerli. –Posso vedermela anche da sola con questo…coso.-
-Sei sicura, Mewberry?- Chiese la piccola.
L’amica parò un attacco del mostro che era destinato a loro.
-Sicuro…- Rispose, nonostante lo sforzo di trattenere quel bestione. Proprio a lui, si rivolse subito dopo. –Adesso basta. Mi hai stancata.-
Prese la rincorsa, saltò e gli mollò un calcio con tutta la forza di cui era capace.
Il colpo fece indietreggiare il chimero, che la guardò con odio.
-Vieni a prendermi, sono qui!-
Per evitare di coinvolgere ulteriormente i suoi compagni, corse più che potè, lontano da loro.
-Non ti è bastato? Eccotene un altro!- Ripetè l’operazione di poco prima, solo che stavolta, la creatura fu più veloce di lei.
Le afferrò la gamba con violenza, sbattendola a terra.
Mentre la teneva ferma con una mano, con l’altra caricò una sorta di pugno. Pronto a colpirla.
-“E’ la fine…almeno sono riuscita a confessare a Kish i miei sentimenti.”- Pensò la mewgatto, quasi rassegnandosi al suo destino.
 
L’alieno verde notò cosa stava succedendo. La sua gattina stava per soccombere. Doveva assolutamente fare qualcosa per aiutarla.
Si diresse verso il mostro, ma Mark gli sbarrò la strada.
-Alt! Di qui non si passa! Ti ho già detto che la tua battaglia è con me. Avanti, non fare il maleducato. Non è carino piantare un avversario così.-
-Fatti da parte!- Urlò Kish.
-Altrimenti?- Chiese il biondo sorridendo sadico.
L’altro strinse i pugni, mentre cominciava a caricarsi di energia.
 
Mewberry aspettava il colpo finale. Quando lo sentì vicinissimo, chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, Karen era accanto a lei, che parava il colpo destinatole.
La sua arma consisteva in un nastro da ginnastica ritmica blu che, a contatto col nemico, lo ustionava come un carbone ardente.
Infatti, dalla mano del mostro cominciò ad uscire del fumo.
La creatura si ritrasse, mentre l’aliena prestava soccorso alla mew mew.
-Tutto a posto, Mewberry?- Chiese, aiutandola a rialzarsi.
La rosa annuì sorridendo e ringraziandola di cuore.
 
-Cosa è successo?- Gridò Profondo blu dalla sua dimensione.
Stava osservando la scena, grazie alla sua nebbiolina azzurra.
-Così, è stata tutta colpa di quella ragazza…- La guardò pieno di odio, poi sorrise sadicamente.
Alzò l’indice, creando una sfera azzurrina.
Questa, raggiunse il campo di battaglia e si fuse con il mostro, che guarì all’istante.
Riconoscendo in Karen, la persona che lo aveva ustionato, decise di vendicarsi.
Allontanò Mewberry con un calcio e dalle sue dita spuntarono delle lunghe unghie più dure del diamante, ed estremamente taglienti.
Tutti quanti assistettero alla scena. Videro Karen trapassata da parte a parte.
Sgranarono gli occhi e il chimero estrasse quelle lame dal corpo della ragazza, che cadde a terra.
-Nooooo!- Urlò la Mewrosa tra le lacrime.
Kish rimase lì. Sconcertato e arrabbiato allo stesso tempo. Spinse via con violenza Mark.
Un’intera colonna di luce si formo sopra l’alieno che preparò un’enorme sfera di energia e la lanciò contro il mostro.
La creatura urlò dal dolore, mentre si distruggeva in tanti piccoli pezzettini, come se fosse stato di vetro.
Lo sguardo serio di Kish si spostò sul suo avversario, il quale avvertì un brivido lungo la schiena e sparì, giusto un istante prima di essere colpito da una palla di energia che lo avrebbe ridotto come il suo chimero.
 
-Karen, ti prego, svegliati!-
La ragazza aprì piano gli occhi. Si trovava tra le braccia del suo adorato cugino. Strawberry stava proprio accanto a lei, mentre tutti gli altri erano in piedi, poco distanti.
Si sentiva così debole. Guardò il verde e sorrise amaramente.
-Quindi è così che doveva finire…- Iniziò a dire, nonostante parlare le costasse una fatica enorme.
-Ma che dici?! Ancora non è finito niente. Starai bene…-
Lo zittì, posandogli un dito sulle labbra.
-Shh…sappiamo tutti la verità. Il mio viaggio si conclude qui…e se devo essere sincera, ne sono felice…-
-Come puoi…?- Chiese Mewberry.
Karen la guardò e le sorrise.
-Sono felice, perché almeno, sono riuscita a fare qualcosa di utile nella mia vita, così vuota…-
-Smettila! La tua vita non era vuota!- Disse Kish arrabbiato e triste allo stesso tempo.
-Tra pochi giorni sarebbe finita comunque a causa della “TBC” come dicono gli umani.- Sorrise amaramente.  -Quindi preferisco andarmene adesso, con la consapevolezza di aver dedicato l’ultima azione della mia esistenza ad aiutarvi a salvare questo splendido pianeta. Ora però sono stanca. Stanca di vivere.-
Accarezzò la guancia del cugino e prese la mano di Mewberry, per poi chiudere definitivamente gli occhi.
Il suo desiderio venne esaudito e la seppellirono in quello stesso luogo. Presero una grande pietra e vi incisero sopra il suo nome.
Chissà se la tecnologia umana avrebbe potuto salvarla dalla Tubercolosi. Probabilmente no, visto che la malattia era ad uno stadio talmente avanzato da lasciarle solo una manciata di giorni da vivere.
In quel preciso momento, ognuno promise a se stesso che avrebbe rischiato tutto pur di salvare la Terra. Proprio come aveva fatto Karen, una ragazza aliena, che aveva dimostrato amore per un pianeta a lei semi sconosciuto.
 
  
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