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Autore: Angelic_Girl    09/07/2014    1 recensioni
E' da qualche anno, ormai, che Kurt si è trasferito a NewYork, con una nuova vita e nuovi sogni, alcuni dei quali mai si realizzeranno. Il suo cuore e i suoi occhi appartengono da allora ad un giovane sconosciuto, il suo dirimpettaio, che Kurt osserva suonare la chitarra e vivere la sua vita, appollaiato ora dopo ora, mese dopo mese alla finestra, come ipnotizzato da quel ragazzo che lo attira tanto.
Quanto vorrebbe parlagli, quanto vorrebbe accarezzare i suoi riccioli mori.
E' impossibile, si dice Kurt. Ma niente lo è quando c'è il vero amore.
Chissà che le sue fantasie non diventino realtà.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kurt seguì con lo sguardo la figura ormai minuscola dell'aereo che si sollevava in cielo.

Guardò il cielo, dello stesso colore delle sue iridi chiare e umide.

Era andata.

Il sospiro che venne fuori dalle sue labbra era tremante, e lo portò ad abbassare la vista prima di scoppiare in lacrime.

Avvertì il calore di un braccio che gli cingeva le spalle e, voltandosi, si ritrovò con il viso di Blaine a qualche centimetro.

-Shh non piangere- disse lui sorridendo -Va tutto bene. Ora andiamo a spassarcela-

-Dici che metterà la camicetta?- sussurrò Kurt dopo qualche istante, spostando di nuovo gli occhi in alto, senza davvero guardare l'aereo.

-Ne sono sicuro- fece il moro imitandolo. Restarono entrambi in silenzio per dei secondi che parvero un'eternità, poi Blaine si morse il labbro inferiore -Ehi, ti va di andare al bar?-

-Solo se facciamo a metà una ciambella con la glassa- bisbigliò l'altro tirando su col naso, mentre Blaine lo faceva voltare e praticamente lo trascinava fuori dall'aeroporto.

-Non badiamo alle calorie, eh angioletto?- fece quest'ultimo cercando di farlo sorridere.

-Ora le calorie sono il mio ultimo pensiero-

-Ah okay- rise Blaine prendendo il biondo a braccetto.

Kurt osservò la mano dell'altro, perennemente calda e rassicurante -Per stasera?-

-Cosa?-

-Non volevi portarmi in discoteca?-

-Giusto. Ci divertiremo come non mai, amore- fece il moro piegando anche gli occhi in un sorriso -Ho trovato un locale coi fiocchi, un po' lontanuccio quindi ci toccherà andare in macchina-

Kurt cercò di sorridere. Che diamine, non poteva rimanere col muso lungo fino alla fine dei tempi. Sarebbe finito per far spazientire addirittura Blaine -Va benissimo, non vedo l'ora-





 

-Aspetta, hai della glassa lì-

-Mmm?-

-Faccio io- mormorò Blaine mentre si avvicinava per leccargli via lo zucchero dall'angolo sinistro della bocca.

Kurt ne approfittò per intrecciare per un attimo la lingua con quella dell'altro, allontanandosi prima di sconvolgere qualcuno.

-Su di te è ancora più buona-

Il biondo arrossì senza rispondere e diede un piccolo morso alla sua ciambella, attento a non sporcarsi di nuovo.

-Credo che metterò in affitto il mio appartamento- disse qualche tempo dopo -Così ne guadagno qualcosa-

-Perchè, non sei tu ad averlo affittato?-

-E' come se io ti chiedessi una matita e poi la prestassi a Rachel che ne ha bisogno- disse Kurt alzando un sopracciglio.

-Dovresti comunque chiedermelo, la matita è mia-

-Oh, non ti arrabbieresti certo-

Il moro sbuffò una risata -Non sono io il proprietario dell'appartamento, tesoro. Potrebbe anche essere qualcuno di poco altruista che non ama prestare matite-

-Okay, questa non ha senso- fece l'altro ridendo insieme a Blaine -Be', credo che lascerò perdere in tal caso-

Il ragazzo gli sorrise dolcemente -Sarebbe la cosa migliore- disse divertito, prima di mandare giù un boccone e guardare Kurt negli occhi -Sono così felice che vivremo insieme-

Il biondo abbassò lo sguardo, assumendo l'espressione di qualcuno che pensa a qualcosa di meravigliosamente impossibile -Anche io-

Ci fu una pausa, che Blaine impiegò osservando l'altro, affascinato dal suo bel viso. Poi Kurt s' inumidì le labbra -E pesare che qualche settimana fa non avremmo neanche immaginato di essere in un bar in questo modo. Innamorati, seduti mano nella mano...-

-Io non avrei mai immaginato che lo avrei preso da dietro e da un bellissimo angelo-

Kurt per poco non sputò tutta la ciambella che aveva in bocca, ma ebbe il buon senso di ingoiare prima di scoppiare a ridere.

-In effetti- disse quando ebbe ripreso fiato -Ho praticamente messo sotto sopra la tua vita-

-Non so come facessi, prima, a vivere al contrario-

-Ringraziami- scherzò il ragazzo.

-Lo faccio ogni sera. In verità ringrazio il Signore per avermi fatto incontrare il vero amore. Se ti santificheranno ringrazierò anche te-

-Vuoi dire quando mi santificheranno-

-Esatto-

Era bello e straordinario come con Blaine tornasse sempre il sorriso.

E lo era anche sentirsi dire quelle parole. Parole che Kurt non avrebbe mai e poi mai pensato che qualcuno gli avrebbe rivolto.

Il biondo spostò ancora una volta il suo sguardo di ghiaccio sul viso che aveva di fronte, contemplandone la bellezza, la dolcezza, l'unicità.

Quanto doveva essere fortunato per avere Blaine? Un giovane d'oro, sensibile, pieno di talento e d'amore per lui, solo per lui. Che aveva saputo accettare una realtà che non sapeva gli appartenesse pur di riuscir a capire d'amarlo.

Blaine inclinò la testa, squadrandolo con un sorriso sulle labbra -Kurt?-

-Si?-

-A che pensi?-

Lui lo guardò ancora, in silenzio, poi fece spallucce -Stavo... stavo pensando che non so se ti merito-

-Cosa dici?-

-Nel senso che... è così splendido sapere che mi ami-

Il moro socchiuse le labbra, mentre i suoi occhi lasciavano scappar via quel lampo di serietà che vi era apparso qualche secondo prima -E' lo stesso per me. Non dire che non mi meriti, se mai è il contrario- disse -Ma io non voglio perderti per nulla al mondo, quindi, anche se non ti meritassi, preferisco che le cose rimangano così-

-Okay, be'... sono fiero del fatto che tu riesca a coniugare così tanti congiuntivi- scherzò il biondo.

-Kurt- fece ancora Blaine, che non riuscì a sorridere sinceramente -Perchè ti è così difficile capire i miei sentimenti?-

-No, amore, li conosco i tuoi sentimenti-

Il moro fece vagare lo sguardo -E perchè, allora, continui con questa storia che non ti capaciti di ciò che provo per te?-

-Con quelle parole intendo dire che non desidero altro che tu mi ami. Cosa che già fai-

-Si, angioletto. Io ti amo e sarà così per sempre-

-E oltre ancora-

Blaine sospirò -E oltre ancora- ripetè.





 

-Ecco, prendi da questo lato e spingi giù-

-Tu mantieni, altrimenti sfondiamo il pavimento-

Blaine abbassò cautamente l'asta di ferro, facendo in modo che i piedini poggiassero per terra senza provocare troppi danni.

Qualche tempo prima, il moro aveva curiosato nello sgambuzzino del suo appartamento, scoprendo che quello che sembrava un mucchioi di attrezzature non meglio identificate era un letto pieghevole.

-Ora l'altra metà-

Ed era quello che stavano cercando di distendere per creare un letto matrimoniale, accostandolo a quello di Blaine e, magari in seguito, sostituendo i materassi con uno unico a due piazze, per evitare uno scomodo distacco.

Quando quello "scheletro di ferro" fu finalmente in posizione orizzontale, Blaine lo spinse affianco all'altro, intanto Kurt tirò fuori delle lenzuola grandi e profumante con le quali coprì il tutto.

In seguito crearono diversi strati di coperte di lana e di plaid portate ovviamente dal biondo, che in quel periodo non poteva vivere senza.

I due si allontanarono di qualche passo per ammirare il risultato.

-Be', non è niente male- commentò Blaine.

-No, affatto-

Tutti quei plaid di colore diverso erano stati messi uno sull'altro, lasciando intravedere un lembo per ognuno in modo da creare una specie di caldo piumone arcobaleno su quello che appariva un letto matrimoniale a tutti gli effetti.

-Ora... la natura chiama- fece Blaine roteando su se stesso e scappando nel bagno.

Kurt scoppiò a ridere.





 

-Ehi, ma parli da sol...- il moro entrò nel salotto, dal quale da qualche minuto sentiva provenire la voce di Kurt. Vide il ragazzo a telefono e sospirò esasperato.

Allargò le braccia -Non è quasi neanche partita- disse, ma l'altro lo zittì con la mano, continuando con tono preoccupato ed apprensivo -Sicura che sei a tuo agio? Se sei stanca sappi che si può dormire in aereo, basta che abbassi il sediolino così stai più comoda. Hai allacciato bene la cintura? Se ci dovesse essere qualche turbolenza...-

Blaine roteò gli occhi, poi poggiò le mani sui fianchi aspettando fremente che Rachel lo mandasse a quel paese.

Infatti qualche secondo dopo Kurt assunse un'espressione confusa, allontanò lentamente il cellulare dal viso e guardò il display.

Il più basso gli rivolse un sorriso storto, come a dire "te l'avevo detto" e lui lo fissò con un paio di occhi sofferenti tipici dei bambini capricciosi che non ottengono ciò che pretendono.

-Ha detto che l'aereo stava subendo un attacco zombie e doveva proprio andare. Sono talmente assillante?-

-Eh si- fece Blaine ridendo, mentre si sedeva sul divano affianco all'altro -Le farai trascorrere un viaggio d'inferno di questo passo-

L'occhiata fulminante che il biondo gli rivolse non concluse altro che far aumentare il tono delle risate del giovane, il quale scivolò su Kurt.

-Vuoi un po' di panna?- chiese Blaine quando riprese fiato.

-Ah ahm- confermò lui aggrottando leggermente la fronte.

Il moro scattò in piedi, trascinando Kurt per mano in cucina. Una volta che si fu spruzzato una dose generosa di nuvole bianche in bocca, passò il contenitore all'altro, che puntò il beccuccio prima verso le proprie labbra per poi spostarlo fulmineamente verso il viso di Blaine.

Quest'ultimo lo guardò divertito attraverso la maschera di panna che aveva in faccia qualche secondo dopo, per poi sfilare il tubo dalle dita di Kurt e vendicarsi.

I due risero, poi il moro si avvicinò all'altro e posò un dolce bacio sulla bocca del giovane, tutta bianca e soffice.

Prese a leccar via la panna dal suo viso, mentre Kurt chiudeva gli occhi e sorrideva.

-Ci hai fatto l'abitudine, eh?- disse.

Blaine fece passare la lingua sulle sue palpebre -Hmm...- mormorò, mentre con le labbra lasciava "pulito" il volto del biondo.

-Credo che dovrò comunque lavarmi-

-Si, hai ragione- sussurrò il moro succhiando una piccola e morbida porzione di pelle appena sotto l'orecchio di Kurt. Ormai aveva lasciato perdere la pulizia, quel ragazzo era una vera e propria droga e ne aveva bisogno. Doveva consumarlo di baci esattamente in quel momento.

-Oh Blaine...-

-Si?-

-Abbiamo della panna in faccia-

Lui esitò prima di calare di nuovo le labbra sull'altro, ma qualche secondo dopo prese a stuzzicare con la lingua e la sua bocca piacevolmente umida e calda la base del collo del biondo, la zona più sensibile e vulnerabile che, ne era certo, non avrebbe potuto certo far rifiutare a Kurt un simile invito. Una simile provocazione.

Il ragazzo infatti sollevò istintivamente le mani, strette in due pugni lievi, ed emise un gridolino. Mentre si abbandonava a Blaine e al piano di marmo che gli stava dietro, pronto a sorreggerlo, il moro non smorzò quel movimento ipnotico che stava mandando l'altro su di giri ed accarezzò il suo viso con una mano.

-Dai... basta...- fece Kurt, sospirando le parole che quasi non giunsero alle orecchie di Blaine, nonostante lo avesse addosso.

-No, tu non vuoi che smetta- ribattè quest'ultimo -No che non lo vuoi-

Il biondo sospirò pesantemente, poi socchiuse gli occhi -Per f-favore...- bisbigliò, senza osar sottrarsi a quel tocco troppo desiderato.

-Perchè dici ch...- iniziò Blaine, ma il suono del suo cellulare lo fece allontanare dall'altro.

Il moro guardò Kurt negli occhi, bloccandosi qualche secondo prima di afferrare un canovaccio, pulirsi immediatamente il viso e sfrecciare sul divano a recuperare il telefono, lì dove lo aveva abbandonato.

-Mamma?- fece il giovane quando portò l'Iphone all'orecchio, con un sorriso raggiante sul viso -Come stai? Oh, si io benissimo-

Kurt, intanto, osservava la scena avvicinandosi una mano sul volto. Poi si rese conto di essere coperto di panna e si sciacquò con l'acqua del lavello della cucina, che raccolse unendo le dita a coppa.

-Sai, ho così tante cose da raccontare a te e a papà. Quando tornerò a casa mi prenderò qualche oretta per dirvi tutto. Anzi, quando torneremo a casa-

Il biondo arrossì, rimanendo immobile.

-No, niente indizi. Non c'entra Catherine. Anzi... un po' c'entra. Ma il fatto è che... Oh mamma, ho trovato l'altra metà della mia anima-

L'altra metà della mia anima.

Quelle parole presero a rimbombare nella mente di Kurt.

-E' un angelo mamma, il mio angelo. Ce l'ho qui, accanto a me. Di' ciao alla tua futura suocera- fece Blaine avvicinando il cellulare al ragazzo, che non seppe cosa fare.

Rise timidamente, poi sussurrò un flebile saluto prima che il telefono volasse via dai paraggi del suo viso.

-Hai sentito?-

Blaine sembrava come tornato bambino. Era troppo adorabile, pensò Kurt.

-Ha una voce bellissima, non è vero?- continuò lui euforico, sorridendo al cellulare, alle pareti, al giovane che aveva dinanzi -C-come?-

Il biondo vide l'altro bloccarsi improvvisamente.

La luce che splendeva sul suo viso si spense pian piano, lasciando un'espressione confusa e spaesata al suo posto.

Gli occhi del ragazzo si posarono su Kurt.

-Ti ho chiesto come si chiama questa ragazza che ti ha rubato il cuore- ripetè dolcemente la voce che giunse all'orecchio di Blaine.

Questa ragazza.

Giusto.

Come poteva dirglielo? Ma, piuttosto, poteva mai annunciare qualcosa di simile per telefono?

Aveva bisogno di guardare la madre in faccia per dirle "Io amo questo ragazzo".

-Blaine, cosa succede?- domandò la donna, senza più molto divertimento nella voce.

-Io... ti spiegherò tutto, mamma. Quando verremo a casa. Ti chiedo solo di... di rispettare i miei sentimenti-

-Che vuoi dire?-

-Nulla, ti voglio bene- disse il moro, esitando qualche secondo prima di riattaccare.

Kurt incastrò il suo sguardo preoccupato ed interrogativo a quello dell'altro, che sospirò.

-Lei voleva.. voleva sapere il nome della mia ragazza-

Là per là il giovane non capì e si guardò intorno con la fronte aggrottata. Poi socchiuse le labbra -Oh...- deglutì, rosso in viso -Non gliel'hai d-detto ancora?-

-Non ho avuto il tempo... A dir la verità non ci ho proprio pensato. Era così bello averti, sapere che mi ami, capire di provare per te qualcosa di così dannatamente grande e meraviglioso... Ho avuto la sensazione che non ci fosse niente da spiegare-

-Come pensi che reagirà?-

Blaine scosse lentamente la testa -Non lo so. Ai miei non sono mai piaciuti i... diversi. Io non sono mai stato "razzista", però. E' per questo che non ho trovato poi così male essere gay. Siamo persone come le altre. Tu poi, sei stupendo come nessun altro sarebbe potuto essere...- gli occhi del ragazzo erano enormi e lucidi, scintillanti d'adorazione -Non ho mai visto un etero tanto candido, tanto... Sei uno splendore-

Il biondo spalancò quel paio di grandi occhi azzurri e il suo viso assunse un colorito ancor più purpureo, se possibile. Si morse un labbro, imbarazzato ed emozionato, portando Blaine a ridere stancamente -E' la verità. Non te l'ha mai detto nessuno prima?-

-No- sussurrò lui, stringendo il suo corpo esile con le braccia, quasi cercasse di abbracciarsi da solo, o proteggersi.

-Ehi- fece Blaine sorridendo, mentre si avvicinava al giovane e lo teneva a sè, nascondendolo nella morbida lana del suo maglione -Non reagire così per ogni complimento che ti faccio. Anzi, non sono complimenti, sono pure e semplici osservazioni-

-Non posso farci niente-

-Ti amo così tanto...-

Kurt sollevò il viso, baciando l'altro sulle labbra che avevano ancora il dolce gusto della panna.

Si sedettero di nuovo sul divano, il biondo accucciato sulle gambe di Blaine, che gli accarezzava i capelli ramati.

-Non ti chiamano spesso, i tuoi- constatò Kurt con un filo di voce e gli occhi socchiusi.

-No, lo sanno che non mi piace che siano assillanti. Cercano di lasciarmi libero più che possono-

Il giovane sospirò, attirando l'attenzione dell'altro.

-I tuoi genitori, invece?-

-Sono morti-

Il respiro di Blaine gli si bloccò in gola. Chiuse la bocca che aveva aperto un po' e si sporse leggermente per guardare Kurt, che rimaneva steso -Oddio... Come?-

-Io...-

-S-sempre se ti va di parlarne- precisò il moro.

Kurt agitò una mano, senza mai sforzarsi d'incrociare lo sguardo dell'altro -Certo, non preoccuparti. Per... papà è una cicatrice fresca. Mamma è morta quando ero piccolo-

-Tuo padre...-

-Un infarto. L'anno scorso-

Blaine ricordò che c'era stato un periodo, molti mesi prima, durante il quale le tende dell'appartamento di Kurt erano rimaste chiuse a lungo.

L'aveva notato.

Non erano mai state serrate per tanto; ricordò di esserne rimasto turbato.

Però non aveva mai osato indagare, non aveva visto nè il biondo in lacrime nè qualche avvenimento anomalo nella casa di fronte. Aveva pensato che forse Kurt era solo stato via.

Ora si spiegava tutto.

La mente ed il cuore del ragazzo, invece, furono attraversati da quell'orribile sensazione che aveva vissuto ricevendo quella telefonata.

-Suo padre ha avuto un infarto-

-C...cosa?-

-Mi dispiace immensamente, signore. E' successo per strada; l'ambulanza è arrivata il prima possibile, ma non c'è stato nulla da fare-

-E' uno scherzo? Perchè se lo è...-

Non era stato uno scherzo. Lo avrebbe preferito mille, un milione, un miliardo di volte a quella che invece si era dimostrata la realtà. Ovviamente.

In effetti era stato davvero via, a casa. Per dirgli addio un'ultima volta.

Poi però era tornato a New York con Rachel, tutto ciò che gli restava, la sua famiglia.

-Be'...- sussurrò Kurt con le lacrime agli occhi.

Blaine ansimò, sentendosi dannatamente in colpa per aver riesumato un argomento che faceva tanto male da far piangere.

-Amore, scusami- disse mentre si chinava per abbracciarlo come meglio poteva.

Lui scosse la testa, mentre bloccava col dito una goccia che stava per scivolar fuori dall'occhio sinistro. Si accucciò contro il petto del moro, lasciandosi coccolare.

-E' acqua passata ormai- bisbigliò Kurt tirando su con il naso.

Blaine lo dondolò avanti e indietro, mentre l'altro si aggrappava come un bambino al suo corpo quasi fosse stato uno scoglio in mezzo al mare infinito -Si. Pensiamo al futuro, non al passato-

Passò qualche minuto durante il quale entrambi rimasero in silenzio. Kurt faceva del suo meglio per non far grandi respiri, altrimenti sarebbe scoppiato a piangere, e Blaine lo coccolava accarezzandolo e lasciandogli qualche tenero bacio fra i capelli.

-Mi dispiace- bisbigliò alla fine -Non avrei dovuto... toccare quel tasto. Immagino che tu ti stessi impegnando per dimenticare e io ho fatto tornare tutto a galla. Non sai quanto mi...-

-Non ho intenzione di dimenticare papà. Nè mamma. Anzi, mi auguro di non farlo mai, Blaine. Quindi non hai motivo di scusarti- fece Kurt con tono freddo.

-Okay- il moro scostò le mani, vedendo che l'altro faceva per alzarsi.

-Io vado a casa, mi cambio e poi... poi andiamo-

-Va bene- disse Blaine osservando il modo in cui passava le sue mani bianche ed affusolate sulla camicia -Ti aspetto in macchina-

Il biondo si avviò verso la porta, avvolgendosi la sua sciarpa intorno al collo, poi si voltò quando alle sue orecchio giunse ancora una volta la voce di Blaine che lo chiamava.

-Dammi un bacio, per favore- mormorò quest'ultimo con un'espressione dispiaciuta.

Lui allora cancellò la serietà che aveva dipinto sul suo volto, sorrise raggiante e si fiondò tra le braccia dell'altro premendo le labbra sulle sue e lasciandosi sollevare in alto dalle forti mani di Blaine.

-Sono pronto tra qualche minuto- sussurrò prima di farsi rimettere giù e correre fuori.





Hi.
E siamo praticamente alla fine u.u
Io a scrivere, invece, sono praticamente a metà (credo) e... non ho nullissimo da dire a parte che il titolo di oggi sembra una specie di annuncio da parte di una veggente, non so XD non fateci caso.
Ci vediamo mercoledì col prossimo ed ultimo capitolo :3

  
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