Fanfic su artisti musicali > Bullet for My Valentine
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Autore: m4ryb4m    29/08/2008    0 recensioni
Lui, con i suoi capelli scuri e lunghi. Lui, con quella sua espressione da arrogantello che gli dà ancora più fascino e lo fa sembrare irraggiungibile. Lui, con quel suo fisico così apparentemente perfetto ed eccitante al solo guardarlo. Lui, con quelle mani grandi, che vorresti a tutti i costi ti stringessero. Lui, con quegli occhi azzurri e penetranti, quello sguardo magnetico che quando si rivolge su di te ti fa mancare il respiro. Lui, Matt, chitarrista e frontman di una delle giovani band più promettenti del momento. Tenebroso angelo e poeta del metal, capace di scrivere testi di un romanticismo tutto particolare. Con le sue canzoni è riuscito a farmi piangere o a farmi sentire meglio. Il solo ascoltare la sua voce ha un effetto devastante sul mio stato d'animo. Ecco, come anticipato, la continuazione di "Un Natale un pò particolare". Tra i protagonisti c'è sempre Matt Tuck dei Bullet. Concludo come al solito dicendo che i Bullet for My Valentine "non mi appartengono" e che scrivo al solo scopo di divertirmi. Buona lettura!! ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando mi sveglio la mattina dopo il sole entra caldo dalla finestra alla destra del mio letto a una piazza e mezza, l'ho preso apposta più grande perchè mi piace stare comoda.

Da quando sono venuta a vivere da sola ho potuto cambiare un pò di cose che non mi piacevano della mia vecchia vita. Il letto è una delle tante.

Il cellulare sul comodino squilla, rispondo ancora mezza addormentata.

"Beth! Dormivi ancora?"

"Pronto? Mamma?"

"Sì, ti sei dimenticata che giorno è oggi?"

Sono ancora rincoglionita e non capisco dove voglia arrivare, è una domenica come tutte le altre, che vuole che le dica? "E' il giorno più bello della settimana, in cui normalmente posso dormire senza che qualcuno mi svegli con le sue strambe telefonate"

"Beth, dove hai la testa? Avevamo organizzato un pranzo a casa nostra, non ricordi?"

Oh, cazzo! Mi sono dimenticata dell'anniversario dei miei!

Scatto a sedere sul letto "Mamma, mi dispiace davvero, arrivo subito, il tempo di cambiarmi"

"Sei sempre la solita" so che finge di essere arrabbiata ma che in realtà sul suo volto c'è un sorriso

"Lo so, scusami ancora. Sono subito da voi." Attacco praticamente il telefono in faccia a mia mamma e mi vesto di fretta.

Fortunatamente avevo già scelto il vestito da indossare, rosso e corto fino a sopra il ginocchio, e quindi in men che non si dica sono pronta per partire.

Rischio di dimenticarmi a casa il regalo per i miei, un servizio nuovo di piatti, visto che il loro vecchio l'ho praticamente dimezzato grazie alla mia sbadataggine.

Dopo essermi assicurata di aver preso tutto parto a tutto gas verso casa dei miei.

"Alla buon ora, Beth!" mi accoglie mia madre aprendomi la porta.

"Scusa, scusa, scusa!" mormoro dopo averle dato un bacio sulla guancia "Auguri!" esclamo poi porgendole il mio regalo.

La seguo in sala da pranzo e saluto tutti i parenti che si sono radunati lì: zii, cugini, nonni...la nostra è una famiglia piuttosto numerosa.

Mi avvicino a mio padre per fargli i miei auguri e poi mi accomodo accanto all'unica cugina che ha la mia stessa età.

"Hey Beth! Tutto ok?"

Sto per rispondere quando qualcosa dall'altra parte del tavolo cattura la mia attenzione, la mia cuginetta minore, di soli dodici anni, ha fatto un cambiamento enorme dall'ultima volta che l'ho vista.

La ricordavo con una magliettina rosa, una gonna bianca e le scarpe di Barbie e ora me la trovo davanti vestita completamente di nero, i boccoli biondi di un rossiccio innaturale e perfettamente lisciati. Attorno agli occhi azzurri ha un pesante strato di matita nera e le labbra sono anch'esse più scure del solito.

La cosa che mi sorprende ancora di più non sono le sue unghie nere, ma la maglietta attillatissima che indossa: Bullet for My Valentine dice la scritta.

Apro e chiudo i miei occhi verdi due o tre volte, non sono sicura di stare bene, evidentemente questa è un'allucinazione.

La mia cuginetta Valerie si è accorta del mio sguardo, così mi sorride incerta.

"Gran bella maglietta" è l'unica cosa che riesco a dirle.

"Davvero?" risponde lei illuminandosi "Piacciono anche a te i Bullet?"

"Sì" rispondo io semplicemente, poi il mio orgoglio ha il sopravvento "Sai che li ho intervistati un annetto e mezzo fa?"

"Coooosa??" gli occhi chiari di Valerie si spalancano in modo innaturale "E' impossibile! Io li seguo fin dall'inizio e non ho mai letto una loro intervista che portava la tua firma"

La fisso e con aria compiaciuta le dico "Vediamo, premettendo che Matt, Padge e Moose suonano insieme dal 1998 col nome di Jeff Killed John e che solo nel 2004 sono diventati i Bullet for My Valentine in seguito all'allontanamento del vecchio bassista e dall'entrata nella band di Jay...hai detto che segui i Bullet dai loro inizi, quindi da quattro anni quasi...a otto anni ti lasciavano ascoltare metal? Io ricordo benissimo che arrivavi qui canticchiando le canzoncine dei cartoni animati."

Ricevo un'occhiataccia da parte di mia mamma che ovviamente ha ascoltato tutta la nostra conversazione come anche gli altri al tavolo.

Valerie spalanca un pò la bocca, ha un'aria leggermente offesa ma non mi interessa. Anche io non ho seguito i ragazzi dalla loro formazione, ma non vado in giro a raccontare il contrario solo per venire considerata una vera fan. Detesto questi bambinetti che si atteggiano a grandi intenditori di musica, quando tra un pò prendono ancora il latte dalla mamma.

Mio padre da uno dei suoi colpetti di tosse nervosi e io sento gli occhi degli altri addosso, così aggiungo, anche se un pò controvoglia "Dai, Val. Stavo scherzando, volevo dire...controllerò a casa, devo avere sicuramente una copia del giornale con l'intervista. Te la farò avere appena la trovo."

Lei abbozza un sorriso "Grazie, Beth"

Il resto del pranzo e del pomeriggio in compagnia della famiglia trascorre per il meglio e senza altri fatti rilevanti.

Me ne torno a casa verso le cinque, con l'intenzione di ordinarmi una pizza e trascorrere una serata tranquilla davanti alla tv.

Appena entro però mi squilla il cellulare, poso la borsa e rispondo

"Pronto?"

"Hey Beth! Com'è che ultimamente eviti accuratamente ogni tipo di vita sociale?"

Dall'altra parte c'è Summer, una delle mie più care amiche, con cui ultimamente mi sono persa un pò di vista

"Ciao Sum! Perchè chiami a quest'ora?" le chiedo, anche se un sospetto ce l'ho già

"Non dirmi che ormai ti sei stufata della tua vecchia compagna di banco del liceo e non ti va più di trascorrere qualche seratina pazza con lei?"

"Sei sempre la solita. Stasera non ho proprio voglia di uscire, sai benissimo che domani mattina devo lavorare."

Lei sospira dall'altra parte della cornetta "Come sei noiosa! Ti rendi conto che a ventisei anni non fai altro che lavorare, lavorare e lavorare? Dimmi, quanta gente della tua età sta chiusa in un maledetto ufficio ogni sabato fino alle sei di sera?"

"Per favore, Sum. Ho solo voglia di stare un pò in pace, tutto qui. Possiamo vederci un'altra volta?"

Lei sembra sinceramente dispiaciuta "Io ti avevo pure comprato un regalino e non vedevo l'ora di fartelo avere....uffa...non ti riconosco più da qualche mese a questa parte. Almeno, stai uscendo con qualche ragazzo?"

"Lo sai che non me la sento."

"La scusa di Michael non regge più, sappilo. Vi siete lasciati da quasi due anni ormai!" Ovviamente non le ho raccontato niente di quello che era successo tra me e Matt, non ho mai avuto intenzione di parlare con anima viva di quella serata.

Mi interrompo, per pensare a qualcosa da dirle per farla calmare, ma lei mi precede

"Cavolo, Beth! Ci sono un sacco di ragazzi fantastici che vorrebbero uscire con te, dai loro una possibilità!"

Non posso sentirla parlare di un argomento del genere, mi fa troppo male, soprattutto ora che ho scoperto che la mia decisione di non uscire con nessuno è e sarà sempre inutile.

"Sum, se accetto la tua proposta di uscire mi prometti che la smetterai con questi discorsi almeno per una sera?"

"Ci posso provare" immagino benissimo il suo sorrisino

"Allora, dove ci vediamo?"

"Al caffè Valentino, in centro"

Cazzo, che locali che va a pescare questa! Me lo fa apposta! "Ok, tra un'oretta va bene?"

"Perfetto! A dopo Beth!"

"Ciao, Sum!"

Mi cambio e indosso un paio di comodi jeans a tre quarti ed una canottiera nera, poi esco.

Come al solito Sum arriva un quarto d'ora in ritardo

Mi saluta con un abbraccio caloroso "Beth! Quanto tempo! Sbaglio o sei dimagrita?"

"Uhm...forse un paio di chili"

Mi guarda dubbiosa ma non aggiunge altro, mi fa cenno di entrare.

Appena ci sediamo ad un tavolo quasi al centro del caffè le domando "Tutto bene tu?"

"Sì, diciamo di sì. Vita sentimentale un pò vuota, ma per il resto è tutto ok"

So che da brava amica dovrei chiederle come mai considera vuota la sua vita sentimentale, ma questo tipo di argomento stasera proprio non lo reggo.

"Al lavoro come va?" le domando cambiando argomento, noto la sua smorfia di disappunto.

"Come al solito. Il capo che sclera ogni due per tre, ma ci ho fatto l'abitudine." Il suo tono di voce è quasi annoiato, come ogni volta in cui parla del suo impiego.

Arriva la cameriera a chiederci cosa ordiniamo, prendiamo un panino e una bibita a testa.

Mentre aspettiamo che ci vengano portate le ordinazioni Sum assume un'aria tra il serio e il solenne.

Io la guardo con gli occhi spalancati, poi lei tira fuori dalla sua borsa una busta, come quella di una lettera.

"Ecco il tuo regalino, Beth!" i suoi occhi sono luminosi

Mi chiedo cosa ci possa essere dentro, forse un viaggio per Parigi, sicuramente qualcosa del genere.

Prendo la busta dalle sue mani e la apro strappandone la parte superiore, quello che mi trovo davanti mi toglie il fiato "Ma è un biglietto per il concerto dei Bullet for My Valentine!" Non ho parole e riesco ad esclamare solo la cosa più ovvia

Lei mi sorride "Sì! So che li adori e tra meno di una settimana suoneranno qui vicino, così ho pensato che potevamo andarci insieme. E' il mio regalo di compleanno anticipato."

"Grazie" le dico meccanicamente mentre esamino meglio il biglietto, il giorno del concerto è proprio quello prima del mio ventisettesimo compleanno.

D'un tratto sento una sgradevole sensazione all'altezza dello stomaco, qualcosa mi dice che non posso accettare quel regalo.

Già, non solo non posso, non devo. Trovarmelo davanti, ancora una volta, non so che effetto possa avere su di me. Se il solo ascoltare la sua voce attraverso le casse di uno stereo mi provoca delle sensazioni devastanti, cosa mi succederà se l'ascoltassi dal vivo?

Eppure non posso rifiutare l'invito della mia amica, è così contenta perchè è convinta di avermi fatto un regalo che mi piace sul serio e...da una parte è così, ma dall'altra...

Sum mi fissa, un pochino perplessa, così mi decido a parlare.

"Ok!" sorrido, fingendo tranquillità "Non vedo l'ora!"

"Bene, allora prepariamoci per una serata all'insegna del metal!" esclama ad altissima voce, così che mezzo locale si gira a guardarsi.

Ridiamo insieme, non facendo caso agli sguardi dei curiosi.

Il resto della serata trascorre in fretta, così come il resto della settimana.

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