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Autore: Kalibrah    09/07/2014    3 recensioni
Sona era una ragazza sola, Sona aveva un suo modo di immaginare le cose, un suo modo di esprimersi, e tutto sommato le andava bene così. Ma non immaginava che la realtà facesse così tanto male.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garen, Sona
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Sona, devo parlarti” 
 Garen si avvicinò a lei con un’aria strana, diversa dalla solita. Era serio, fin troppo serio. Non era il Garen che conosceva lei. Lo guardò sentendosi indifesa per la prima volta. 
 “So che mi hai visto con un’altra ragazza l’altra notte” 
 Lei abbassò lo sguardo, il solo pensarci la feriva dentro. Voleva piangere, avrebbe voluto gridare disperata, ma non poteva. 
 “Jarvan aveva ragione. Lei è la mia ragazza, e la amo. Tu sei stata solamente un passatempo per me, un passatempo piuttosto piacevole direi…” 
 Garen le sorrise ammirando il suo corpo in un modo strano e quasi compiaciuto, non come era solito fare. Quello sul suo volto non era un sorriso dolce ed amorevole, bensì un sorriso malizioso e schernitore. Una ragazza si avvicinò a lui, la ragazza dai capelli rossi della sera precedente. Lui la prese tra le braccia e la baciò, come prima aveva fatto con lei. Il cuore di Sona smise di battere per qualche istante, mentre gli occhi le si velavano di lacrime. 
 “E’ lei che amo, non sei nulla per me Sona” 
 La vista le si offuscò, mentre Garen le diede le spalle e si allontanò lentamente con la ragazza dai capelli rossi stretta tra le braccia. Qualcosa la afferrò per un braccio e la tirò verso il buio. Si girò spaventata, e l’unica cosa che vide prima dell’oscurità fu il volto di Jarvan. Poi tutto si fece silenzioso e scuro. 

 Sona aprì gli occhi. Tremava, aveva il respiro affannoso e le guance bagnate. Luce filtrava dalle finestre, illuminando la stanza. Una stanza che non riconosceva. Si raggomitolò d’istinto sotto le coperte, tentando di fermare le lacrime che scorrevano sulle sue guance. Era stato solamente un incubo, continuava a ripetere a se stessa, lievemente rincuorata dalla cosa. Ma quello che aveva visto la sera precedente purtroppo era reale. Una ragazza che non conosceva aveva baciato Garen, e lui non aveva fatto nulla per fermarla. Che quello che le aveva detto Jarvan fosse vero? Lei provava qualcosa di molto forte per Garen, ed era convinta che per lui fosse stato lo stesso, ma ciò che aveva visto la sera precedente aveva fatto crollare tutte le sue convinzioni. Cercò di riprendere le forze, mentre i suoi singhiozzi pian piano svanivano, così come le lacrime dai suoi occhi. Si ricompose, guardandosi attorno. Non riconosceva il luogo, ma dall’arredamento poteva dire che era una stanza del castello. Sospirò di sollievo nel constatare che non era la stanza di Jarvan. Ricordava bene che la sera precedente il Principe le aveva fatto delle avances, e lei, nonostante in quel momento avesse il cuore rotto, le aveva prontamente rifiutate. Con sua grande sorpresa Jarvan si era limitato a sospirare e chiamare una guardia affinchè la accompagnasse in una stanza degli ospiti libera dove avrebbe potuto trascorrere la notte. 
 Uscì dal letto, vestendosi e sistemandosi per andarsene dal castello, non voleva restare in quel posto un attimo di più. Ad attenderla fuori dalla stanza vi era una guardia, che non appena la vide fece un lieve inchino. 
 “Buongiorno signorina. Il principe ha dato ordini di scortarvi nella sala da pranzo per la colazione, sarete sicuramente affamata dopo una notte di sonno” 
 No, non era per niente affamata, piuttosto sentiva uno strano senso di nausea. Accennò un sorriso scuotendo la testa, guardandosi attorno in cerca dell’uscita. La guardia la osservò per un momento attendendo, come ad aspettarsi una sua qualche parola, ma un istante dopo sembrò ricordarsi del fatto che la ragazza era muta e distolse lo sguardo da lei in imbarazzo. 
 “In tal caso permettetemi di scortarvi verso l’uscita, seguitemi” 
 La guardia si avviò verso l’uscita facendole segno di seguirla. Fu grata del fatto che la strada fu differente rispetto quella della sera precedente e perciò non dovette passare per il corridoio che dava sul giardino, non era sicura che avrebbe retto alla vista del piccolo cortile dove la sera prima aveva visto Garen con un’altra ragazza. Fu sorpresa però dal fatto che quella mattina a darle il buon giorno non ci fosse stato Jarvan. Sorpresa in senso positivo, ovvio, la cosa anzi la rincuorava. Non che odiasse il Principe, ma non sopportava le sue attenzioni particolari, e temeva che continuando a rifiutarle avrebbe rischiato di farlo arrabbiare. 
 Dopo non molto vide la sala principale, e subito dopo essa il grande portone che delimitava l’uscita del castello. La guardia si congedò con un inchino, e Sona sentendosi trattata come qualcuno di importante arrossì lievemente, per poi chinare il capo in segno di ringraziamento ed uscire. Finalmente all’aria fresca e lontano da quelle mura, la ragazza si sentì subito meglio. Anche se non poteva veramente dire di star bene. Per quanto lei provasse a distogliere i suoi pensieri, essi correvano sempre alla sera precedente, a ciò che aveva visto, a ciò che Jarvan le aveva detto e a ciò che aveva sognato. Si sforzò in ogni modo di trattenere le lacrime, di non cedere allo sconforto, e sperava con tutta se stessa di non incontrare Garen per la strada, non aveva idea di come avrebbe reagito alla sua vista. Camminava senza una meta precisa, non voleva ancora tornare a casa, diceva a se stessa che stare all’aria aperta le avrebbe fatto bene, anche se non ne era molto convinta. Non dava peso nemmeno alla gente che aveva attorno, continuando a camminare a testa bassa, immersa nei suoi tristi pensieri. Improvvisamente qualcuno le toccò la spalla, risvegliandola dal suo isolamento. Sona sollevò lo sguardo e si girò, trovandosi davanti una ragazza bionda e dall’aria solare, che la guardava quasi con occhi sognanti, cercando di trattenere in ogni modo la sua euforia. Non l’aveva mai vista, ma quella ragazza aveva un non so che di familiare, anche se non seppe spiegarsene il motivo.
 “Tu sei Sona, giusto?” 
 Disse la ragazza, mostrando un sorriso brillante e trattenendosi dal saltellare ovunque, prendendole istintivamente una mano. Sona annuì, visibilmente confusa. Che fosse una qualche ragazza che l’aveva sentita suonare alla locanda e che voleva sentirla suonare nuovamente? Non seppe dirlo, ma il suo sorriso la mise improvvisamente di buon umore, e per qualche istante dimenticò cosa le appesantiva il cuore. 
 “Oh, non immagini quanto io sia felice di conoscerti! Mio fratello mi ha parlato così tanto di te, ma ogni volta che gli chiedevo di uscire con voi due mi diceva di no, non ho mai capito il perché, ne lui ha mai voluto spiegarmelo. Eppure è tanto contento di te, ed ogni volta che mi parlava di questa Sona io mi dicevo -Oh, devo proprio conoscere questa misteriosa ragazza che ha fatto battere il cuore di quel testone di mio fratello!-. Pensavo proprio che quel giorno non sarebbe mai arrivato, ma invece ti ho incontrata! Sei proprio come ti ha descritta mio fratello!” 
 La ragazza girò attorno a Sona continuando a stringerle una mano, facendo girare anche lei di conseguenza. La vide trattenere a stento un gridolino di gioia, e per un istante la ragazza le lasciò la mano, per poi applaudire ridacchiando con euforia. 
 “Oh, sei così bella, non immagini quanto io sia felice di incontrarti, finalmente! Ma che sbadata, non mi sono nemmeno presentata. Io sono Lux, la sorella di Garen!” 
 Le riprese la mano e la strinse affettuosamente, per poi prenderla di peso ed abbracciarla con forza. Ecco spiegata la strana somiglianza con qualcuno che conosceva. E così quella era la sorella di Garen. Sona nemmeno sapeva che Garen avesse una sorella, a quanto pare le aveva nascosto parecchie cose. Lux le prese la mano e la trascinò con se con passo veloce, e lei fu costretta a seguirla. 
 “Devi venire a casa mia, ho così tante cose di cui voglio parlare!” 
 Disse, trascinandola fin casa sua. Durante il tragitto non fece altro che parlare, riempiendo il silenzio di Sona. Fu solo una volta arrivate a casa che la ragazza sembrò rendersi conto della tristezza di Sona, e di colpo sembrò rabbuiarsi anche lei. 
 “Non avrò detto qualcosa di sbagliato spero… Tendo a parlare sempre troppo, soprattutto quando c’è silenzio.” 
 Sona cercò di non pensarci troppo e si concentrò invece sull’arredamento della casa, che si addiceva alla posizione di Garen nell‘esercito di Jarvan. Non era affatto modesta, come lo era casa sua, ma anzi piuttosto lussuosa e sfarzosa. Lux fece accomodare Sona su un piccolo divanetto, sedendosi poi accanto a lei, cercando di intuire quale poteva essere la cosa che rendeva Sona così triste. 
 “Forse hai conosciuto quella strega che ronza attorno a mio fratello… So che Garen aveva intenzione di parlare con Katarina in questi giorni. Non mi è mai piaciuta quella ragazza, ma a mio fratello non dispiaceva. Credo avessero una specie di relazione, nonostante la lontananza. Lei è di Noxus, io odio la gente di Noxus, ed odio Katarina, con quella sua aria da superiore e quei suoi finti capelli rossi!”
 Sona sussultò nel sentire quel piccolo dettaglio, a quanto pare allora Garen aveva una relazione con un’altra ragazza, per giunta di Noxus, e forse Sona per Garen era davvero solo un passatempo… Si sforzò di trattenere le lacrime, mentre dentro si sentiva completamente distrutta. Lei era sinceramente innamorata di Garen, quello era anche il suo primo amore, e tutto si sarebbe aspettata da lui meno che questo. 
 Lux le prese le mani tra le sue e la guardò negli occhi, cercando di confortarla con fare comprensivo. 
 “Ma immagino che questo tu lo abbia scoperto in un qualche modo orrendo. Ascolta, conosco Katarina, ed è una persona subdola e manipolatrice, e mio fratello è uno stupido, qualunque cosa tu abbia visto sarà sicuramente stato un piano architettato da lei per farvi lasciare. So che era venuta a conoscenza della vostra relazione, e Garen voleva parlarle giusto ieri sera per dirle che non desiderava vederla mai più. Sona, mio fratello è un testone, ma quello che prova per te non lo ha mai provato per nessun’altra ragazza. Non è mai stato così felice e così entusiasta per una ragazza, credo che mio fratello si sia finalmente innamorato, e di una ragazza splendida come te.” 
 Lux sistemò una ciocca di capelli che ricadeva sulla fronte di Sona, sorridendole amichevolmente. Sona non seppe cosa pensare, ma qualcosa in lei le disse che probabilmente era quella la verità, e finalmente cominciò a sperare che tutto quel dolore sarebbe presto finito. 
 “Devi fidarti di me Sona, immagino che scoprirlo ti avrà spezzato il cuore, e mi riprometto di prendere mio fratello a bastonate per ciò che ha fatto non appena lo vedrò, ma lui è veramente innamorato di te. E so che tu provi lo stesso per lui. A parer mio siete una coppia fantastica, ed il legame che vi unisce l’uno all’altra è molto forte. Dagli un’altra possibilità, vedrai che non te ne pentirai” 

 “Lux, sei in casa?” 
 La porta si aprì, e l’attenzione delle due ragazze fu portata all’entrata. Lux sembrò arrabbiata e lanciò al ragazzo sull’uscio un‘occhiata di rimprovero, Sona quasi trasalì alla vista di quella persona. Dall’altra parte, il ragazzo sembrò spaesato, sentendosi improvvisamente colpevole. 



 Nota dell'autrice 
 
 Lux è una tipa euforica [ctrl4] e Garen prenderà botte :x


  
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